
Viaggiare è sempre stato per Tiziano Terzani un modo di vivere e così, quando gli viene annunciato che la sua vita è ora in pericolo, mettersi in viaggio alla ricerca di una soluzione è la sua risposta istintiva. Solo che questo è un viaggio diverso da tutti gli altri, e anche il più difficile perché ogni passo, ogni scelta - a volte fra ragione e follia, fra scienza e magia - ha a che fare con la sua sopravvivenza. Alla fine il viaggio esterno alla ricerca di una cura si trasforma in un viaggio interiore, il viaggio di ritorno alle radici divine dell'uomo. Un libro sull'America, un libro sull'India, un libro sulla medicina classica e quella alternativa, un libro sulla ricerca della propria identità.
Con pochi tratti rapidi, Mariolina Venezia disegna una città che potrebbe essere ovunque, con le sue scuole, ospedali, supermarket. Qui vivono i protagonisti di queste storie, immersi nelle loro routine, senza nemmeno rendersene conto, compiono qualche piccolo tradimento a se stessi o al prossimo. Vigliaccherie. Inezie. Non perseguibili penalmente, appena condannabili moralmente. Da questa "zona grigia" si scatena una serie di effetti collaterali sempre più potenti, svelando un po' alla volta il disegno: il bene e il male si sviluppano dentro ognuno di noi, e si diffondono attraverso i legami che ci uniscono. Il gesto mostruoso della cronaca viene così ricollegato al suo contesto, non più episodio isolato, ma prodotto di una catena di cause ed effetti della quale tutti sono partecipi, e in qualche misura responsabili. L'autrice di "Mille anni che sto qui", in questo primo libro, uscito da Theoria nel '98, anticipa la ricchezza di personaggi che si ritroverà nel suo romanzo, raccontando una società metropolitana in cui si stanno perdendo la sacralità della vita e della morte e i valori della storia e dei legami fra gli individui. Risalendo fino alle radici della sofferenza e della gioia, sullo sfondo di una dilagante crisi della famiglia e delle istituzioni, questi racconti sembrano anticipare certi folgoranti eventi degli ultimi anni di cronaca italiana.
"Altri libertini" ha avuto fin dagli inizi una vita avventurosa: pubblicato nel 1980, sequestrato per oscenità e poi assolto dal tribunale ("con formula ampia"), è stato contemporaneamente giudicato dalla critica una delle opere migliori degli ultimi anni e ha imposto Tondelli tra i nuovi autori italiani più letti anche all'estero. I sei episodi, storie di gruppi più che di individui, legittimano l'adozione di una vera e propria soggettività plurale, di un Noi narrativo che fa del romanzo un ritratto generazionale. Il libro viene ora riproposto in edizione speciale per i cinquant'anni della casa editrice.
"Il giro di boa" venne scritto sotto l'impulso di due avvenimenti distanti tra loro, ma che mi colpirono e m'indignarono in modo particolare. Il primo fu il G8 di Genova e il comportamento non certo esemplare delle Forze dell'ordine in quelle terribili giornate. Il secondo avvenimento fu la scoperta che alcuni trafficanti di carne umana avevano sbarcato sulle nostre coste dei bambini per venderli. "La pazienza del ragno" invece mi è stato letteralmente suggerito dall'aver visto un ragno tessere la sua tela tra un ramo e l'altro di un castagno ultracentenario. E fu proprio mentre l'osservavo che nacque in me il progetto di un romanzo la cui idea portante fosse appunto la tessitura di una sorta di tela di ragno appositamente congegnata per farvi intrappolare la vittima designata. Mi proposi cioè di scrivere un romanzo poliziesco senza omicidi o fatti di sangue, ma con la distruzione sociale di un individuo raggiunta attraverso una macchinazione di raffinata intelligenza. "L'idea di "La luna di carta" mi venne in mente dopo un incontro fortuito con un amico che non vedevo da trent'anni il quale mi raccontò d'avere scoperto un giorno che tanto Anna, sua moglie, quanto Giulia, la giovane amante, non solo avevano fatto conoscenza ed erano diventate amiche, non solo lo tradivano sistematicamente con altri, ma l'ingannavano quotidianamente mentendo su tutto, anche sulle cose più ovvie, così, per il puro piacere di ridere poi alle sue spalle."
DESCRIZIONE: I tre romanzi brevi hanno una posizione indipendente nel lavoro dell’autore – impegnato per lunghissimo tempo nella stesura del ciclo africano di romanzi e racconti, i cui undici tomi sono stati prima pubblicati separatamente e poi nel 2006 riuniti in un solo volume: I confini dell’ombra, (Morcelliana, pagine 1268, Premio Bagutta 2007) – e sono rimasti inediti. Il primo, Passione e finzione, rievoca una società occidentale in età già postcoloniale, sulle rive settentrionali dell’Africa, incontro fra persone di diversa formazione culturale, in un ambiente a tutti estraneo, commedia giocosa e drammatica, a fondali alterni. Il secondo, L’onore, è il tragico rendiconto di una vita nella Milano della prima metà del Novecento; come nella vicenda umana e nei racconti di Kleist si risolve in una lunga cerimonia di rifiuto. Il terzo, La vedova, riporta l’odissea di un uomo nello specchio altrui, quando si tenta inutilmente di tornare da dove si è partiti e l’attesa altrui è il solo segno del passare del tempo.
COMMENTO: La nuova prova narrativa di Alessandro Spina, vincitore del Premio Bagutta 2007, con tre romanzi che narrano la vita italiana del '900 (l'età coloniale, la guerra partigiana, gli anni della ricostruzione). Ritratti umani destinati a diventare dei classici.
ALESSANDRO SPINA ha pubblicato presso la Morcelliana: Conversazioni in Piazza Sant’Anselmo e altri scritti. Per un ritratto di Cristina Campo (2002); I confini dell’ombra. In terra d’oltremare (20072) e il Carteggio con Cristina Campo (2007).
Althénopis, ovvero "Occhio di vecchia", così era chiamata Napoli dai tedeschi in tempo di guerra. Intorno a questo nome e questa città si svolge il romanzo della Ramondino, affollato di ragazzi e di donne, di vicissitudini familiari, incentrato soprattutto sulla storia del rapporto tra madre e figlia. Una città sfasciata, l'incubo della guerra e molti destini appesi a eventi incontrollabili: ognuno cerca di salvarsi e nello stesso tempo di salvare anche gli altri, come se solo tante piccole esistenze potessero cambiare un mondo condannato alla crudeltà e alla violenza.
Giuliano e Anzia, fratello e sorella, anelano a una vita più libera e perciò si scontrano spesso con la nonna, una dama austera. Il contrasto si inasprisce quando Giuliano si innamora di Normanna, un'americana in attesa di divorzio e madre di una bambina, Lucilla.
Il Saggiatore lancia la sua nuova collana di narrativa italiana con un libro visionario e perturbante. Ferruccio Parazzoli riprende e amplia il successo di "Adesso viene la notte"... Una risposta narrativa a "L'affaire Moro" di Sciascia e a "Buongiorno, notte" di Bellocchio. In "Altare della patria" Dio e Satana si giocano le anime e i corpi di Paolo VI e di Aldo Moro. Tra Dostoevskij e Bret Easton Ellis, il racconto medianico di un grande narratore del nostro tempo.
Alonso è un piccolo puma dell’Arizona. I «visionari» sono gli esseri che, via via, hanno la ventura di incontrarlo: un illustre professore italiano, ispiratore di terroristi e di altri «uomini del lutto»; i suoi figli, uno dei quali votato a una leggendaria clandestinità; un professore americano, che ha la terribile debolezza di voler capire e compatire. Tutti accomunati, nella loro funesta lucidità, da una sorta di pazzia che è come un «buco nella intelligenza, nell’azzurro, dal quale entrano il freddo e la cecità degli spazi stellari». La storia che li lega è un groviglio sconcertante – una «vera storia italiana», osserva sobriamente la narratrice e testimone. Ma il suo fondo è fatto «di silenzio e prodigio»: là dove vediamo apparire e scomparire le tracce del puma, oggetto di un odio irragionevole e di una persecuzione «da una petraia all’altra» o di un amore inerme. La vicenda procede scandita da rivelazioni che ogni volta sembrano elidere le precedenti e introdurre nuove spiegazioni, fra poliziesche e metafisiche, finché sempre più appare chiaro che in questa «tremenda storia di assassini, di visionari e di complici» il delitto da chiarire non è quello di una certa notte in una casa vicino a Prato, ma quell’incessante e incombente «sgarbo agli dèi» da cui ogni altro delitto discende, quel «peccato molto comune agli uomini, ma il più grave di tutti i peccati: il disconoscimento dello Spirito del mondo».
Nessuno vuole ammetterlo, ma a Bologna c'è un assassino seriale: è l'Iguana, che assume di volta in volta l'identità delle sue vittime, per sfuggire alle "campane dell'inferno" che gli risuonano nelle orecchie. Tocca a Grazia cercare di prenderlo, e più delle sofisticate tecnologie che usa, le servirà l'intuito e la capacità di ascolto di Simone, cieco dalla nascita. Mentre cacciatore e preda si scambiano continuamente i ruoli, vediamo la scena ora con gli occhi attenti e ansiosi di Grazia, ora con lo sguardo febbricitante e doloroso dell'Iguana, o la percepiamo come un concerto di suoni e di voci, un complicato e fantastico arabesco mentale, quando la soggettiva è di Simone. E la città che così prende forma sotto i nostri occhi, fitto reticolo di trame e di ossessioni, è insieme la sorprendente megalopoli italiana che si stende su tutta l'Emilia, e anche il teatro magico dove tutte le storie possono accadere. Un thriller nervoso e impeccabile, una storia d'amore e solitudine, una scrittura che sa dosare tensione emotiva e colpi di scena.
Ad accogliere i viaggiatori che d'estate sbarcano sul molo di Bellano dal traghetto Savoia c'è solo la scalcagnata fanfara guidata dal maestro Zaccaria Vergottini, prima cornetta e direttore. Un organico di otto elementi che fa sfigurare l'intero paese, anche se nel gruppetto svetta il virtuoso del bombardino, Lindo Nasazzi, fresco vedovo alle prese con la giovane e robusta seconda moglie Noemi. Per dare alla città un Corpo Musicale degno di questo nome ci vuole un uomo di polso, un visionario che sappia però districarsi nelle trame e nelle inerzie della politica e della burocrazia, che riesca a metter d'accordo il podestà Parpaiola, il segretario comunale Fainetti, il segretario della locale sezione del Partito Bongioanni, il parroco e tutti i notabili della zona. Un insieme di imprevedibili circostanze - assai fortunato per alcuni, e invece piuttosto sfortunato per altri - può forse portare verso Bellano il ragionier Onorato Geminazzi, che vive sull'altra sponda del lago, a Menaggio, con la consorte Estenuata e la numerosa prole. "Almeno il cappello" racconta la gloriosa avventura del Corpo Musicale Bellanese, le mille difficoltà dell'impresa e la determinazione di chi volle farsene artefice. A ritmo di valzer e mazurca, con il contorno di marcette e inni, Andrea Vitali s'inventa un'altra storia tutta italiana, fatta di furbizie e sogni, ripicche e generosità, pettegolezzi e amori.
Ad accogliere i viaggiatori che d'estate sbarcano sul molo di Bellano dal traghetto Savoia c'è solo la scalcagnata fanfara guidata dal maestro Zaccaria Vergottini, prima cornetta e direttore. Un organico di otto elementi che fa sfigurare l'intero paese, anche se nel gruppetto svetta il virtuoso del bombardino, Lindo Nasazzi, fresco vedovo alle prese con la giovane e robusta seconda moglie Noemi. Per dare alla città un Corpo Musicale degno di questo nome ci vuole un uomo di polso, un visionario che sappia però districarsi nelle trame e nelle inerzie della politica e della burocrazia, che riesca a metter d'accordo il podestà Parpaiola, il segretario comunale Fainetti, il segretario della locale sezione del Partito Bongioanni, il parroco e tutti i notabili della zona. Un insieme di imprevedibili circostanze - assai fortunato per alcuni, e invece piuttosto sfortunato per altri - può forse portare verso Bellano il ragionier Onorato Geminazzi, che vive sull'altra sponda del lago, a Menaggio, con la consorte Estenuata e la numerosa prole. "Almeno il cappello" racconta la gloriosa avventura del Corpo Musicale Bellanese, le mille difficoltà dell'impresa e la determinazione di chi volle farsene artefice. A ritmo di valzer e mazurca, con il contorno di marcette e inni, Andrea Vitali s'inventa un'altra storia tutta italiana, fatta di furbizie e sogni, ripicche e generosità, pettegolezzi e amori.