
Milano 1954, Michele Esposito, preside in un liceo di Città Studi, ha una grande passione: i libri antichi, nei quali investe la maggior parte delle sue entrate. Grazie a un'eredità riesce ad acquistare, per ben quattro milioni di lire, l'incunabolo di una Divina Commedia del Quattrocento. Una copia rara e preziosa che il preside presenta solennemente al corpo docente dell'istituto. Quando, uno dei giorni seguenti, il libro sparisce dalla cassaforte della scuola, a indagare viene chiamato Fausto Lorenzi, un ispettore dagli occhi «di ghiaccio». Chi poteva conoscere la combinazione della cassaforte? Molti sono i sospettati: i docenti e anche la storica segretaria, che molti definiscono la vera preside. E quando viene scoperto un omicidio, Lorenzi collega subito il delitto al furto. Ma il mistero rimane fitto... Nella consueta atmosfera vintage della Milano anni Cinquanta, tra cinema fumosi e antiche librerie antiquarie, Dario Crapanzano costruisce un giallo appassionante e crea, dopo Mario Arrigoni, un nuovo personaggio investigatore, che sorprenderà i lettori e che proverà a risolvere lo strano caso del furto della Divina Commedia.
Con il volume centrale della trilogia ambientata nella Guerra dei Trent'anni, la fine di un'epoca diventa un affresco ancora più gotico, ancora più incombente. Tra disperate lotte per la sopravvivenza e scontri tra sanguinari sterminatori, tra rivelazioni della tragedia passata e profezie dell'Armageddon a venire, il fato di Magdeburg, la possente città ribelle sul fiume Elba, viene suggellato da crudeli giochi di potere destinati a divorare ogni cosa. E ogni uomo.
Seconda metà del diciottesimo secolo. In un piccolo villaggio tedesco. Il piccolo Abel nasce in una famiglia di poverissimi contadini: gracile di salute, ha dalla sua una sensibilità e un'intelligenza fuori dal comune. Se ne accorge il parroco e maestro, Rupprecht Radebach, un pastore luterano tormentato: ha avuto una brillante carriera nelle gerarchie della chiesa cattolica ma, alla fine di una profonda crisi teologica ed esistenziale, ha abbracciato la dottrina di Lutero e ha sposato la donna che ama. Radebach chiede alla madre di Abel il permesso di impartire al ragazzino lezioni supplementari. Abel rivela una disposizione eccezionale per lo studio, ma il carattere chiuso e incline alla meditazione gli fa il vuoto intorno.
Seconda metà del diciottesimo secolo. In un piccolo villaggio tedesco. Il piccolo Abel nasce in una famiglia di poverissimi contadini: gracile di salute, ha dalla sua una sensibilità e un'intelligenza fuori dal comune. Se ne accorge il parroco e maestro, Rupprecht Radebach, un pastore luterano tormentato: ha avuto una brillante carriera nelle gerarchie della chiesa cattolica ma, alla fine di una profonda crisi teologica ed esistenziale, ha abbracciato la dottrina di Lutero e ha sposato la donna che ama. Radebach chiede alla madre di Abel il permesso di impartire al ragazzino lezioni supplementari. Abel rivela una disposizione eccezionale per lo studio, ma il carattere chiuso e incline alla meditazione gli fa il vuoto intorno.
Sei felice, Tobia? Che corso ha preso la tua vita? Era quello che volevi? E se ti guardassi indietro, quali sarebbero i tuoi venti ricordi top, il tuo greatest hits? Attorniato dagli amici che lo festeggiano, Tobia si ferma un istante: già, quali sono stati i momenti più belli di questi trent'anni di vita "fuoricorso"? Quel giorno che credevo di essere il nuovo Keith Haring? Quando suonavo la batteria e rimorchiavo alla grande? Quando andava dai suoi nonni? Quando metteva le oche nel congelatore? Quando andava da McDonald's con Jimmy il suo cane?
C'è una storia d'amore importante, durata un anno e osteggiata da tutti, il primo grande amore e la sua fine. Perché Antonio è nero e per i genitori di lei il ragazzo sbagliato. E poi c'è la famiglia di Antonio, gli amici, la scuola e altri attimi del cuore. Ci sono incontri, amori, momenti che fanno crescere, istanti indimenticabili. "Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?" è la vita di un ragazzo raccontata di getto, inseguendo le emozioni, passando da un'immagine all'altra. Pagine cariche di sentimento, frasi che colpiscono il cuore e destinate a essere scritte e riscritte. Un racconto fatto di momenti singoli, come singole canzoni, che insieme fanno la playlist di una vita.
"Quando è scoppiata la guerra, eravamo tutti contenti." Jolanda detta Jole, tredici anni nell'estate del 1914, non ci metterà molto a capire e subire le conseguenze di un conflitto che allontana gli uomini da casa e lascia le donne sole. Separate dalla mamma, sconvolte dai bombardamenti, lei e la sorellina viaggeranno per la campagna alla ricerca di una nonna che non sapevano nemmeno di avere. Da Udine a Grado, e poi in fuga dopo Caporetto, vivranno appese al desiderio di ricomporre la famiglia dispersa, salvate sempre dalla forza e dallo spirito indipendente che è il loro tratto distintivo. Narrate dalla voce di Jole, una prima persona vivida e pungente, le loro vicende sono quelle di tutte le donne che restano fuori fuoco, lontano dal fronte, come sfumate, quasi invisibili, mentre la Storia procede impietosa. Tredici immagini raccontate, come foto perdute di un album di famiglia, scandiscono una narrazione basata su diari, testimonianze, cronache e documenti. Per parlare di guerra dal punto di vista di chi non la fa.
Sulla linea tracciata da "Per voce sola" e "Rispondimi", Susanna Tamaro, in questo libro, affonda la lama della sua scrittura in storie senza salvezza, senza via d'uscita. L'incalzare del ritmo di questi quattro racconti lunghi è modulato sul tema dell'emarginazione, della separazione, del difficile dialogo tra culture diverse che si risolve sempre in uno scontro crudele. Storie senza scampo, prive del respiro di una luce. Con una nuova introduzione dell'autrice.