
Franz Caffa è la figura muta (o quasi muta) attorno a cui ruota il tutto. E il tutto è una ridda di voci incontrollate. Forse Caffa è semplicemente un angelo caduto in un mondo di eccentrici, oppure è un nevrotico assoluto. Fatto sta che di mestiere fa l'impiegato, a tempo perso scrive, è ossessionato dagli insetti, considera la musica "un nutrimento sconosciuto", ha varie fidanzate che non lo capiscono, amici che lo fraintendono. Per certi versi ricorda Kafka, ma per altri no. Insomma, è un enigma, ma piuttosto comico.
L'erba selvatica profuma di salvia e lambisce il sentiero che porta al mare. Teresa è solo una bambina, ma sa già cosa urlare al vento: "Io non me ne voglio andare". Per nessuna ragione vuole lasciare quella terra di cui conosce ogni particolare: la Basilicata. Ama tutto di quella regione, la magia dei sassi di Matera e il calore della costa. Lì sogna di costruire il suo futuro. E il suo desiderio si è realizzato. Ora invece Caterina, sua nipote, non vede l'ora di lasciare il paesino in cui è cresciuta, dove le tradizioni regnano immutate. Vuole sapere cosa significhi sentirsi straniera, persa in una grande città. Vuole staccarsi dalla sua famiglia che adora, ma che nello stesso tempo è come un albero in cui i singoli rami perdono la loro identità. Quella famiglia il cui punto di riferimento è la nonna Teresa. Sua nonna che ha la sua stessa forza di seguire il proprio istinto. Caterina sa che quello che le unisce è un legame speciale. Cosi quando si trasferisce a Roma la cosa più importante che porta con sé è l'agenda in cui la nonna le ha dettato le sue ricette. In un'estate che la ragazza non dimenticherà mai, le ha insegnato a cucinare mentre i ricordi riaffioravano preziosi: la sua infanzia, il suo amore per don Mimi, il suo dono segreto di prevedere il futuro, l'attaccamento alla sua terra. E Caterina inizia a guardare la sua vita con occhi nuovi.
Le opere di Gabriele d'Annunzio in edizione i Meridiani comprendono due volumi dedicati all'opera poetica dell'autore. Il primo presenta opere come le Elegie romane, La Chimera e Odi navali. L'edizione è diretta da Luciano Anceschi con la curatela di Annamaria Andreoli e Niva Lorenzini.
È un lunedì mattina quando lo scrittore Massimo Senise riceve nel suo attico romano un pacco da Madrid contenente le dieci copie della versione spagnola del suo ultimo romanzo. Attratto dalla bella copertina, si immerge nella lettura, ma d'improvviso s'interrompe, disorientato. Nel primo capitolo compare un personaggio di nome Marta che nell'originale - ne è certo - non esisteva. Camminando lieve e triste sulla battigia, la ragazza entra ed esce dal libro nello spazio di una frase. Incuriosito, Senise legge oltre e altri interventi arbitrari gli saltano all'occhio, tra cui due aggiunte lapidarie: "muere" e "Por tu culpa". Sembra un messaggio criptato, inserito nel libro a suo uso e consumo. Da chi, se non dalla traduttrice Magdalena Vegas Palacio, il cui nome è citato in frontespizio? Chi è questa donna? E chi è Marta? Senise decide di partire, intraprendendo un viaggio nei ricordi fra i quali riemerge prepotente la figura di una bambina incontrata una sera a Murano, nel giardino di sua zia. Volitiva, spiazzante, sconcertante, quella bambina aveva popolato a lungo i suoi sogni di ragazzo e poi di adulto. Massimo ne insegue invano le tracce a Venezia, poi vola a Madrid, e di lì a Toledo, nel vano tentativo di incontrare se non altro la misteriosa traduttrice. E mentre a ogni passo misteriose coincidenze gli svelano sempre più della vita della bambina di Murano, Senise con sgomento si rende conto che quella vita sembra ricalcare un tragico racconto da lui scritto in prima gioventù.
Due interventi e una conversazione libera e amichevole con Susanna Tamaro su di sé, sul rapporto con la scrittura e sui suoi libri, fanno di "Verso casa" un prezioso piccolo compendio che avvicina i lettori ad un'autrice riservata eppure capace di parlare il linguaggio di tutti e soprattutto di illuminare aspetti spesso oscuri nella vita di ciascuno attraverso il semplice ma impegnativo esercizio del conoscere se stessi. Con una nuova introduzione dell'autrice.
In queste pagine Susanna Tamaro parla di sé offrendo la chiave di lettura per accostarsi al mondo, oltre che ai suoi capolavori. Un libro fondamentale per chi davvero vuole conoscere la più importante autrice italiana vivente (pp. 96).
Allestito fra il 1959 e il 1961 a partire da due libri usciti in esigua tiratura fra gli anni Trenta e Quaranta - "Le meraviglie d'Italia" e "Gli anni" -, "Verso la Certosa" costituisce un'autoantologia, di sorprendente bellezza, del miglior Gadda 'saggista', da porre accanto a I viaggi, la morte: e il titolo, evocando la solitaria residenza milanese del Petrarca nei pressi della Certosa di Garegnano e, insieme, la dimora ultima del Cimitero Maggiore di Milano, le conferisce per di più il carattere di opera conclusiva, di traguardo raggiunto. Splendide e nobili immagini della campagna lombarda, custodita dal "popolo stupefatto dei pioppi", e la commossa celebrazione del genio dell'arte e della tecnica si alternano al racconto - vicino alle atmosfere della Cognizione - del "diniego oltraggioso" opposto dal mondo, alle cronache di una Milano che nella fiera di Senigallia, "mercato dell'impensabile", si rivela "scansia d'ogni possibilità, d'ogni idea che possa diventare industria, o commercio", alla veridica ricetta del "sacro" risotto alla milanese, nonché a una irresistibile 'bizza' sugli incresciosi inconvenienti della rivoluzione edilizia, regalataci dallo "sconsiderato padreternismo dei tira linee quattordicenni: sì: età mentale quattordici".
Chi legge questo libro parte con l'autore alla ricerca delle foci del Po, seguendo le molte braccia del fiume in direzione del mare. Gianni Celati ama gli orizzonti, la soglia che porta altrove, ma anche la frontiera, il luogo delle foce, la meta del viaggiatore, è difficle da trovare e difficile persino da riconoscere: ci sono le valli d'acqua e le lagune, i terreni vaghi e le acque morte, e non si sa dove finisce il fiume e dove comincia il mare.
L'isola di Sant'Elena sarà davanti a lui all'alba. Napoleone si ritira presto nella sua cabina la sera del 14 ottobre 1815. Un'ultima notte a bordo, dopo mesi di navigazione. A visitarlo, forse nel sonno forse no, è una bella clandestina: forse Eugénie, l'eroina del suo romanzo giovanile rimasto chiuso in un cassetto. Poi arriva la madre, e altri spettri che incarnano la memoria dei grandi eventi attraversati dall'imperatore in esilio. Un uomo che non si è ancora arreso e che ancora pretende di poter mutare il corso degli eventi, mentre la Northumberland si perde in un banco di nebbia. Un romanzo storico e visionario, che umanizza un grande offrendogli uno scorcio di altra vita possibile.
Adelaide è oramai sulla soglia della prima maturità. Le fantasie della giovinezza, le indefinite speranze, il vago desiderio di evadere dai pensieri, dai gesti e dalle parole consunte di tutti i giorni si sono a poco a poco logorati in un grigiore anonimo. Un'inquietudine di cui non riesce a definire il profilo ma di cui pure non arriva a liberarsi. Il marito Errico? La figlioletta Cristina? Non le dicono più niente: ammesso che le abbiano mai detto qualcosa. Come ritrovare - o riuscire finalmente a trovare - la semplicità dell'innocenza, la concretezza dell'amore? Le cose che hanno peso e senso? La vita stessa insomma, nella sua verità più autentica? Forse, al di là di solitudini e incertezze: al di là dello stesso maligno serpente che le ha deposto un perfido uovo nel petto. Un impasto linguistico tessuto in una policromia di voci e di forme scivola pagina dopo pagina verso il fondo remoto della lingua. O dell'anima. La vita, l'amore, la malattia, la morte: gli snodi che fissano i passaggi decisivi del nostro essere gettati nel mondo sono ancora una volta trattati con grazia e profondità da Corrado Ruggiero.