
Ai piedi del monte Ros, impassibile nella sua armatura di ghiacci, dimora degli dei, centro del mondo conosciuto, si estende una pianura fitta di boschi e pericoli. In questa terra a sud delle Alpi, disabitata e talmente inospitale che nel 101 a. C. non ha ancora un nome, sono schierati uno di fronte all'altro, su una superficie lunga chilometri, i due eserciti più grandi del continente. Duecentomila uomini pronti a combattere corpo a corpo, a massacrarsi fino allo stremo: a fare la guerra nel modo in cui la guerra veniva fatta oltre due millenni fa. Da una parte un popolo di invasori, anzi di "diavoli", che ha percorso l'Europa in lungo e in largo, portando distruzione ovunque, ed è dilagato nella valle del Po saccheggiando città e villaggi, mettendo in fuga gli abitanti. È il popolo dei Cimbri, invincibile da vent'nni e deciso, forse, ad attaccare persino Roma. Dall'altra parte c'è il console Caio Mario, l'uomo nuovo della politica, con il suo esercito di plebei ed ex schiavi, l'ultimo in difesa dell'Urbe. Quella che stanno per affrontare non è una battaglia, è lo scontro tra due civiltà al bivio cruciale della sopravvivenza, è un evento destinato a cambiare la Storia. "Terre selvagge" è un viaggio nel tempo, in un'Italia ancora misteriosa, così vicina e così lontana da quella che conosciamo. È il racconto di una pagina drammatica della vicenda umana, finora avvolta da incertezze, falsità e malintesi.
Ai piedi del monte Ros, impassibile nella sua armatura di ghiacci, dimora degli dei, centro del mondo conosciuto, si estende una pianura fitta di boschi e pericoli. In questa terra a sud delle Alpi, disabitata e talmente inospitale che nel 101 a. C. non ha ancora un nome, sono schierati uno di fronte all'altro, su una superficie lunga chilometri, i due eserciti più grandi del continente. Duecentomila uomini pronti a combattere corpo a corpo, a massacrarsi fino allo stremo: a fare la guerra nel modo in cui la guerra veniva fatta oltre due millenni fa. Da una parte un popolo di invasori, anzi di "diavoli", che ha percorso l'Europa in lungo e in largo, portando distruzione ovunque, ed è dilagato nella valle del Po saccheggiando città e villaggi, mettendo in fuga gli abitanti. È il popolo dei Cimbri, invincibile da vent'nni e deciso, forse, ad attaccare persino Roma. Dall'altra parte c'è il console Caio Mario, l'uomo nuovo della politica, con il suo esercito di plebei ed ex schiavi, l'ultimo in difesa dell'Urbe. Quella che stanno per affrontare non è una battaglia, è lo scontro tra due civiltà al bivio cruciale della sopravvivenza, è un evento destinato a cambiare la Storia. "Terre selvagge" è un viaggio nel tempo, in un'Italia ancora misteriosa, così vicina e così lontana da quella che conosciamo. È il racconto di una pagina drammatica della vicenda umana, finora avvolta da incertezze, falsità e malintesi.
"Ci fu un silenzio e poi un alito caldo e costante contro la schiena, un vento forte e secco che soffiava dal deserto spingendomi verso la città e il suo oceano. Mi toccava, muovendosi in tante direzioni contemporaneamente, sfiorandomi le tempie. Avevo già sentito quella brezza, avevo visto quella luce e sapevo cos'era: il luminoso invisibile. Questa volta feci come aveva detto Max. Non cercai di afferrarlo, non mi concentrai né provai a capirlo. Lo lasciai splendere." Ecco poche righe che contengono tutte le parole del romanzo di Eugenia: cielo, luce, vento, città, oceano, splendore. Mancano però le parole amore, rabbia, terremoto che costelleranno le avventure della nostra imprevedibile protagonista. Eugenia si catapulta, adolescente romana con la sua famiglia "che non fa mai le cose come si deve", in una zona decisamente ruvida di Los Angeles, agli inizi degli anni '90. Attraverso i suoi occhi stupefatti vediamo accumularsi l'amore, la droga e gli eccessi, le amicizie travolgenti e delicate, l'affiorare di una coscienza politica. E poi Los Angeles con una natura selvaggia che affiora dai marciapiedi, dalla terra che trema, dispersa e fluttuante in un disordine alieno di strade e persone. E come un rombo di un aereo intercontinentale lontano nel cielo, la coscienza di Eugenia, con il suo linguaggio emotivo e psichico unici, agisce e sgretola impietosamente il falso mito di un'America idealizzata, dove tutto è in vendita.
Floriano di Santaflora, giovane ufficiale della Marina del Regno di Sardegna, ha sedotto la sorella Margherita. Per sfuggire in qualche modo al senso di colpa che lo perseguita, i primi giorni di maggio del 1789 s'imbarca nel porto di Nantes sul Sant'Anna, un mercantile che deve far scalo sulla costa africana del golfo di Guinea per imbarcare degli schiavi da condurre in America. Ma in Guinea salirà a bordo anche un losco individuo, amante segreto della bella ma infida Caterina, moglie del comandante del Sant'Anna. Per Floriano ha inizio un lungo viaggio che lo porterà a riscattare il proprio angoscioso passato attraverso l'amore, un sentimento per lui sconosciuto e di cui ignora la forza dirompente.
"Testa d'argento" raccoglie una serie di racconti scritti in prima persona, perché il lettore potesse immedesimarsi meglio. Racconti tanto diversi tra loro da disegnare una geografia umana curiosa e inquietante. Pubblicato per la prima volta nel 1988, vinse il premio Grinzane Cavour.
Un truce fatto di sangue. L'inviato di un giornale popolare di nome Firmino. Un avvocato anarchico e metafisico, ossessionato dalla Norma Base, che assomiglia a Charles Laughton. L'antica e affascinante città di Oporto. Un romanzo che sotto le apparenze di un'inchiesta costituisce una riflessione sull'abuso e sulla giustizia.
È stato ucciso un bambino di nove anni. Il piccolo corpo viene ritrovato nel fondo di un pozzo. Un delitto atroce di cui è accusato un ambulante senegalese, Abdou Thiam, che lavora nella spiaggia vicino la casa dei nonni dove il bambino è solito giocare. Inchiodano il senegalese indizi e testimonianze, ma soprattutto una foto e le dichiarazioni di un barista. Un destino processuale segnato: privo di mezzi, lo attendono una frettolosa difesa d'ufficio e vent'anni con rito abbreviato. Ma è un destino che si scontra con quello di un avvocato in crisi che trova, nella lotta per salvare Abdou in una spasimante difesa, un nuovo sapore alla vita.
Un incontro casuale in treno si trasforma in una lunga amicizia. Uno scrittore importante, Giovanni Testori, ogni mattina svuota le sue tasche piene di storie davanti a un giovane scrittore condannato a far carriera in pubblicità. Sulle carrozze delle Ferrovie Nord spuntano i fantasmi di Luchino Visconti, Pasolini, Géricault, Alain Delon, Arbasino, Grünewald, Gadda, Rubens, papa Wojtyla, Montale, Tanzio da Varallo, Giulio Einaudi… E poi compaiono folle di poveri disperati e sublimi dementi, boxeur, prostitute, mariuoli, magnaccia, ragazzi sbandati e apocalittici disintegrati, i protagonisti dei primi libri di Testori. Personaggi reali e inventati che hanno popolato una vita piena di eccessi, sregolatezze, passioni assolute, misticismi erotici, bestemmie e preghiere, dannazioni e conversioni… In parallelo alle vicende dello scrittore lombardo emerge la trama di una metropoli in piena mutazione. Si scorge il passaggio dagli anni del terrorismo all’edonismo reaganiano. Ogni mattina una nuova puntata corre sulle linee di una ferrovia che attraversa la vita come una landa senza fine, una transiberiana domestica con moltitudini di pendolari scarrozzati su una città agitata dalla caffeina del profitto.
Due coppie di amici affrontano in una casa isolata la prigionia imposta dall'inverno e dalla guerra. Da una parte Ada, giovane insegnante, natura istintiva e luminosa, con il marito Paolo, intellettuale malato, logorato dalle fatiche della lotta partigiana; dall'altra una giovane donna, Giulia, maternamente attratta dalla debolezza di Paolo, e il marito di Giulia, Stefano, uomo forte e risoluto, a sua volta colpito dalla vitalità di Ada.
È il 1975, una donna scompare, i suoi documenti vengono ritrovati sulla sponda del Tevere, il corpo no. Un commissario la cerca, scopre le origini di un dramma che sembra nascere da banali tradimenti e invece è più profondo e antico, ha origine nei giorni bui dei collaborazionisti e dei partigiani, delle ausiliarie e delle brigate nere. L'indagine sulla scomparsa, il dramma della protagonista in lotta solitaria con la propria malattia mentale e gli eventi storici che la travolgono sono i tre piani narrativi in cui si svolge il romanzo, nel sottofondo costante di un fragile ambiente domestico, la famiglia che la donna ha costruito - il marito, i figli, una vita borghese nella capitale degli anni Sessanta - e quella d'origine - la provincia del nord Italia negli anni della seconda guerra mondiale.
Two lovers must face tyrants, war, riots, plague and famine as they struggle to be together, in this teeming panorama of seventeenth-century Italian life - the original historical novel.