
Pensavo di conoscere il posto di ogni cosa, il nome di ogni strada, la mappa della mia vita. Invece. Stella Romano non saprebbe dire quando le ore che compongono le sue giornate abbiano cominciato a scomparire. In una quotidianità senza imprevisti, scandita dalle attività ripetitive e confortanti delle figlie, dai viaggi di lavoro del marito, dai piccoli gesti di una vita agiata in cui continua a sentirsi un'estranea, a Stella mancano dei momenti; ore intere di cui non ha alcun ricordo, in cui compie azioni che poi si smarriscono nelle profondità della mente, in cui diventa un'altra persona. Un giorno, anche il vaso di sua madre - unico legame con la donna scomparsa quando lei aveva tre anni - va in mille pezzi: è il segno tangibile che qualcosa non va, davvero, e Stella non può più fingere indifferenza di fronte a ciò che sta accadendo. Deve andare fino in fondo, riaprendo pagine dolorose della sua vita. Scavando in un passato di cui pochissimi sono i testimoni - la madre è morta in un incidente e il padre si è tolto la vita in manicomio -, Stella si rende conto di aver vissuto sepolta nelle bugie di chi avrebbe dovuto amarla e di aver costruito la sua identità di donna su un'infanzia fasulla. Anche il marito sembra stare dalla parte di chi non vuole che lei arrivi alla verità, a una vita nuova, lontana dai dolori e dai drammi del passato. E Stella capisce che chi ha rubato i suoi ricordi è pericoloso, nel passato come nel presente.
È capodanno e Napoli carica le batterie per la pirotecnica finale. In una stanza giocano a tombola in due, fratello e sorella, ma apparecchiano per quattro. E le presenze arrivano, da un oltremare del tempo.
Una valle severa. In mezzo, il lento andare del fiume. Un uomo tira pietre piatte sull'acqua. Il figlio lo trova assorto, febbricitante, dentro quel paesaggio. è lì che ha cominciato a dipingere, per fare di ogni tela un possibile riscatto, e lì è ritornato ora che il male lo consuma. Ma il male è cominciato molto tempo prima, negli anni settanta, quando il padre-pittore ha abbandonato la sua valle ed è sceso in pianura verso una città estranea, dentro una stanza-cubicolo per dormire, dentro un reparto annebbiato dall'amianto. Fuori dai cancelli della fabbrica si lotta per i turni, per il salario, per ritmi più umani, ma nessuno è ancora veramente consapevole di come il corpo dell'operaio sia esposto alla malattia e alla morte. Lì il padre-pittore ha cominciato a morire. Il figlio ha ereditato un panico che lo inchioda al chiuso, in casa, e dai confini non protetti di quell'esilio spia, a ritroso, il tempo della fabbrica, i sogni che bruciano, l'immaginazione che affonda, il corpo subdolamente offeso di chi ha chiamato "lavoro" quell'inferno. Ci vuole l'incontro con Cesare, operaio e sindacalista, per uscire dalla paura e cominciare a ripercorrere la storia del padre-pittore e di tutti i lavoratori morti di tumore ai polmoni. È allora che il ricordo diventa implacabile e cerca colori, amore, un nuovo destino.
Una valle severa. In mezzo, il lento andare del fiume. Un uomo tira pietre piatte sull'acqua. Il figlio lo trova assorto, febbricitante, dentro quel paesaggio. è lì che ha cominciato a dipingere, per fare di ogni tela un possibile riscatto, e lì è ritornato ora che il male lo consuma. Ma il male è cominciato molto tempo prima, negli anni settanta, quando il padre-pittore ha abbandonato la sua valle ed è sceso in pianura verso una città estranea, dentro una stanza-cubicolo per dormire, dentro un reparto annebbiato dall'amianto. Fuori dai cancelli della fabbrica si lotta per i turni, per il salario, per ritmi più umani, ma nessuno è ancora veramente consapevole di come il corpo dell'operaio sia esposto alla malattia e alla morte. Lì il padre-pittore ha cominciato a morire. Il figlio ha ereditato un panico che lo inchioda al chiuso, in casa, e dai confini non protetti di quell'esilio spia, a ritroso, il tempo della fabbrica, i sogni che bruciano, l'immaginazione che affonda, il corpo subdolamente offeso di chi ha chiamato "lavoro" quell'inferno. Ci vuole l'incontro con Cesare, operaio e sindacalista, per uscire dalla paura e cominciare a ripercorrere la storia del padre-pittore e di tutti i lavoratori morti di tumore ai polmoni. È allora che il ricordo diventa implacabile e cerca colori, amore, un nuovo destino.
Saverio Lamanna è un giornalista disilluso, passato alla comunicazione politica. Si trova a suo agio nella Roma dei flirt occasionali e dei locali alla moda, nell'abito elegante del quarantenne disimpegnato. Ma un inciampo professionale fa crollare il suo castello di carte. Licenziato dal sottosegretario di cui era il portavoce, è costretto a tornare nella sua Sicilia e a rifugiarsi nella villetta di famiglia sul mare di Màkari. In questo approdo provvisorio, Lamanna ritrova Peppe Piccionello, esemplare locale in mutande e infradito, carico di una saggezza pratica e antica. E nel paradiso sul mare trapanese conosce Suleima, una ragazza che potrebbe farlo perfino felice. Nato e cresciuto in quattro racconti inclusi in altrettante raccolte di questa casa editrice, Lamanna ha la battuta pronta, idiosincrasia ai luoghi comuni e soprattutto ai pregiudizi, perfino quelli positivi, che ruotano attorno ai siciliani. Per campare si inventa piccoli mestieri, decide addirittura di farsi scrittore di gialli. La minuta celebrità locale gli procura qualche lavoretto atipico. Una ricca signora lo assolda per tenere d'occhio la sorella minore, dietro il paravento di ufficio stampa di una produzione cinematografica. Così Saverio Lamanna, con l'improbabile spalla Piccionello, fa irruzione alla Mostra del Cinema di Venezia: entrambi si muovono con disinvoltura tra star americane, registi famosi e tappeti rossi.
Continua il dialogo tra Miriàm e Iosèf. Continua con il loro esilio in Egitto, il bambino carico di doni e di pericoli. Oro, incenso, mirra e scannatori di Erode, il Nilo e il Giordano, la falegnameria e la croce: la famiglia più raffigurata del mondo affronta lo sbaraglio prestabilito. In ogni nuova creatura si cercano somiglianze per vedere in lei un precedente conosciuto. Invece è meravigliosamente nuova e sconosciuta. Ogni nuova creatura ha la faccia delle nuvole.
Continua il dialogo tra Miriàm e Iosèf. Continua con il loro esilio in Egitto, il bambino carico di doni e di pericoli. Oro, incenso, mirra e scannatori di Erode, il Nilo e il Giordano, la falegnameria e la croce: la famiglia più raffigurata del mondo affronta lo sbaraglio prestabilito. In ogni nuova creatura si cercano somiglianze per vedere in lei un precedente conosciuto. Invece è meravigliosamente nuova e sconosciuta. Ogni nuova creatura ha la faccia delle nuvole.
Genitori che faticano a diventare adulti, figli che faticano a crescere. È la famiglia adolescente. Nessuno vuole emanciparsi, nessuno sembra volerlo davvero, perché la famiglia adolescente ha natura vischiosa e il distacco è molto più complesso che nel passato. Si mangia tutti assieme, insieme si guarda la tv. I nostri figli ci seguono quando viaggiamo, quando si va fuori con gli amici. Discutiamo di fronte a loro di quasi ogni argomento e, talvolta, li coinvolgiamo nei nostri contrasti coniugali. Condividiamo con loro i modi di vestire, i gusti, i comportamenti. Li difendiamo con i professori, parliamo con loro delle prime esperienze amorose e sessuali. A prima vista sembra una condizione ideale. Ma siamo proprio sicuri che sia così? Uno dei più importanti psicanalisti italiani racconta i nuovi rapporti tra genitori e figli.
“Perché io vi parlo sempre di me e della gente di casa mia? Per parlarvi di voi e della gente di casa vostra. Per consolare me e voi della nostra vita banale di onesta gente comune. Per sorridere assieme dei nostri piccoli guai quotidiani. Per cercar di togliere a questi piccoli guai (piccoli anche se sono grossi) quel cupo color di tragedia che spesso essi assumono quando vengano tenuti celati nel chiuso del nostro animo. Ecco: se io ho un cruccio, me ne libero confidandolo al «Corrierino». E quelli, fra i ventiquattro lettori del «Corrierino», che hanno un cruccio del genere nascosto nel cuore, trovandolo raccontato per filo e per segno nelle colonne del «Corrierino», si sentono come liberati da quel cruccio. Infatti quel cruccio da problema strettamente personale diventa un problema di categoria, e allora è tutt’altra cosa.”
1953-1968: quindici anni di vita del nostro Paese raccontati da Giovannino Guareschi nelle piccole storie della sua famiglia che cresce e affronta i problemi della quotidianità, le nuove tecnologie e i nuovi pericoli sociali. L'Inquinamento che inizia ad avvelenare il mondo in cui viviamo. Il Divismo dei fan per i nuovi idoli. Il Consumismo inventato da una già efficiente propaganda televisiva. La Conquista del cosmo ridotta alla gara spaziale fra Usa e Urss. Il Benessere dell'auto, della tv, delle vacanze e delle cambiali. La Contestazione: la "Zanzara" al Parini e l'eskimo nelle università e nelle piazze, al grido di "Viva il Che!" e "Viva Mao!". Tutto attraverso la semplicità, l'umorismo e le "parole della quotidianità" con cui da sempre Guareschi riesce a raccontare con leggerezza anche cose terribili.
Guidati dal loro re, a cui i cacciatori della pianura hanno rapito il figlio, gli orsi scendono dalle montagne e invadono la Sicilia, superando ostacoli terribili: l'esercito del Granduca, i cinghiali da guerra molfettani trasformati in palloni aerostatici e gli artigli del Gatto Mammone. Riescono a espugnare la capitale e a ritrovare il principino, ma la loro gioia non dura a lungo. Divenuti i signori dell'isola, gli orsi vedono la corruzione insinuarsi nel loro mondo: gozzoviglie, bische, congiure di palazzo e la rapina della Grande Banca Universale. E solo il ritorno, in lunghissima fila, alle vecchie montagne assicurerà loro la quiete della natura. Originale fusione di invenzioni surreali e ballate popolaresche, di temi fiabeschi e scorci ironici, questa favola-apologo - non solo scritta ma interamente illustrata da Dino Buzzati nel 1945 - riserva le sorprese di una fantasia felicemente bizzarra. E mantiene ancora oggi una straordinaria freschezza, una imprevedibile libertà di movimento e una suggestiva attualità. Età di lettura: da 11 anni.