
Ad Ascot, nella tribuna della Royal Enclosure, tra le matrone coi loro fronzoli di organza, Edith Lavery, figlia di un revisore di conti, spicca davvero. Col suo elegante tailleur di lino celeste, la sua grazia giovanile, il cappellino che le dà un'aria frivola e così sobria e chic, è davvero irresistibile. Agli occhi soprattutto di Charles, conte di Broughton, aristocratico purissimo e... suo prossimo consorte, erede del marchese di Uckfield, figlio di Lady Uckfield, la celebre e terribile Googie, ancien riche che ha accresciuto la sua ricchezza con la Thatcher e l'ha raddoppiata con l'accomodante New Labour. Con la sua scrittura elegante, misurata e ironica, che "ricorda Jane Austen e Evelyn Waugh" (Tim Lott), Julian Fellowes ci offre, con "Snob", un romanzo esilarante che ci svela i codici, i rituali, le abitudini di un mondo ostinatamente chiuso in se stesso e ossessionato dal pericolo di nouveaux riches e parvenus d'ogni specie.
"Per me è stato amore al primo buco, matrimonio alla prima fumata. Esatto, io amo la mia ero. La vita dovrebbe essere come quando sei strafatto." È questa la filosofia degli skagboys, i tossici scozzesi resi famosi da Trainspotting. In questo libro Irvine Welsh racconta l'antefatto, il momento in cui Mark Renton, Sick Boy, Spud e i loro "soci" scivolano inesorabilmente nel baratro dell'eroina. Fra scene di devastante crudezza e depravazione, episodi grotteschi e squarci di inaspettata poesia e tenerezza, ogni personaggio emerge dalla pagina con tutta la propria violenza verbale, la propria rabbia e brutale autenticità, raccontando in prima persona e senza compromessi una decadenza fisica e morale irrimediabile. Disillusi e privi di ogni stimolo, i personaggi di Welsh si gettano alle spalle lavoro, amore, famiglia, persino la passione calcistica, opponendo a tutto questo una parabola solipsistica e autodistruttiva. È il trionfo della vita ai margini nel suo splendore epico e negativo, dove il protagonista assoluto è il linguaggio esuberante, eccentrico, imprevedibile. Sembra di sentirli parlare davvero, Rents e Sick Boy, lungo la ferrovia, in cerca di "quel sollievo che ti sembra un'estasi quando ti scorre per le vene nel cervello, e l'euforia incredibile perché i problemi del mondo, tutta la merda, si dissolvono attorno a te nella polvere".
Cosa succede a una madre divorziata entrata dalla parte sbagliata nei trentacinque? Una donna che sa di non poter avere più "tutto", ma che ne vorrebbe avere almeno una parte? Stella non è alla ricerca del Principe azzurro. È separata ormai da un anno, è convinta di aver fatto la scelta giusta, non si sente particolarmente infelice, ma si rende conto che deve trovare dei nuovi equilibri. E allora: cosa si fa quando ci si separa? Come bisogna vestirsi quando si è invitati a cena da un'amica che deve presumibilmente riempire un buco all'ultimo momento? Bisogna apparire come una donna ormai matura, che non vuole più niente dalla vita o, al contrario, come una mangiatrice di uomini?
Una serie monologhi scritti per la televisione, trasmessi dalla BBC nel 1987 e affidati all'interpretazione di grandi attrici inglesi, da Julie Walters a Maggie Smith. La comicità di Bennett si sprigiona solitamente da situazioni apparentemente dimesse, ma in questa occasione è andato molto oltre, strappando il massimo di ilarità a un pretesto, anche scenico, ridotto al minimo. E pur essendo, di fatto, una forma a sé, questi monologhi costituiscono la migliore introduzione possibile al mondo di Bennett, dove le leggi della logica prima o poi si incagliano su un dettaglio incongruo, finendo per ritorcersi contro chi cercava di applicarle.
Una serie monologhi scritti per la televisione, trasmessi dalla BBC nel 1987 e affidati all'interpretazione di grandi attrici inglesi, da Julie Walters a Maggie Smith. La comicità di Bennett si sprigiona solitamente da situazioni apparentemente dimesse, ma in questa occasione è andato molto oltre, strappando il massimo di ilarità a un pretesto, anche scenico, ridotto al minimo. E pur essendo, di fatto, una forma a sé, questi monologhi costituiscono la migliore introduzione possibile al mondo di Bennett, dove le leggi della logica prima o poi si incagliano su un dettaglio incongruo, finendo per ritorcersi contro chi cercava di applicarle.
Certo non immaginava, il giovane guerriero Elicaonte, mentre con lo sguardo contemplava la costa dei Dardanelli che si allontanava, che quel viaggio avrebbe cambiato la sua vita. Priamo, il re di Troia, lo aveva inviato a Micene, la capitale dei pirati Achei guidati da Agamennone, a prendere la bella Andromaca, che sarebbe andata in sposa a Ettore, figlio maggiore di Priamo, erede al trono e grande amico di Elicaonte. Non immaginava, Elicaonte, che lo sguardo di Andromaca sarebbe stato così irresistibile da risvegliare in lui i ricordi del suo terribile passato, e da spingerlo a tradire la fiducia del suo più caro amico e del suo re. Al suo ritorno a Troia si scatenerà infatti una terribile stagione di rivalità e di lotte intestine, che si concluderanno solo con la conquista del trono da parte di Elicaonte, che chiede agli dei un futuro di pace e prosperità per il suo regno. Ma mentre Troia era dilaniata dalle lotte intestine, dall'altra parte del Mar Egeo, a Micene, Agamennone armava la flotta che porterà i suoi uomini - tra cui il possente Achille e l'astuto Odisseo - sotto le mura di Troia, dando inizio così alla guerra più celebre che la storia ricordi.
Wessex meridionale, fine del IX secolo. Uhtred di Bebbanburg ha perso tutto: non ha più la sua amatissima moglie, morta durante il parto. Non ha più le sue terre, usurpate tempo addietro. Non ha più un re per cui combattere, perché Alfredo il Grande ormai è vecchio e malato, incapace di respingere gli invasori vichinghi e ossessionato dall'idea di convertire il mondo alla fede cristiana. Uhtred di Bebbanburg non ha più nulla per cui vivere, eppure c'è qualcosa che gli impedisce di lasciarsi morire. Qualcosa che da sempre è dentro di lui.
E' la furia del guerriero. Una furia pagana, nata fra i danesi che lo hanno addestrato all'arte della guerra e coltivata sugli innumerevoli campi di battaglia che ha calcato. Ora la sua furia ha un obiettivo preciso: reclamare Bebbanburg, la fortezza che gli spetta di diritto e che suo zio possiede in spregio alla legge e agli dei. Ora Uhtred combatterà per se stesso e per il suo destino, il destino di un guerriero nato.
Chi accetterebbe mai di ospitare per quindici anni nel giardino di casa propria un'anziana barbona e il furgone debordante di rifiuti che ne costituisce il domicilio? Oltretutto Miss Shepherd non è una vecchina che susciti tenerezza: è grande e grossa, scontrosa, bislacca, poco incline alla gratitudine. Porta come cappello una scatola di cereali fissata con un velo e ha una gonna fatta di strofinacci per la polvere. Si fa scarrozzare per la città su una sedia a rotelle ed emana un insopportabile fetore. Chi mai acceterebbe una così perturbante prossimità? Forse solo Alan Bennett che in questo libro ci affida il diario di una lunga e incongrua convivenza.
Pasqua 1170. Il grido di un bambino lacera la notte nella contea di Cambridge. Una richiesta di aiuto che ancora vibra di speranza, ma il luogo è troppo isolato e la giovane voce troppo flebile per essere udita da orecchio umano. A un anno di distanza, il convento della città vende già le reliquie del piccolo Peter e chiede che sia fatto santo. Pare che il corpo, affiorato dal fiume, portasse addosso i segni della crocifissione. Nel frattempo, altri tre bambini mancano all'appello: in tutti i casi, sul luogo della scomparsa qualcuno ha lasciato una stella a cinque punte fatta di rametti intrecciati, come una stella di Davide incompleta. La furia popolare si scaglia allora contro la comunità ebraica, costretta a rifugiarsi nel castello del re. I tre cadaveri vengono ritrovati lo stesso giorno in cui giunge, dal Regno di Sicilia, una insolita delegazione incaricata di far luce sui delitti: un ebreo come agente segreto, un Moro eunuco come guardia del corpo e una giovane donna come "medico legale". Adelia, formatasi alla prestigiosa università di Salerno, è esperta nell'arte della morte, ossia lo studio dell'anatomia e la pratica della dissezione. Sarà lei a dare voce a quei corpi che non possono più parlare, svelando la verità che si cela dietro alle loro orrende mulilazioni. Ma non sarà facile affrontare i pregiudizi di quell'ambiente superstizioso, che vorrebbe tacciarla di stregoneria, e fare accettare una realtà più atroce di ogni immaginazione.
Inghilterra, anni Cinquanta. Alla piccola e apparentemente idilliaca cittadina di Grantchester, nella contea di Cambridge, non manca nulla, nemmeno la giusta dose di intrighi e misteri. Per questo motivo e per un'eccentrica inclinazione personale, il reverendo Sidney Chambers non si occupa solo delle anime dei suoi parrocchiani, ma anche dei loro segreti... Giovane, attraente e scapolo, amante del jazz ed ex soldato tormentato dai ricordi di guerra, Sidney Chambers ha un'innata passione per l'investigazione. Così, quando una serie di casi misteriosi e inquietanti sconvolge la pace di Grantchester, decide di aiutare lo scontroso ispettore Keating a risolverli, riuscendo a penetrare cuori e segreti, là dove il poliziotto deve fermarsi.
Inghilterra, 1955. Sidney Chambers, l'affascinante reverendo con la passione dell'investigazione, è tornato. Nella cornice dell'incantevole cittadina di Grantchester, in compagnia del suo fedele labrador Dickens e dell'irascibile ispettore Keating, Sidney si trova ad affrontare una nuova serie di casi misteriosi: la caduta di un professore di Cambridge dal tetto del college, un incendio doloso, un sospetto avvelenamento e una vicenda di plagio dalle drammatiche conseguenze. Durante le indagini, però, dovrà affrontare anche altri problemi di carattere più personale, come scegliere tra la sua amica Amanda e una seducente vedova tedesca. E non troverà requie neppure quando si recherà all'estero, finendo invischiato in una rete di spionaggio internazionale proprio mentre a Berlino si comincia a costruire il Muro... In questo secondo libro della serie Grantchester James Runcie disegna nuovi intrecci che non mancheranno di intrattenere i fan del reverendo detective, giovane e attraente ex soldato, amante del jazz e con un debole per il whisky.
Yorkshire, inizio Ottocento. Shirley, giovane donna ricca e caparbia, si trasferisce nel villaggio in cui ha ereditato un vasto terreno, una casa e la comproprietà di una fabbrica. Presto fa amicizia con Caroline, orfana e nullatenente, praticamente il suo opposto. Caroline è innamorata di Robert Moore, imprenditore sommerso dai debiti, spietato con i dipendenti e determinato a ristabilire l'onore e la ricchezza della sua famiglia, minati da anni di cattiva gestione. Pur invaghito a sua volta della dolce Caroline, Robert è conscio di non poterla prendere in moglie: la ragazza è povera, e lui non può permettersi di sposarsi solo per amore. Così, mentre da una parte Caroline cerca di reprimere i suoi sentimenti per Robert - convinta che non sarà mai ricambiata -, dall'altra Shirley e il suo terreno allettano tutti gli scapoli della zona. Ma l'ereditiera prova attrazione per un insospettabile... "Shirley" si inserisce nel grande filone del romanzo sociale inglese di inizio Ottocento: i suoi personaggi vivono gli avvenimenti storici dell'epoca - le guerre napoleoniche e le lotte luddiste -, facendo i conti con le contraddizioni del progresso industriale e offrendo spunti di riflessione sul lavoro, sul matrimonio e sulla condizione della donna.