
Appartenente al gruppo di racconti di ambientazione esotica composti da Stevenson nell'ultimo decennio della sua vita "La spiaggia di Falesà" - così come "Il diavolo nella bottiglia" recentemente riproposto in questa stessa collana - si rifà all'esperienza diretta dell'autore sulle credenze e sulla psicologia degli indigeni delle isole del Pacifico.
Luglio 1945. I tre uomini più potenti del mondo Truman, Churchill e Stalin, a capo di USA, Gran Bretagna e Russia, siedono al tavolo delle trattative alla fine della seconda guerra mondiale, a Potsdam. In quell'occasione, il presidente americano informa Stalin che gli Stati Uniti sono pronti a usare un'arma devastante: la bomba atomica. Ma il leader sovietico non sembra troppo sorpreso da questo tragico annuncio. Anche l'URSS sta preparando le sue testate nucleari, grazie all'opera di uno scienziato sfuggito alle persecuzioni naziste e rifugiatosi in Gran Bretagna: il dottor Klaus Fuchs. In possesso di informazioni di vitale importanza per americani e inglesi, il famoso progetto Manhattan per lo sviluppo della bomba atomica, Fuchs decide invece di affidare ogni dato in suo possesso al KGB. E il suo lavoro di spionaggio, oltre alle sue indiscusse conoscenze tecniche, cambieranno per sempre il mondo: da quel momento, infatti, due grandi blocchi si fronteggeranno per quasi cinquant'anni. È la scintilla della guerra fredda, combattuta su un piano totalmente diverso da quello del conflitto appena conclusosi: non avviene più sui campi di battaglia, ma a colpi di codici cifrati, agenti segreti, spionaggio e controspionaggio.
Settantatré anni prima di Cristo, quando nessun dio e nessun uomo sembravano in grado di minacciare i destini della Città Eterna, uno schiavo decise di spezzare le catene in cui era avvolto e, accompagnato da un pugno di seguaci disposti a tutto, portò il suo attacco al cuore di Roma. Comincia così la storia di Spartaco, il gladiatore. Un'epopea di libertà che attraversò la penisola italica riuscendo a sconfiggere a più riprese le apparentemente invincibili legioni romane. Un'avventura straordinaria capace di vibrare nel tempo e di riportare in vita una figura leggendaria.
L'episodio conclusivo della ricerca del Sacro Graal ambientato al tempo della Guerra dei cent'anni, che sconvolse l'Europa tra il 1300 e il 1400. Le avventure di Thomas di Hookton si avviano alla conclusione. Un dettaglio nel libro che gli ha lasciato il padre gli indicherà la giusta via per il ritrovamento della coppa tanto contesa. Dopo aver fatto credere al suo signore che la reliquia causa di tante lotte è andata perduta, torna nel suo paese natale, in Inghilterra, perché è proprio lì dove tutto è cominciato che il cerchio si chiude...
Dopo l'11 settembre, il mondo è cambiato. È iniziata una guerra totale, spesso combattuta lontano dai campi di battaglia da uomini-ombra le cui azioni possono essere disconosciute e le cui esistenze sacrificate. Combattere questa nuova guerra è compito degli agenti K come Nick Stone, veterano del SAS inglese. Ma questo sarà l'ultimo colpo, Nick Io ha giurato a se stesso. Un'incursione in territorio algerino per colpire al cuore Al Qaeda. Gli hanno promesso la cittadinanza americana e la possibilità di una nuova vita con l'amata Carrie. In uno scenario da incubo, aiutato solo da due agenti egiziani, Nick porta a termine l'incarico. Ma lo aspetta un'amara delusione.
Afsana, ragazzina afghana di undici anni, è in viaggio a bordo di un treno della Transiberiana, in territorio russo: legge Anna Karenina e ascolta le storie e i consigli del capotreno Napoleone. Sono i primi anni Novanta, e Afsana è diretta a Mosca, dalla zia Amira, una sorella di sua madre fuggita dall'Afghanistan all'arrivo dei mujaheddin. Anche Afsana è in fuga, dalla storia sua e della sua famiglia, che il buon Napoleone la convince a scrivere. Una storia tragica, una famiglia annientata dalla lunga guerra civile: Dil e Azita, e i loro sei figli. All'inizio del libro, e per lunga parte del racconto, il lettore è convinto che sul treno viaggi tutta la famiglia, e Laura McVeigh molto abilmente introduce episodi realistici per farglielo credere. Ma man mano che Afsana rievoca il passato, capiamo che madre e padre, fratelli e sorelle, sono morti, finché ogni segreto riguardo a quanto realmente avvenuto verrà svelato.
Nel 1947, dopo dieci anni di lavoro e rifiuti editoriali, di sbornie furiose e disavventure assortite (compreso un incendio dove il manoscritto rischiò di andare perduto), usciva sul mercato anglosassone il secondo libro di uno scrittore inglese poco noto. L’autore era Malcolm Lowry e il romanzo s’intitolava Sotto il vulcano. Venne subito acclamato come un capolavoro e, nel giro di poco tempo, diventò prima un classico moderno e poi un film di John Huston. Raccontava la storia maledetta di un ex Console britannico di stanza in una città immaginaria del Messico e delle sue ultime ore di vita – nel Giorno dei Morti del 1938 – insieme a una moglie, innamorata ma infedele, e a un fratellastro, idealista ma sleale. Ma soprattutto, con uno stile epico e modernista insieme, raccontava una vita in compagnia dei demoni dell’alcol e dei fantasmi del passato, all’ombra di un minaccioso vulcano e del fatalismo messicano. Dopo anni, questo libro di culto, un grande romanzo di amore e di morte, lirico e abissale come solo le opere di Melville o Joyce hanno saputo essere, torna nelle librerie, per ammaliare e commuovere una nuova generazione di lettori.
M.R.
“‘Ma davvero ti piace?’ gli domandò Laruelle, mentre il Console, succhiando una scorza, sentiva il fuoco della tequila scorrergli lungo la spina dorsale come un fulmine che colpisce un albero e un attimo dopo l’albero, come per miracolo, fiorisce.”
Malcolm Lowry, nato a Birkenhead, in Inghilterra, nel 1909, da una ricca e morigerata famiglia di commercianti metodisti, nutrì da subito la passione per la vita di mare e per la letteratura marinaresca. A diciott’anni fece un viaggio in Cina e da qui trasse ispirazione per il suo primo romanzo, Ultramarina (1932). Si laureò a Cambridge. Viaggiò molto e soprattutto in Messico, a Hollywood, in Canada. Lowry cominciò a scrivere Sotto il vulcano nel 1936, ma lo pubblicò solo nella sua terza stesura nel 1947. Morì improvvisamente nel 1957, per un attacco di etilismo. Feltrinelli ha pubblicato Sotto il vulcano (1961; nuova traduzione, 2018), Ultramarina (1963), Ascoltaci Signore (1969), oltre a Malcolm Lowry: Salmi e Canti (2004).
Dopo un esilio durato 25 anni per la sua opposizione al regime bianco razzista della Rhodesia, Doris Lessing ritorna nell'odierno Zimbabwe per quattro volte dal 1982 al 1992: il libro è il resoconto di queste visite. E' un libro della memoria, la Lessing evoca la sua infanzia passata in una fattoria isolata nel bush, i suoi genitori, suo fratello ed esplora i modi spesso inaspettati in cui gli elementi della tradizione africana del passato oggi si fondono alle abitudini dei bianchi.
Dan e Sylvie stanno insieme da dieci anni. Matrimonio felice, due splendide gemelle, una bella casa, una vita serena. Sono talmente in sintonia che quando uno dei due inizia a parlare l'altro finisce la frase... è come se si leggessero nel pensiero. Un giorno però, dopo una visita medica di routine, scoprono di essere così in forma che la loro aspettativa di vita è di altri sessantotto anni. Ancora sessantotto anni insieme? Dan e Sylvie sono sconcertati. Non pensavano certo che «finché morte non ci separi» significasse stare insieme così a lungo! Dopo l'iniziale stupore, si instaura tra i due un certo disagio, seguito a ruota dal panico più totale. Decidono dunque di farsi delle "sorprese" per ravvivare fin da subito il loro matrimonio "infinito", per non stufarsi mai l'uno dell'altra... Ma si sa bene che non sempre le sorprese portano al risultato sperato... e in un batter d'occhio sorgono contrattempi poco graditi e malintesi che rischiano di minare le fondamenta della loro unione. E quando cominciano a emergere alcune verità taciute, Dan e Sylvie iniziano a domandarsi se dopo tutto... si conoscono davvero così bene. Qual è la ricetta per un matrimonio felice e longevo? Quale sfida comporta un'unione profonda tra due persone?
"Il tempo trascorso con un libro non è mai del tutto sprecato, nemmeno se l'esperienza non è stata felice: qualcosa da imparare c'è sempre." Fedele a questa affermazione alla base della sua "filosofia di lettura", Nick Hornby ci accompagna in un viaggio tra i suoi variegati acquisti libreschi, cogliendo l'occasione per parlarci non solo di libri, ma anche e soprattutto di amore, di figli, di sesso, di calcio, di musica... in una parola, di vita. Che si tratti di un poderoso saggio di oltre seicento pagine su sei anni di storia della Gran Bretagna, imprevedibilmente avvincente, o di un classico come Dickens (letto però su un e-reader per provare il brivido del contrasto...) oppure ancora di una serie di libri per ragazzi letti insieme ai suoi figli, i consigli e i commenti di Hornby sono sempre dettagliatissimi, fuori dagli schemi e molto divertenti. Piacevoli come e più dei romanzi di cui scrive. Certo, ci sono anche dei momenti di interruzione dovuti a cause di forza maggiore, per esempio i Mondiali di calcio. Capita allora che, sotto una montagna di cartelloni dei risultati e ricevute di scommesse, si ritrovino sparsi un po' dovunque avanzi di romanzi sbocconcellati, ma nulla che non si possa recuperare dopo il fischio finale e a televisore spento. Perché bisogna ricordare che "quello che mette la palla in rete, la persona che conta davvero, è il lettore. È lui a calciare, è lui a segnare".