
La seconda edizione del "Nuovo manualetto di linguistica italiana" è un'introduzione allo studio della nostra lingua, vista nelle sue strutture e nel suo percorso storico. Dopo aver trattato le principali correnti della linguistica moderna, si esaminano i vari livelli di analisi dell'italiano: fonetica, morfologia, sintassi, testualità, lessico, semantica, pragmatica, sociolinguistica. I due capitoli finali sono dedicati alle origini della nostra lingua e ai dialetti italiani. Una cura particolare è dedicata alla terminologia linguistica, presentata in molti casi anche in lingua inglese. Alla fine di ogni capitolo sono proposti numerosi esercizi la cui soluzione si trova in fondo al volume. Un'aggiornata bibliografia completa un'opera che si rivolge non soltanto a un pubblico universitario, ma anche a tutti coloro che operano nella scuola.
«Sono sicuro che, 3000 anni fa, molte persone criticavano il papiro e rimpiangevano l'antico supporto in pietra: sono sereno sull'avvenire del libro e sulla sua digitalizzazione». Così lo scrittore statunitense R. Banks rende misura del cambio progressivo e sofferto degli strumenti di conoscenza: l'affiancamento dei documenti digitali alle pubblicazioni cartacee è stato rapidamente percepito anche dal variegato mondo universitario, lasciando tuttavia non pochi dubbi agli utenti che in esso vi operano. Di che cosa si parla quando si menziona l'Open Access? Come e con che costi possono circolare i testi? Come questi vengono percepiti da chi li gestisce, da chi li distribuisce e da chi li legge? I contributi di questa miscellanea, rivolti soprattutto al pubblico di fruitori delle riviste umanistiche, forniscono alcune risposte a tali domande. Si dispongono in un ampio ventaglio di riflessioni, di diverso tenore e argomento, per discutere di uno strumento di pubblicazione innovativo e sempre più diffuso, ma ancora in via di definizione ed accettazione.
I continui mutamenti del nostro mondo spesso ci sfuggono. Sono troppo grandi, o forse siamo noi troppo lenti per capirli davvero. Nel frattempo i bambini crescono in un ambiente di cambiamento tecnologico, sociale ed ecologico senza precedenti. Come possono questi giovani cittadini, consumatori e futuri decisori, essere aiutati a navigare nella nuova realtà complessa? A partire da questo fondamentale interrogativo Daniel Goleman e Peter Senge affrontano i limiti dell'attuale sistema educativo - strutturato più di 200 anni fa! sostenendo la necessità di sviluppare già dai primi anni tre set di abilità cruciali: consapevolezza di sé, empatia e cura degli altri, comprensione dei sistemi più ampi che ci circondano. Un intervento importante con modelli di programmi educativi, strumenti ed esempi pratici per l'introduzione di questi concetti nelle scuole. Per insegnanti e genitori alla ricerca del vero potenziale degli studenti.
Il Giappone è una realtà culturalmente distante che sfida la nostra conoscenza e le nostre categorie interpretative. Convinzioni e pregiudizi alimentano spesso una visione distorta, dimostrando come la sua percezione in termini di 'Estremo Oriente' continui ad agire a molti livelli della nostra comprensione. Con una metodologia storiografica innovativa, questo libro riduce le distanze narrando la storia del Giappone nei suoi aspetti economici, sociali, politici e culturali, dalle origini sino ai giorni nostri. La parte finale si concentra sulle recenti trasformazioni che hanno peraltro contribuito a ridisegnare la fisionomia della società giapponese nel nuovo millennio: dalle nuove strategie in politica interna ed estera al disastro della centrale nucleare di Fukushima, dai mutamenti nel mondo del lavoro a quelli nella struttura familiare e negli stili di vita.
La psichiatria è una disciplina che è cresciuta nel corso di un secolo in modo continuo e ricco. La sofferenza mentale è forse cresciuta anche a causa dello stress connaturato a una società più complessa che dà molto, ma che, rispetto al passato, chiede molto di più al singolo. Questo volume presenta una sintesi dei temi principali di una materia molto estesa, un "compendio" appunto, di conoscenze che non dovrebbero mai mancare nella formazione di chi - medico, psicologo, infermiere - si affaccia alle problematiche di salute mentale. Il lettore noterà che il volume non è centrato sulle categorie diagnostiche del DSM-5, ma è ricco di casi clinici esemplificativi e si richiama alla tradizione psicopatologica classica, con particolare attenzione a temi quali il rapporto sanitario-paziente, stress e medicina psicosomatica, epigenetica, "il sentire del clinico", l'impostazione delle scelte psicofarmacologiche, le diagnosi dimensionali e le psicoterapie farmacosequenziali; una visione decisamente orientata a superare la dicotomia tra psicologico e biologico che attinge alla vasta scelta di terapie e risorse di trattamento, integrandosi con i più recenti sviluppi delle neuroscienze.
Nell'era della globalizzazione, della complessità più che della complicazione, dell'individualismo e della personal communication, riflettere sulla funzione sociale dell'informazione significa soprattutto considerare le conseguenze dell'interconnessione fra politica, economia, finanza e cultura, qui intesa come universo di conoscenze conoscibili. Il saggio analizza il senso autentico dell'attività di mediazione dei «giornalismi». Quattro sono le tesi sostenute nel libro. La prima è che, pur nell'evoluzione dei modelli tradizionali a vantaggio di nuove categorie interpretative (dal citizen journalism al data journalism, dal brand journalism alle all news) resta esclusiva la capacità dell'informazione di ricercare, indicare e perseguire quell'orizzonte di senso che nessun altro può garantire. La seconda tesi, relativa al rapporto fra giornalismo e politica, è che più che sulla quantità occorre puntare sulla qualità, se si vuole implementare il livello di democrazia di un Paese. La terza tesi è che l'informazione deve interpretare anche la funzione di arbitro fra politica ed economia, contribuendo a mettere un argine alla prevaricazione della finanza. La quarta e ultima tesi è che nel ventunesimo secolo l'acquisizione della conoscenza da parte del pubblico (interattivo e non più solo attivo) coincide in larga misura con la fruizione di contenuti mediali. E questo dilata la responsabilità dei mezzi di informazione.
Il Manuale di Istituzioni di Diritto Pubblico, giunto alla XXII edizione, analizza gli aspetti caratterizzanti dell'ordinamento costituzionale italiano, oggi più che mai oggetto di attenzione dopo la mancata revisione della Costituzione in seguito al referendum del 4 dicembre 2016. Ciò perché la riforma, incentrata sul superamento del bicameralismo perfetto e la trasformazione del Senato in un'assemblea rappresentativa delle istituzioni territoriali, in combinato disposto con la nuova legge elettorale per la Camera (ed. Italicum), comprimeva il diritto di voto del popolo sovrano. Anche la legge elettorale ha subito, come il Porcellum, una battuta d'arresto da parte della Consulta che con sent. 35/2017 ne ha decretato l'illegittimità in relazione al ballottaggio e alla facoltà di scelta del collegio da parte del capolista in caso di una sua elezione in più collegi. Il volume dà conto di tali eventi, prendendo atto della difficile convivenza di due leggi elettorali poco omogenee che non garantirebbero la formazione di una maggioranza di governo. Il testo, inoltre, è aggiornato alle novità legislative e giurisprudenziali che hanno inciso sul diritto pubblico (ad es. la L. 163/2016 che modifica la legge di bilancio). Per come è strutturato, il manuale garantisce, dunque, una preparazione completa e documentata in vista di esami universitari e concorsi pubblici.
La ricerca di Giovanni Emidio Palaia ricostruisce la personalità ricca (e grandemente fascinosa) di Giorgio La Pira, componendo diverse prospettive e realizzando un'articolata e complessa indagine del pensiero, della concezione giuridica espressa nella sua "maestria", della testimonianza cristiana e dell'impegno sociale ed istituzionale profusi dal Sindaco Santo. Tratto essenziale del suo pensiero filosofico-politico, la cui visione si sostanzia nell'ispirato personalismo sociale che muove da Tommaso d'Aquino fino ad autori quali, fra gli altri, Mounier, Maritain e Guardini, è la concezione secondo la quale ogni elaborazione intellettuale si incardina sulla centralità della persona umana e della praxis (in termini aristotelico-tomisti). La relazione tra vocazione alla santità e concreta azione storico-politica non esaurisce il profilo dell'alta personalità di La Pira. Emerge, qui, soprattutto nei capitoli ove viene tratteggiato il contributo offerto alla cultura giuridica italiana, meno indagato tra i biografi e gli analisti della sua figura, un La Pira del tutto nuovo e originale.