
Le recenti crisi, dalla guerra nei Balcani a quella in Irak, hanno reso evidente che, se sul piano economico l'unione europea e la sua moneta hanno posto le basi per competere con gli Stati Uniti, sul piano della politica estera, della sicurezza e della difesa, molto resta ancora da fare. Il volume ripercorre questo aspetto ancora incompiuto dell'integrazione europea dal dopoguerra alle minacce del terrorismo internazionale. Nonostante tutto la sindrome dell'insicurezza che caratterizza l'attuale situazione spinge per una maggior cooperazione tra i paesi europei.
Una guida alla stampa estera che è anche un'attenta analisi dei grandi quotidiani del Vecchio Continente: da Le Monde a El Paìs, passando per Bild Zeitung, Times e Sun. Senza dimenticare Le Figaro, El Mundo, Frankfurter Allgemeine e Libération. Il lettore potrà così confrontare la storia dei quotidiani italiani con quelli stranieri e di questi conoscere le vicissitudini, l'evoluzione grafica, il pubblico di riferimento, lo stile, il linguaggio e l'approdo all'era online.
L'idea di un predominio europeo nella storia mondiale ha ispirato molte teorie della società e della cultura. Si riteneva che dall'antichità al capitalismo, attraverso feudalesimo e Rinascimento, vi fosse una progressione lineare che in Europa aveva trovato compimento. Ancora oggi molti credono in un "miracolo" europeo cui sarebbe dovuta la supremazia globale dell'Occidente. Goody smantella sistematicamente questa visione eurocentrica. Se un miracolo si è davvero dato, ha avuto per protagonista non l'Europa, ma l'Eurasia, a partire dalla rivoluzione urbana e dall'invenzione della scrittura, che interessarono Medio Oriente, Cina e India ben prima del nostro continente. Iniziò così uno scambio di esperienze e conoscenze tra Oriente e Occidente che li ha visti alternarsi nel ruolo di leadership. Se con il Rinascimento l'Europa avviò, grazie soprattutto alla secolarizzazione della cultura, un lungo ciclo di crescita, questa supremazia sembra oggi giunta ad esaurimento, con il ritorno del testimone nelle mani dell'Oriente.
Gli Elementi di Euclide hanno costituito per più di due millenni il testo base dell'insegnamento scientifico. Già il titolo mostra come l'autore intendesse esporre conoscenze basilari, fornendo gli strumenti utili per raggiungere risultati più avanzati. La geometria - il principale argomento dell'opera - era infatti la base di tutta la scienza esatta dell'epoca e i problemi di astronomia, ottica, meccanica, idrostatica, geografia matematica, topografia e così via venivano risolti disegnandone la soluzione. Il i libro degli Elementi è qui ricostruito eliminandone alcuni brani, individuati come spuri per la loro incongruenza logica/con il contesto. Ne è risultato un teéto più coerente e didatticamente efficace di quello trasmesso dalla tradizione manoscritta, il cui studio può fornire ancora oggi una preziosa guida metodologica.
Il principale contributo della etnomatematica è quello di offrire una visione globale della matematica, riconducendone i concetti astratti al contesto umano delle differenti culture che li hanno generati. In questo libro, partendo da riflessioni su come particolari società strutturano il concetto di tempo, prendono importanti decisioni riguardo al futuro, costruiscono modelli e mappe e stabiliscono relazioni, Marcia Ascher dimostra che le culture tradizionali possiedono concerti matematici molto più sofisticati di quanto in genere non si creda. Alcuni rituali religiosi del Madagascar si basano su complessi algoritmi algebrici e che alcune popolazioni indonesiane, i kodi e i balinesi, usano calendari molto più astratti ed eleganti dei nostri. Ascher ci mostra da un lato che alcuni concetti da noi ritenuti universali - ad esempio: il tempo come una successione di singoli istanti o che nell'idea di eguaglianza si esprima una relazione statica - non lo sono affatto; dall'altro che ulteriori concetti ritenuti di dominio esclusivo della matematica occidentale risultano invece ampiamente condivisi in differenti contesti culturali. Questa esplorazione in terreni matematici "lontani" spazia attraverso diverse aree geografiche: tra i borana e i malgasci dell'Africa, tra gli abitanti delle isole Tonga e Marshall in Oceania, fino ai tamil nel sud dell'India, ai baschi in Europa occidentale, ai balinesi e ai kodi in Indonesia.
Le cosiddette “etiche applicate” riflettono sulle condizioni in cui ci troviamo a vivere in un’epoca dominata dalle tecnologie. Pensiamo alla bioetica, all’etica economica, all’etica ambientale, all’etica della comunicazione, ma anche all’etica dello sport e a quella della cura medica, all’etica del cibo e alla questione dei rifiuti, al tema dei migranti e alla responsabilità per le future generazioni. Il libro affronta questi temi offrendo per ciascuno di essi una trattazione chiara e approfondita.
Questo trattato di Etica sociale, o applicata, si pone l'obiettivo di individuare le implicazioni della vita buona, o felice, nell'insieme delle varie relazioni umane che costituiscono il tessuto della vita quotidiana, ovvero le relazioni famigliari, sociali, professionali e politiche. Al fine di superare le carenze e i limiti dell'etica classica su questi temi, l'autore attinge spesso alla riflessione della filosofia personalista che trae le sue radici nella filosofia kantiana ed è rappresentata da filosofi come Solov'ëv, Guardini, J. de Finance, K. Wojtyla, Spaemann, Taylor, ecc.
In che modo le tecnologie dell'informazione e della comunicazione stanno cambiando la nostra vita? Come possiamo interagire correttamente con i dispositivi che utilizziamo sempre di più? Come possiamo abitare in modo sano i mondi virtuali a cui tali dispositivi danno accesso? Per rispondere a queste domande, il libro approfondisce anzitutto i concetti di fondo che ci permettono di capire le varie tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Discute poi, in prospettiva deontologica ed etica, i problemi legati all'uso dei dispositivi più diffusi: i computer, gli smartphone, i sistemi automatizzati di comunicazione. Esplora infine gli ambienti virtuali a cui le tecnologie dell'informazione e della comunicazione danno accesso, con particolare riferimento a Internet. In sintesi, offre una bussola etica per navigare nel gran mare delle tecnologie comunicative, e per non annegarvi.
L'"Etica nicomachea" pone, in modo organico, i problemi fondamentali della riflessione morale di ogni tempo: il bene in generale e il bene per l'uomo, la felicità, la libertà, la virtù, la legge morale, il dovere, il fine ultimo. Aristotele riprende alcuni concetti tipicamente ellenici e li colloca in una visione di grande equilibrio: alla felicità dell'uomo, cioè alla sua piena e totale realizzazione, contribuiscono in vario modo anche i beni esteriori e quelli del corpo. Ma la vera felicità consiste nel possesso della virtù, e raggiunge il suo culmine nella contemplazione, cioè nell'attività pura del pensiero che ha per oggetto il divino, l'eterno.
Dopo una prima parte critica verso una visione filosofica che ci ha portati dalla ricerca di una morale provvisoria alla provvisorietà della morale, il presente lavoro analizza il problema dei valori morali sociali cercando di arrivare a una morale sociale condivisa. Si scoprono così una serie di presupposti irrinunciabili - come il lavoro, la persona, la responsabilità, il pluralismo, l'etica del conflitto, il diritto alla verità, il senso del limite, la fiducia sociale, la cittadinanza, la fratellanza e loro corollari: libertà, dignità, eguaglianza, giustizia, solidarietà, e altri ancora - che costituiscono i cardini di una vita sociale nella quale tutti possono realizzare le proprie più legittime aspirazioni. Tali valori sociali, in un clima di crescente sicurezza, consentono lo sviluppo dell'intelligenza e l'accrescimento della cultura, aspirazioni caratterizzanti della natura umana. Il libro si chiude con un brevissimo itinerario per un'analisi storica, canovaccio per ulteriori ricerche, nell'intento di sottolineare come, nonostante alcune ricorrenti visioni pessimistiche, il cammino dell'umanità sia costellato da un costante sforzo di miglioramento, anche se questo viene, a volte, infranto da frustranti e pericolose fasi di anormalità politica.