
La letteratura francese si è imposta nel mondo come "terza letteratura classica", sia per la sua durata (dieci secoli, dalla Chanson de Roland a Sartre), sia perché, se da un lato ha suscitato fondamentali correnti creative e scuole di pensiero, dall'altro ha assimilato e diffuso i modelli letterari provenienti da altri orizzonti. Già a partire dal Medioevo i vari generi (ad esempio la chanson de geste) si caratterizzano per la loro dimensione europea. Nella cultura francese del Tre-Quattrocento si avvertono istanze umanistiche alla luce dell'insegnamento del Petrarca, per poi assistere alla splendida fioritura della poesia cinquecentesca contrassegnata da grandi scuole poetiche e all'affiorare della geniale inventiva di Rabelais. Questo primo volume ripercorre poi gli originali orientamenti filosofico-religiosi (da Bodin a Montaigne), sullo sfondo dell'intreccio di atteggiamenti ispirati sia alla riscoperta dei classici, specie i più inquietanti (Luciano, Lucrezio, Plutarco), sia alla compresenza di italianismo e anti-italianismo. Il Seicento si snoda sul doppio binario del Barocco e del Classicismo: è la stagione del grande teatro classico (Corneille, Racine, Molière), del pensiero filosofico e religioso che avrà in Europa la più vasta fortuna (da Cartesio a Pascal), del genere moralistico, tipicamente francese (La Rochefoucauld, La Bruyère) e di quello favolistico, che trova in La Fontaine un modello in cui confluiscono, modelli classici e italiani, spagnoli e germanici.
La "storia" di Cameron, nell'ultima edizione aggiornata da Larry Neal, è riproposta in due volumi distinti, di cui questo è il secondo; con ciò viene adeguata a un consumo anche parziale e flessibile quale è emerso negli ultimi anni nell'uso universitario. Nella convinzione che il progresso economico vada visto in rapporto a un insieme di fattori (demografia, risorse, tecnologia, istItuzioni sociali), gli autori si concentrano sull'economia moderna, ampliando l'ambito d'indagine dall'occidente all'Est europeo, alla Cina, al continente africano.
Sullo sfondo delle vicende della finanza e del mercato internazionale, Castronovo ha ricostruito l'itinerario dell'economia italiana e i suoi tratti distintivi sulla base di una prospettiva d'insieme, in connessione sia con gli eventi politici e gli orientamenti ideologici e culturali, sia con i mutamenti della società e del costume. Vengono cosi rievocate, unitamente all'opera dei principali attori della vita economica e delle diverse componenti del mondo del lavoro, le fasi più significative di un processo di sviluppo che non è stato né univoco, né lineare, anzi territorialmente difforme ed estremamente accidentato.
Questo volume raccoglie gli scritti in onore di Rocco Pezzimenti, professore di Storia delle dottrine politiche e di Filosofia politica all'Università Lumsa di Roma. Nonostante abbia svolto per quasi cinquant'anni l'insegnamento accademico, sarebbe riduttivo immaginarlo semplicemente dietro a una cattedra. Nel corso della sua lunga carriera di studioso ha ricoperto incarichi di prestigio presso importanti centri di ricerca scientifici e, ancora oggi, svolge ruoli direttivi presso istituzioni culturali rilevanti. I suoi amici e colleghi, provenienti da diverse università, appartenenti a settori scientifici differenti, hanno voluto collaborare per fargli questo dono e, di conseguenza, offrire al pubblico alcuni spunti preziosi della loro ricerca attuale.
Il pensiero politico inglese del diciannovesimo secolo funge da caleidoscopio delle sfide storiche, delle dottrine politiche, delle idee filosofiche che contrassegnano la modernità. Negli autori rivisitati nel volume si riconoscono le trame principali dell'evoluzione del concetto di libertà nell'ordine politico. Affiorano con nitidezza i suoi pilastri teorici e storici: il senso del limite, la critica al costruttivismo politico, l'indipendenza e l'autonomia in relazione alla statolatria e al dispotismo. Il libro svela la singolarità del caso inglese nella complessa relazione esistente fra l'appartenenza ecclesiale e la visione politica. Le tensioni che attraversano le figure citate, da Edmund Burke a Daniel O'Connell, da John Henry Newman a Lord Acton, indicano la necessità di attivare quel meccanismo di comprensione profonda dei processi politici che non eludano la questione religiosa.
Dopo la bocciatura della costituzione europea, in seguito ai referendum francese e olandese, il libro ricostruisce la ricerca di una alternativa e, dopo la firma del Trattato di Lisbona, il defatigante processo di ratifica. Particolare attenzione è riservata alle vicende della crisi globale e al suo impatto sulle finanze e l'economia dei Paesi membri. Una crisi che ha rivelato le debolezze dell'Unione, ma anche la sua capacità di cercare nuove soluzioni e di creare nuove istituzioni, e che l'ha posta di fronte a una scelta ineludibile tra la rinunzia definitiva al sogno dei suoi fondatori e la ripresa di un cammino verso un'ulteriore integrazione secondo un modello diverso da quello delle origini, ma questa volta al sicuro da ogni arretramento. Una storia della vicenda europea fin dalle sue origini, dunque, che con questa nuova edizione si arricchisce degli ultimi otto anni di vita dell'Unione, tra i più complessi, gli anni che ci hanno fatto temere un suo inevitabile declino.
Questo racconto è stato scritto da un manager un po' atipico, che per la prima volta si cimenta in un campo che non è di sua specifica competenza. Come dichiara l'autore stesso, si tratta di un momento di riflessione di un "dilettante della letteratura" su argomenti aziendali per approfondire, umanizzare, in un certo senso, sdrammatizzare gli eventi che ogni giorno si succedono nelle aziende e che tanta importanza rivestono nel nostro tempo per la vita degli individui e lo sviluppo della società.
La Francia degli ultimi decenni è andata incontro alla modernità e si è per certi aspetti "americanizzata", difendendo però orgogliosamente, spesso contro gli Stati Uniti, il suo profilo nazionale e culturale. Da questa dialettica fra progresso e tradizione emerge l'immagine di un paese che cerca nel passato le chiavi del futuro. Questo saggio, che ripercorre il cammino politico-istituzionale, sociale e culturale compreso fra la caduta di Napoleone lIl e l'inizio della presidenza di Nicolas Sarkozy, si propone di dimostrare che tutti i regimi francesi dal 1870 a oggi sono "restaurazioni" e che il progresso in Francia è un moto continuo e inquieto verso modelli incompiuti di perfezione perduta: la società della monarchia prerivoluzionaria, la repubblica giacobina, la grandezza dell'impero, la monarchia liberale degli Orléans, il populismo autoritario del secondo Napoleone ("il piccolo", secondo un brillante pamphlet di Victor Hugo), l'utopia libertaria della Comune. Paese "immobile" perché teso a ricostituire il passato, la Francia è tuttavia decisa a difendere il proprio equilibrio e la propria identità in un mondo che cambia (e questo nonostante alcune battaglie perse in partenza come quella contro lo strapotere linguistico dell'inglese; ma, come dice Sergio Romano, "vi è più nobiltà in una battaglia perduta di quanta non ve ne sia in certe vittorie").
Uno dei capisaldi del pensiero psicologico: la trattazione più compiuta dei principi teorici della scuola fondata in Russia da Lev S. Vygotskij (1896-1934). Secondo lo psicologo russo la mente umana è programmata per funzionare in stretta relazione al contesto storico-culturale in cui il bambino cresce e l'adulto agisce.