
Quattro saggi che indagano l'aspetto misterioso della comunicazione umana/umanante in quattro opere: un luogo dell'insegnare, un diario soggettivo, un film, la trascrizione delle lezioni di un filosofo.
Un'edizione ampliata e riveduta del testo pubblicato nel 1998. Da allora sono intervenute due importanti novità: gli avvenimenti degli ultimi anni - a partire dall'11 settembre - che hanno scosso gli equilibri politici internazionali e l'evoluzione della disciplina che è oggi oggetto di insegnamento in molti corsi di laurea. Eventi che hanno reso necessario riesaminare con uno sguardo mutato l'intera materia della comunicazione politica.
Questo manuale fornisce le coordinate per identificare i temi e i linguaggi che caratterizzano la democrazia dell'informazione, per conoscere le strategie di comunicazione degli attori politici, per comprendere come si conducono campagne elettorali di successo. In particolare, è affrontato il nodo decisivo dell'impatto che la comunicazione ha sulla partecipazione politica, sul voto e sull'opinione pubblica. Questa nuova edizione si arricchisce di approfondimenti relativi agli sviluppi della ricerca sui nuovi media, social network e Internet.
A cosa serve la comunicazione organizzativa? È fondamentale per l'organizzazione? Che cosa comunica? Come l'hanno cambiata le innovazioni tecnologiche? Si può essere contro la comunicazione organizzativa? Nel rispondere a questi interrogativi, il testo illustra con ricerche empiriche, film e romanzi come non si possa lavorare senza comunicare e invita a una comprensione critica dei suoi innumerevoli volti.
Il tema della competenza interculturale è di grande attualità in questi ultimi anni e investe vari settori, dalle aziende alla scuola, ai servizi. Questo libro ha l'obiettivo di fornire un'introduzione concettuale e pratica allo stesso tempo della comunicazione interculturale, secondo una prospettiva evolutiva che accompagna il lettore in un percorso di scoperta della propria dimensione culturale nel confronto con le altre realtà. I temi centrali dello studio della comunicazione interculturale si basano sull'organizzazione del modello dinamico di sensibilità interculturale di Milton J. Bennett e sono accompagnati da esercizi e spunti di riflessione che ne approfondiscono la comprensione da un punto di vista esperienziale.
Lei: dedita al lavoro di cura, incline al sacrificio, accomodante, remissiva, insicura, fragile, incapace di pensiero astratto, emotiva, poco affidabile; lui: atto al comando, portato per i mestieri rudi e all'aria aperta, competitivo, coraggioso, forte, protettivo, intraprendente, razionale. Molteplici sono gli stereotipi sessisti e le disuguaglianze tra uomini e donne che persistono in ambito pubblico e privato. Nonostante i concetti e i principi femministi abbiano via via influenzato numerosi settori disciplinari, le politiche pubbliche e aziendali, oltre che i contenuti dei media, solo ultimamente in Italia istituzioni, associazioni ed enti pubblici, no profit, privati e il sistema dell'informazione promuovono buone pratiche finalizzate alla comunicazione in ottica di genere, all'"empowerment" femminile, al "work-life balance". Ripercorrendo le fasi attraversate dal pensiero femminista, il libro evidenzia alcuni nodi teorici - sesso/genere, uguaglianza/differenza, femminismo/postfemminismo - su cui è utile riflettere per comunicare in maniera consapevole e responsabile, valorizzando il genere femminile, e le soggettività che oscillano tra i due generi, sul piano simbolico e culturale.
La comprensione è stata, ed è tuttora, oggetto di studio perché è al centro dell'agire umano: l'essere umano infatti cerca di capire il proprio ambiente per svilupparsi al meglio e crescere all'interno di esso. Studiare la comprensione significa analizzare e riflettere secondo tre prospettive cognitiva, metacognitiva e affettiva - che vanno collegate per tenere insieme tanto le conoscenze quanto i processi che sottendono. Questo libro si occupa dei processi di comprensione attivati nei contesti formali di apprendimento dove alunni e insegnanti sono attivamente impegnati nel comprendere e far comprendere le diverse forme di conoscenza. In questa prospettiva, si considerano contenuti oggetto di comprensione non più solo le discipline, ma anche gli eventi, le relazioni sociali, i propri e gli altrui processi di conoscenza, le dimensioni affettive, le motivazioni e i ruoli giocati nei processi di insegnamento e di apprendimento. I contributi presenti nel testo hanno origine da riflessioni, ricerche ed esperienze condotte dagli autori non solo in Italia, ma anche in Canada, Svizzera, Marocco, Francia. Gli autori esaminano il concetto di comprensione attraverso tre percorsi: riflessioni teoriche, ricerche sui processi di comprensione e esperienze in ambito educativo. Tali percorsi costituiscono le sezioni entro le quali sono articolati i capitoli. Il testo si rivolge a insegnanti, studenti, educatori, operatori e genitori che intendano esplorare la comprensione.
Il problema del rapporto col potere politico è una costante nella storia della Chiesa. Nel Novecento il problema ha manifestato profili nuovi, conseguenti ai due diversi volti assunti dallo Stato: ideologico nelle grandi dittature, secolarizzato e laico nelle democrazie pluraliste. Il confronto con queste due diverse espressioni ha provocato nell'esperienza giuridica della Chiesa rilevanti modificazioni per la codificazione canonica e la pratica concordataria. In particolare, se il codice canonico del 1917 risulta costruito sul paradigma del rapporto con uno Stato caratterizzato dalle pretese giurisdizionalistiche, la codificazione del 1983 segna l'affronto della Chiesa con il secolarismo e l'insinuante tentazione laicistica, talora ammantata delle vesti della laicità. Quanto ai concordati, si nota una metamorfosi profonda rispetto alla tradizione forgiata dal Concordato napoleonico del 1801. Essa attiene ai soggetti contraenti, ai contenuti delle disposizioni, ai beneficiari di queste. In sostanza questi accordi internazionali tendono a divenire una delle espressioni d'elezione di una Chiesa che rivendica per tutti, e non solo per sé, la libertà religiosa individuale, collettiva, istituzionale e che tende a rivestire a livello planetario il ruolo di "difensore d'ufficio" dell'uomo.
Il giudizio sulla scelta europea dell'Italia ha spesso oscillato fra retoriche affermazioni circa la fedeltà all'ideale e all'impegno europeisti, e la dura critica o il rammarico per la scarsa influenza esercitata nel processo di integrazione e nei rapporti con le istituzioni e i partner europei. Il volume accantona queste visioni fondate spesso su luoghi comuni. L'autore ha ricostruito, sulla base di una vasta ricerca presso archivi pubblici e privati, in Italia e all'estero, nonché sulla base della produzione storiografica esistente, l'evoluzione della scelta europea dell'Italia, dall'adesione al Piano Marshall sino ai più recenti dibattiti circa la posizione del Paese all'interno dell'Unione europea. Dallo studio condotto emerge un quadro variegato e complesso, fatto di luci e ombre. Accanto a fallimenti e ad ambizioni frustrate si situano successi e risultati. Tutti questi elementi hanno contribuito, non solo a delineare i caratteri dell'azione internazionale dell'Italia, ma anche a determinare le sorti dell'economia, a influenzare profondamente le trasformazioni della società e il dibattito interno fra le forze politiche, sia nell'ambito della "prima" repubblica, sia nel periodo successivo alla crisi dei primi anni '90.