Il libro è una ricostruzione dei passaggi che hanno condotto l'uomo dalle piccole comunità primitive alle grandi società di oggi. L'improbabile fisionomia dell'uomo moderno emerge dalle svolte epocali che hanno scandito lo sviluppo delle componenti della vicenda: produzione, coercizione e conoscenza. Il risultato è una filosofia della storia che ci fa vedere più a fondo nel nostro passato e nel nostro presente. "La società moderna è intrinsecamente democratica, almeno nel senso che non solo non ha più l'idea di una classe politicomilitare distinta, ma la trova decisamente ripugnante. I produttori hanno cessato di essere animali politicamente castrati per diventare animali politici in senso pieno".
Il libro raccoglie dieci saggi pubblicati su riviste specializzate tra il 1986 e il 1990, parzialmente riscritti e dedicati allo stesso tema: le conseguenze e le debolezze etico-politiche del pensiero post-moderno (Heidegger, Derrida, Foucault, Rorty). Bernstein nasce nell'ambito del pragmatismo americano. Successivamente è stato allievo di Habermas e ha abbandonato le posizioni iniziali per avvicinarsi alle filosofie continentali, con particolare riguardo per Derrida e il decostruzionismo. E' un libro destinato a filosofi e cultori di scienze sociali e politiche, e più in generale a chi segue il dibattito sul postmoderno e gli sviluppi recenti della filosofia in America.
L'Anthropologie in pragmatischer Hinsicht uscì nel 1798 presso l'editore Nicolovius di Königsberg. La presente traduzione di Giovanni Vidari, riveduta da Augusto Guerra, si basa sul testo curato da O. Külpe nel volume VII delle Gesammelte Schriften (Berlin 1907).