
L’empatia è caratterizzata dal movimento verso l’altro, verso i nuovi pensieri e desideri generati dall’incontro tra due esseri umani. L’empatia non produce somiglianze o sintonie, ma movimenti imprevisti e diversificati.
Il libro focalizza pertanto le empatie quali si attuano in differenti contesti caratterizzati da fattori storici e culturali, disparità e asimmetrie. La diversa qualità delle relazioni porta in primo piano modalità dell’esperienza empatica rimaste ai margini della riflessione sia nel passato sia nel presente, come l’empatia senza simpatia e l’empatia negativa.
Che cosa significa parlare oggi di "etica civile"? Ed in quali orizzonti essa si colloca? Attorno a queste due domande ruotano gli interventi, raccolti nel volume, di due protagonisti della riflessione contemporanea. L'antropologo Marc Augé ripensa il significato dell'etica per la convivenza in una città sempre più esposta al rischio di diventare "non-luogo". La filosofa Laura Boella, da parte sua, ne illumina il radicamento in quel tessuto relazionale che ci rende le persone che siamo.
Il volume si propone di far riemergere dall'oblio due dei maggiori pensatori cristiani del Novecento - Jacques Maritain e don Natale Bussi - e le loro opere principali. Nell'insieme l'autore cerca le risposte più convincenti basate sull'ontologia umana per una sana tolleranza e convivenza civile a tutti i livelli.
Con questo libro-manifesto, che contiene quarantotto contributi di figure del mondo scientifico e umanistico internazionale, s'è inteso intessere un elogio, anche se critico ed espresso da prospettive diverse, delle qualità evolutive, cognitive e immaginative dell'uomo, per sollevare una voce a difesa delle caratteristiche essenziali e universali dell'umano, mostrando l'inganno dei dogmi e del pensiero unico odierni, e nello stesso tempo l'infondatezza argomentativa e il vuoto ideale d'un modello sociale; e s'è voluta proporre una possibile via d'uscita, pur nella diversità delle visioni, dall'attuale stallo nel quale l'umanità è venuta a trovarsi, confidando primariamente nell'infinita forza dell'educazione e nell'inesauribile perfettibilità dell'uomo.
Con questo libro-manifesto, che contiene quarantotto contributi di figure del mondo scientifico e umanistico internazionale, s'è inteso intessere un elogio, anche se critico ed espresso da prospettive diverse, delle qualità evolutive, cognitive e immaginative dell'uomo, per sollevare una voce a difesa delle caratteristiche essenziali e universali dell'umano, mostrando l'inganno dei dogmi e del pensiero unico odierni, e nello stesso tempo l'infondatezza argomentativa e il vuoto ideale d'un modello sociale; e s'è voluta proporre una possibile via d'uscita, pur nella diversità delle visioni, dall'attuale stallo nel quale l'umanità è venuta a trovarsi, confidando primariamente nell'infinita forza dell'educazione e nell'inesauribile perfettibilità dell'uomo.
Migliaia di anni fa, la cultura indoeuropea si è divisa in due modi di pensare, che si sono sviluppati uno a Occidente e l'altro a Oriente. Delineandone le differenze, Christopher Bollas illustra in questo volume come queste due mentalità stiano ora nuovamente convergendo, in particolare nella pratica psicoanalitica. Mettendo a confronto psicoanalisti occidentali e filosofi orientali, l'autore collega la pratica psicoanalitica di Donald Winnicott e Masud Khan alla tradizione poetica orientale, improntata al taoismo, mostrando come entrambe privilegino la capacità di stare da soli e forme di comunicazione non verbale. Inoltre, illustra come il pensiero di Jung, Bion e Rosenfeld sia assimilabile all'etica di Confucio, che considera la dimensione collettiva della mente individuale.
Il volume presenta in traduzione italiana con testo a fronte l'"Introduzione" e la "Dottrina fondamentale" (§§ 1-45) della monumentale "Dottrina della scienza" che Bernard Bolzano pubblicò nel 1837, segnando una tappa decisiva nella filosofia contemporanea. Aspro critico di Kant, visse e operò a Praga. L'autore, un tempo scarsamente conosciuto se non per vie indirette, è stato riscoperto sia per l'intrinseco valore delle sue opere e l'originalità della sua riflessione in vari ambiti della ricerca filosofica, sia per l'influenza esercitata su diverse correnti del pensiero novecentesco. Il punto di partenza e il cuore della concezione di Bolzano è l'affermazione del darsi di verità in sé, che sono tali a prescindere dal loro essere conosciute, pensate o enunciate: si stabilisce così il dominio oggettivo della logica, della connessione oggettiva delle proposizioni vere, cui la scienza umana dovrà e potrà riferirsi. Il testo è corredato da un'introduzione, da un profilo bio-bibliografico e da un significativo apparato di note che ricostruisce i numerosissimi riferimenti dell'opera.
I problemi legati all'estetica non erano mai stati al centro degli interessi filosofici di Bolzano fino agli anni Quaranta dell'Ottocento, quando vide la luce Sul concetto di bello, l'inizio di una serie di scritti che rimase incompiuta. In questo saggio l'autore definisce l'estetica come una teoria del bello: il suo primo compito è quello di indagare questo concetto, per distinguerlo da tutti quegli oggetti che hanno qualche affinità con esso - ma che con esso non vanno confusi - e per indicare con precisione quali siano le proprietà di un oggetto bello e le sue tipologie che non si limitano al bello artistico. Attraverso un'analisi rigorosa, in continuo confronto con i massimi pensatori antichi e del suo tempo - da Platone e Aristotele a Kant e Hegel -, queste pagine ci presentano un Bolzano inedito, che dà prova di chiarezza concettuale. «La successione di pensieri cui ci abbandoniamo alla vista di un oggetto bello, nella misura in cui vogliamo godere appunto soltanto della sua bellezza, scorre velocemente davanti alla nostra anima con una tale facilità e rapidità che generalmente non siamo in grado di elevarla a chiara coscienza». Bernard Bolzano.
Tutti concordano circa l'importanza di Platone, ma quasi nessuno è pronto a riconoscere che la conoscenza che ne abbiamo è mediata da secoli di interpretazioni, dibattiti, polemiche. Platone non era un platonico, ha osservato Hans-Georg Gadamer: ma per capire Platone non si può prescindere dai suoi eredi. Colmando per la prima volta questa lacuna, il libro di Mauro Bonazzi propone una ricostruzione dettagliata della storia millenaria del platonismo antico, dalla fondazione dell'Academia nel 380 a.C. alla chiusura della scuola neoplatonica di Atene nel 529 d.C., quando gli ultimi neoplatonici si avventurarono oltre i confini dell'impero romano, nella speranza illusoria di trovare in Persia un governo sensibile alla filosofia. Di contro allo stereotipo di una filosofia perenne che si trasmette identica di generazione in generazione, il lettore scoprirà cosi che a caratterizzare il platonismo antico fu invece una discorde polifonia: una volontà instancabile di seguire le pieghe dei dialoghi e una capacità inesausta di trovare nuove soluzioni nel tentativo di dare conto della ricchezza di Platone in tutta la sua complessità. Da Speusippo a Cicerone, da Cameade a Plotino, scettiche o metafisiche, politiche o epistemologiche, le vicende del platonismo costituiscono una pagina memorabile nel lungo cammino della filosofia antica.
Processo a Socrate è un saggio capace di portare il lettore nel clima culturale della democrazia ateniese e di guardare a quella clamorosa tenzone cercando di comprendere le ragioni di entrambe le parti in conflitto.
Marco Bracconi, “la Repubblica”
Un’indagine ben condotta tra le fonti antiche, con uno stile limpido che consente una lettura agevole sia al lettore non specialista sia al lettore erudito.
Dino Piovan, “Alias - il manifesto”
399 a.C.: la città di Atene condanna a morte uno dei suoi figli più autorevoli, Socrate. Si ripete spesso che si trattò di un processo politico mascherato, per colpire le simpatie oligarchiche dell’anziano filosofo. Ma forse il vero oggetto del contendere in questa vicenda fu proprio il pensiero di Socrate. Fino a che punto una comunità – ieri come oggi – può tollerare che i principi e i valori su cui si fonda siano messi radicalmente in discussione? E davvero le ragioni della filosofia e quelle della città non sono compatibili?
La ricostruzione del processo a Socrate, uno dei più celebri della storia, in cui va in scena il conflitto tra l’integrità morale dell’individuo e le ragioni della politica.