
"Minima moralia" è un libro fondamentale per la ricostruzione del dibattito filosofico e culturale del Novecento. I suoi aforismi hanno alimentato appassionate discussioni nel mondo accademico, politico e sociale. Adorno li scrisse prevalentemente durante gli anni del suo esilio americano condensando in costellazioni concettuali i principali nuclei tematici del suo pensiero: la messa in discussione della razionalità moderna e occidentale, la critica del fascismo e della personalità autoritaria, lo smascheramento della cultura di massa e delle sue fascinazioni, la possibilità di pensare filosoficamente e teologicamente l'utopia. "Minima moralia" parla con sorprendente freschezza alla teologia contemporanea e può essere giustamente considerato un grande libro della tradizione cristiana. I "classici" infatti prospettano all'interno di una tradizione culturale o religiosa nuovi stili di riflessione e inediti orizzonti di ricerca, hanno inoltre il potere di avvicinare e convocare persone diverse per formazione, sensibilità e cultura. Nei singoli aforismi è all'opera un pensiero "in uscita" che non teme di riconoscere i propri limiti e non ha paura della propria incompletezza, un pensiero che rimanda costantemente ad "altro da sé" scegliendo la via dell'abbassamento, mostrando la rilevanza degli scarti e dei frammenti.
Il volume è un'introduzione ragionata alla filosofia sociale contemporanea. Esso raccoglie le voci europee e internazionali più rilevanti e propone un'articolata indagine delle linee più innovative e rappresentative della disciplina.
L’opera che in maniera organica presenta il pensiero di Rosmini suscitò grande eco ai suoi tempi e trovò calorosa accoglienza presso gli ambienti liberali. Scientificamente riveste un alto valore, per il suo carattere sistematico e per la trattazione strettamente logica dell’argomento, tutto formulato attraverso deduzioni concettuali.
Il diritto – come Rosmini spiega in Filosofia del diritto (184145) – ha come suo fondamento la persona, perché “la persona dell’uomo è il diritto umano sussistente, quindi anche l’essenza del diritto”.
In prima edizione italiana. Il presente volume è il primo di quattro tomi.
L'edizione critica delle OPERE COMPLETE DI ANTONIO ROSMINI secondo i criteri della "Collezione" ideata e promossa da lui stesso, a cura dell'Istituto di Studi Filosofici di Roma e del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa, si presenta come un indispensabile punto di riferimento per l'approfondimento dello studio della persona umana. La statura intellettuale, morale e religiosa di Rosmini si misura leggendo le opere nel loro intreccio tematico: dalla fondazione del sapere alle ragioni della drammaticità radicale dell'esistenza; dalla ricerca dei principi che reggono l'esperienza morale, psicologica, pedagogica, politica, all'analisi critica delle varie forme che queste esperienze assumono.
Sono previsti 80 volumi, rilegati in tela, formato 14,5x23.
Un esegeta e un filosofo si confrontano su una delle figure che hanno dato un contributo determinante alla formazione della cultura occidentale. Paolo di Tarso: un ebreo "intriso" di cultura greca, folgorato sulla via di Damasco, che abbraccia la fede cristiana e percorre le strade dell'Impero romano per predicare Cristo crocifisso. La sua figura e la sua storia sono emblematiche delle radici della cultura europea. È stato cruciale il suo apporto per lo sviluppo del Cristianesimo e la sua diffusione. Meno noto, ma altrettanto fondamentale il suo contributo alla storia del pensiero occidentale dalla Grecità ai giorni nostri. L'esegeta Gèrard Rossé e il filosofo Vincenzo Vitiello rivelano questo aspetto meno conosciuto dell'Apostolo delle genti. Il volume offre in primo luogo una lettura storico-esegetica, puntuale, aggiornata ed innovativa dell'eredità di Paolo, che ci restituisce il personaggio nella cultura del suo tempo; segue quindi una lettura filosofica, che coglie il nucleo essenziale del pensiero paolino, fondamentale per comprendere in profondità lo spirito dell'Europa.
Disegnare un panorama geografico della filosofia italiana del Novecento è un modo relativamente nuovo per raccontarne la storia, collocandola nei centri di cultura nei quali essa si è sviluppata. Il volume prende in considerazione città che sono anche importanti centri universitari, come Torino, Milano, Padova, Genova, Bologna, Pisa, Firenze, Roma, Napoli. Il lettore incontrerà nomi noti e meno noti tra coloro che hanno "fatto" la storia della filosofia italiana. Ma più che ai filosofi e ai loro itinerari di pensiero, l'attenzione è rivolta al diverso "clima" delle città in cui essi si sono formati e hanno insegnato, alle relazioni tra pensiero filosofico e ambiente intellettuale.
Dopo le mnemotecniche rinascimentali dell'ormai classico "Clavis universalis", Paolo Rossi non ha mai smesso di occuparsi dei teatri della memoria. E in questo libro mostra come, lungi dal costituire un fossile intellettuale, l'arte della memoria abbia subito una serie di rinascite e trasfigurazioni. Ad esempio, le immagini costruite per ricordare che compaiono, fra Cinque e Seicento, negli scritti dei Gesuiti, nella manualistica per i confessori, nei catechismi per gli illetterati, ricompaiono oggi nelle scuole per pubblicitari. Memoria e immaginazione non sono dunque facoltà contrapposte, come vuole certa disinvolta pedagogia antinozionistica.