
Essere "fragili" e contemporaneamente forti. Sembra un paradosso, ma non è così. I cambiamenti della vita tendono a mettere in crisi le persone, destabilizzando i loro equilibri di vita e le loro sicurezze. Di fronte alle tante difficoltà affettive, di lavoro ed economiche le persone si sentono sempre più disorientate. La paura sta prendendo il posto della speranza, del desiderio e della fiducia nel domani. È l'ora di prendere contatto con noi stessi, con la nostra fragilità. Se prendiamo piena consapevolezza della nostra fragilità e la accogliamo come parte di noi, saremo più veri, più sensibili, più disponibili a rimettere in discussione il nostro progetto di vita. Allora la fragilità diventa una forza. Aiuta ad essere unici nella moltitudine, a piacersi come si è, accrescendo, perfino, la propria autostima. Perché le conquiste di chi è più fragile valgono di più e si godono di più. Le sconfitte sono possibili, ma non bloccheranno il cammino. Spingeranno ad andare avanti, a ripensare alla propria vita con sincerità ed onestà. Se partiamo dalla nostra fragilità, dalla consapevolezza delle nostre motivazioni più profonde potremo dare spazio ad un nuovo progetto di vita con speranza e fiducia nel futuro, ancorandoci a valori forti come la solidarietà, la generosità e l'amore, per cui vale la pena di vivere.
Lo scopo principale di questo compendio è quello di fornire, non solo agli studenti ma anche ai candidati a concorsi pubblici, un supporto chiaro, rigoroso ed esaustivo, per comprendere i principi fondamentali della Microeconomia. Il volume privilegia l'esposizione semplice e ragionata delle teorie, mediante il ricorso sistematico ad esempi pratici e, laddove ritenuto necessario, attraverso l'approfondimento matematico e grafico - opportunamente evidenziato in box -, con l'obiettivo di rendere il testo accessibile anche a coloro che hanno poca familiarità con gli strumenti matematici. Nella stessa ottica rientra la scelta di corredare i capitoli con esercizi, di alcuni dei quali si fornisce la soluzione, esplicata punto per punto.
Obiettivo principale di questo compendio è di mostrare gli aspetti metodologici della disciplina, gli obiettivi dell'azione di politica economica e le motivazioni dell'intervento pubblico in economia, attraverso l'analisi delle politiche microeconomiche e macroeconomiche. Tra le prime citiamo: l'aggregazione delle preferenze individuali; - la teoria della giustizia; l'economia del benessere; - l'offerta di beni pubblici. Tra le seconde, invece, evidenziamo quelle volte: - al mantenimento della stabilità dei prezzi; - alla stabilizzazione del ciclo economico; - allo sviluppo economico; - al riequilibrio della bilancia dei pagamenti. Come nelle precedenti edizioni, anche in questa è stato dedicato ampio spazio alle politiche economiche dell'Unione europea, anche alla luce dell'entrata in vigore del Fiscal compact, o "patto di bilancio". Il volume fornisce, inoltre, agli studenti la possibilità di sondare la propria capacità di applicare quanto studiato grazie a un nutrito apparato di esercizi e problemi, per alcuni dei quali sono mostrate le modalità di risoluzione.
Secondo quaderno della rivista CNS- Ecologia Politica" che denuncia il modello agricolo industriale dominante, che distrugge terra, lavoro ed ecosistemi. "
Sulla sussidiarietà e sullo sviluppo deve fondarsi il rapporto tra Italia ed Europa. Con tono divulgativo la tesi viene qui proposta nei suoi aspetti economico-istituzionali e politico-sociali. L’intento è di evidenziare che i princìpi di sussidiarietà e sviluppo hanno trovato valorizzazione crescente nella storia e nei trattati europei. Non altrettanto si può dire a proposito dell’Italia e della sua Costituzione economica, come peraltro confermano le riforme fallite (la Bicamerale) e quelle attuate (Titolo V). Eppure nella storia italiana post-bellica i due princìpi hanno conosciuto nei fatti una significativa applicazione, specie attraverso la vivacità economico-sociale dei distretti produttivi, quella socio-civile del pubblico-libero, quella politico-innovativa di Enti territoriali e pur a fronte di resistenze dirigistiche. Vero è anche che l'Italia della seconda parte del XX secolo ha contribuito, con i suoi Governi, alla costruzione europea e ha talvolta attraversato stagioni di successo, tra cui quello recente dell’euro. Ma il XXI secolo chiede di più per il nostro Paese e per l’Unione Europea. È in questa prospettiva che nel volume si ritorna al passato riaffermando l’identità unitaria italiana e si guarda al futuro seguendo il dibattito sull’avvenire dell’Europa e sulla sua nascente «Costituzione». Viene infine avanzata la proposta di una «Convenzione italiana» da affiancare alla «Convenzione europea» per promuovere con pacatezza e ampio consenso, anche attraverso una riforma parziale della nostra Costituzione, il liberalesimo sociale e il federalismo solidale: due applicazioni di sussidiarietà e sviluppo ai rapporti tra Europa, Stato, Regioni e tra questi Soggetti, la Società, il Mercato.
Alberto Quadrio Curzio è professore ordinario di Economia politica e preside della Facoltà di Scienze politiche dell’Università Cattolica. È autore di varie pubblicazioni di economia istituzionale sull’Italia, l’Europa, lo sviluppo, l’internazionalizzazione.
Cosa fa il successo di un'azienda? Lo sfruttamento di chi vi lavora o la qualità della vita del suo personale? Ricardo Semler, direttore e proprietario della Semco - una delle più importanti aziende del Sudamerica - racconta in questa sorprendente autobiografia come ha trasformato la sua azienda tradizionale in un luogo quasi ideale, senza regole e senza costrizioni: una democrazia industriale. Niente regole su come vestirsi; niente decisioni calate dall'alto; niente spostamenti immotivati. Al culmine della crisi economica degli anni '80 e sull'orlo dell'esaurimento nervoso, Semler ha sconvolto l'assetto dell'azienda sostituendo alla struttura piramidale una orizzontale, divisa in piccoli gruppi all'interno dei quali le decisioni vanno prese collettivamente. La Semco è la prima azienda dove tutti partecipano alle decisioni, tutti possono contribuire con idee e suggerimenti allo sviluppo del fatturato. Il profitto non è più lo scopo prioritario dell'attività; più importante di qualsiasi cosa è il benessere di coloro che vi partecipano: sarà una garanzia di successo, anche economico. Con un 'introduzione di Corinne Maier.
“È un piacere essere qui.
Lo sarebbe molto meno se ci fosse una vostra visita a casa mia.”
Silvio Berlusconi
in occasione della cerimonia per i 230 anni dalla fondazione della Guardia di Finanza
Forse non tutti sanno che i soldi non versati in Italia al Fisco corrispondono a 7 punti percentuali del Prodotto interno lordo. Se tutti gli evasori pagassero le tasse, infatti, gli italiani avrebbero in tasca 100 miliardi di euro in più all’anno, circa 8 miliardi e mezzo al mese.
Ma, soprattutto, non tutti conoscono l’inesauribile fantasia creativa di chi froda il fisco: esiste un paese, Antartictland, paradiso fiscale virtuale per chi non vuole pagare le tasse, fondato nel cuore del polo Sud, con tanto di bandiera e moneta; si è arrivati ad allegare materassi ai giornali per sfruttare il favorevole regime fiscale concesso all’editoria; il settore delle pompe funebri tocca livelli record di evasione tanto che si dovrebbe dedurre che al Nord un morto su due si sotterra con le proprie mani mentre al Sud si sale a due su tre.
Tragedia e commedia, dunque. Un campionario surreale di giochi di prestigio e trucchi diffusi in tutta Italia, regione per regione, nessuno escluso, privati, sia famosi che sconosciuti, e aziende, sia piccole che grandi.
La prima inchiesta puntuale, rigorosa, documentata, che sorprende e diverte, che racconta un malcostume talmente diffuso da non essere neppure più percepito. Anzi, che sembra perfino legittimato. Almeno prima di questo libro.
L'Italia è il paese del sole e del vento, perché allora dipende così tanto dalle fonti fossili, che paga a caro prezzo in periodi di crisi come questo? È come se un paese ricchissimo di mari e bacini di pesca invece di investire in pescherecci e canne da pesca si ostinasse a importare il pesce a carissimo prezzo dall'estero. Se la Norvegia è arrivata al 66% di energia da fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico), perché noi siamo appena al 16%? Non solo abbiamo il bisogno di produrre energia senza emettere sostanze inquinanti e gas che alterano il clima, ma dobbiamo anche sprecarla il meno possibile. Accompagnare l'elettrificazione dei consumi, là dove possibile, con la produzione da fonti rinnovabili è la via maestra per lo sviluppo sostenibile, economico, ambientale e sociale. Le sofferenze insegnano, amava ricordare lo storico greco Erodoto, e purtroppo l'umanità sembra aver bisogno della pedagogia delle catastrofi. Già prima dell'invasione dell'Ucraina sapevamo che le fonti rinnovabili erano il futuro per almeno tre motivi fondamentali: la riduzione dell'inquinamento dell'aria e quindi la salute, la riduzione delle emissioni e quindi la lotta al riscaldamento globale, e la convenienza di prezzo.
Un invito ad abbracciare il "paradigma vegetale" in un saggio sorprendente ed efficace scritto da uno dei massimi economisti italiani, maestro dell'Economia Civile. La nuova economia circolare potrà rappresentare una vera rivoluzione, e non solo un nome nuovo per cose in buona parte vecchie, se adotterà un paradigma vegetale; un'adozione che invece ancora non si vede, in un capitalismo green che cambia colore esterno, ma nella sua logica profonda e nei suoi codici narrativi e simbolici resta ancora troppo simile a quello del secolo scorso. Il nuovo paradigma vegetale è il punto di partenza, è una indicazione di un cammino da iniziare di fronte a un bivio decisivo. L'intelligenza degli esseri umani non è l'unica intelligenza del pianeta. Accanto alla nostra ci sono quella degli animali, degli insetti, e quella ancora diversa delle piante. Le piante però hanno una caratteristica unica: a differenza di tutti gli altri esseri viventi sono ancorate al suolo. Questa peculiarità, apparentemente un limite, ha fatto sì che le piante sviluppassero straordinarie forme di resilienza, flessibilità e solidità. La loro architettura è cooperativa, distribuita e capace di resistere alle minacce: per non morire a causa della loro fissità, ad esempio, hanno dovuto imparare a sopravvivere perdendo anche il 90% del loro corpo, stabilendo che ogni parte è importante, ma nessuna veramente indispensabile - un branco di mucche può brucare interamente un prato ma questo può rigenerarsi se una piccolissima parte resta viva. Le piante, insomma, sono un organismo collettivo e, nei momenti di crisi, sono paradossalmente più forte degli animali. Questo saggio nasce dalla consapevolezza che l'intelligenza vegetale abbia delle cose da dire, anche all'economia. Alla luce di queste considerazioni, Luigino Bruni si è posto alcune domande rivoluzionarie: quali sono i cambiamenti che le imprese e gli attori economici devono attuare se dal paradigma animale, che è all'origine del capitalismo e della sua insostenibilità, vogliamo passare a un paradigma vegetale? Quali conseguenze per la governance delle imprese? Non avendo cervello né organi centrali, le piante hanno dovuto imparare a 'pensare', 'vedere', 'sentire', 'comunicare' valorizzando soprattutto le periferie, apprendendo a vivere in perfetta cooperazione con tutto il bosco. Analogamente, se guardassimo bene nella nostra storia passata e presente ci accorgeremmo che nel capitalismo europeo abbiamo conosciuto, e conosciamo, imprese organizzate secondo il paradigma vegetale: sono le cooperative. E se, quindi, le cooperative fossero anche il futuro, non solo il passato dell'economia?
Il presente volume è rivolto, in primo luogo, a tutti coloro che affrontano per la prima volta la "finanza matematica", in particolare i problemi relativi alla valutazione del prezzo di opzioni e warrants; agli studenti universitari e a chi, in generale, sia interessato a investire negli strumenti finanziari e a comprendere i meccanismi che sono alla base della formazione dei loro prezzi.
Le società che prendono sul serio il ruolo positivo dell'impresa, del libero mercato e la proprietà privata, anche senza porsi come obiettivo il miglioramento di tutta la comunità umana, hanno storicamente comportato un miglioramento materiale dell'intera umanità. È in quest'ottica che l'autore offre le sue riflessioni sul mercato e le sue implicazioni morali. Nella lettura dei segni dei tempi, è più pericolosa l'ideologia del collettivismo che la disuguaglianza materiale in quanto tale; vi sono più vantaggi che svantaggi da un commercio sempre più libero e globale; c'è più possibilità di crescita - anche tra chi oggi è povero - se la creatività umana è in grado di esprimersi attraverso la libertà economica invece che subire le limitazioni imposte da interventi e regolamentazioni statali. Difendere il libero mercato non implica necessariamente sostenere l'individualismo radicale, o l'ingrandimento ancora maggiore del mondo dei grandi affari, o l'ulteriore arricchimento dei ricchi. Una difesa del mercato è ancora possibile se vi è la consapevolezza che, con le parole di Papa Francesco, "il nostro sogno vola più alto" rispetto alle necessità primarie dell'esistenza fisica, auspicando "una prosperità nei suoi molteplici aspetti". Che produrremo espandendo il mercato, non denigrandolo.

