
L'originale agenda giapponese per tenere traccia dei soldi e non temere l'estratto conto a fine mese. Con interni a 4 colori per distinguere i diversi tipi di spese.
Andare in ferie e tornare leggeri nello spirito ma non nel portafoglio finalmente è possibile! Dal Giappone arriva il kakebo per chi viaggia! Piccolo, leggero, adatto a tutte le tasche. Come pianificare il budget del viaggio per partire senza sorprese; il calendario per segnare le spese giorno per giorno, divise per categoria; la registrazione delle spese prima di partire, organizzate per categoria; la gestione della cassa comune; le mitiche pagine finali dove visualizzare quanto speso e come.
Un'economia imbevuta di spiritualità evangelica, rispettosa della dignità umana, solidale e in grado di creare uguaglianza, benessere e pace per tutti... Solo un'utopia o è veramente possibile? Padre GianMaria Polidoro, autore di questo illuminante saggio, ne è convinto. In qualche modo la storia dimostra che anche a livello economico c'è stato un progresso: perché allora non ipotizzare un passaggio ulteriore di crescita verso una cultura e una civiltà nuove, in cui i valori cristiani completano, armonizzano, perfezionano l'umanità, in tutti i suoi ambiti, sociale, economico, tecnologico-scientifico, artistico, ecc. L'Autore sceglie come prima guida per questo percorso San Francesco d'Assisi, che ha saputo sperimentare nella sua vita una sintesi geniale e sublime tra la dimensione materiale e quella spirituale. Ne viene fuori una visione e una proposta di futuro originale, bella, ottimista, soprattutto realizzabile!
I nostri amici Pietro e Buff ci accompagnano in un viaggio alla scoperta del significato della prevenzione e del primo soccorso! Le basi del "Pronto soccorso" sono importantissime perché, pur essendo un insieme di norme semplici, ci permettono di salvare con pochi mezzi una persona e di tenerla in vita in attesa dell'intervento di esperti soccorritori. La nostra casa può essere paragonata ad una jungle: in ogni stanza si nascondono insidie e pericoli specialmente per chi, come i bambini, non conosce molto bene l'ambiente che lo circonda! Tubi del gas e fili della corrente si snodano come serpenti, interruttori, fiamme dei fornelli e sporgenze sono in agguato! Pietro ci invita così a controllare che le spine da dove passa la corrente non siano danneggiate, fino ad essere pronti ad aiutare un amico che si è ferito! Grazie alla lettura del testo e con l'aiuto dei disegni, il bambino è in grado di acquisire delle buone abitudini, di riconoscere tutti i pericoli in cui incorre quotidianamente e a sapere come evitarli. Il libro è realizzato sia nella lingua italiana che inglese così da abituare il bambino all'utilizzo della lingua straniera sin da piccolo e nelle più difficili situazioni! Età di lettura: da 4 anni.
Possono esistere e crescere imprese che, pur operando nel mercato, si propongono di fare dell’attività economica un’occasione di comunione? Imprese in cui i soci si impegnano a destinare parte consistente degli utili a sostegno di chi versa in condizioni di difficoltà? Può l’azienda diventare luogo dove si vive una cultura del dare, della condivisione, della legalità, dell’attenzione all’ambiente naturale e sociale? Si tratta di domande impegnative, eppure quanto mai urgenti: domande che oggi trovano nei fatti risposta positiva. Lo dimostra l’esperienza dell’Economia di Comunione che negli ultimi anni sta raggiungendo dimensioni sempre più significative – oltre 700 imprese in tutti i continenti – riscuotendo l’interesse crescente di imprenditori ed economisti. Tale interesse sta alla base dei contributi raccolti nel presente volume per illustrare, attraverso esperienze pratiche e riflessioni teoriche, i contenuti, le sfide e i traguardi di questo peculiare ‘agire economico’. Si delinea così un progetto a più dimensioni – aziendale, culturale, teorica e spirituale –, tutte coessenziali, laboratorio in cui si sperimenta una formula di grande rilevanza e attualità, capace di coniugare i valori della solidarietà con quelli della libertà e dell’efficienza e di contribuire a un’economia davvero a ‘misura di persona’.
Wall Street, settembre 2008: il fallimento della banca d'affari Lehman Brothers segna l'inizio della grande crisi che in questi anni ha causato tanta sofferenza. Si è trattato di un vero e proprio infarto del cuore del sistema finanziario mondiale. La metafora è semplice e immediata. Nella riflessione del sociologo Mauro Magatti, attento da sempre ai rapporti tra mondo economico e società, la figura dell'infarto diventa strumento efficace per capire la crisi e immaginare una prospettiva per il suo superamento. Come l'infarto si cura in prima battuta con un farmaco salvavita per evitare la morte del paziente, così il collasso del sistema è stato evitato dall'immissione di liquidità da parte degli Stati: un intervento tampone, però, insufficiente a rimuovere le cause. Occorre invece, come nel caso del paziente infartuato, analizzare con lucidità le cattive pratiche comportamentali che hanno portato alla crisi, l'infernale congegno del capitalismo tecno-nichilista che riduce l'uomo a una sorta di 'macchina desiderante' mai appagata e mai felice, quel consumatore insaziabile che dovrebbe alimentare una crescita senza fine. Se si vuole evitare lo schianto finale del sistema anche sotto il peso di un'ingestibile infelicità collettiva, vanno individuati, oltre a logiche economiche diverse, nuovi stili di vita, nuovi paradigmi mentali che permettano di recuperare quella relazione tra economia e società, tra efficacia tecnica e sviluppo umano, sistematicamente negata...
Chi vivrà?, si chiede Victor Fuchs in questo libro che è ormai un classico dell’economia sanitaria e affronta una delle questioni sociali e politiche oggi più urgenti nel mondo occidentale: coniugare, nel campo della medicina, le istanze dell’efficienza e quelle dell’equità.
L’autore sviluppa l’analisi a partire dalla società nord-americana, ma le sue conclusioni sul rapporto tra salute e fattori socio-economici si applicano anche alla nostra, europea e italiana in specie, che attraversa attualmente una fase di ripensamento.
La riflessione oscilla tra due poli: da un lato, il timore che il sistema sanitario pubblico costringa i cittadini in una sorta di ‘zoo’, dove protezione e tutela della salute sono garantiti, ma la spesa è incontrollata e il livello delle prestazioni tende ad abbassarsi; dall’altro, il rischio che un’organizzazione più libera del settore, dove le assicurazioni private svolgano un ruolo determinante, lo trasformi in una ‘giungla’, in balia delle regole del libero mercato.
Se, infatti, un sistema sanitario pubblico controlla a fatica i costi che il progresso tecnologico, anche in campo medico, contribuisce a far crescere, una gestione manageriale della sanità razionalizza le risorse riducendo i servizi. A farne le spese sono in questo caso le fasce povere della popolazione che più difficilmente hanno accesso all’assistenza.
D’altro canto, sebbene, grazie al rapido sviluppo della ricerca in campo farmaceutico, la medicina abbia contribuito a migliorare notevolmente la nostra salute, su di essa incidono oggi lo stile di vita e i comportamenti individuali (dal fumo delle sigarette al consumo degli alcolici, dall’esercizio fisico alla dieta).
Queste e altre questioni propone Fuchs a chi opera nel mondo della sanità, nella piena consapevolezza dei limiti dell’economia. Infatti, alla radice di gran parte dei problemi aperti ci sono scelte di valore che riguardano chi siamo, come vogliamo vivere, che tipo di società vogliamo costruire. Di tali scelte non dovrebbe essere l’economia a farsi carico. Piuttosto, esse sono di pertinenza della politica cui spetta il compito di governare i processi sociali.
Victor R. Fuchs è professore emerito alla Stanford University (California), dove è stato docente, tra il 1974 e il 1995, presso l’Economics Department e il Department of Health Research and Policy della School of Medicine. Si occupa di analisi economica applicata ai problemi sociali con particolare riferimento ai temi della salute e dell’assistenza sanitaria. Tra le sue pubblicazioni più recenti: “How we Live” (1983), “The Health Economy” (1986), “Women's Quest for Economic Equality” (1988), “The Future of Health Policy” (1993).
INDICE
Presentazione di Cesare Catananti e Americo Cicchetti
Prefazione all’edizione ampliata
Prefazione all’edizione tascabile (1982)
Ringraziamenti
Introduzione. Salute ed economia
I. Problemi e scelte
1. I problemi che abbiamo di fronte
2. Scelte inevitabili
II. Chi vivrà?
1. Il primo anno di vita
2. Tre volte vent’anni più dieci anni
3. Il sesso ‘debole’
4. La storia dei due Stati
5. Riepilogo
III. Il capitano della squadra
1. Prendersi cura e curare
2. ‘Non si riesce a trovare un dottore!’
3. Il ‘surplus’ chirurgico
4. Raccogliere la sfida
IV. La casa della speranza
1. Il problema centrale: il costo elevato
2. Gli ospedali oggi
3. Perché gli ospedali sono così costosi?
4. Come impedire l’aumento dei costi degli ospedali
V. La chiave della medicina contemporanea
1. La produzione dei medicinali
2. La vendita al minuto
3. I nuovi farmaci
4. Sostanze biologicamente attive e danni alla salute
5. I costi delle terapie farmacologiche
6. Problemi etici
VI. La copertura della spesa sanitaria
1. Il sistema attuale
2. Chi?
3. Cosa?
4. Come?
5. Le HMO
6. Conclusioni
Conclusione. Salute e scelte sociali
1. Sintesi
2. I limiti della prospettiva economica
3. Raccomandazioni
Appendice
Salute, economia e scelte sociali
Quello che ogni filosofo dovrebbe sapere su economia e sanità
1. A chi non sa dove va, qualunque strada va bene
2. Le condizioni necessarie e sufficienti della copertura universale
3. Il contenimento del costo: ‘nessuna rinuncia uguale nessun risparmio’
4. Il problema fondamentale dell’economia sanitaria
5. Il secondo problema fondamentale dell’economia sanitaria
6. Imparare a gestire una società di anziani
Povertà e salute: le vere domande
1. Cos’è la povertà?
2. Qual è il rapporto tra povertà e salute?
3. Il basso reddito è la causa della cattiva salute?
4. Come spiegare la correlazione tra povertà e salute?
5. Perché la correlazione tra livello di istruzione e salute è così elevata?
6. In che modo il basso reddito influisce sulla salute?
7. Quali sono i più importanti problemi di salute dei poveri?
8. Quali problemi di salute dei poveri sono più facili da risolvere?
9. Ci sono altre ragioni per offrire assistenza sanitaria ai poveri, oltre al miglioramento della salute?
10. Quali strumenti politici sono disponibili per aiutare i poveri?
11. Perché gli americani sono più contrari di altri popoli ai contributi pubblici alle spese sanitarie dei poveri?
12. Qual è il modo più efficiente di fornire l’assistenza medica ai poveri?
13. Cos’è l’assistenza sanitaria ‘a due livelli’?
14. Quali sono le cure mediche fondamentali?
15. Sintesi
Da Bismarck a Woodcock: la corsa ‘irrazionale’ al servizio sanitario nazionale
1. Gli Stati Uniti possiedono già un servizio sanitario nazionale implicito
2. Un tentativo di controllare l’offerta
3. Vantaggi fiscali
4. Le esternalità
5. Le ‘questioni di vita o di morte’
6. La crescita dell’ugualitarismo
7. Paternalismo
8. Un contrappeso a un ‘tributo iniquo’
9. Il declino della famiglia
10. Il declino della religione
11. La funzione ‘politica’
12. Perché gli Stati Uniti per ultimi?
13. Sintesi
Il servizio sanitario nazionale rivisitato
1. I non assicurati
2. Due modelli di assicurazione sanitaria
3. Servizio sanitario nazionale e costo del’assistenza sanitaria
4. Servizio sanitario nazionale e salute
5. Le prospettive del servizio sanitario nazionale negli Stati Uniti
Dalla Prefazione:
Dicono i francesi, "plus ça change, plus c’est la même chose", più si cambia, più tutto è come prima. A dispetto dei drammatici mutamenti tecnologici e istituzionali della sanità nell’ultimo quarto di secolo, i temi principali di "Chi vivrà?" sono pertinenti oggi come alla prima uscita del libro. Anzi, il tema più importante - la necessità di scegliere, da parte della società e dei singoli - è sentito ai giorni nostri più che nel passato. In tutto il mondo, cresce la consapevolezza del fatto che nessuna nazione può dare ai cittadini tutta l’assistenza sanitaria che vorrebbe. Le risorse devono essere allocate. In ogni società, la sfida consiste nel tentare di farlo in modo equo e insieme efficace, cioè col minimo di ingiuste differenze e recando il massimo dei vantaggi. Il libro si propone di fornire una cornice concettuale in cui inscrivere tale sfida. (...)
Sulla sussidiarietà e sullo sviluppo deve fondarsi il rapporto tra Italia ed Europa. Con tono divulgativo la tesi viene qui proposta nei suoi aspetti economico-istituzionali e politico-sociali. L’intento è di evidenziare che i princìpi di sussidiarietà e sviluppo hanno trovato valorizzazione crescente nella storia e nei trattati europei. Non altrettanto si può dire a proposito dell’Italia e della sua Costituzione economica, come peraltro confermano le riforme fallite (la Bicamerale) e quelle attuate (Titolo V). Eppure nella storia italiana post-bellica i due princìpi hanno conosciuto nei fatti una significativa applicazione, specie attraverso la vivacità economico-sociale dei distretti produttivi, quella socio-civile del pubblico-libero, quella politico-innovativa di Enti territoriali e pur a fronte di resistenze dirigistiche. Vero è anche che l'Italia della seconda parte del XX secolo ha contribuito, con i suoi Governi, alla costruzione europea e ha talvolta attraversato stagioni di successo, tra cui quello recente dell’euro. Ma il XXI secolo chiede di più per il nostro Paese e per l’Unione Europea. È in questa prospettiva che nel volume si ritorna al passato riaffermando l’identità unitaria italiana e si guarda al futuro seguendo il dibattito sull’avvenire dell’Europa e sulla sua nascente «Costituzione». Viene infine avanzata la proposta di una «Convenzione italiana» da affiancare alla «Convenzione europea» per promuovere con pacatezza e ampio consenso, anche attraverso una riforma parziale della nostra Costituzione, il liberalesimo sociale e il federalismo solidale: due applicazioni di sussidiarietà e sviluppo ai rapporti tra Europa, Stato, Regioni e tra questi Soggetti, la Società, il Mercato.
Alberto Quadrio Curzio è professore ordinario di Economia politica e preside della Facoltà di Scienze politiche dell’Università Cattolica. È autore di varie pubblicazioni di economia istituzionale sull’Italia, l’Europa, lo sviluppo, l’internazionalizzazione.
La tangente ha un prezzo, non solo nel senso ovvio di danaro corrisposto a un politico o a un funzionario pubblico in cambio di favori illegali. Essa ha un prezzo anche e soprattutto perché produce danni spesso non evidenti, ma sempre profondamente corrosivi del tessuto sociale. Sotto il profilo economico comporta una cospicua sottrazione di risorse al mondo produttivo; determina distorsioni nei meccanismi del mercato; costituisce un aggravio per il bilancio dello Stato, il cui conto viene pagato dal contribuente; altera le scelte degli amministratori verso le iniziative più lucrose per le casse personali e/o del partito.
Ma il prezzo si fa ancora più alto sul versante etico-civile. In un contesto come quello del nostro Paese, dove la pratica della corruzione ha costituito e costituisce uno stringente sistema di relazioni contrapposto a quello della legalità, sono le basi della democrazia a risultarne minate. In questo senso, davvero onerosi sono i prezzi pagati dalla collettività: il principio dell’uguale accesso dei cittadini ai benefìci dello Stato cede il passo alla cultura clientelare dell’‘entratura’; si sfibra la fiducia nella Pubblica Amministrazione e nella sua imparzialità, requisito essenziale dell’ordine sociale, ingenerando nella mentalità diffusa il sospetto sistematico verso le istituzioni. Queste smarriscono la necessaria oggettività e autonomia dagli interessi di chi le rappresenta, rendendosi inidonee a svolgere quel ruolo di collante civile da cui largamente dipende la sicurezza e, quindi, la libertà di tutti i cittadini.
Oltre dieci anni fa ‘mani pulite’, grazie a un singolare concorso di circostanze favorevoli, scoperchiò il mefitico vaso di Pandora di ‘tangentopoli’. Sembrò all’opinione pubblica che venisse inferto un duro colpo al nesso tra corruzione e politica, se non nel senso di un suo definitivo sradicamento, almeno in quello di una sua riconduzione ai livelli fisiologici di una moderna democrazia. E tuttavia, il sistema delle tangenti non solo permane, ma, paradossalmente, si ripresenta ancora più vigoroso, come rafforzato da una sorta di selezione darwiniana. Sullo sfondo dell’inevitabile scemare dell’attenzione dell’opinione pubblica, e quindi anche del suo esplicito consenso all’operato della magistratura, va registrato che non sono state avviate incisive politiche di contrasto alla corruzione e, anzi, che talune recenti scelte normative sembrano ostacolare la capacità dell’ordinamento di produrre i necessari anticorpi nei confronti del cancro corrosivo della tangente. Questo volume, in cui convergono la prospettiva penalistica, criminologica, politologica e internazionalistica, non ha intenti commemorativi della stagione di ‘mani pulite’. Gli autori, specialisti della materia, si propongono, invece, di descrivere il fenomeno della corruzione e di comprenderne i meccanismi palesi, e soprattutto occulti, combinando riflessione teorica, prassi giudiziaria e attualità politico-sociale. In un dibattito pubblico più incline alle logiche di schieramento che alla rigorosa lettura della realtà e del suo significato, il libro offre stimolante materia di riflessione. Insieme, aiuta a tenere desta l’istanza etica di coloro che non si rassegnano a considerare la corruzione prassi normale, ma sono ancora desiderosi di fronteggiarla.
Gabrio Forti è professore ordinario di Criminologia e Diritto penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano. Tra le sue pubblicazioni si segnalano: “Colpa ed evento nel diritto penale” (Milano 1990); “La corruzione del pubblico amministratore. Linee di un’indagine interdisciplinare” (Milano 1992); “L’immane concretezza. Metamorfosi del crimine e controllo penale” (Milano 2000).
Questo libro offre un approccio fondamentalmente nuovo all’economia monetaria. Infatti, a differenza della teoria tradizionale che si concentra sulle transazioni di mercato, quella qui presentata si concentra sul ruolo del credito nel facilitare e promuovere l’attività economica. Il ‘nuovo paradigma’ enfatizza la domanda e l’offerta di fondi da concedere a prestito, cercando di comprendere come le banche e le altre istituzioni esaminano l’informazione per valutare l’affidabilità e solvibilità di chi ottiene credito. Tale paradigma spiega i fattori che determinano le decisioni delle banche di offrire finanziamenti, e la loro capacità a farlo. Inoltre esplora le conseguenze delle interconnessioni di credito nell’economia, descrivendo le implicazioni del nuovo paradigma per gestire la politica economica e analizzando come i cambiamenti di struttura dell’economia – ad esempio quelli associati alla Nuova Economia - possono di fatto influire sull’efficacia della politica monetaria e quindi sulla stabilità economica. Il saggio identifica le circostanze che rendono, se presa isolatamente, la politica monetaria inefficace nel riportare l’economia alla condizione di pieno impiego, circostanze che risulteranno rilevanti, con tutta probabilità, anche in futuro. Nella prima parte viene sviluppata la teoria base, utilizzando un approccio di portafoglio per spiegare come le banche decidono quanto dare a prestito e come i cambiamenti delle regolamentazioni e delle circostanze economiche, dei bilanci delle banche e delle imprese e della percezione del rischio nell’economia influiscano sull’offerta creditizia; la seconda parte è invece dedicata alle implicazioni di politica economica. Il nuovo paradigma fornisce una guida di gran lunga più efficace per affrontare questioni che vanno dalla liberalizzazione dei mercati finanziari alla gestione della crisi dell’Est Asia.
Joseph E. Stiglitz, vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2001, è professore di Economia e finanza alla Columbia University e ricopre incarichi alla Graduate School of Business, alla School of International and Public Affairs e all’Economics Department. Ha ricevuto il premio assegnato dall’American Economic Association all’economista sotto i quarant’anni, che risulta fautore di significativi contributi in economia. È stato capo del Council of Economic Advisers del Presidente degli Stati Uniti e membro del gabinetto del Presidente Clinton. Ha ricoperto la carica di senior vice-presidente per lo sviluppo economico e capo economista presso la Banca Mondiale.
Bruce Greenwald è titolare della cattedra ‘Robert Heilbrunn’ di Finanza e di Asset management alla Columbia Business School. Ha svolto lavori pionieristici in economia dell’informazione, in particolare sulle conseguenze delle asimmetrie informative nel mercato azionario e del lavoro.
L’attuale ricerca di sempre nuove opportunità di comunicazione da parte delle imprese e la crescente richiesta di sponsorizzazione da parte delle organizzazioni sponsee rendono necessarie procedure che permettano all’impresa di comparare efficacemente le molteplici alternative e di formulare scelte razionali, economicamente e tecnicamente fondate, nonché condivisibili dai più alti livelli del management aziendale.
Solo così possono essere correttamente giustificati a priori i crescenti investimenti destinati alla sponsorizzazione, e puntualmente valutati a posteriori i risultati ottenuti, con riferimento agli stessi criteri che hanno orientato la selezione tra le alternative disponibili.
Questa monografia, dopo aver descritto i modelli di funzionamento della sponsorizzazione e di risposta da parte del consumatore presenti nella letteratura internazionale, affronta nello specifico le problematiche di pianificazione della sponsorizzazione, con riguardo sia all’ottica dello sponsee sia a quella dello sponsor.
In particolare, applicando alla sponsorizzazione i metodi decisionali già impiegati in altri ambiti aziendali, vengono approfondite le problematiche relative al processo di scelta delle proposte di sponsorizzazione: l’identificazione dei criteri di selezione economici e tecnici, l’attribuzione a ciascuno di essi di un livello di importanza relativa, e infine l’individuazione dei più opportuni metodi di comparazione delle alternative.
Roberto Paolo Nelli è docente di Marketing presso l’Università Cattolica di Piacenza. È autore di numerose pubblicazioni in tema di marketing e di comunicazione d’impresa, tra le quali: La comunicazione interna nell’economia dell’azienda. Evoluzione, teoria, tecnica (Vita e Pensiero, Milano 1994); L’esigenza di riposizionamento del servizio cinematografico in Europa. Evidenza empirica e ruolo della comunicazione (Vita e Pensiero, Milano 1996); La teoria della comunicazione aziendale e la sua evoluzione: la scuola anglosassone (Milano 1999); La gestione della sponsorizzazione nell’esperienza italiana. Le problematiche di programmazione e di controllo (Vita e Pensiero, Milano 2000); Le strategie internet-based delle imprese italiane. Caratteri fondamentali e modalità evolutive (Vita e Pensiero, Milano 2004).
Paola Bensi è docente di Marketing presso l’Università Cattolica di Cremona. Ha pubblicato: L’efficacia delle relazioni pubbliche: criteri di misurazione del perseguimento degli obiettivi («Comunicazioni Sociali», 3/4, 1996); La sponsorizzazione nelle strategie dell’azienda: caratteristiche, gestione, efficacia (Milano 1998); Il mercato del film per ragazzi in Europa: dalle iniziative a favore dell’offerta alle ricerche per la segmentazione della domanda («Problemi di gestione dell’impresa», 31, 2002); Gli effetti della pubblicità sul processo di decisione d’acquisto del consumatore («Problemi di gestione dell’impresa», 32, 2002); L’impresa e la sua reputazione. La media coverage analysis (Vita e Pensiero, Milano 2003).
Il premio Nobel per l’economia Robert William Fogel ci propone uno stimolante saggio su un tema da sempre fondamentale nella storia dell’umanità: la fuga dalla fame. Negli ultimi tre secoli uomini meglio nutriti, e quindi più sani e longevi, hanno raggiunto enormi traguardi dal punto di vista dello sviluppo tecnologico e sociale, portando a un miglioramento sostanziale delle condizioni di lavoro e di vita. A partire dal 1700, e con un eccezionale incremento nel corso del XX secolo, le popolazioni di Stati Uniti, Giappone ed Europa occidentale hanno raddoppiato la durata della loro vita.
Introducendo l’innovativo concetto di ‘tecnofisio evoluzione’, vale a dire quella complessa interazione sinergica che si attua tra i progressi nelle tecniche di produzione e gli sviluppi nella fisiologia umana, Fogel mette in luce lo stretto rapporto esistente tra buona qualità dell’alimentazione e prosperità di una società, ma delinea anche con chiarezza le sfide che la ‘fuga dalla fame’ comporta. In particolare, l’aumentata longevità ha condotto a una crescita esponenziale delle richieste di cure mediche, tanto che la sanità può essere considerata l’industria ‘in crescita’ del nostro tempo e del futuro prossimo. Tramite la sua domanda di prodotti di alta tecnologia e di personale specializzato, l’assistenza sanitaria potrà essere il motore della crescita economica, proprio come lo è stata l’elettrificazione nel corso della prima metà del XX secolo. Per realizzare questa potenzialità sarà però necessario un radicale ripensamento delle forme di finanziamento economico del settore.
Il testo spazia dall’economia alla medicina, dalla biologia alle scienze sociali, con argomentazioni sostenute da una straordinaria quantità di dati empirici ed espresse in una sintesi di grande capacità interpretativa.
Robert William Fogel ha ricevuto il premio Nobel per l’economia nel 1993. Insegna Istituzioni americane all’Università di Chicago, presso la quale dirige anche il Centro per l’Economia della Popolazione. Tra le sue numerose pubblicazioni, Time on the Cross: The Economics of American Negro Slavery (con Stanley L. Engerman), Without Consent or Contract: The Rise and Fall of American Slavery e The Fourth Great Awakening and the Future of Egalitarianism.