
Il "Dei delitti e delle pene", con la sua forte presa di posizione su scelte di fondo di politica criminale, costituisce una pietra miliare nello sviluppo del diritto penale moderno. L'opera fu il prodotto degli animati dibattiti tra gli intellettuali, guidati da Pietro Verri, che frequentavano l'Accademia dei Pugni, dove maturarono le condizioni ideali per la sua realizzazione. Cesare Beccaria ebbe il grande merito di sintetizzare i grandi temi trattati dagli Enciclopedisti francesi, esponendoli in forma chiara e facilmente accessibile. Di fronte al profondo degrado della giustizia penale, amministrata in maniera disumana e crudele, occorreva scuotere le coscienze, spronando i sovrani ad attuare riforme di legalità e di umanità. Questa strada riformatrice venne intrapresa, in particolare, in Toscana ad opera del granduca Pietro Leopoldo, il quale, ispirandosi alle idee espresse nel "Dei delitti e delle pene", promulgò la riforma della legislazione penale che svolse un ruolo importante nella travagliata formazione del Codice penale dell'Italia unita.
La seconda edizione inglese è stata pubblicata nel 2011, e subito è stato accolto dai movimenti ecologisti e dai più eminenti pensatori e intellettuali come il libro-manifesto di un nuovo e rivoluzionario modo di rapportarsi alla natura e agli ecosistemi, finalmente riconosciuti - ecco il cambio di prospettiva - come persone legali aventi diritti e bisognose di tutele. "I diritti della natura" nasce dal senso di frustrazione davanti ai disastri ambientali e dalla constatazione che trattati, leggi, vertici e summit politici sono incapaci di rallentare la distruzione del nostro unico habitat. "I diritti della natura" coniuga la più stretta attualità politica alla filosofia, alla giurisprudenza e alla saggezza popolare, dando vita a un libro di alta leggibilità e capace di ispirare e stimolare le persone al dibattito. "I diritti della natura" è il frutto di cinque anni di conferenze e congressi in tutto il mondo, che lo hanno portato in breve tempo a diventare uno dei temi più attuali e nuovi per il movimento ambientalista mondiale.
Il volume, che si inserisce nella collana degli "Studi giuridici", prende in esame il diritto amministrativo canonico e in particolare quella specifica l'attività che il Vescovo diocesano svolge ricorrendo allo strumento del decreto della Chiesa particolare, nell'esercizio della potestà amministrativa. Nella trattazione l'autore traccia dapprima un excursus sull'evoluzione, nel corso dei secoli, del diritto amministrativo canonico e dei decreti singolari; si sofferma poi sulla questione dell'esistenza di un'autonoma potestà amministrativa distinta dalla funzione giudiziaria e conclude infine il suo studio con il confronto tra il diritto amministrativo civile e quello ecclesiale. Il lavoro, completo anche di tavole con i principali atti amministrativi singolari della diocesi, risulta di particolare interesse oltre che per gli studiosi di diritto canonico, anche e soprattutto per le Curie diocesane e per gli operatori della pubblica amministrazione nella Chiesa.
Un'agile, completa e aggiornata panoramica dei fondamentali argomenti di diritto privato che consente, grazie al linguaggio semplice e all'esposizione sintetica, una visione d'assieme del programma istituzionale. Questa edizione light tiene conto delle esigenze dello studente e si limita all'esposizione dei contenuti essenziali per facilitare quanti si avviano per la prima volta allo studio di tale disciplina. Il volumetto, inoltre, riporta per ogni capitolo un utile glossario con le definizioni delle parole più tecniche, nonché alcuni schemi riepilogativi.
Gli ipercompendi, strumenti didattici di ultima generazione, costituiscono pratiche guide che, affiancate allo studio, consentono di ripercorrere in forma sintetica e sistematica le linee espositive del programma.
Nel testo, tra i provvedimenti normativi intervenuti in materia, si segnala il D.Lgs. 6-9-2011, n. 159 relativo al Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione nonché il D.L. 22-12-2011, n. 211 per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri. Il lavoro riporta, per ogni capitolo, un glossario, con le definizioni delle parole più tecniche, per facilitare la comprensione del lessico giuridico e le più frequenti questions per mettere in evidenza gli aspetti più problematici della disciplina.
Questo libro nasce dall'esigenza di offrire agli studenti nozioni e argomentazioni relative a due nodi del diritto ecclesiastico: il matrimonio e gli enti. Si rivolge inoltre al pubblico più vasto di chi vuole conoscere radici giuridiche e polemiche culturali di temi spesso all'attenzione di un'opinione pubblica e di una cultura non specialistica, che talvolta ne discutono senza avere a riferimento le categorie del diritto. Basti pensare alla sempre più ridotta efficacia della giurisdizione ecclesiastica matrimoniale o alle polemiche pronte a infiammarsi sul trattamento tributario degli enti ecclesiastici. Sotto il profilo metodologico, il volume ricerca i nessi tra diritto ecclesiastico e diritto delle confessioni, anzitutto diritto della Chiesa cattolica. È metodo caro all'Università Cattolica del Sacro Cuore, utilizzato non solo perché i rapporti inter ordinamentali, dei quali la scienza del diritto ecclesiastico si occupa, richiedono conoscenza degli specifici valori e categorie di entrambi gli ordinamenti, ma anche perché essi si rivelano ottima palestra per il rafforzamento del senso e perfino per la percezione del 'mistero' del diritto nel buon governo della società.
Di fronte alle drammatiche sfide del presente, la Costituzione ha ancora risposte adeguate da dare? I suoi principi sono applicabili a situazioni nuove, un tempo imprevedibili? Il dubbio non è irragionevole. Ma il fatto che sia un programma per il futuro, pensato e costruito intorno a valori essenziali e senza tempo - la persona umana e la sua dignità - rende ancora possibile ricavare dalla Carta fondamentale indicazioni forti persino riguardo a questioni inedite, quali quelle derivanti dal flusso ininterrotto di persone in fuga da guerre, morte, miseria, in cerca di pace e lavoro. I punti di riferimento per orientarsi, se non per risolvere definitivamente problemi complessi e mutevoli, sono molteplici. In particolare il principio di laicità, prima regola per una convivenza possibile. Un principio legato in modo indissolubile al rispetto della persona, della sua sfera di libertà, della sua coscienza inviolabile e della sua autodeterminazione. Dignità della persona si coniuga poi con eguaglianza, parola chiave, vessillo delle rivoluzioni settecentesche d'America e d'Europa che oggi non è solo parità di fronte alla legge, divieto di trattamenti discriminatori, ma obiettivo da raggiungere con la rimozione degli ostacoli che generano diversità. La dignità della persona è inscindibile dalla centralità del lavoro sul quale la Repubblica si fonda e dall'istruzione, presupposto essenziale della democrazia. La conoscenza della Costituzione è il punto di partenza per un popolo che si voglia libero.
Il 21 volume (decimo della nuova serie) della pubblicazione periodica del Tribunale della Sacra Rota Romana, relativo all'attività dell'anno 2010.
Con le più recenti pronunce della Corte costituzionale e i principali nuovi provvedimenti di cui si è tenuto conto L.17 feb. 2012, n. 9: Conversione con modifiche del D.L. 22 dic. 2011, n. 211, recante interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri L. 15 feb. 2012, n. 12: Norme in materia di misure per il contrasto ai fenomeni di criminalità informatica L. 27 gen. 2012, n. 3: Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento L. 12 nov. 2011, n. 183: Legge di stabilità 2012 D.lgs. 6 set. 2011, n. 159: Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione D.lgs. 1° set. 2011, n. 150: Semplificazione dei procedimenti civili (nuovo rito per i ricorsi avverso sanzioni amministrative).
L'analisi del processo di globalizzazione del diritto può seguire due percorsi, che si potrebbero caratterizzare ricorrendo all'immagine degli alberi e della foresta. Da un lato, si può guardare all'insieme del paesaggio giuridico globale, ossia alla foresta, per cogliere le valenze e le tendenze generali; dall'altro ci si può concentrare sugli alberi, ossia su una o su alcune delle varie manifestazioni giuridiche "atipiche", che per lo più travolgono alcuni caratteri e requisiti tipici del diritto moderno e sono sintomatiche delle trasformazioni in corso. Maria Rosaria Ferrarese ritiene che entrambi gli approcci siano significativi e consentano di rilevare le novità in campo, e che le due visioni si sostengano l'un l'altra: non avrebbe senso una fotografia dall'alto della foresta senza una didascalia che illustra la varietà delle nuove forme di vegetazione che sono comparse. E, parimenti, ogni analisi o ricerca relativa alle singole specie botaniche nello spazio globale dice poco se non si sa come esse si collocano o come modificano il paesaggio complessivo. Da entrambe queste prospettive ci si può chiedere se e in che senso si possa parlare di un diritto "globale" e se le nuove tipologie botaniche siano parte irreversibile della evoluzione giuridica odierna, o se non siano piuttosto da considerare vegetazioni improprie o dannose, che vanno semplicemente rimosse, o considerate non giuridiche, o che fanno intravedere "la fine del diritto" come sostengono alcuni teorici.

