
La costituzionalista Donata Borgonovo Re, con una predilezione per il lavoro educativo e un'esperienza sul campo da difensore civico, racconta quella che è stata definita la più bella Costituzione del mondo attraverso quattro parole-chiave e interpretando con originalità e passione civile grandi autori come De Tocqueville, Bobbio, Calamandrei, Dossetti.
"Proviamo ora a immaginare la democrazia come una grande orchestra, nella quale devono essere presenti tutti gli strumenti musicali che, sulla partitura della Costituzione, dovranno intrecciare le loro differenti voci per realizzare l'armonia della convivenza tra le donne e gli uomini di cui la democrazia si prende cura". "Eguaglianza e solidarietà - scrive ancora Donata Borgonovo Re - connotano il nostro essere persona in relazione, il nostro essere sociale e, attraverso di noi, connotano la più ampia dimensione pubblica investendo noi e ogni organo della Repubblica della medesima responsabilità. Quella di fare della nostra democrazia una casa accogliente per tutti".
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione"
Se oggi in Italia c’è un deficit che deve preoccupare e meritare attenzione, forse ancora più importante di quello economico per un debito pubblico fuori controllo, è indubbiamente il deficit di legalità. Ogni giorno la cronaca sta a documentarlo. La tendenza al rifiuto della legalità viene addirittura individuata quale elemento costitutivo e insuperabile dell’identità nazionale. E tuttavia la lotta per la legalità è seria e buona e come tale va combattuta. Le ragioni sono tante. Prima fra tutte la sopravvivenza del nostro Paese. Questo libro vuole configurarsi come un vero e proprio percorso di educazione alla legalità. Cominciando dalla constatazione dell’attuale livello degradato della legalità in Italia e dall’importanza di dare voce al bisogno di un suo ripristino, l’autore individua i valori di legalità all’interno della Costituzione (valore in sé, prima ancora che scrigno di valori) da rendere operanti in modo effettivo e aggiornato.
Nel volume: Con le più recenti pronunce della Corte costituzionale e i principali nuovi provvedimenti di cui si è tenuto conto; L. 31 dic. 2012, n. 247: Nuova disciplina della professione forense (stralcio); L. 24 dic. 2012, n. 228: Legge di stabilità 2013; L. 17 dic. 2012, n. 221: Conversione del D.L. 18 ott. 2012, n. 179, recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese; L. 11 dic. 2012, n. 220: Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici; L. 10 dic. 2012, n. 219: Disposizioni in materia di riconoscimento di figli naturali.
Nel volume: L. 24 dic. 2012, n. 228: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013); L. 20 dic. 2012, n. 237: Norme per l'istituzione della Corte penale internazionale; D.lgs. 15 nov. 2012, n. 218: Disposizioni integrative al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione; L. 14 nov. 2012, n. 203: Disposizioni per la ricerca delle persone scomparse; L. 6 nov. 2012, n. 190: Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione nella pubblica amministrazione1° ott. 2012, n. 172: Ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale.
Importanti studiosi nazionali e internazionali si misurano con due filoni che attraversano il fenomeno giuridico: da un lato, i mutamenti sociali che influenzano il mondo del diritto e premono per la sua riforma, dall’altro, il diritto che mantiene la sua funzione regolatrice e di orientamento della vita sociale.
L'impegno dell'autore è quello di argomentare come alla necessaria organizzazione sociale, in ottica dialogico-relazionale che ponga al proprio centro la persona, debba essere costantemente abbinato un proficuo impegno per la verità, autentica anima della giustizia.
Tanto i processi di mondializzazione del diritto quanto la mutazione dei presupposti del costituzionalismo nazionale, rendono sempre più complesso far valere la 'superiorità' dei principi presenti nelle costituzioni nazionali, determinando una progressiva e apparentemente inarrestabile caduta della loro forza prescrittiva. Il diritto costituzionale, perduta la sua vitalità originaria, si mostra così un diritto debole. Ma un'altra ragione spiega la crisi odierna. Il costituzionalismo si è affermato nel corso della storia della modernità in quanto mezzo per la realizzazione dei diritti. Inevitabile diventa chiedersi se c'è ancora un progetto al tempo del disincanto e quali siano i soggetti che nell'epoca attuale possono dare forza materiale al costituzionalismo.
Tutti vorremmo uno zio d'America, la cui imprevista e ricca eredità possa risolvere i problemi che abbiamo e consentirci di realizzare qualche sogno. Eredità è una parola magica, capace di evocare immagini suggestive; nella realtà, tuttavia, è spesso sinonimo di problemi burocratici, contese giuridiche, truffe, ricorsi ad avvocati, perdite di tempo e contrasti nei rapporti tra parenti. Nel volume, dopo aver ripercorso storicamente la questione dell'eredità, si chiariscono i fattori in gioco - dal testamento alle tasse, alle leggi - spiegando quali sono e come funzionano tutte le regole che governano le successioni e cosa è cambiato negli ultimi decenni.
A dispetto dell'immagine corrente della globalizzazione giuridica, l'uniformità senza confini degli ordinamenti che sembra caratterizzare il mondo contemporaneo non azzera il peso delle diverse tradizioni giuridiche: le diverse immagini della 'legge' continuano a segnare differenze, scarti che interrompono lo spazio globale. Persino lo stile, i linguaggi e le modalità di legittimazione della giustizia divengono, seppur in modo più sotterraneo e indiretto, elementi pregnanti di una nuova 'geopolitica', gli strumenti culturali di una lotta per l'egemonia dei modelli giuridici. In particolare due forme della legge si stagliano ancora nel mondo e nell'Occidente: quella anglo-americana della 'legge orale' e quella continentale della 'legge scritta'. Si tratta di due forme antitetiche, che marcano una profonda dualità dell'Occidente.
La Carta di Nizza, dopo la dignità, pone come valore fondativo dei diritti dell'uomo la libertà, il principio cardine della convivenza civile. La libertà, infatti, assume rilievo non solo nei confronti dello stato come libertà politica, ma anche nella concreta dinamica dei rapporti sociali, tra cui i rapporti economici e i rapporti di lavoro. Contributi di: Umberto Romagnoli, Maria Agostina Cabiddu, Virgilio Melchiorre, Ombretta Fumagalli Carulli, Roberto Lattanzi, Alessandro Mangia, Tiziano Treu.
 
 
 
 
 
  
