
La ricerca scientifica e le biotecnologie, con le loro scoperte mirate a realizzare quello scopo trascendentale che è l'incremento infinito verso una "salute perfetta", ci informano che il corpo dell'uomo è un bene appetibile e di appropriazione frequente. Ne consegue il dilemma discusso e non risolto se siamo legittimati a fare tutto quello che "possiamo fare" del corpo e come giustificare il fondamento etico e giuridico della disposizione e appropriazione delle sue parti attraverso l'intermediario medico-scientifico. II dibattito corrente su queste tematiche è identificabile nei concetti contrapposti: disponibilità/indisponibilità, mercato/dono, scienza/dignità della persona. II volume, strutturato in tre capitoli, analizza gli atti dispositivi sul corpo umano dopo la morte e da vivente, la ricerca scientifica sull'embrione e sull'uomo e svolge intorno a questi temi una riflessione etica, giuridica (nazionale/europea) e scientifica che consenta al lettore, in una prospettiva interdisciplinare, di valutare le problematiche e la posta in gioco.
Dopo una ampia introduzione che ripercorre la storia personale, politica e istituzionale di Sergio Mattarella, e i suoi intrecci con la storia della Repubblica, "Il Presidente" propone una selezione dei suoi interventi, con una particolare attenzione alle "lezioni di democrazia" rivolte ai più giovani. Ne risulta un elogio della bella politica, un vocabolario che si declina seguendo il dettato costituzionale. La cultura, l'Europa, le migrazioni, la Resistenza, la lotta alla mafia, l'esercizio della memoria, la Costituzione: tutte parole chiave della sua esperienza al Colle. Schivo e riservato, dalle parole misurate e sempre attente, il Presidente Sergio Mattarella rappresenta una figura-antidoto rispetto alle derive della politica attuale. Un riferimento al di sopra delle parti, dalla parte della Repubblica.
Il principio di fraternità è presente nell'ordinamento costituzionale? È la domanda sulla quale si traccia un itinerario di ricerca. L'esperienza di altri ordinamenti (quello francese in primis) e la Dichiarazione dei diritti dell'uomo dell'ONU lo conferma. In questi anni l'attenzione a tale principio è cresciuta anche tra i giuristi, stimolati a rivisitare l'applicazione del principio di solidarietà dalla crisi che attraversano i sistemi di welfare state. Lo studio intende mostrare come la Costituzione italiana rappresenti una traduzione fedele e paradigmatica di un modo di pensare l'organizzazione politica attorno a un'interpretazione del rapporto uomo-società centrata sul principio di fraternità.
La questione dei criteri attraverso i quali poter contribuire all'attività legislativa anche quando gli esiti di quest'ultima, fondatamente, manterranno in misura più o meno significativa aspetti problematici dal punto di vista etico è andata sempre più emergendo, in questi anni, nella sensibilità dei fedeli laici impegnati in politica, come altresì nella teologia morale e nello stesso magistero della Chiesa cattolica. Gli approfondimenti sul tema restano tuttavia sporadici e manca una trattazione sistematica dell'intera materia. In tale contesto questo volume offre un apporto originale con riflessioni autorevoli, in reciproco dialogo, di ambito teologico-morale, giuridico e filosofico. Così che possa svilupparsi progressivamente, nella Chiesa, un approccio complessivo circa le modalità di presenza dei fedeli laici, secondo la responsabilità loro propria, all'interno delle istituzioni legislative tipiche del pluralismo democratico.
Il tema del volume è Il problema delle persone giuridiche in diritto romano.
L'opera rappresenta un tentativo di rileggere il concetto di laicità alla luce dei problemi posti dall'irrompere nelle società occidentali della multiculturalità e multireligiosità. La laicità, categoria concettuale immanente alla modernità occidentale, mostra i segni evidenti di una crisi, dettata prevalentemente dall'incapacità di governare le dinamiche della diversità religiosa che, nella società multiculturale, si caratterizza soprattutto sul piano antropologico e culturale. La tesi sostenuta nell'opera è che la modernità e la laicità come categoria politica e giuridica indissolubilmente legata alla modernità conservano ancora intatte le risorse per far fronte ai problemi posti dalla diversità culturale, ma solo se potranno essere rilette in chiave interculturale. È proprio la laicità interculturale la categoria gius-politica in grado, questa la tesi di fondo, di rispondere ai problemi posti alla scienza giuridica da una società sempre più marcatamente multireligiosa e multiculturale.
Il procedimento disciplinare nel pubblico impiego è da sempre all’attenzione del legislatore, poiché la relativa regolamentazione è ritenuta funzionale ad un recupero etico e comportamentale all’interno dei pubblici uffici.
Ma è soprattutto negli ultimi anni, a seguito di frequenti episodi di malcostume e cattiva amministrazione, che questo tema è tornato particolarmente alla ribalta, attraverso diverse manovre normative (tra cui ricordiamo, ad esempio, le riforme Brunetta e Madia), le quali hanno variamente innovato l’iter disciplinare, nella direzione di una maggiore efficienza e, al contempo, progressivo inasprimento delle sanzioni.
Il volume, aggiornato ai decreti attuativi della riforma Madia e ai nuovi CCNL per i comparti del pubblico impiego, delinea in maniera ampia e particolareggiata l’ambito in cui la materia va inquadrata, mediante la trattazione dei presupposti generali per l’esercizio della potestà disciplinare, della natura giuridica di tale potere e della differenza tra la responsabilità disciplinare e le altre possibili forme di responsabilità del lavoratore pubblico.
A corredo, viene riportato un formulario breve per meglio comprendere i nuovi adempimenti a cui gli organi di disciplina – dirigenti e ufficio per i procedimenti disciplinari – dovranno in concreto attenersi, anche al fine di non incorrere a loro volta in responsabilità.
A distanza di cinque anni dalla presentazione della seconda edizione de "Il processo civile" e di un solo anno dalla pubblicazione del volume con il quale avevamo già cercato di offrire una lettura sistematica delle riforme che a partire dal 2010 hanno profondamente inciso sulla normativa processuale, la smania riformatrice del nostro legislatore, intenzionato a perseguire ad ogni costo gli obiettivi della efficienza e della rapidità del processo, ma poco incline ad interrogarsi sulle reali cause del dissesto della giustizia civile, ci induce a pubblicare un nuovo volume, destinato a dare un quadro complessivo delle riforme legislative e delle sentenze della Corte costituzionale intervenute nell'intero quinquennio, con riferimento ai diversi modelli di tutela giurisdizionale e delle problematiche concretamente emerse nella loro applicazione.
Il processo matrimoniale più breve davanti al vescovo costituisce probabilmente la più rilevante innovazione delineata dalla recente riforma processuale. Il processus brevior è dunque una preziosa risorsa per conseguire quella celerità, semplicità, prossimità ed economicità nell'accertamento della nullità matrimoniale - salvaguardando sempre il principio dell'indissolubilità e la natura del mezzo giudiziario desiderate dal Papa. Questo libro vorrebbe essere più che un apporto accademico e scientifico un supporto di studio e riflessione per il lavoro giudiziario.Il testo si compone di tre parti (I. I principi concettuali, II. Gli elementi del giudizio; III. I momenti del giudizio) e nove capitoli. I principi concettuali sviluppano le coordinate della riforma e i presupposti storici ed ecclesiologici per l'adeguata comprensione dell'istituto. Gli elementi del giudizio individuano la parte statica del processo più breve attraverso i classici fattori del giudice, delle parti e della domanda con le particolarità che caratterizzano l'adozione di questa forma (litisconsorzio dei coniugi, speditezza istruttoria ed evidenza della nullità). I momenti del giudizio, la c.d. parte dinamica, descrivono con una certa analiticità e puntualità lo svolgimento del processus brevior nelle sue principali fasi: introduttoria, istruttoria e decisoria (non si tralascia ovviamente anche il momento impugnatorio). Mentre la prima parte è più teorica, la seconda e, soprattutto, la terza, senza per questo rinunciare a un certo profilo speculativo, sono più pratiche e didascaliche. La riuscita della riforma processuale dipenderà più che dalla bontà dello strumento tecnico dalla formazione e applicazione degli addetti, i Vescovi in primis. Una particolare attenzione è stata prestata quindi agli aspetti formativi, epistemologici e deontologici del processo breviore. L'eterogeneità dei possibili lettori ha suggerito inoltre una certa ampiezza e respiro nella trattazione dell'istituto (cumulando il profilo tecnico-specialistico con quello prontuaristico-esplicativo).
Il Processo matrimoniale più breve davanti al Vescovo costituisce la più rilevante innovazione delineata dalla recente riforma processuale. Il processus brevior e dunque una preziosa risorsa per conseguire quella celerità, semplicità, prossimità ed economicità nell’accertamento della nullità matrimoniale — salvaguardando sempre il principio dell'indissolubilità e la natura del mezzo giudiziario — desiderate dal Papa. Questo libro vorrebbe essere più che un apporto accademico e scientifico un supporto di studio e riflessione per il lavoro giudiziario.
Il testo si compone di tre parti (I. I principi concettuali, II. Gli elementi del giudizio; III. I momenti del giudizio) e nove capitoli. I principi concettuali sviluppano le coordinate della riforma e i presupposti storici ed ecclesiologici per l'adeguata comprensione dell'istituto. Gli elementi del giudizio individuano la parte statica del processo più breve attraverso i classici fattori del giudice, delle parti e della domanda con le particolarità che caratterizzano l’adozione di questa forma (litisconsorzio dei coniugi, speditezza istruttoria ed evidenza della nullità). I momenti del giudizio, la c.d. parte dinamica, descrivono con una certa analiticità e puntualità lo svolgimento del processus brevior nelle sue principali fasi: introduttoria, istruttoria, decisoria e (eventualmente) impugnatoria. Mentre la prima parte è più teorica, la seconda e, soprattutto, la terza, senza per questo rinunciare a un certo profilo speculativo, sono più pratiche e didascaliche.
La riuscita della riforma processuale dipenderà più che dalla bontà dello strumento tecnico dalla formazione e applicazione degli addetti, i Vescovi in primis. Una particolare attenzione è stata prestata quindi agli aspetti formativi, epistemologici e deontologici del processo breviore. L'eterogeneità del possibili lettori ha suggerito inoltre una certa ampiezza e respiro nella trattazione dell'istituto (cumulando il profilo tecnico-specialistico con quello prontuaristico-esplicativo).
La Seconda edizione non costituisce solo un aggiornamento, ma un ampliamento e una rielaborazione critica del precedente testo. Al di la di alcune correzioni e affinamenti più minuti e dei necessari adeguamenti all’evoluzione normativa, la revisione e il dilatamento dell’opera comporta la modifica di diverse parti, l’aggiunta di alcuni paragrafi e l'integrazione dell'apparato critico.
Massimo del Pozzo è Professore Ordinario di Diritto costituzionale canonico della Pontificia Università della Santa Croce, nonché docente di Diritto processuale canonico e di Profili giuridici della liturgia della Chiesa.
Ha pubblicato recentemente:Il magistero di Benedetto XVI ai giuristi. Inquadramento, testi e commenti (2013); La giustizia nel culto. Profili giuridici della liturgia della Chiesa (2013); Introduzione alla scienza del diritto costituzionale canonico (2015); Lo statuto giuridico fondamentale del fedele (2018): I precetti generali della Chiesa. Significato giuridico e pastorale (2018): La dimensione costituzionale del governo ecclesiastico (2020). Ha curato e contribuito al volume Norme procedurali canoniche commentate (2013). Ha prodotto inoltre quasi un centinaio di articoli e contributi di carattere costituzionalistico, processualistico e giusliturgico. Nel settore processualistico si è interessato in particolare dell'ermeneutica del processo canonico, della deontologia giudiziaria e della riforma del MIDI, con particolare attenzione al processus brevior.
Il libro analizza i tratti essenziali della riforma del processo matrimoniale canonico realizzata da Papa Francesco con la lettera apostolica «Mitis Iudex Dominus Iesus».Partendo dai lavori del Sinodo dei vescovi e dai numerosi interventi del pontefice, l'analisi si concentra sulla disciplina canonica del processo matrimoniale più breve davanti al vescovo diocesano - nella quale si sostanzia una delle principali novità legislative - e sull'analisi dei riflessi concordatari.
Dalla metà del XII secolo, si delinearono in Italia due tendenze perfettamente convergenti nella volontà di perfezionare il sistema procedurale e di fondarlo sulle basi del processo romano, quella dei civilisti e quella dei canonisti, che diedero vita ad un rito nuovo e originale, nato dall'interazione tra giuristi, legislatori e giudici. Prese così corpo il processo romano-canonico: romano per la terminologia e per l'utilizzo dei concetti fondamentali attinti dalla compilazione giustinianea; canonico per le numerose e significative innovazioni introdotte dalla legislazione pontificia e dalla dottrina canonistica, oltre che per lo spirito di buona fede e di equità di cui venne ammantato dal diritto della Chiesa. Dall'Italia e dai suoi tribunali laici ed ecclesiastici il nuovo rito si diffonderà rapidamente in tutta Europa e, variamente declinato dai particolarismi locali, costituirà fino alla fine del Settecento il processo di diritto comune.