
Il consenso matrimoniale rientra a pieno titolo nella scienza canonistica. Come altre materie giuridiche, anche lo studio sul consenso che esprimono gli sposi cristiani si inquadra in uno scenario culturale in continua evoluzione.Introdotto da uno studio sul rapporto tra fede e dignità sacramentale del matrimonio nella società contemporanea, il volume rappresenta il completamento della precedente edizione dal titolo "Sul consenso matrimoniale canonico", illustrando i vizi del consenso matrimoniale: incapacità psichica della persona (can. 1095); errore sulla natura del matrimonio (can. 1096); errore di persona (can. 1097 § 1) e su una qualità della persona (can. 1097 § 2); dolo (can. 1098); errore sull'unità, l'indissolubilità o la dignità sacramentale del matrimonio (can. 1099); simulazione (can. 1101); condizione (can. 1102); violenza e timore grave (can. 1103). Curatori: Raffaele Santoro, Seconda Università degli Studi di Napoli Claudio Marras, Tribunale Ecclesiastico della Diocesi di Ales-Terralba. Autori: Antonio Fuccillo (Presentazione), Luigi Sabbarese (Introduzione), Giuseppina Alfano, Lucio D'Abbraccio, Pietro De Felice, Gennaro Fusco, Claudio Marras, Pierfrancesco Rina, Raffaele Santoro, Paolo Stefanì.
Il fatto che nasciamo “maschi” o “femmine” poco importa: conta ciò che “diveniamo”,e il divenire dipende dalla storia,dalla società,dalla cultura,ma anche dalla nostra attitudine psicologica,dagli impulsi e dalla volontà. Le teorie gender (dall'inglese “genere”) ritengono che debba essere l'individuo a scegliere a quale sesso appartenere a prescindere da come nasce,e scegliere se legarsi a un individuo di sesso opposto o dello stesso sesso.Si tratta di teorie che,elaborate a livello scientifico e filosofico,hanno implicazioni in ambito giuridico e politico,portando alla legittimazione del transessualismo e del transgender,ma anche alla equiparazione delle unioni eterosessuali e omosessuali. La parola “genere” è già entrata nel diritto positivo sostituendo la parola “sesso”: non è solo la scelta di un termine che suona più “raffinato”, ma è una scelta teorica ben precisa nella direzione della negazione della naturale differenza uomo/donna come fondamento antropologico dell’identità sessuale e della famiglia. Il libro è di grande attualità. L’argomento appartiene al campo giuridico e sociale,ma prima ancora al campo filosofico e antropologico.Anche la Chiesa è grandemente interessata al dibattito, avendo le sue ragioni da sostenere e naturalmente le verità rivelate da tutelare per il bene dei credenti!
AUTRICE Laura Palazzani è ordinario di Filosofia deldiritto presso la Facoltà di Giurisprudenza della Lumsa (Libera Università Maria SS. Assunta) di Roma,dove dirige il Centro di Studi Biogiuridici.Dal 2002 è componente del Comitato Nazionale per la Bioetica;dal 2007 è Vice Presidente.
Sin dall'introduzione nel can. 1055 § 1 accanto al bonum prolis, quale fine essenziale cui il matrimonio indole sua naturali è ordinato, notevole è stato lo sforzo dottrinale e giurisprudenziale per definire l'identità ed il contenuto del bonum coniugum, rispetto ai tradizionali beni agostiniani. Il volume intende offrire i profili generali, vale a dire l'unidualismo della relazione matrimoniale (P. A. Bonnet), il rapporto tra bonum coniugum e principio di parità (A. Sammassimo), la relazione tra bene dei coniugi e sessualità coniugale (F. Catozzella), le implicazioni in ottica civilistica (M. Miele). La seconda parte è dedicata alla incapacità al bonum coniugum, tema che viene affrontato nei profili antropologici (G. Versaldi), nella prospettiva psichiatrica (C. Barbieri), nei possibili rapporti con la simulazione e l'errore (V. A. Todisco). La terza parte è dedicata alla simulazione del consenso per esclusione del bene dei coniugi. Dopo l'analisi della relazione con le altre forme di esclusione (G. Bertolini), viene indagata la possibile incidenza dell'assenza di fede (A. D'Auria) e sono passati in rassegna i profili probatori (F. Heredia Esteban). Segue l'appendice giurisprudenziale in cui, dopo una nota previa (R. Borza), trovano posto ben otto inedite decisioni rotali. Conclude il volume un'ampia nota bibliografica (P. Lobiati).
Come è possibile, si chiedeva Paul Klee a proposito degli italiani, che una «marmaglia miserabile» sia stata l'artefice del Rinascimento? Ancora oggi l'Italia è piena di paradossi. Le regioni del Nord hanno un grado di sviluppo paragonabile a quello delle nazioni europee più avanzate, mentre il Mezzogiorno non riesce a stare al passo. Gli italiani, malgrado un'allarmante disaffezione nei confronti della politica, garantiscono sempre un'alta percentuale di votanti a ogni elezione. Pur vivendo una sostanziale «pace sociale», l'Italia è percorsa dalla paura. Contraddizioni che affondano le radici nella storia, e che nella perdurante crisi delle istituzioni sembrano trovare la linfa per perpetuarsi. Sabino Cassese scrive che sono proprio le istituzioni a dettare le regole del gioco, ed è dal loro stato di salute che dipende la corretta gestione della Repubblica, vale a dire il buongoverno. Il nostro attuale assetto istituzionale soffre di alcuni difetti - l'indebolimento dei partiti come organizzazioni sociali, il deperimento del Parlamento, il corto respiro della politica - che hanno rimodellato non solo l'architettura dello Stato, la sua amministrazione e la sua burocrazia, ma anche la politica, l'economia, il costume e la morale pubblica. Il Paese è attraversato da correnti populistiche e da pulsioni autoritarie, insofferente nei confronti delle élite, illuso dalla democrazia digitale, vittima di paure imposte più dalla narrazione dei fatti che dai fatti stessi, rancoroso e scoraggiato, intimorito dalla globalizzazione. Eppure - ricorda Cassese - alle ombre si accompagnano le luci: l'essere parte dell'Unione europea, il civismo e il volontariato sempre più diffusi, le innumerevoli iniziative sociali, la sensibilità nei riguardi delle comunità, l'attenzione - sia pure passiva - per la politica, la Costituzione con la sua ricchezza ancora inespressa. Contraddizioni di un Paese attraversato da un profondo malessere, ma che nei momenti più difficili ha trovato l'energia e la vitalità necessarie per aprirsi alla speranza.
L'Italia è piena di paradossi: il divario socio-economico tra Nord e Sud, la disaffezione dalla politica che contrasta con l'alto numero di votanti, una situazione di «pace sociale» percorsa da fremiti e paure... Contraddizioni che affondano le radici nella storia, e che nella perdurante crisi delle istituzioni sembrano trovare la linfa per perpetuarsi. Accanto alle ombre, però, ricorda Cassese, ci sono le luci, e il nostro Paese ha dimostrato di saper trovare la vitalità per aprirsi alla speranza.
I sistemi informatici di controllo remoto sono diventati indispensabili in qualsiasi tipologia di indagine: il progresso tecnicoscientifico e, purtroppo, il suo impiego per fini illeciti esigono una adeguata risposta da parte degli inquirenti che, per rimanere al passo con i tempi, si trovano a dover agire con strumenti idonei al mutato contesto sociale. Tale indefettibilità tecnico-operativa rende opportuno un approfondimento giuridico delle problematiche connesse all'utilizzabilità delle nuove tecnologie investigative, con specifico riferimento all'individuazione delle garanzie non superabili dalla tecnica: l'interprete è tenuto a verificare con rigore la compatibilità degli strumenti offerti dal progresso scientifico rispetto ai princìpi del processo penale, primo fra tutti la garanzia del diritto di difesa, inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Dopo un primo capitolo dedicato a precisare le capacità degli strumenti che la tecnica mette a disposizione dell'inquirente, si passano in rassegna i principali impieghi investigativi dei sistemi informatici di controllo remoto e si propone una classificazione di tali strumenti in rapporto ai beni giuridici che devono essere bilanciati con le esigenze di accertamento del fatto di reato, onde evidenziarne le problematiche giuridiche. In particolare, nella sezione prima del secondo capitolo si analizza il tema delle intercettazioni realizzate mediante captatore informatico alla luce della recente giurisprudenza di legittimità. La seconda sezione sarà dedicata alle c.d. perquisizioni on line, o perquisizioni da remoto, con particolare attenzione al tema della inutilizzabilità della prova atipica raccolta in spregio dei princìpi fondamentali desumibili dal sistema. La sezione terza tratta i profili problematici, ossia le videoriprese investigative e, più in generale, la c.d. on line surveillance effettuata mediante captatore informatico e si chiude con l'analisi di uno dei temi fondamentali che riguardano l'impiego del c.d. virus di Stato, ossia la natura transnazionale della prova informatica. Il terzo capitolo è una finestra aperta sulle esperienze di altri paesi già impegnati su questo tema, quali Germania, Francia, Spagna e Inghilterra. L'opera si chiude con un'analisi de iure condendo, e cioè con la formulazione di un progetto alternativo al disegno di legge in discussione in Parlamento.
L'ordine costituzionale non può avere padroni. È pertanto in pericolo ogni volta che qualcuno pretenda di appropriarsene. Uno storico del costituzionalismo indica con chiarezza le basi costituzionali su cui si fonda la nostra democrazia.
Atti del Convegno di Studio tenutosi nel XX anniversario della promulgazione del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, Sala S. Pio X, Roma, 8-9 ottobre 2010.
"Ha visto alfine la luce, dopo un tormentoso e tormentato iter parlamentare, la legge di riforma della responsabilità sanitaria. Parto non poco sofferto, dietro i cui significanti, rappresentati da ciascuna delle disposizioni approvate in seconda lettura alla Camera, pare celarsi un chiaro significato, che tutto permea di sé la silenziosa filosofia dell'intera riforma: l'Impero del Lebendesrecht (di forma e di sostanza) giurisprudenziale volge al tramonto, s'annuncia l'avvento della Repubblica della Norma positiva (né altro senso potrebbe attribuirsi a quel buffo calembour previsto, in guisa di singolare 'norma di chiusura', dal comma 5 dell'art. 7, malcelato presagio d'un'oscura minaccia: «le disposizioni del presente articolo costituiscono norme imperative ai sensi del codice civile») (sic !). Una novella i cui echi paternamente consolatori della spaurita classe medica risuonano nel cuore pulsante dell'art. 7, atteso e agognato rimedio allo sguardo di Medusa della 'medicina difensiva', definitivo ritorno ad un salutare doppio binario di responsabilità (con cui parrebbe coniugarsi l'alta velocità del rito sommario), sperabile contenimento dei costi assicurativi, auspicato ridimensionamento dei temutissimi risarcimenti 'non patrimoniali', stretti nella camicia di Nesso di numeri e tabelle. Ecco un primo libro approfondito di analisi sia sistematica sia pratica, curato dal prof. Claudio Consolo di Roma, nato nello Istituto giuridico della Sapienza." (dalla prefazione di Giacomo Travaglino).