
Il Coronavirus è entrato nelle nostre vite in modo silenzioso ma cambiandole, un passo alla volta, in poco tempo, costringendoci a rallentare ogni attività e alla fine a fermarci. Ma questa emergenza è anche una grande occasione per ripensare al nostro vivere per percepire che qualcosa, o forse molto, non funzionava, per scoprire che un virus poteva contenere una grande lezione di vita. Questo libro nasce con lo scopo di mettere a frutto le opportunità che ogni crisi porta con sé: Sella propone 30 azioni che tutti possono compiere, prassi nuove che erano già vissute da una minoranza a livello virtuale, ma che il virus ha fatto percepire come importanti, necessarie e urgenti. Il cambiamento naturalmente non avviene dalla sera alla mattina, ma passo dopo passo è possibile arrivare a una nuova vita e generare il ben vivere per tutti gli esseri viventi.
Quali sono gli stili di vita che possono influire sui cambiamenti strutturali resi ormai necessari dal rapido evolversi della nostra società? L'Autore prende in considerazione una giornata intera, dalle prime ore del mattino fino alla sera, scandendone i vari momenti con i comportamenti più sani e adatti a migliorare la qualità della vita a tutti i livelli. La prima azione quotidiana per molti, per esempio, cioè lavarsi il viso, permette di riflettere su un uso consapevole dell'acqua, senza sprecarla o inquinarla; prendere un caffè a colazione ci fa pensare che il commercio equo e solidale attua scelte sociali diverse da quelle delle multinazionali; e così via fino alle ultime ore della giornata, passando attraverso il recupero delle relazioni umane, la scelta di una mobilità sostenibile, di un'alimentazione corretta, di un impegno sociale e politico che combatta la cultura del tornaconto, per finire con momenti di silenzio e riposo, di lettura e di una informazione che consenta di avere una visione critica della realtà.
Oggi ci troviamo di fronte a un bivio, dove tutti siamo costretti a scegliere per il nostro futuro e per quello dell'umanità. La scelta è tra una società aperta o una chiusa. Una società aperta prevede l'incontro tra i popoli, l'interscambio di culture e di religioni, di condivisione di usi e costumi, di comunione di pensieri e di conoscenza. Adriano Sella parte da questa convinzione per sviluppare il suo decalogo che ha l'obiettivo di mettere in pratica una giustizia preventiva e una solidarietà intelligente. Un cambiamento è possibile, sostiene Sella, solo se ci si impegna nel quotidiano mediante azioni possibili a tutti e a chilometro zero, a tre livelli: personale, comunitario e istituzionale che l'autore spiega dettagliatamente nel suo Vademecum - prezioso per capire nella pratica come ciascuno può contribuire a superare un problema che è di tutti - stilato da chi in prima persona ha potuto e saputo confrontarsi con culture diverse e condizioni di vita estreme. Prefazione di Dentico Nicoletta e postfazione di Albanese Giulio.
Propone sette atteggiamenti improntati al rispetto reciproco, alla stima, alla fraternità, alla misericordia, per migliorare le relazioni umane, per essere felici e rendere felici gli altri. L’Autore, un sacerdote con una
lunga esperieza missionaria, fa eco all’invito di papa Francesco a vivere la misericordia. Non occorre fare azioni eclatanti, ma piccoli gesti quotidiani, come offrire un sorriso a chi è triste, stringere la mano a chi si sente rifiutato, dedicare parte del proprio tempo a chi è solo, mettere pace dove c’è discordia, perdonare e amare anche chi non ci ama...
In sostanza, impegnarsi a vivere le opere di misericordia per contribuire a creare una mondo migliore.
Padre Adriano Sella, da tempo impegnato nel sociale, dirige la Rete interdiocesana «Nuovi Stili di vita»; vincitore del «Premio alla vita 2013». • Relazioni umane. Ha lavorato molti anni in Amazzonia, è stato coordinatore della Commissione Giustizia e Pace e dell’organismo che si occupa della pastorale sociale all’interno della Conferenza Episcopale dell’area ecclesiale Nord II del Brasile. Dal 2003 vive e lavora in Italia nella promozione dei nuovi stili di vita. A Vicenza ha promosso il movimento “Gocce di Giustizia” e altre realtà che hanno l’obiettivo di contribuire a formare una società più umana e più giusta. Attualmente è inserito nella diocesi di Padova: coordina la Commissione diocesana della Pastorale Sociale e del Lavoro. Tiene corsi e conferenze su temi sociali. È autore di vari libri e articoli. Con le Paoline ha pubblicato nel 2015: Nuovi stili di vita, otto consigli per cambiare rotta.
L'impegno per la cura del creato è essenziale per l'umanità di oggi? Riguarda solo i singoli o anche la società, la politica, le istituzioni? Davvero papa Francesco insegna che i nuovi stili di vita hanno la forza di cambiare il mondo? P. Adriano Sella, missionario del creato, rileggendo l'enciclica Laudato si' risponde "sì" a tutte e tre le domande, e ci guida dalla denuncia all'azione per cambiare le cose. Perché il creato non può darci una seconda occasione.
I nuovi stili di vita stanno diventando sempre più gli strumenti che la gente comune ha nelle proprie mani per poter cambiare la vita quotidiana e anche per poter influire sui cambiamenti strutturali che necessitano delle scelte dei responsabili della realtà politica, sociale ed economica. I nuovi stili di vita vogliono far emergere il potenziale che ha la gente comune di poter cambiare la vita feriale mediante azioni e scelte quotidiane, partendo da un livello personale per passare poi a uno comunitario fino a raggiungere i vertici del sistema socio-economico e politico, con lo scopo di giungere a mutazioni strutturali globali. I nuovi stili di vita sono dunque: "azioni quotidiane, possibili a tutti, che generano un nuovo modo di impostare la vita giornaliera;" pratiche nuove di vita quotidiana che rendono concreto il sogno di un altra vita possibile;" strumenti popolari per poter cambiare la realtà, e azioni che possano influire sui cambiamenti strutturali a livello locale ed anche mondiale.
Otto proposte per una vita più semplice e più felice sul modello delle 8 beatitudini evangeliche. L'autore, missionario impegnato nel sociale, invita ad assumere l'impegno dei nuovi stili di vita lavorando sul positivo, facendo leva sul bene che ciascuno può fare ogni giorno, a km 0.
Sobrietà, rispetto dell'ambiente, ritmi più lenti, relazioni più umane? Verso questi "nuovi stili di vita" molti credenti e non credenti camminano assieme da tempo. Ma, per un cristiano, questa può essere anche una scelta di fede? Certamente, risponde l'autoore. È l'ora di passare dal "primato della morale" al "primato della fede". Di attrezzarsi con una spiritualità che attinge a fonti bibliche ed ecclesiali, ma anche "trasversale, ossia di tutti, anche degli atei". Prefazione di Rosanna Virgili.
È molto facile fare assistenzialismo perché non richiede nessun impegno di cambiamento delle nostre abitudini. Ci si mette la coscienza a posto perché si è dato qualcosa in forma di denaro o di aiuti, mentre tutto continua come prima con stili di vita che inquinano l’ambiente, che generano un consumismo spietato, che svuotano la vita di relazioni umane, che trattano le persone come esseri pericolosi da allontanare e discriminare.
Dobbiamo proclamare con forza e senza indugio che i nuovi stili di vita sono figli della giustizia e non vanno a braccetto con l'assistenzialismo.
Oggi la parola chiave è cambiare, non più assistere. È cambiando che ci ritroviamo tutti sullo stesso cammino, fianco a fianco e passo dopo passo, per costruire finalmente un mondo dove tutti possano ritrovarsi alla stessa mensa della vita, con la responsabilità di garantire a ciascuno ciò che gli spetta di diritto, ciò di cui ha bisogno per un'esistenza dignitosa.
Diffondiamo allora questo "virus" dei nuovi stili di vita, per contagiare tutti nell'impegno a cambiare tenori di vita, pratiche e scelte quotidiane fino a quando la pace e la giustizia si baceranno.
Questo cambiamento è già cominciato, e sono tanti coloro che si impegnano generosamente per farlo crescere sempre più.
Gli autori
Sella Adriano, missionario sacerdote della diocesi di Padova dal 2006. In precedenza è stato missionario in Brasile, dove ha coordinato la Commissione Giustizia e Pace e le Pastorali sociali della Conferenza episcopale della Regione Nord del Brasile. Ha messo a profitto la sua licenza in Teologia morale dedicandosi, in istituti teologici dell'Amazzonia, all'insegnamento dell'Etica teologica, specialmente sul versante sociale. In Italia ha promosso la creazione del movimento Gocce di Giustizia e di altre realtà analoghe a Vicenza. Da Padova coordina la Commissione diocesana Nuovi stili di vita e la Rete interdiocesana Nuovi stili di vita. Nella sua diocesi è altresì responsabile della Cappellania del lavoro.
Scherrer Daniela, giornalista professionista, ha conseguito la laurea in Scienze politiche presso l'Università di Pavia. Lavora dal 1993 nella redazione del settimanale diocesano di Pavia "Il Ticino" e collabora con il quotidiano "Avvenire". Al suo attivo ha cinque pubblicazioni, tutte scritte con finalità benefiche.