
La riflessione sul problema del tempo è uno dei temi fondamentali della tradizione filosofica occidentale. Ma gli ultimi due secoli - l’Ottocento e il Novecento - ne hanno visto una profonda trasformazione. Gli sviluppi dell’indagine scientifica si sono intrecciati con la maturazione di una inedita concezione della soggettività e della coscienza. Sono state riprese e affrontate con nuovi occhi questioni antichissime, in primo luogo quella già posta da sant’Agostino («Cos’è davvero il tempo? Lo so, ma non lo so spiegare »). Ci si è interrogati sui modi in cui il tempo viene vissuto, misurato, narrato, condiviso. È così apparso con sempre maggior chiarezza che il tempo è la realtà dello stesso nostro esistere, che il tempo - come scrive Borges - «è la sostanza di cui sono fatto». Per questo, del tempo, parliamo sempre come di un divenire, di un fluire. Un divenire, un fluire apparso non di rado come una successione di istanti. Istanti in cui fermare il tempo, arrestarlo nell’attimo «così bello» del Faust, riuscire in un’impresa che però, di fronte ai nuovi saperi scientifici, appare destinata a ridursi in speranza, a rivelarsi un’illusione. L’istante non esiste. E, se esiste, forse altro non può essere che l’eternità. Partendo da Hegel e Schelling per arrivare a Bergson, Russell, Heidegger e senza dimenticare i grandi «narratori del tempo» come Proust e Joyce, Stefano Poggi racconta gli episodi di una storia che non ci è presente in tutta la sua decisiva importanza perché è spesso sotterranea, ma che ha inciso nel profondo sulla nostra stessa identità di uomini moderni.
I grandi narratori sono stati in grado di darci dell’io una rappresentazione di straordinaria efficacia, che aiuta a comprendere meglio quel che al riguardo hanno faticosamente voluto dire i filosofi.
E questo accade perché spesso sono stati proprio i grandi scrittori, in particolare Wolfgang Goethe, Jean-Jacques Rousseau, Henry James e Marcel Proust, ad anticipare quanto circa i confini di quell’io è stato messo in evidenza dall’altro rivale della riflessione filosofica: l’indagine scientifica.
Stefano Poggi insegna Storia della filosofia all’Università di Firenze. Nelle nostre edizioni ha pubblicato La vera storia della Regina di Biancaneve (2007) e curato, con M. Bettetini, I viaggi dei filosofi (2010).
Nel duomo di Naumburg, nella Germania centro-orientale, la statua medioevale di Uta di Ballenstein affascina da secoli i visitatori. Il passaparola tra chi rimane colpito dalla sua altera bellezza già vi aveva ravvisato l'archetipo di uno dei cattivi cinematografici del Novecento: la regina di Biancaneve e i Sette Nani. Era un passaparola ben fondato: molti indizi confermano che proprio Uta di Naumburg è il modello della crudele matrigna di Biancaneve. Questo libro singolare rivela come e perché ciò sia accaduto. Il racconto della trasformazione di Uta in Grimilde diviene così una vera e propria spy story tra Germania e Stati Uniti negli anni che precedono la seconda guerra mondiale: ne sono protagonisti non solo Walt Disney e i suoi collaboratori ma anche Marlene Dietrich, Leni Riefenstahl e il Dottor Gobbels.
È tradizione chiamare moderna l'età della filosofia che si apre con Bacone e Cartesio e si chiude con Kant e Hegel. Due secoli appena, in cui molte partite vengono giocate e in cui si scontrano e riequilibrano tendenze diverse, se non opposte, dando luogo a un campo di forze ove si delineano mutamenti concettuali decisivi per l'intera cultura dell'Occidente. Questo volume mira a gettare nuova luce su quel nodo di problemi, conducendo il lettore a ridefinire in modo più ricco e comprensivo gli stessi confini temporali della modernità. Si prendono le mosse dalle Disputationes di Francisco Suárez per giungere alle Memorie del sottosuolo di Fédor Dostoevskij, passando per i testi straordinari di Bruno, Galilei, Newton, Leibniz, Hume, Voltaire e Marx (per citarne solo alcuni) e penetrando nei più svariati campi del sapere, dalla metafisica alla filosofia naturale, dall'etica alla politica. Uno sguardo ai pensatori e alle idee che hanno plasmato la razionalità moderna e l'hanno consegnata alla posterità.

