La famiglia è il primo luogo di crescita umana e spirituale. Attraverso azioni quotidiane si possono sperimentare semplici "riti familiari" che lasciano tracce indelebili nel vissuto esistenziale e di fede, soprattutto dei bambini. Sono quegli appuntamenti ripetuti e fedeli in cui si intrecciano gesti, parole e sguardi, di cui è piena la vita familiare, un modo particolare di stare a tavola, di raccontarsi, di augurare la buona notte, di dirsi "grazie" e "scusa", oppure la preparazione del presepe e della ricorrenza dell'onomastico aiutano a far crescere la spiritualità e l'amicizia con Gesù. Il testo propone alcuni semplici ritualità da vivere nella propria "chiesa domestica".
Qual è il modo migliore oggi per avviare un percorso catechistico? È meglio partire dalla Parola di Dio o dalla vita quotidiana? La tensione tra una dinamica più kerigmatica-biblica ed un'attenzione più antropologico-esperienziale resta alla base di ogni percorso catechistico ed è la sfida che attende ogni catechista. L'evoluzione dell'attuale cultura con le sue trasformazioni dell'umano sollecita un ripensamento del nodo kerigmatico-esperienziale alla luce della questione più radicale del «primo annuncio» nel contesto pastorale contemporaneo. La presente pubblicazione raccoglie i contributi presentati al Convegno della Scuola di Teologia del Seminario di Bergamo (21-23 marzo 2019). Come punto di osservazione privilegiato è scelto il mondo dei preadolescenti ed adolescenti, ossia il pianeta che per certi aspetti sembra oggi esser il più lontano e difficile da raggiungere in vista di un percorso di fede.