
Il tema scelto per questo Rapporto è di grande attualità e risponde alle domande: perché possiamo ancora parlare di una «famiglia» che mantiene delle differenze con altre forme sociali che pretendono di chiamarsi famiglia o quanto meno di avere gli stessi trattamenti? Ecco nel dettaglio gli interventi e gli autori: La famiglia tra passato e futuro: la sfida del ri-conoscimento, di Pierpaolo Donati; I. Riconoscere la famiglia attraverso il suo valore aggiunto, di Pierpaolo. Donati; II. I valori della famiglia in Italia ed in Europa tra continuità e cambiamento, di Gabriele Pollini; III. Famiglie al confine tra familiare e comunitario, di Giovanna Rossi e Donatella Bramanti; IV. Identità della famiglia migrante e diversità culturale, di Eugenia Scabini e Vittorio Cigoli; V. Metamorfosi della famiglia contemporanea e psicopatologia: l’osservazione clinica, di Franco Poterzio; VI. Famiglia e felicità: un’analisi del rapporto tra condizioni, valori, relazioni familiari e benessere individuale, di Luigino Bruni e Luca Stanca; VII. Il valore aggiunto dei processi di istituzionalizzazione della famiglia rispetto alla sua privatizzazione, di Andrea Bettetini; VIII. Che cosa significa «riconoscere» la famiglia dal punto di vista giuridico, di Francesco D’Agostino e Fabio Macioce; IX. Una riflessione sul valore aggiunto della famiglia in prospettiva storica, di Lucetta Scaraffia; Conclusioni: Riconoscimento come responsabilità della famiglia e verso la famiglia, di Pierpaolo Donati; Allegato statistico, a cura del Centro Documentazione del Cisf
Gli autori sono tutti illustri esperti nella loro materia di competenza, in qualità di docenti universitari e ricercatori. Molti di questi autori hanno già lavorato ai precedenti rapporti (G. Rossi, E. Scabini, V. Cigoli), gli altri invece collaborano per la prima volta.
Il curatore del Rapporto è Pierpaolo Donati, Professore ordinario di Sociologia della famiglia all’Università di Bologna e curatore di tutti i precedenti Rapporti Cisf.
Leggere le tracce e guardare lontano. Con questo spirito l'Associazione Italiana Guide e Scouts d'Europa Cattolici ha voluto celebrare quest'anno il Centenario dello Scautismo, uno spirito che lega profondamente al fondatore Baden-Powell, ma che invita soprattutto a guardare al futuro, ai ragazzi e ai giovani. Con questo stesso spirito è nato anche questo libro come spunto di riflessione per un'analisi della Fraternità scout, a partire dal pensiero di B.-P. per giungere alla situazione attuale nello scenario europeo, italiano e più in particolare all'interno dello Scautismo cattolico in Italia. Il quadro che ne emerge, grazie all'eterogeneità e alla varietà dei temi trattati dai singoli autori, è ampio e articolato, certamente non privo di luci e ombre. Su una cosa si è tutti d'accordo: occorre guardare lontano, e se serve - come ci ricorda sempre B.-P. - ancora più lontano per identificare la strada futura, strada che nello Scautismo va percorsa con l'attenzione a chi ci sta a fianco, con l'ascolto reciproco, con il coraggio di fare sempre del nostro meglio.
Un nodo biblico-teologico cruciale, all'incrocio di una preziosa sensibilità attuale, è il tema di questo volume che edita gli Atti di un Seminario sulla teologia della Bibbia svoltosi nel 2006 presso la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale di Milano, dedicato a mons. G. Segalla per il suo emeritato. Esso trae spunto sinergico dal plesso tra memoria-identità-scrittura, attualmente oggetto di multidisciplinare interesse, per dare alla memoria biblica modelli di maggior respiro rispetto a quello storicistico più corrivo. Ecco allora il contributo filosofico di S. Petrosino (Memoria, esperienza e scrittura. Rivisitando Platone e J. Derrida), seguito da quelli biblico-teologici di G. Borgonovo (A partire da Deuteronomio. Il canone scritturistico come medium tra evento originario e progettazione di identità) e di G. Segalla (Il Quarto vangelo: memoria scrittura testimoniale, fondata e fondante), che qualificano la scrittura di questi due libri canonicamente tanto affini nei termini di una "memoria simbolica" (Dt), e di una "memoria semeiotica" (Gv).
Perché parlare di "piccolezza" quando l'obiettivo di ciascuno di noi è diventare persona adulta, autonoma e autosufficiente? Forse per lo stupore poetico, la profonda commozione e l'empatico sgomento, di leopardiana memoria, che proviamo di fronte all'infinito percepito quale "interinato / spazio di là da quella". Ma i titanici sforzi in campo tecnologico, o al contrario, il nichilismo sempre riproposto ci fanno ancora sentire sprofondati nel mistero dell'universo? Eppure sì, essere piccolo-essere grande sono gli estremi entro i quali sempre si muove la persona umana. Qui si offrono alcune tracce in vista di un sapere che, oggi, possa farci compiere l'attraversamento interiore del nostro essere così da avvertire che siamo debole "canna sbattuta dal vento". Se debole, l'essere umano è piccolo. Ma nella sua piccolezza è grande perché sa di essere debole: proprio in questo sapere, che è pensare, sta la sua grandezza. La via della piccolezza è itinerario che, aprendosi al mistero della vita, si sporge sul mistero di Dio che ne è la fonte, l'abisso di luce. Per afferrare, anche se per chiaroscuri, chi siamo e come entriamo in relazione con Colui che entra nella storia, con noi nella casa dell'umanità e si fa bambino, piccolo.
Il tema della fecondazione artificiale è, da anni, argomento di scontro tra ideologie contrastanti alla ricerca di un dialogo, spesso impossibile. La tentazione del compromesso può essere anche mettere quasi tutti d'accordo, ma mette il bavaglio alla verità. La legge 40/2004 ne è clamoroso esempio e l'opinione pubblica è sviata da una visione corretta del problema. Il desiderio di un figlio è legittimo ed è senza dubbio una delle aspirazioni più nobili dell'uomo, ma nessuno sa quanto sia alto il prezzo in termini psicologici, fisici, economici. Questo libro intende dare un'informazione completa attraverso il contributo di autori competenti di altissimo livello in campo scientifico, giuridico, etico-religioso, filosofico e culturale.
Un cardinale, un vescovo, un monaco, un religioso, una consacrata, una suora di clausura, alcuni presbiteri propongono riflessioni ed esperienze che aiutano ad affrontare le complesse sfide della vita e della vocazione personale. Voci diverse e insieme complementari, talvolta venate di tratti autobiografici, offrono una meditata testimonianza sull’importanza e la fruttuosità del riconoscere e valorizzare le stagioni della propria e altrui debolezza. Un testo, campione di vendite, che è già un classico nella formazione permanente di cristiani ordinati, consacrati e religiosi. Tra gli autori: René Voillaume, Renato Corti, Carlo Maria Martini, Luciano Manicardi, Sergio Stevan.
C'è un mestiere del quale spesso si parla ma di cui in realtà si sa pochissimo. Il mestiere del poliziotto, il cosiddetto "sbirro". Rispettati, detestati, temuti ma mai realmente conosciuti, gli sbirri sono persone che hanno fatto una scelta lavorativa e di vita netta, carica di implicazioni, socialmente rilevante, che può tradursi in grandi soddisfazioni ma, in molti casi, è motivo di fraintendimenti e di frustrazioni. Per restituire visibilità e senso a un'esperienza troppo spesso trascurata, dei giornalisti diversamente impegnati in prima linea nell'indagine della realtà hanno raccontato ognuno la storia, umana e quotidiana, di un poliziotto (e di una poliziotta) di oggi tra rischi, difficoltà, speranze, sogni. Spaziando dall'antiterrorismo all'antimafia, dalla scientifica alla Digos, dalla criminalità organizzata all'ordine pubblico e agli stadi, un grande affresco a più voci di un mondo complesso e contraddittorio.
II volume, pubblicato dall'ICAS nel 1946, con contributi, fra gli altri, dei Card. Dalla Costa, di Fanfani, Gonelta, Mons. Lanza, La Pira, Tosato, rappresentò un punto di riferimento importante per i cattolici eletti alla Costituente. Molti contenuti enunciati in queste pagine sono poi rifluiti nella Costituzione. Il testo viene riprodotto, nella sua struttura essenziale, nel Centenario delle Settimane Sociali.