
Sinopsis: Se recoge en este volumen una selección de Actas de los mártires redactadas en África que, desde el punto de vista histórico, abarcan desde el año 180 hasta el 304, en que se emanan los cuatro edictos de Diocleciano que marcarán el fin de las persecuciones.
La elección ha sido principalmente geográfica, por lo que se encuentran escritos de diferentes épocas y tendencias doctrinales, incluyéndose también algunas actas que han sufrido reelaboraciones donatistas.
La selección, por tanto, incluye la Passio Marcelli y la Passio Felicis.
La literatura latina cristiana nació en África, puesto que allí se hicieron las primeras versiones latinas de la Biblia; allí surgieron, de la mano de Tertuliano, los primeros tratados teológicos en la lengua de Roma; y allí se escribieron, antes del final del segundo siglo, los primeros documentos martiriales en latín: las Actas de los mártires escilitanos.
Es lógico, por tanto, emplear el criterio geográfico en una selección como ésta.
El martirio, concebido como testimonio cruento en favor de la fe, representa, en todas las actas, la forma suprema de perfección cristiana, el modo más sublime de imitación de Jesucristo.
Esta concepción es el resultado de un lento progreso en el que se unen testimonio del Evangelio y muerte cruenta.
Antes de esta fusión, el testimonio por Cristo ya había asumido con san Pablo un carácter de participación en los sufrimientos y pasión del Redentor, y en los escritos joánicos la muerte de Cristo está en íntima relación con el testimonio que ha venido a dar al mundo.
Este testimonio es una prerrogativa de la comunidad porque es la misma existencia de la comunidad la que desencadena la persecución.
La Passio Perpetuae constituye la obra maestra de la literatura hagiográfica, por su patetismo y amplitud de miras, la obra más bella y original de toda la literatura cristiana de los primeros siglos, el arquetipo de todas las demás obras de este género.
La influencia de esta passio en las posteriores es un hecho claro que habla del gran valor que se ha dado siempre a esta obra.
RELIGIONE BIBLICA E RELIGIONE STORICA DELL'ANTICO ISRAELE: UN MONOPOLIO INTERPRETATIVO NELLA CONTINUITÀ CULTURALE
Atti del XV Convegno di Studi Veterotestamentari (Fara Sabina, 10-12 Settembre 2007)
Se il Novecento è stato il secolo dei grandi movimenti dei lavoratori, a cui si accompagnavano grandi narrazioni collettive, questi nostri piccoli anni zero ci mostrano un paesaggio completamente mutato. Mille "lavoretti" atipici hanno trasformato dall'interno le nostre esistenze in forme di vita singolari, surreali, tragicomiche o soltanto tragiche, fantastiche, incredibili comunque difficili da comprendere e rappresentare, e quindi spesso sconosciute e inedite. Da questo vissuto nascono le motivazioni che hanno spinto un gruppo molto ampio di giovani scrittori a creare "Sono come tu mi vuoi", un'antologia per raccontare il presente in cui viviamo - immobile, come eternamente congelato - attraverso le sue "storie di lavoro". Storie mai semplici, mai assimilabili l'una all'altra, mai consolatorie. Questo libro è il racconto di quelle storie e del quadro emozionale di un'Italia frammentata, tra desideri di normalità, frustrazioni per un presente depresso, rabbia e sconcerto. "A fine lettura - dice Carola Susani - "Sono come tu mi vuoi" si scopre manifesto. II manifesto di una generazione incapace di manifesti, che non sa neanche alzare la voce perché teme il ridicolo, che già si aspetta i colpi dall'inizio e si rifiuta perciò di darsi peso. Eppure che vede nelle pieghe, tra la vita quotidiana e il lavoro, tra i sentimenti e la necessità che preme, dove ci siamo ritirati.
Il volume XIV dei Decreti della Sacra Rota Romana relativi all'anno 1996.
Attraverso le parole di diciannove racconti d'amore questa antologia regala a ogni lettore le storie più esclusive e segrete dedicate al sentimento amoroso, con l'intenzione chiara di lasciare da parte le delusioni, le sofferenze, le tribolazioni che possono offuscarlo. E dunque in compagnia di Mark Twain e Gabriele D'Annunzio, Hermann Hesse e Henry James, Edith Wharton e Katherine Mansfield, Alice Munro e altri ancora. "Ho capito che ti amo" vuole offrire al lettore un mosaico di ardori e di passioni vere, di sentimenti puri e di amori a lieto fine. Perché nella vita tutto può succedere: persino di essere felici.
Perché il credente prova un continuo imbarazzo nel far sentire la propria voce? Perché è sempre più difficile ricordare l’insegnamento della Redemptor hominis:l’uomo non può capire se stesso senza Cristo? Il volume affronta questo problema attraverso varie prospettive (il significato della speranza, il problema della laicità e della sacralità del diritto, la bioetica, il rapporto tra relativismo e democrazia,l’idea di laicità nelle sacre Scritture): tutte in qualche modo legate dal sommesso invito a riscoprire il ruolo “impoliticamente politico” dei profeti. La loro voce arrivava inattesa, non richiesta,invadente a turbare la coscienza del mondo.I profeti non rivendicano un ruolo politico,non intendono alterare i rapporti di potere:chiamano alla conversione, parlano al cuore e, intanto, colpiscono il cuore di ogni forma di sopraffazione e di oppressione.
AUTORI
Salvatore Amato è professore di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania e membro del Comitato Nazionale per la Bioetica.
Dionisio Candido,presbitero della Chiesa di Siracusa.Insegna Sacra Scrittura presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio” di Siracusa e presso lo Studio Teologico “San Paolo” di Catania.
Elio Cappuccioè docente di Filosofia nei Licei e Presidente del Collegio Siciliano di Filosofia.
Giuseppe Costanzo,consacrato vescovo nel 1976 e nominato ausiliare di Acireale,è stato Assistente generale dell'Azione Cattolica Italiana (1978-1982) e vescovo di Nola (1982-1989).Infine,è stato Arcivescovo di Siracusa dal 1990 al 2008.
Francesco D’agostinoè professore di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma Tor Vergata,Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani,Presidente Onorario del Comitato Nazionale per la Bioetica.
Giovanni Di Rosaè professore di Diritto privato nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania e componente non togato per il triennio 2008-2011 del Consiglio Giudiziario presso la Corte d’Appello di Catania.