
Nel suo primo libro, Marco Bianchi, ricercatore molecolare impegnato da anni sul fronte della lotta al cancro e appassionato di cucina, ci ha spiegato quali sono gli alimenti e i gruppi di alimenti grazie ai quali «mangiare bene» equivale a «mangiare sano»: I Magnifici 20, ricchi di virtù e protagonisti di una cucina buona in tutti i sensi e per tutti i sensi.
In questo secondo Bianchi ci offre un vero e proprio ricettario, con oltre duecento esempi di piatti «che si prendono cura di noi», soddisfacendo le richieste di chi ha già provato tutte le ricette dei Magnifici 20 e ne vuole ancora, ma anche coloro che si accostano per la prima volta, forse con occhio più rigorosamente gastronomico, a questo modo di concepire i piaceri della tavola. Possiamo allora adoperare Le ricette dei Magnifici 20 come il più classico dei libri di cucina, scegliendo tra veloci piatti unici, sfiziosi antipasti, ricche insalate, tutti i tipi di pasta, zuppe, secondi e dolci da leccarsi i baffi; scoprire quanto è facile riunire con successo nello stesso piatto i vecchi, cari sapori con i quali siamo cresciuti e gli ingredienti nuovi che ci capita di assaggiare nei ristoranti etnici. Possiamo anche consultarlo con occhio «scientifico», trovando nelle ricchissime appendici del libro una guida, ricetta per ricetta, agli ingredienti salutari – vitamine, microalimenti e sostanze chimiche.
Marco Bianchi è nato a Milano nel 1978 e fin da bambino ha coltivato due grandi passioni, crescendo tra microscopi e fornelli; a nove anni ha prodotto la sua prima pasta al forno ai quattro (forse anche cinque o sei) formaggi. Si è diplomato Tecnico in Ricerca Biochimica e ha studiato Monitoraggio delle trasformazioni alimentari, e ora lavora presso la Fondazione IFOM – Istituto FIRC (Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) di Oncologia Molecolare di Milano, centro di ricerca d'eccellenza a livello internazionale. All'attività scientifica affianca quella didattica, di formazione, informazione e divulgazione presso le scuole ed enti privati e pubblici.
Ritenuto il più autorevole libro italiano di cucina e considerato da tempo un classico regalo di nozze, "Il Cucchiaio d'Argento" offre una vasta rassegna di ricette al passo con i tempi e una serie di capitoli sugli argomenti più attuali dell'alimentazione. Uscito per la prima volta nel 1950, deve il successo a una formula che, basata sulla semplicità, ha reso le ricette facili da consultare e da realizzare.
Il cibo è sempre più la chiave d’accesso al vero cuore di una città. Nella cucina c’è la storia, la geografi a, il gusto e più in generale l’identità di un’intera comunità. Per quanto riguarda Roma, già Livio Jannattoni, Ada Boni e Aldo Fabrizi hanno pubblicato i ricettari defi nitivi, quelli con le vere ricette della tradizione romana: l’abbacchio, la coda alla vaccinara, i carciofi , la gricia e altre leccornie. Ilaria Beltramme con Magna Roma recupera in modo molto rispettoso questo patrimonio culinario, aggiungendo due elementi molto importanti: il primo è la sostituzione degli ingredienti che nel frattempo sono scomparsi dai supermercati; il secondo è svelare curiosità e aneddoti legati alle singole ricette. Anche l’appendice è molto gustosa perché contiene appunti sull’alimentazione ai tempi di Roma antica, notizie sui menu dei Conclavi, i giochi da osteria e la vera storia della “società dei magnaccioni”. Un mix di sapori e cultura romana davvero prelibato.
"La cucina l'ho vissuta da sempre. L'ho respirata, amata, abitata per tutti gli anni della mia infanzia..." e così, fin dalla tenera età di sei anni, Anna Moroni è a suo agio ai fornelli, dove prepara le ricette umbre che le insegna la "zia adottiva" Costantina, ma anche tra i banchi del mercato Trionfale di Roma, dove la mamma la manda a fare la spesa. Anna racconta una storia ricchissima di incontri con grandi chef e di ricette apprese dalle persone più comuni, dove è sempre presente la sua "benzina": l'amore per la famiglia. Nella sua cucina si ritrovano i sapori della tradizione e ingredienti genuini. Prendendo spunto dalle ricette regionali, Anna ha creato i piatti raccolti in questo libro illustrato, affinché tutti possano condividerli con le persone care, come fa lei ogni giorno. Oltre alle basi dell'arte culinaria, spiegate passo per passo, e ai suoi consigli, il libro offre delle "chicche" speciali: dai "classici di Anna" - come i Supplì alla romana o le Dita degli Apostoli ai piatti preferiti dai suoi nipoti, tra cui la Pavlova dolce della Nuova Zelanda e le Focaccine fiore. Il tutto condito con tantissimo entusiasmo, ingrediente che Anna Moroni regala ai suoi lettori
Una raccolta manoscritta di ricette di cucina che si può datare attorno al 1922. Ricette che l.autrice aveva trascritto e conservato decidendo di ordinarle per argomento, patrimonio della tradizione familiare. Alcune guardano oltre lo Stretto, probabilmente perché riportate nelle grandi pagine dei giornali femminili di quegli anni.
Da una scuola di cucina della Firenze di primo novecento un'inedita selezione di ricette completate con le decorazioni floreali della tavola per ogni occasione.
Fino a pochi decenni fa i dolci si preparavano, quasi esclusivamente, in casa. Dolci come rito e ritualizzazione di eventi, e non solo. Nulla veniva lasciato al caso, nemmeno la loro forma, talvolta palese riferimento antropomorfo, altre volte, intima simbologia. Per tutto c'era una ragione, così scopriamo da dove trae origine l'uso delle tavolate di San Giuseppe, la forma fallica di alcuni dolci, la valenza esoterica dei biscotti pasquali e tanto altro ancora. Questo libro è un chiaro esempio di come dal micromondo familiare si possa risalire al macro, in quell'incessante ricerca di armonia tra l'uno e il tutto!
Fra le complesse e variegate pieghe della storiografia alimentare, alla cucina monastica - considerata come il trait d'union caratteristico fra le mense popolar-contadine e quelle della blasonata aristocrazia cittadina - è riservato a buon diritto uno spazio di considerevole interesse, spesso associato a una gastronomia tradizionalmente d'eccellenza, legata al territorio da antiche consuetudini che hanno modo di affinarsi ancor più nell'intimità e nella particolare articolazione organizzativa del chiostro. Questo volume, sulla scorta del significativo percorso di ricerca condotto dall'autore sul tema specifico nel corso degli ultimi anni, propone un'organica panoramica sulle peculiarità del cibo e dei piatti che si dipanano sulle tavole dei refettori comunitari, con un'attenzione particolare agli ambienti claustrali femminili nel corso dell'età moderna. In appendice segnala l'originale elenco descrittivo dei dolci e delle pietanze d'estrazione monastica e conventuale.

