
Nelle opere d'arte che vedono protagonista la figura umana il gesto è parte integrante della struttura visiva, ne completa e concentra i significati. Per questo motivo pittori e scultori mostrano la figura in una gamma infinita di posture, atteggiamenti ed espressioni codificati che racchiudono precisi significati e suggeriscono i sentimenti, i moti dell'anima, la vita morale dei personaggi raffigurati. Questo volume riunisce un repertorio di gesti ed espressioni di grande ricchezza, da quelli semplicemente descrittivi a quelli espressivi, dai gesti della disperazione a quelli osceni, dalla preghiera all'estasi, fino ad affrontare le questioni poste dalla fisiognomica.
"Cosa mi attirava di Molière, nelle sue prime farse e soprattutto ne Il medico per forza? La figura del ciarlatano, i meccanismi del potere, un uomo che finge di essere ciò che non è e induce tutti gli altri a crederci. Poi ho aggiunto la realtà odierna del nostro Paese. [...] La satira di Molière mette bene in luce come il potere (che può essere anche nelle mani di un finto medico) non solo si approfitta del più debole, ma lo convince anche che si stia lavorando per lui, e bene!"
Un merito universalmente riconosciuto a Vittorio Sgarbi è la sua capacità, il suo talento nel raccontare sia con la scrittura sia verbalmente, la storia dell'arte. Passando da racconti di vita personale a chiacchierate con studenti, a citazioni di Leopardi, Dickinson, Dante e molti altri fino a lezioni su opere d'arte note e meno note, Sgarbi vuole qui rendere omaggio ai due maestri della scrittura d'arte che sono stati i riferimenti principali della sua storia di critico.
Il volume fa il punto sulle ricerche internazionali dalla metà degli anni '50, quando si delinea la svolta dell'arte contemporanea, a oggi. Dalla pop art alla recente net art, i 14 saggi esplorano momenti e movimenti chiave di mezzo secolo di creatività: situazionismo, arte minimale, land art, arte povera, concettuale, performance, body art, transavanguardia, video arte e fotografia.
Giudicare il museo è più facile che comprenderlo. Poche istituzioni sono state valutate in modo così contraddittorio: tempio o cimitero dell'arte, luogo della meraviglia o deposito polveroso, microcosmo o disordine organizzato, casa dei sogni collettivi o dimora dell'incoerenza, laboratorio o supermarket della cultura. Ma che cos'è veramente il museo? Questo libro cerca di svelarne l'identità, raccontarne la storia, spiegarne il funzionamento e prevederne il futuro. È una guida generale al museo, ma anche un invito a riflettere sui molti dilemmi che rendono oggi il suo equilibrio così delicato.
È la mostra longhiana del 1951 su Caravaggio e i caravaggeschi a dare la spinta iniziale alla ricerca di André Berne-Joffroy pubblicata nel 1959 come "Dossier Caravage. Psychologie des attributions et psychologie de l'art". Analizzando la grande letteratura critica artefice della "resurrezione" di Caravaggio (Kallab, Venturi, Voss e Longhi), Berne-Joffroy conduce il lettore all'avventurosa scoperta del vero Michelangelo Merisi, dipanando una sorta di romanzo psicologico. Dopo quasi cinquant'anni questo Dossier, amatissimo da Longhi, è ancora fondamentale per chi vuole entrare nella tortuosa storia della fortuna critica del più grande precursore dell'arte moderna.
Heinrich von Kleist (1777-1811) poeta e drammaturgo tra i più grandi della letteratura tedesca, condusse una vita inquieta ed errabonda negli anni in cui la Prussia crollava sotto le armate napoleoniche. Morì suicida, sulle rive del Wannsee, insieme a Henriette Vogel.
È questo il primo dei tre volumi che compongono il "Dizionario dei registi del cinema mondiale", una "grande opera" che va ad aggiungersi ai sei volumi della "Storia del cinema mondiale" del catalogo Einaudi. All'interno dei tre volumi troveranno spazio circa milletrecento schede, dedicate ad altrettanti registi, analizzati criticamente da centoventi esperti internazionali. Ogni voce comprende un'analisi critica dell'intera opera del regista, una bibliografia e la filmografia completa.
L'opera grafica di Leonardo da Vinci e dei suoi allievi è raccolta in alcune grandi collezioni tra cui le principali sono la Biblioteca Ambrosiana di Milano e la Royal Library di Windsor Castle. Il fondo dei disegni di Leonardo al Louvre è modesto per il numero dei fogli (ventidue originali) ma magistrale per la qualità e per la possibilità che offre di seguire tutte le tappe della carriera del pittore. Acquistato nel XIX secolo da un collezionista milanese, Giuseppe Vallardi, arricchito successivamente, fino ad una data recente, con doni e acquisizioni, tale fondo è in rapporto con quasi tutte le principali imprese di Leonardo, dal primissimo periodo fiorentino ai quadri della maturità come La Sant'Anna, la Madonna e il Bambino del Museo del Louvre.