CASTELLI MEDIEVALI D’EUROPA
Questo volume presenta il modo con cui le esigenze di controllo del territorio, di difesa personale e di abitazione sono state affrontate dalla nobiltà nel medioevo. L’autore documenta la necessità di collegare i dati architettonici e archeologici con lo sviluppo complessivo della società medievale e con le forme di organizzazione del potere al fine di escludere un approccio puramente tecnico che tenderebbe inevitabilmente all’analisi dei soli caratteri difensivi dei manufatti. In una prospettiva ampiamente europea, dal Baltico al mar Mediterraneo, dalla Spagna ai Balcani, si presentano per ogni periodo storico e regione per regione, i castelli e i resti archeologici di maggior rilievo. Grazie alla ricca scelta di illustrazioni si offre una descrizione efficace dei castelli europei, delle loro somiglianze e delle loro differenze, come espressione di un unico sviluppo tecnico, militare e sociale che contribuì a formare l’Europa prima dell’avvento degli stati nazione.
L'impressionismo è oggi uno degli stili artistici più amati dal grande pubblico. Il suo successo è dovuto all'indiscutibile fascino delle opere, in grado di sedurre lo spettatore al primo sguardo; ma è proprio in questa piacevolezza e nell'apparente "facilità" di fruizione che si annida il rischio di ridurre la portata storica di questo movimento, fondamentale per gli sviluppi dell'arte moderna. Il suo ruolo è stato infatti rivoluzionario, per il linguaggio pittorico, i temi trattati, per la nuova visione della realtà come percezione soggettiva di un momento. In questo volume foto di ampie dimensioni conducono il lettore dentro l'opera, permettendo di ammirare particolari che difficilmente si riuscirebbero a notare.
É una brumosa serata d’inverno. Due amici, entrambi raffinati cultori d’arte (e non solo), si trovano sul far della sera, per una chiacchierata davanti a una tazza di caffè. Attraverso questo artificio letterario l’autore sviluppa cinque "conversazioni", quasi dei dialoghi filosofici, che ripercorrono i punti salienti dell’avventura umana e artistica di Vincent Van Gogh seguendo un’interpretazione originale e stimolante.
La tesi del libro è quella di compiere una lettura dell’arte di Van Gogh in chiave teologica, come contemplazione "essenziale" del mondo creato da Dio, quasi una rassegna degli archetipi che stanno "in mente Dei". Una raffinata diatriba estetico-filosofico-teologica, in cui compaiono strada facendo temi di grande profondità e spessore: la concezione del "genio" nel Romanticismo; il peso della psicanalisi nella storia della cultura contemporanea; il declino della teologia nell’orizzonte dei saperi del Novecento.
Negli anni compresi tra il 1450 e il 1600 la Puglia assiste ad un periodo di vivace fermento in cui la scena locale si arricchisce di eterogenee influenze. Vi è anzitutto il fruttuoso perdurare delle tradizioni locali nelle quali la componente classica e mediterranea non ha cessato di alimentare e stimolare la cultura e la creatività dei magistri locali. Nel panorama tracciato nel volume la Terra di Bari è il luogo in cui esplicano gran parte della loro attività i più noti scultori pugliesi del Rinascimento come Nuzzo Barba, Stefano da Putignano, Paolo da Cassano o Aurelio Persio, i quali intagliano le loro opere esclusivamente nella consistente pietra locale, per lo più policroma.
Cittadelle stellari e forti bastionati, strade larghe e rettilinee, piazze cerimoniali, fontane spettacolari, ponti monumentali, palazzi sontuosi, borse commerciali, logge mercantili, pese pubbliche, granai, porti, magazzini. La storia urbana di un'epoca straordinaria, segnata da uno dei più stupefacenti rinnovamenti tecnologici e artistici che l'Italia e l'Europa abbiano conosciuto. Claudia Conforti è professore di Storia dell'architettura alla Facoltà di Ingegneria di Roma Tor Vergata.
ETIOPIA:
STORIA, ARTE, CRISTIANESIMO
Quella etiopica è una cultura di confine, collocato com’è il paese sugli altopiani dell’Africa nord-orientale e lungo il Mar Rosso, tra l’Africa e la parte meridionale della penisola arabica. Il regno di Axum, nel 329 d. C., quando comparve sulle sue monete la croce, era uno dei maggiori dell’epoca e la città era un grande centro cosmopolita, incrocio di tradizioni africane ed ebraiche. L’avvento del cristianesimo non comportò l’abbandono di queste tradizioni, ma generò piuttosto nuove formulazioni frutto dello scambio. Nel volume si passa in rassegna il periodo axumita, caratterizzato dagli obelischi e l’architettura religiosa dei secoli successivi, caratterizzata dai centri monastici e dalle chiese scavate nella roccia: è il caso, ma non solo, di Lalibela. È questa una architettura che offre una diversa percezione dello spazio, profondamente legata alle cerimonie e ai riti. È la stessa originalità espressa dalla pittura murale e dalle icone. In queste ultime ancora oggi continuano a vivere tradizioni e sensibilità più antiche ed originali.