
Gigi Proietti ha scelto e montato per questo Dvd i successi del suo teatro com "Pietro Ammicca"; "Castone"; " Grammelot"; "L'inglese"; "La canzone country"; napoletano"; "II teatro Kabuki"; "Er Barcarole romano" e altri. Il libro permette ai lettori di scoprire che anche sulla pagina scritta Proietti mantiene una sua voce inconfondibile, capace di molti registri ma sempre caratterizzata da una sorridente, sorniona, implacabile capacità di avvincere. Un pianeta delle meraviglie dove Roma, il Don Giovanni, l'amatissimo Gioacchino Belli, passioni culturali e civili, cultura alta e cultura bassa si mescolano in modo inestricabile. Con la rivelazione ulteriore di alcuni testi poetici che sono folgorazioni zen in lingua romanesca. Dopo il lungo testo "Io, il teatro e tutto il resto" (raccolto da Rita Sala), Proietti offre, nella seconda parte del libro, la sua personale selezione dai testi comici scritti in alcuni decenni di carriera artistica, e resi celebri in spettacoli entrati ormai nella storia del teatro. Qui, chi crede di conoscere bene Proietti avrà una ulteriore sorpresa. Quella di scoprire un grande scrittore di cui ogni singola pagina è da godere, anche "soltanto" alla lettura. Basta nominare un testo di valore assoluto, come Toto, diventato una leggenda per decine di migliaia di spettatori che ogni volta "recitano" il testo insieme con l'attore, rinnovando quella "festosità" travolgente e illuminata che è forse l'anima più vera dell'artista Gigi Proietti.
Nel "Martirio di sant'Orsola", tela realizzata da Michelangelo Merisi nel 1610, compare l'autoritratto dell'artista alle spalle della martire mentre, insieme a lei, riceve il dardo mortale. Il momento drammatico in cui il Caravaggio accusa il colpo è sottolineato dall'aprirsi delle labbra come in un estremo grido d'aiuto; questo sembra essere un messaggio personale, spesso evidenziato dalla critica: si tratterebbe infatti di un'ultima richiesta di grazia. Questa situazione in qualche modo riassume l'avventurosa vita del Caravaggio, spesso oggetto di biografie romanzate e, ultimamente, anche di fiction televisive; tuttavia Rodolfo Papa, storico dell'arte da tempo impegnato nello studio del pittore lombardo, affronta la narrazione del percorso del Caravaggio a partire dalla sua opera, evitando di considerarne lo stile come nato dal nulla, nel solitario isolamento del genio, ma valutando la sua originalità proprio a partire dall'utilizzo consapevole del presente e del passato.
Chi è un pittore? A noi hanno detto che i pittori leggono i libri, pensano le cose e poi le dipingono. Oppure che i pittori si mettono in giardino e dipingono quello che vedono o che i pittori sono quelli che pittano i muri delle case. Non vi raccontiamo poi le risposte a proposito di cosa sia un quadro! Per molti è solo la cornice... Questo libro è un percorso narrativo che può partire dal quadro, dal pittore, dalla cornice o dal titolo per comporre e scomporre, immaginare, entrare nelle storie e nei personaggi raffigurati nelle tele, giocare con i materiali usati dagli autori per scomporre e ricomporre la realtà che vediamo e immaginiamo osservando. Un libro ricco di attività, laboratori e percorsi possibili per avventurarsi nell'arte e non solo.
Per la prima volta si presenta questo testo inedito del matematico triestino Paolo Zellini, che contiene diversi elementi di una sua conferenza dal titolo Numero e Logos, tenuta il 27 aprile 2006 presso la Facoltà di Architettura e di Ingegneria dell'Università degli Studi di Parma. Un testo che sviluppa una visione ampia della cultura e che ricerca nessi e collegamenti non solo nell'ambito della ricerca matematica ma anche fra il pensiero antico e la scienza moderna. Il testo è accompagnato da opere consonanti di Ferdinando Cogni, poeta e sensibile artista nato a Piacenza nel 1919. Una scelta fatta per sottolineare la necessità di far dialogare la cultura umanistica e quella scientifica che ancora oggi, passati circa cinquant'anni dalla denuncia di Charles P. Snow in merito alla loro frequente separazione, sembrano spesso lontane le une dalle altre. Si tratta di tavole del tutto inedite, scelte tra i numerosi lavori da lui realizzati in questi ultimi anni.
Dotato di una ricca formazione culturale e affascinato dalla musica polifonica rinascimentale, per tutta la vita l'autore ha esplorato nuove forme tecniche ed espressive (approdando anche all'elettronica) in cerca del veicolo idoneo a suscitare una riflessione sul tema della guerra, dello sfruttamento, della tirannide. Di Nono rimangono memorabili i concerti degli anni sessanta eseguiti nelle fabbriche e nei circoli studenteschi. Viaggiò e lavorò molto all'estero: in Germania, Francia, Unione Sovietica, Spagna, Cuba e America Latina. Nel 1967 fu arrestato ed espulso dal Perù per ragioni politiche. Gli scritti eterogenei di questo volume ne rispecchiano la riflessione artistica e la sensibilità ai problemi sociali.
Per la critica tradizionale, a partire dal Rinascimento l'opera pittorica è stata concepita per essere guardata a distanza. Dalla distanza "ragionevole" si vede, e si apprezza, compiutamente la bellezza e l'armonia dell'insieme. Arasse ha smontato il principio della distanza classica in pittura. Ha dimostrato che dentro l'ordine generale di ogni quadro, dentro l'insieme della composizione, s'annidano dettagli che sfuggono a quest'ordine, e che arrivano a sovvertirlo e ad annullarlo. Queste piccole parti del quadro vengono percepite soltanto se si guarda da vicino. Dalla distanza ravvicinata si colgono gli elementi "segreti" del quadro, quelli a cui il pittore ha affidato il suo messaggio, quelli che riservano le "vere" occasioni di godimento della pittura. Attraverso la visione ravvicinata di Arasse, molti capolavori a tutti noti, e da tutti ripetutamente visti, si scoprono come "inediti", visti per la prima volta. Improvvisamente, attraverso un dettaglio, spunta una nota ironica, o un'allusione erotica, in un dipinto d'argomento sacro. Oppure affiora l'intento di forte critica politica, o la testimonianza umana ed esistenziale, in un quadro apparentemente convenzionale, a destinazione "ufficiale". O, infine, mediante il trattamento del dettaglio, il pittore può rivelare le sue più autentiche scelte stilistiche, la sua "idea" dell'arte.
Una collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera
Opera di grande spessore culturale, che racchiude una pregevole selezione di mostre, di realizzazioni, di eventi espositivi che gli artisti di Brera hanno realizzato. Lo scopo è quello di dimostrare il rapporto stretto e di confronto fra la creazione artistica e lo spazio sacro, nei termini di appartenenza ai valori di contemporaneità. Le quattro parti del libro riguardano specificatamente le seguenti aree: arte (Andrea Del Guercio), estetica teologica (Pierangelo Sequeri), architettura (Michele Premoli), liturgia (Enrico Mazza).
Il testo contiene un ampio corredo fotografico interamente a colori.
Altri autori:
Pierangelo Sequeri, vice-Preside e professore della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, e incaricato di Estetica teologica presso l'Accademia delle Belle Arti di Brera.
Michele Premoli, professore al Dipartimento di Arti e Antropologia del Sacro all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Mons. Enrico Mazza, docente di Liturgia presso l’Università Cattolica di Milano.
Nata nel XVI secolo a Roma dalla passione del "Gran Cardinale" Alessandro, la collezione Farnese comprendeva le sculture antiche ritrovate nel Foro, nel tempio di Adriano e nelle terme di Caracalla. Passata ai Borbone nel Settecento, costituì il primo nucleo del Real Museo Borbonico. Il nuovo allestimento del Museo Archeologico ripropone opere capitali come i "Tirannicidi", il "Toro Farnese", l'"Ercole" di Lisippo, in un contesto ricchissimo di sculture, rilievi ed elementi d'arredo; integrato per la prima volta da un gruppo di marmi riconosciuti grazie a ricerche sistematiche su documenti d'archivio e testimonianze grafiche. Proprio questi disegni e documenti, poco conosciuti o inediti, propongono un percorso originale nella storia del gusto e della percezione artistica dal Cinquecento all'Ottocento: da Annibale Carracci a Pietro da Cortona, Poussin, Rubens, Van Dyck, Maratta, Piranesi, Hubert Robert, Fragonard, David, Ingres.
A Creta la stagione bizantina ha una durata eccezionalmente lunga poiché inizia sotto il governo di Bisanzio e continua dopo il 1204, sotto il governo veneziano. In seguito poi, quando la capitale e l'impero sono conquistati dai turchi ottomani, la vita religiosa ortodossa e le sue espressioni artistiche restano centrali per l'isola, che diviene centro di raccolta e di irradiamento di una tradizione bizantina rinnovata. Le chiese non sono più grandi basiliche né magnificenti edifici di rappresentanza imperiale, ma costruzioni più piccole, chiesette che fanno da riferimento alla vita delle comunità locali. La semplicità architettonica offre superfici che vengono dipinte con affreschi a volte raffinati, spesso popolareggianti e dai colori vivaci, sempre basati su programmi iconografici complessi. Numerosi pittori si trasferiscono sull'isola, che diviene il centro di una scuola iconografica che rinnova l'arte dell'icona e produce opere nelle quali si mescolano tradizione bizantina e influenze occidentali, destinate a clienti tanto ortodossi che cattolici. Questa sensibilità artistica e religiosa, radicata nella popolazione e divenuta fattore costitutivo della sua identità, continua anche dopo il 1669, quando l'isola passa sotto il governo ottomano. Il libro è suddiviso in grandi capitoli che presentano l'architettura, gli affreschi e i relativi programmi iconografici, le icone. Tanto per l'architettura che per le icone il discorso si svolge geograficamente.
"Il 15 maggio uscirà il primo numero di una rivista" scrive Giorgio de Chirico a Carrà nell'aprile del 1918. E precisa: "Sarà una rivista seria". Una rivista, va aggiunto, che segnerà le sorti dell'arte italiana e la farà conoscere in tutta Europa. A "Valori plastici", che prenderà avvio nel novembre, Savinio collaborerà con un gruppo di testi temerari, qui radunati per la prima volta. Basti pensare alla figura di artista che campeggia in "Arte = Idee moderne", quell'"amico della conoscenza" pronto a evadere dalla "torre d'avorio e di bestialità" e a penetrare in ogni dominio sociale, quel "mago moderno" (incarnato da Giorgio de Chirico) capace di giungere al di là dell'oggetto e di mettere a nudo "l'anatomia metafisica del dramma", giacché l'intuizione del mondo esterno non è solo "sensoria" ma soprattutto "cerebrale ". Il volume raduna per la prima volta i contributi pubblicati da Savinio su "Valori plastici" fra il 1918 e il 1921, ed è accompagnato da un saggio di Giuseppe Montesano.
Il volume restituisce in modo chiaro l'immagine di tutte le sfaccettature del Rinascimento, che nella complessa realtà storico-geografica dell'Europa quattro e cinquecentesca ha conosciuto sviluppi assai diversi: dalle ultime corti gotiche internazionali nel Nord Europa, all'umanesimo e alla riscoperta dell'antico, dalle conquiste nel campo della geometria e della prospettiva, alla ricerca di una bellezza ideale da parte dei maestri italiani del pieno Rinascimento, fino all'affermarsi del manierismo, dell'estetica della Controriforma e del naturalismo alla fine del Cinquecento. Illustrato con oltre 500 immagini, il volume è strutturato per doppie pagine tematiche dedicate ad artisti, temi iconografici, peculiarità stilistiche, contestualizzazioni e storie, e alla lettura puntuale di cinquanta capolavori di pittura e scultura.

