
Il volume raccoglie una selezione di contributi su Raffaello di John Shearman, storico dell'arte inglese scomparso nel 2003, unanimemente riconosciuto tra i più solidi e acuti studiosi del Rinascimento italiano e del Sanzio in particolare. Questa raccolta comprende articoli e saggi sull'argomento, apparsi tra 1959 e 1986 in varie sedi e sin qui mai tradotti: attraverso un esemplare approccio metodologico, che intreccia l'analisi del processo creativo dell'artista allo studio dei disegni e a una ricostruzione del contesto di cultura figurativa, l'autore illustra alcune tra le più celebri opere, e i principali aspetti dell'attività di Raffaello (come l'organizzazione della bottega, la committenza e il rapporto con i mecenati, la letteratura).
Una monografia che descrive a parole e in immagini, e interpreta originalmente, il capolavoro arcaico del pittore attico Kleitias (primo quarto del VI secolo a.C.), il cratere a figure nere di dimensioni eccezionali conosciuto con il nome di vaso François, rinvenuto a Chiusi e conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Partendo dalle ricerche dell'antropologia del mondo antico avviate dalla grande scuola francese di Jean-Pierre Vernant, Mario Torelli individua un chiaro programma figurativo nelle pitture del cratere, che lega i miti del ciclo di Achille e di Teseo a formare un paradigma esemplare del ciclo di vita aristocratico.
L'uomo rappresenta se stesso a partire dal momento in cui fa la sua comparsa nella sua forma moderna, quella di "Homo sapiens sapiens". E, essenzialmente, l'uomo ha dapprima rappresentato la donna. Ma queste immagini sono a lungo rimaste minoritarie: sono anzitutto gli animali a essere raffigurati, in una grande varietà di forme e di stili, come se la rappresentazione della figura umana dovesse rimanere eccezionale o marginale. Poi la rivoluzione neolitica, che vede l'agricoltura e l'allevamento prendere il posto della caccia e della pesca, si accompagna a una rivoluzione delle immagini al cui interno la figura umana si libera dai canoni espressivi e codificati del Paleolitico attraverso figurine di argilla cotta, ma anche di pietra o di calce. Queste prime raffigurazioni umane, studiate da Jean-Paul Demoule, compaiono in uno spazio coerente e omogeneo, quello del Vicino Oriente, del Mediterraneo e dell'Europa. L'autore ripercorre qui la nascita e l'evoluzione della figura umana nei periodi preistorici e protostorici, fino alla comparsa dell'estetica peculiare alle organizzazioni statuali. E una storia globale della figura che, illustrata dalle fotografie di Erich Lessing, non è mai stata raccontata in questa forma.
La prima monografia critica in lingua italiana sull'opera visiva e teorica di Mark Rothko (1903-1970). A essere indagata è soprattutto la preoccupazione costante dell'artista per lo spazio. Il saggio si articola in tre percorsi tematici tra loro interrelati, che si soffermano in particolare sulla lettura di alcune singole opere (che coprono l'intero arco della produzione del pittore), sul ruolo strategico giocato dal contesto espositivo e architettonico, sull'esperienza vissuta spettatori. Le analisi sono puntellate dagli scritti dell'artista stesso, di cui da poco si è approntata un'edizione critica, e da alcuni documenti d'archivio inediti. La ricchezza delle immagini e il rigore del pensiero di Rothko sono infine restituiti attraverso un dialogo attento con il suo "milieu" artistico e con la loro eredità.
BENEDETTO
L’eredità artistica
Mentre è inconcepibile pensare alla storia della cultura e della religiosità europea senza il contributo dei benedettini, è meno ovvio riconoscere, nei 1.500 anni trascorsi da Benedetto, le numerose stagioni artistiche nelle quali il fattore culturale benedettino è stato fondamentale. Oggi non è più in uso la formula "arte benedettina", come se Benedetto fosse stato all’origine di un movimento artistico in senso proprio. È invece riconosciuto che nessun altro avvenimento ha influenzato le arti occidentali con tanta forza e in ondate successive come il fenomeno benedettino.
Il volume non tratta quindi di arte benedettina ma di diverse stagioni artistiche, passi fondamentali, nella storia dell’arte occidentale.
Con Benedetto, la scelta dello spazio monastico non racchiuso in se stesso diviene modello per il monachesimo occidentale.
Nel IX secolo, con Benedetto d’Aniane e il favore di Carlo Magno, il monachesimo europeo diviene benedettino; lo stesso accade per l’arte monastica già prima dell’anno Mille. La riforma di Cluny segna l’esplosione dell’arte romanica europea. Poco dopo, a cavallo tra il romanico e il gotico, la riforma di Bernardo fa nascere l’arte cistercense. In età barocca, i benedettini danno la loro impronta monastica e artistica alla riforma cattolica, particolarmente in Europa centrale e in Brasile.
Nel XIX secolo, alle arti sacre accade come all’esperienza monastica: sono respinte in una sorta di esilio nell’Europa liberale e borghese. Sul finire del secolo, tuttavia, la scuola artistica benedettina di Beuron getta ponti verso l’art nouveau e la modernità. Infine, l’età contemporanea vede nascere edifici che sono veri capolavori, legati alla committenza di monasteri e spesso per opera di architetti benedettini.
Sono stati coinvolti in questo libro 32 autori tra i massimi studiosi dell'arte a livello internazionale.
Gigi Proietti ha scelto e montato per questo Dvd i successi del suo teatro com "Pietro Ammicca"; "Castone"; " Grammelot"; "L'inglese"; "La canzone country"; napoletano"; "II teatro Kabuki"; "Er Barcarole romano" e altri. Il libro permette ai lettori di scoprire che anche sulla pagina scritta Proietti mantiene una sua voce inconfondibile, capace di molti registri ma sempre caratterizzata da una sorridente, sorniona, implacabile capacità di avvincere. Un pianeta delle meraviglie dove Roma, il Don Giovanni, l'amatissimo Gioacchino Belli, passioni culturali e civili, cultura alta e cultura bassa si mescolano in modo inestricabile. Con la rivelazione ulteriore di alcuni testi poetici che sono folgorazioni zen in lingua romanesca. Dopo il lungo testo "Io, il teatro e tutto il resto" (raccolto da Rita Sala), Proietti offre, nella seconda parte del libro, la sua personale selezione dai testi comici scritti in alcuni decenni di carriera artistica, e resi celebri in spettacoli entrati ormai nella storia del teatro. Qui, chi crede di conoscere bene Proietti avrà una ulteriore sorpresa. Quella di scoprire un grande scrittore di cui ogni singola pagina è da godere, anche "soltanto" alla lettura. Basta nominare un testo di valore assoluto, come Toto, diventato una leggenda per decine di migliaia di spettatori che ogni volta "recitano" il testo insieme con l'attore, rinnovando quella "festosità" travolgente e illuminata che è forse l'anima più vera dell'artista Gigi Proietti.
Nel "Martirio di sant'Orsola", tela realizzata da Michelangelo Merisi nel 1610, compare l'autoritratto dell'artista alle spalle della martire mentre, insieme a lei, riceve il dardo mortale. Il momento drammatico in cui il Caravaggio accusa il colpo è sottolineato dall'aprirsi delle labbra come in un estremo grido d'aiuto; questo sembra essere un messaggio personale, spesso evidenziato dalla critica: si tratterebbe infatti di un'ultima richiesta di grazia. Questa situazione in qualche modo riassume l'avventurosa vita del Caravaggio, spesso oggetto di biografie romanzate e, ultimamente, anche di fiction televisive; tuttavia Rodolfo Papa, storico dell'arte da tempo impegnato nello studio del pittore lombardo, affronta la narrazione del percorso del Caravaggio a partire dalla sua opera, evitando di considerarne lo stile come nato dal nulla, nel solitario isolamento del genio, ma valutando la sua originalità proprio a partire dall'utilizzo consapevole del presente e del passato.
Chi è un pittore? A noi hanno detto che i pittori leggono i libri, pensano le cose e poi le dipingono. Oppure che i pittori si mettono in giardino e dipingono quello che vedono o che i pittori sono quelli che pittano i muri delle case. Non vi raccontiamo poi le risposte a proposito di cosa sia un quadro! Per molti è solo la cornice... Questo libro è un percorso narrativo che può partire dal quadro, dal pittore, dalla cornice o dal titolo per comporre e scomporre, immaginare, entrare nelle storie e nei personaggi raffigurati nelle tele, giocare con i materiali usati dagli autori per scomporre e ricomporre la realtà che vediamo e immaginiamo osservando. Un libro ricco di attività, laboratori e percorsi possibili per avventurarsi nell'arte e non solo.
Per la prima volta si presenta questo testo inedito del matematico triestino Paolo Zellini, che contiene diversi elementi di una sua conferenza dal titolo Numero e Logos, tenuta il 27 aprile 2006 presso la Facoltà di Architettura e di Ingegneria dell'Università degli Studi di Parma. Un testo che sviluppa una visione ampia della cultura e che ricerca nessi e collegamenti non solo nell'ambito della ricerca matematica ma anche fra il pensiero antico e la scienza moderna. Il testo è accompagnato da opere consonanti di Ferdinando Cogni, poeta e sensibile artista nato a Piacenza nel 1919. Una scelta fatta per sottolineare la necessità di far dialogare la cultura umanistica e quella scientifica che ancora oggi, passati circa cinquant'anni dalla denuncia di Charles P. Snow in merito alla loro frequente separazione, sembrano spesso lontane le une dalle altre. Si tratta di tavole del tutto inedite, scelte tra i numerosi lavori da lui realizzati in questi ultimi anni.