
Un filosofo e storico dell'arte s'interroga sul mistero e la singolarità delle pratiche e delle forme degli ex voto, immutate dall'antichità pagana a oggi e comuni alle società più diverse. La loro volgarità di forme anatomiche (mani, piedi, occhi, cuori, seni, genitali), il loro carattere ripetitivo e banale provocano infatti un certo malessere in chi ne ripercorre con lo sguardo le migliaia di esemplari.
Il volume ripercorre il percorso artistico di Ennio Morricone, il grande compositore di musica di casa nostra, consacrato nel 2007 con il Premio Oscar alla carriera. Il volume, curato da Gabriele Lucci e con testi inediti scritti dallo stesso Morricone, indaga la produzione nota e meno nota del maestro, a partire dagli esordi degli anni Sessanta fino a oggi. Impreziosito dalla prefazione di Giuseppe Tornatore e dalle fotografie firmate da Gianni Berengo Gardin, il volume si completa con un CD in allegato, contenente brani scelti dallo stesso Maestro tra le diverse tipologie di composizione: musica per film, per pianoforte, da camera e sinfonica, diretta dal maestro stesso. Completa infine il volume una ricca sezione di apparati, oltre alle significative testimonianze sull'opera del maestro e a una serie di disegni di pentagrammi prodotti per l'occasione da lui in persona.
"Il dramma dell'architettura oggi è quello di vedersi obbligata a tornare pura architettura, istanza di forma priva di utopia, nei casi migliori, sublime inutilità. Ma ai mistificati tentativi di rivestire con panni ideologici l'architettura, preferiremo sempre la sincerità di chi ha il coraggio di parlare di quella silenziosa e inattuale purezza." Così scriveva Manfredo Tafuri nella premessa alla prima edizione del 1973 di un volume destinato a polarizzare il dibattito teorico e critico in architettura. Il suo libro, polemicamente "di rottura", rilegge la storia dell'architettura e dell'urbanistica moderna e formula un progetto per un radicale ripensamento del ruolo dell'architetto e, più in generale, dell'intellettuale. Riscontrato il fallimento dei grandi progetti ideali degli architetti novecenteschi, Le Corbusier in testa, Tafuri sostiene la necessità di abbandonare facili utopismi ideologici e si scaglia contro la pretesa che l'architetto contemporaneo possa, con la sua opera, risolvere le insolubili contraddizioni della società di oggi.
La collana intende proporre una serie di volumetti a tema per aiutare gli adulti a costruire percorsi di riflessione attraverso lo strumento-cinema, a fare catechesi attraverso i films.
Ogni volumetto contiene 8 schede di film, di cui una dedicata ai bambini delle elementari. I film sono recenti, reperibili sul mercato attraverso dvd.
Il primo volume è legato al tema del Natale,i film analizzati: Merry Christmas-Joyeux Noël; Hotel Rwanda ; Il suo nome è Tsotsi; Kiriku e la strega Karabà ; Arthur e il popolo dei minimei; Nativity ; Millions ; Le mele di Adamo ; Opopomoz.
La collana intende proporre una serie di volumetti a tema per aiutare gli adulti a costruire percorsi di riflessione attraverso lo strumento-cinema, a fare catechesi attraverso i films.
Ogni volumetto contiene 8 schede di film, di cui una dedicata ai bambini delle elementari. I film sono recenti, reperibili sul mercato attraverso dvd.
Questo secondo volume è legato al tema della famiglia,i film analizzati: Big Fish; Ricordati di me; Il calamaro e la balena; Chicken Little, Caterina va in città.
Il volume raccoglie una selezione di contributi su Raffaello di John Shearman, storico dell'arte inglese scomparso nel 2003, unanimemente riconosciuto tra i più solidi e acuti studiosi del Rinascimento italiano e del Sanzio in particolare. Questa raccolta comprende articoli e saggi sull'argomento, apparsi tra 1959 e 1986 in varie sedi e sin qui mai tradotti: attraverso un esemplare approccio metodologico, che intreccia l'analisi del processo creativo dell'artista allo studio dei disegni e a una ricostruzione del contesto di cultura figurativa, l'autore illustra alcune tra le più celebri opere, e i principali aspetti dell'attività di Raffaello (come l'organizzazione della bottega, la committenza e il rapporto con i mecenati, la letteratura).
Una monografia che descrive a parole e in immagini, e interpreta originalmente, il capolavoro arcaico del pittore attico Kleitias (primo quarto del VI secolo a.C.), il cratere a figure nere di dimensioni eccezionali conosciuto con il nome di vaso François, rinvenuto a Chiusi e conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Partendo dalle ricerche dell'antropologia del mondo antico avviate dalla grande scuola francese di Jean-Pierre Vernant, Mario Torelli individua un chiaro programma figurativo nelle pitture del cratere, che lega i miti del ciclo di Achille e di Teseo a formare un paradigma esemplare del ciclo di vita aristocratico.
L'uomo rappresenta se stesso a partire dal momento in cui fa la sua comparsa nella sua forma moderna, quella di "Homo sapiens sapiens". E, essenzialmente, l'uomo ha dapprima rappresentato la donna. Ma queste immagini sono a lungo rimaste minoritarie: sono anzitutto gli animali a essere raffigurati, in una grande varietà di forme e di stili, come se la rappresentazione della figura umana dovesse rimanere eccezionale o marginale. Poi la rivoluzione neolitica, che vede l'agricoltura e l'allevamento prendere il posto della caccia e della pesca, si accompagna a una rivoluzione delle immagini al cui interno la figura umana si libera dai canoni espressivi e codificati del Paleolitico attraverso figurine di argilla cotta, ma anche di pietra o di calce. Queste prime raffigurazioni umane, studiate da Jean-Paul Demoule, compaiono in uno spazio coerente e omogeneo, quello del Vicino Oriente, del Mediterraneo e dell'Europa. L'autore ripercorre qui la nascita e l'evoluzione della figura umana nei periodi preistorici e protostorici, fino alla comparsa dell'estetica peculiare alle organizzazioni statuali. E una storia globale della figura che, illustrata dalle fotografie di Erich Lessing, non è mai stata raccontata in questa forma.
La prima monografia critica in lingua italiana sull'opera visiva e teorica di Mark Rothko (1903-1970). A essere indagata è soprattutto la preoccupazione costante dell'artista per lo spazio. Il saggio si articola in tre percorsi tematici tra loro interrelati, che si soffermano in particolare sulla lettura di alcune singole opere (che coprono l'intero arco della produzione del pittore), sul ruolo strategico giocato dal contesto espositivo e architettonico, sull'esperienza vissuta spettatori. Le analisi sono puntellate dagli scritti dell'artista stesso, di cui da poco si è approntata un'edizione critica, e da alcuni documenti d'archivio inediti. La ricchezza delle immagini e il rigore del pensiero di Rothko sono infine restituiti attraverso un dialogo attento con il suo "milieu" artistico e con la loro eredità.
BENEDETTO
L’eredità artistica
Mentre è inconcepibile pensare alla storia della cultura e della religiosità europea senza il contributo dei benedettini, è meno ovvio riconoscere, nei 1.500 anni trascorsi da Benedetto, le numerose stagioni artistiche nelle quali il fattore culturale benedettino è stato fondamentale. Oggi non è più in uso la formula "arte benedettina", come se Benedetto fosse stato all’origine di un movimento artistico in senso proprio. È invece riconosciuto che nessun altro avvenimento ha influenzato le arti occidentali con tanta forza e in ondate successive come il fenomeno benedettino.
Il volume non tratta quindi di arte benedettina ma di diverse stagioni artistiche, passi fondamentali, nella storia dell’arte occidentale.
Con Benedetto, la scelta dello spazio monastico non racchiuso in se stesso diviene modello per il monachesimo occidentale.
Nel IX secolo, con Benedetto d’Aniane e il favore di Carlo Magno, il monachesimo europeo diviene benedettino; lo stesso accade per l’arte monastica già prima dell’anno Mille. La riforma di Cluny segna l’esplosione dell’arte romanica europea. Poco dopo, a cavallo tra il romanico e il gotico, la riforma di Bernardo fa nascere l’arte cistercense. In età barocca, i benedettini danno la loro impronta monastica e artistica alla riforma cattolica, particolarmente in Europa centrale e in Brasile.
Nel XIX secolo, alle arti sacre accade come all’esperienza monastica: sono respinte in una sorta di esilio nell’Europa liberale e borghese. Sul finire del secolo, tuttavia, la scuola artistica benedettina di Beuron getta ponti verso l’art nouveau e la modernità. Infine, l’età contemporanea vede nascere edifici che sono veri capolavori, legati alla committenza di monasteri e spesso per opera di architetti benedettini.
Sono stati coinvolti in questo libro 32 autori tra i massimi studiosi dell'arte a livello internazionale.

