
"Non è esistito forse nessun periodo in cui, più che nel romanticismo, attraverso l'estetica i motivi dell'esperienza artistica sono divenuti momenti della speculazione filosofica, e i momenti della speculazione filosofica momenti dell'esperienza artistica. Pensiero e arte agiscono e interagiscono continuamente l'uno sull'altra e tutti gli aspetti della vita spirituale cospirano a una profonda unità di cultura il cui centro, realmente vivente e operante, è costituito dalla filosofia. Via via che questa connessione fra arte e filosofia si fa più intima, l'estetica diviene sempre più ampia, sistematica e filosoficamente profonda, tendendo a divenire essa stessa il centro della filosofia: ciò proprio quando l'arte, intimamente fusa con la filosofia, diviene il centro di raccordo dei vari aspetti della cultura. Sull'orizzonte della cultura romantica passano vari valori spirituali: filosofia, morale, scienza della natura, arte, religione, poi di nuovo filosofia; e l'arte, tanto l'arte figurativa quanto, e soprattutto, la poesia e la prosa d'arte, si atteggia variamente in questi passaggi, acquista sempre nuove esperienze, finché alla fine è così piena, così matura e carica di significati culturali, che può per un momento dominare la scena a scapito della stessa filosofia. E questo è appunto il momento che, nel piano dell'estetica, ha avuto come massimo esponente Friedrich Schelling." (Dalla Postfazione di Giulio Preti)
Quaranta film d'autore - tutti recenti, reperibili sul mercato e particolarmente significativi dal punto di vista tematico, cinematografico e artistico - analizzati secondo la metodologia Taddei. Un pratico sussidio per chi educa con l'ausilio dell'immagine cinematografica.
Dire che questo libro "colma una lacuna" può sembrare un luogo comune, ma risponde come raramente a verità in questo caso. Infatti, all'interno della pur sterminata bibliografia sulla pittura fiorentina del '400 mancava un'opera, come la presente, che prendesse in esame, in stretta relazione tra loro, la realtà sociale, le teorie artistiche e la pittura dell'intero arco del secolo e soprattutto che ponesse sullo stesso piano di indagine sia i pittori più famosi che quelli meno conosciuti, restituendo il vero volto dell'arte pittorica a Firenze nel XV secolo, quando le grandi novità della nuova stagione umanistica convivono per tutto il periodo con la tradizione tardo trecentesca e di bottega.
Marco Spaggiari è il cantante - chitarrista della band Controtempo, per la quale è anche autore dei testi e compositore dei brani. La svolta professionale avviene nel 2009, quando gli attori Terence Hill e Bud Spencer abbracciano il progetto del gruppo per la profonda condivisione dei valori umani e artistici che ne stanno alla base. Da allora la band, oltre che a lavorare nei canali convenzionali di concerti, radio e tv, è impegnata anche ad incontrare i giovani nelle scuole, negli oratori, nei centri di aggregazione, attraverso dibattiti e concerti.
Parole per crederci. Le canzoni e un approfondimento - guida offrono un percorso di ricerca sul senso della vita, spunti di formazione per migliorare la fiducia in se stessi e prendere sul serio i propri sogni e desideri.
Pubblicato per la prima volta nel 1984 e rivisto per i cinquant'anni della fondazione dei Rolling Stones questo è un libro-guida, un libro-culto non meno delle gesta dei suoi protagonisti. Stanley Booth agita fantasmi, strappa silenzi, si lascia coinvolgere e guadagna distanza critica, e così facendo evoca un'epoca rapida come un'alba tropicale, risveglia l'epica della gioventù, della ribellione, dell'anticonformismo, chiede all'ideale vinile di queste "vere avventure" il suono che è arrivato sino a ora intatto. Ma Booth ci racconta anche di qualcosa che intatto non è, che si è anzi rotto subito nella stagione in cui tutto sembrava chiedere ed essere futuro. Non è un caso che questo libro fa perno intorno a due anni crucialissimi, il 1968 e il 1969, che si concludono con la morte di Brian Jones in una piscina e il tragico concerto di Altamont Speedway in California dove gli Hell's Angels, chiamati a svolgere il servizio di sicurezza, finirono con lo scatenare l'inferno. Attraverso il taglio prospettico di quei due anni, Stanley Booth riesce a raccontare la vera storia dei Rolling Stones e a catturare lo spirito dei Sessanta, lasciandocene toccare con mano l'eccesso, la violenza e l'idealismo. Dice Booth: "Volevo scrivere un libro in cui i lettori potessero muoversi agilmente e sapere com'era vivere a Londra nel 1968 o in America nel 1969. Volevo trattare persone famose e non famose allo stesso modo - altrimenti avrei scritto pubblicità". E così ha fatto. Introduzione di Greil Markus.
"Al pari di tutti i grandi capolavori, Il Cid non presenta alcuna difficoltà di lettura. Al lettore (e allo spettatore) è sufficiente affidarsi alla storia che l'autore racconta, ai personaggi che la vivono, alle parole con cui si esprimono. Alla mia esperienza, le analisi e le interpretazioni (di qualsiasi natura) appaiono col tempo sempre più irrilevanti e ingombranti: quanto più acute e intelligenti e profonde, tanto più mi risultano indicative più della mentalità di chi le formula che non dell'opera che esse prendono in esame, e sempre mi portano alla conclusione che, come dice Montaigne, sia più difficile interpretare le interpretazioni che interpretare le cose. Nel suo nucleo essenziale, "Il Cid" è la storia dell'amore di un uomo e di una donna: di Rodrigo e di Chimene. Tutti e due sono preda di un dilemma che ne condiziona il comportamento: Rodrigo è preso nella morsa tra il dovere di vendicare l'affronto di cui è stato vittima suo padre e il fatto che l'offensore è il padre della donna amata. Chimene è combattuta tra l'amore per Rodrigo e l'imperativo morale di non potere e dovere amare l'uccisore di suo padre." (dal saggio di Luigi Lunari)
Ne ho visti di ulivi strani in vita mia, ma quelli di queste parti hanno forme fuori da qualsiasi logica progettuale, come se la natura li avesse affidati a un artista strambo che con le sue sculture vuole esprimere solo stupore. Gli ulivi sembrano l'istantanea di un movimento convulsivo. Alberi autolesionisti che si squarciano il ventre per creare caverne in cui vivono animali, insetti e folletti dai cappelli rossi. Alberi che annodano i propri rami per ingannare le simmetrie, e che anche quando il vento è assente e sono immobili appaiono fluidi e impetuosi come dervisci roteanti. Gli ulivi di queste brulle e arse pianure posano come divi esibizionisti che ostentano le proprie forme sicuri di essere unici.
E' un romanzo sul teatro, che ne reinventa i protagonisti e strasfigura scene di classici, ma riscrive pure un'antica saga islandese, proiettandola sullo sfondo livido di un Sud contemporaneo.
Fu in Germania che, nel Quattrocento, l'invenzione della stampa, dell'incisione e della xilografia fornì al singolo la possibilità di diffondere le proprie idee in tutto il mondo. Proprio mediante le arti grafiche la Germania assurse al ruolo di grande potenza nel campo artistico, grazie principalmente all'attività di un artista che, benché famoso come pittore, divenne una figura internazionale solo per le sue doti di incisore e xilografo: Abrecht Dürer. Le sue stampe per più di un secolo costituirono il canone della perfezione grafica e servirono da modelli per infinite altre stampe, come pure per dipinti, sculture, smalti, arazzi, placche e porcellane, non solo in Germania, ma anche in Italia, in Francia, nei Paesi Bassi, in Russia, in Spagna e, indirettamente, persino in Persia. L'immagine di Dürer, come quella di quasi tutti i grandi, è cambiata secondo l'epoca e la mentalità in cui si è riflessa, ma sebbene le qualità distintive della sua innegabile grandezza furono variamente definite, questa grandezza fu riconosciuta subito e mai messa in dubbio. Con un testo di Erwin Panofsky.