
messa gregoriana musicata da lorenzo perosi. Lorenzo perosi (tortona 1872 - roma 1956), sacerdote, compositore di musica sacra e religiosa, dal 1898 direttore della cappella sistina. Considerr la sua arte una missione, facendo conoscere il vangelo attraverso la musica. Fu molto apprezzato da pio xii e, fra gli altri, da fogazzaro, de amicis, mascagni e puccini. Compose messe in latino, oratori e cantate. Tracklist: 1. Antiph ona ad introitum (perosi) 2. Kyrie lux et origo" (cantus gregorianus) 3. Gloria i (cantus gregorianus) 4. Responsorium - graduale (cantus gregorianus) 5. Acclamatio ad evangelium (perosi) 6. Sequentia (perosi) 7. Credo iv (cantus gregorianus) 8. Offertorium (perosi) 9. Sanctus i (cantus gregorianus) 10. Agnus dei i (cantus gregorianus) 11. Antiphona ad communionem (perosi) 12. Antiphonia ad introitum (perosi) 13. Kyrie "rector cosmi pie" (cantus gregorianus) 14. Gloria iii b (cantus gregorianus) 15. Responsorium-graduale (cantus gregorianus) 16. Pro responsorio (perosi) 17. Credo v (cantus gregorianus) 18. Offertorium (perosi) 19. Sanctus iii (cantus gregorianus) 20. Agnus dei iii (cantus gregorianus) 21. Antiphona ad communionem (perosi) "
Contenuto: Testi e spartiti dei canti. Una messa dedicata alla Vergine del Carmelo, che può essere utilizzata anche per altre festività mariane. I testi scritti da Giuseppe Bozzi sono semplici e freschi, impregnati di una melodiosa cantabilità. A ciò si unisce la trentennale esperienza musicale di Antonio Parisi, abituato a confezionare melodie e armonie adatte alle nostre assemblee. Tutti i brani possono essere cantati a una voce; dove è presente un coro è possibile anche arricchirli con altre due voci di contralto e uomini. L'accompagnamento organistico sostiene con le proprie armonie la voce principale dell'assemblea. Brani: Donna vestita di sole - Kyrie eleison - Gloria a Dio - Ti seguiremo - Alleluia - Il Carmelo brilla - Santo - Acclamazioni - Agnello di Dio - Al torrente - O fiore del Carmelo - Chaire Maria.
Questo volume studia il periodo 1962-2000, nel quale lo spartiacque del Concilio ha imposto nuovi criteri di valutazione e la ricerca, spesso affannosa, di un equilibrio nella musica della liturgia rinnovata.
"L'idea che per capire la musica si debba per forza possedere un certo bagaglio culturale è una furbata, spesso è una scusa per pigri, o una medaglia acquisita sul campo per chi crede di essere fra quelli che la 'capiscono'. Avere gli strumenti per godere della musica non significa conoscere né l'armonia né l'epoca in cui è stata scritta né il retroterra culturale del compositore, ma riconoscere qualcosa che abbiamo dentro e che risuona."
In questo libro Stefano Bollani ci spiega il bello della musica. E lo fa con parole semplici, con il suo spirito libero, sfatando insidiosi luoghi comuni e svelando i segreti di un laboratorio fantastico, quello dell'improvvisatore: armonia, melodia, dinamiche, ritmo, colpi a effetto, trucchi, debolezze e assi nella manica dei jazzisti, dei creatori pop e degli interpreti. Parliamo di musica è un viaggio affascinante nei meccanismi della creazione musicale raccontato da uno dei massimi talenti del nostro tempo.
Bollani però prima di tutto è un vorace ascoltatore, dai Beatles a Frank Zappa, da Elio e le Storie Tese a Giacomo Puccini, da Bill Evans alla bossanova di Antônio Carlos Jobim e così, compilando una sorta di appassionato "taccuino di appunti", il grande pianista ci guida nella comprensione dei suoni e delle loro diverse chiavi di lettura, fino a farci scoprire che si tratta di un percorso dentro le nostre stesse percezioni nascoste.
Perché "non solo nella musica, ma anche nella vita, il vero spettacolo è ascoltare".
Si può raccontare la musica senza note, usando solo le parole? Ramin Bahrami crede di sì. D'altra parte, con la musica e con i grandi compositori del passato ha un rapporto strettissimo, intimo: la musica è per Bahrami un fil rouge, ciò che tiene insieme la sua infanzia perfetta in una Teheran baciata dalla cultura con l'esilio seguito all'incarcerazione e alla morte del padre; la sua identità persiana con quella di uomo immerso nell'Occidente; la storia dei suoi avi, provenienti dalla Persia, dall'Europa, dalla Russia, con la sua. Nella musica, e specialmente in Bach, Bahrami ha trovato l'alfa e l'omega: la musica è il suo modo per sopravvivere, per amare, per ricordare. «Nella musica c'è la mia dignità, c'è la mia identità: c'è mio padre con il suo violino, mia madre e le sue litanie, ci sono i miei fratelli e le loro passioni, c'è il mio paese e la sua cultura, ci sono lo zoroastrismo e il cattolicesimo, che è la mia religione oggi.» Il suo sguardo - o, per meglio dire, il suo orecchio - abbraccia il suono occidentale dalle radici fino al Novecento e ne ripercorre la storia attraverso quattordici capolavori: opere fondanti e definitive che hanno creato una discontinuità, cambiando il corso del futuro. I grandi compositori ci sono tutti: da Monteverdi e Vivaldi a Stravinskij e SchÖnberg, passando per le tre B (Bach, Beethoven e Brahms), i malinconici Mahler e Rachmaninov e i rivoluzionari Strauss e Wagner. Di ciascuno si scoprono i tratti fondamentali della vita e dello stile, e si approfondisce l'opera più significativa. Il suono dell'Occidente è un affresco e uno svelamento. Dalla sua prospettiva unica, Ramin Bahrami vede con chiarezza una profonda lezione nascosta nella musica occidentale: l'arte del dialogo. «C'è spazio per tutte le voci e tutte le culture, tutte le razze e tutte le religioni. Le voci possono cantare insieme, le culture mescolarsi e dare origine a capolavori universali, che toccano le corde del musulmano e del cattolico, del buddista e del luterano. Penso che se menti umane sono state capaci di creare opere simili, innalzandosi al di sopra delle divisioni e dei particolarismi, allora esistono speranza e consolazione. Allora esiste un senso, anche nello struggimento e nel dolore.»
Un'auto lascia Roma di primo mattino. Alla guida, c'è un affermato regista. Sul sedile accanto, l'uomo che da molti anni ama di un amore sconfinato. Dove stanno andando? Mentre la città si allontana e la strada comincia a inerpicarsi dentro e fuori dai boschi, il regista decide di narrare al compagno silenzioso il suo mondo "prima di lui": "La mia vita è la tua e ora te la racconterò, perché domani sarà solo nostra". Inizia così un viaggio avanti e indietro nel tempo: i primi anni in Italia, dove era giunto dalla Turchia non ancora diciottenne con il sogno di studiare e fare cinema, le persone che hanno lasciato il segno, gli amici, gli amori, le speranze, le delusioni, i successi. Storie che conducono ad altre storie, popolate da figure indimenticabili e bizzarre: una trans egocentrica sul viale del tramonto, un principe cleptomane, un centralinista con il rimpianto della recitazione, una cassiera tradita dalle congiunzioni astrali, una bellissima ragazza dallo spirito inquieto. E poi, raffinati intellettuali, inguaribili romantiche, noti cinefili, amanti respinti e madri niente affatto banali. Sullo sfondo, il palazzo di via Ostiense dove tutto accade, crocevia di solitudini diverse, ma anche di intense amicizie e travolgenti passioni. Il palazzo che nel tempo si è trasformato, conservando però intatti i suoi più intimi segreti.
È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d'abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici. Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti quando una sconosciuta si presenta alla loro porta. Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un'ultima volta, si giustifica. Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto. Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l'esistenza apparentemente tranquilla e quasi monotona di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre. Ferzan Ozpetek, al suo terzo libro, dà vita a un thriller dei sentimenti, che intreccia antiche e nuove verità trasportando il lettore dall'oggi alla fine degli anni Sessanta, da Roma a Istanbul, in un susseguirsi di colpi di scena, avanti e indietro nel tempo. Chi è davvero Elsa Corti? Come mai tanti anni prima ha lasciato l'Italia quasi fuggendo, allontanandosi per sempre dalla sorella Adele, cui era così legata? Pagina dopo pagina, passioni che parevano sopite una volta evocate riprendono a divampare, costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie. Il presente si mescola al passato per narrare la potenza della vita stessa, che obbliga a scelte da cui non si torna più indietro. Ma anche per celebrare - come solo Ozpetek sa fare - una Istanbul magica, sensuale e tollerante, con i suoi antichi hamam, i palazzi ottomani che si specchiano nel Bosforo, i vecchi quartieri oggi scomparsi.
L'arte contemporanea può ancora essere "grande"? Molti ne dubitano: il mondo dell'arte sembra infatti dominato da interessi mercantili che riducono l'arte alla produzione e alla promozione di opere da sfruttare economicamente. In questo documentato volume, che costituisce un utile strumento di aggiornamento sulla problematica attuale dell'arte, Mario Perniola discute con competenza e familiarità le tendenze artistiche (posthuman, realismo psicotico, arte estrema) e i movimenti culturali (postmoderno, cyber-punk) più recenti e più provocatori.
Il volume raccoglie una serie di riflessioni, considerazioni, digressioni sul tema della fotografia. "Medium bizzarro, nuova forma di allucinazione: falsa a livello della percezione, vera a livello del tempo", la fotografia viene scrutata non in sé, ma attraverso un certo numero di casi.
Il mondo dell'arte è circondato da esperienze artistiche non ufficiali, popolari, religiose, marginali di cui raramente la critica e la storia dell'arte si interessano. In questo libro si analizzano opere ed esperienze creative che potrebbero tranquillamente essere collocate in quel mondo. Tre sono i casi studiati: l'arte votiva, l'outsider art e la street art, a ognuno dei quali è dedicato un capitolo. L'arte votiva è ignorata negli aspetti più contemporanei, ma visitando un qualsiasi santuario in Italia ci si può imbattere anche in linguaggi diversi dalla pittura figurativa: fotografia, installazioni, ready made, opere concettuali. All'arte degli outsider è sempre negata la consapevolezza del loro lavoro, e questo li separa definitivamente dai colleghi cosiddetti sani e liberi. La street art è spesso compromessa con la dimensione dell'arte ufficiale quando smette di essere tale ed è trasferita sulle pareti di una galleria d'arte. Il volume riconosce e discute le potenzialità di questi tre campi limitrofi, al fine di rendere più ricca la discussione del rapporto tra arte ed espressione umana.
Una volta giú, gli piacerebbe essere musicista ma è solo la sensazione di una sensazione. Non è una sensazione invece quel piolo sulla testa. E la sua Canzone piú bella? Quanto la dovrà tenere per sé e quanto lasciarla andare di fronte a un Ariston che si apre in due? Un vocal trainer può garantire qualunque cosa tranne il successo. Un manager, qualunque cosa tranne la fedeltà. Ma si può essere fedeli per tutta la vita alla propria batteria, e alla donna che suona il basso nel tuo gruppo da sempre. Signora Pilar, è durata anche troppo. Troppo poco un minuto per esprimere un desiderio al genio della chitarra. Ma non sono troppi dieci anni per un incontro cosí. O Sí? L'Uno e l'Altro. Insomma, questi racconti - cosí diversi fra loro e cosí inseparabili, vivaci come una scolaresca eterogenea ma affiatata - sono un tripudio di fantasia e vitalità. E soprattutto irrompono sulla scena due elementi nuovissimi nella scrittura vibrante di Ligabue: il fantastico e la forza della musica. La musica in tutte le sue declinazioni. La musica che, come il sesso e l'amore, sfugge fortunatamente a ogni tentativo di imbrigliarla. Perché solo nell'abbandono, nell'accettazione del mistero, nello stupore che ci afferra ogni volta come fosse la prima, possiamo sperimentare una quotidiana spettacolare magia.

