
"In questa casa sono felice. E la mattina, quando mi sveglio e mi affaccio alla finestra, vedendo Caracalla e il campanile romanico con le mura, sento che lì sono proprio a Roma, nel cuore della città, ma lontano dalla contaminazione del caotico centro". (Alberto Sordi). L'amore di Sordi per la sua città è la premessa per parlare di un altro rapporto vissuto dall'attore in forma altrettanto viscerale: quello con la sua casa. Che non è stata e non è un'abitazione qualunque, ma un simbolo per tutti i romani: una villa maestosa affacciata sulle Terme di Caracalla, impossibile da ignorare per chiunque percorra l'incrocio di strade tra piazzale Numa Pompilio, via di Porta San Sebastiano e le grandiose terme imperiali. La villa di via Druso n. 45 a Roma, nel rione XIX Celio (primo municipio), oggi nota come Villa di Alberto Sordi, è stata progettata dall'ingegnere architetto Clemente Busiri Vici (Roma 1887-1965) che la realizzò nel 1928-1929, tra le due guerre, per la cooperativa ASCESA (Società Anonima Cooperativa Edilizia Amministrazioni Statali) e il primo proprietario, "socio assegnatario", fu il ministro Alessandro Chiavolini; nel 1954 la acquistò Alberto Sordi. La villa si presenta come un'alternativa agli esempi razionalisti dell'epoca (anni venti del secolo scorso) esprimendo, senza volontà esibizionistica, il tema residenziale privato in maniera funzionale, evitando limiti geometrici prestabiliti, con un'articolazione spaziale concepita in base alla conformazione del terreno in declivio e all'ampia panoramica circostante. La villa è arricchita di opere di Giorgio de Chirico ('Trovatore', 'Ettore e Andromaca' e 'Cavalieri nel paesaggio') e di altri protagonisti dell'arte italiana del '900, oltre ad alcuni dipinti di antichi maestri (Vernet, Panini), sculture e oggetti d'arte applicata.
Nella liturgia del Natale i Magi rappresentano una delle voci più misteriose ed affascinanti; venuti da un lontano Oriente al seguito di una stella, cercano il Salvatore tra mille difficoltà e (secondo la stessa narrazione evangelica) dopo averlo finalmente trovato, rischiano addirittura di metterlo in pericolo, se solo un angelo non li indirizzasse su un'altra strada ingiungendo loro di non fare ritorno dal perfido Erode. In principio né Re, né tre, i Magi hanno assunto molteplici identità, divenendo anche quattro, otto o dodici, ed hanno svolto una funzione ideologica cangiante a seconda delle distinte realtà in cui la storia che li celebrava si è affermata, magari solo attraverso la voce (meno nota, ma per questo non meno significativa) di una minoranza cristiana. Tale narrazione si è col tempo espansa grazie alla letteratura "apocrifa", in cui il tema dei Magi si è intersecato con quello della regalità, della mercatura, dell'ambasceria e della divinazione astrale, sempre conservando la "cifra" distintiva dell'universalismo cristiano come valore centrale, di cui tali viaggiatori si fanno testimoni, a conferma di una buona novella che viene per tutti. La ricchezza espressiva, teologica, concettuale e propagandistica che ha connotato tale ciclo narrativo non ha conosciuto confini nel mondo eurasiatico e successivamente anche negli altri continenti, generando una rete di tradizioni devozionali e spirituali straordinariamente ricca e variegata. Questa raccolta di saggi, curata da alcuni tra i maggiori specialisti della materia, propone, in armonia con la complessità del soggetto, una serie di percorsi interpretativi ed esegetici, volti a indagare l'eccezionale ricchezza espressa dal cammino dei Magi nella sua ininterrotta diffusione, nel tempo e nello spazio, tra simboli e riti capaci di ispirare ancora i moderni a dispetto della diversità delle lingue e delle distinte modalità espressive. Presentazione di Franco Cardini.
L'architettura prima di diventare opera concreta prende forma attraverso il disegno: dagli schizzi di ideazione e raffinando via via la forma, l'architetto visualizza e mette alla prova il proprio progetto fino a giungere a quello definitivo. Dunque, solo a partire dal disegno l'opera può essere compresa e attraverso l'analisi puntuale dei suoi elementi costitutivi è possibile scioglierne la complessità e mettere in evidenza le relazioni tra gli elementi che la costituiscono. A partire dalla classicità fino all'età contemporanea, gli autori utilizzano una metodologia di lettura delle opere architettoniche più significative che si fonda sull'analisi grafica.
Il libro racconta la parte meno conosciuta della vita e dell'opera di Michelangelo Buonarroti, quella che ha inizio con l'esecuzione del "Giudizio Universale". Negli anni in cui realizza questo dipinto straordinario Michelangelo sviluppa una sensibilità religiosa radicale che lo porterà ad avvicinarsi al gruppo degli 'spirituali', composto da alcuni uomini e donne in lotta per una riforma religiosa e che per la loro militanza segreta saranno sospettati, accusati e perseguitati per eresia. La produzione tarda di Michelangelo, che annovera capolavori quali la tomba di Giulio II, la Cappella Paolina, la nuova basilica di San Pietro in Vaticano e i piccoli dipinti per Vittoria Colonna e Tommaso Cavalieri, non è comprensibile se non all'interno di questa vicenda spirituale che mette in gioco la vita stessa dell'artista. In queste pagine, la ricostruzione dello scenario storico nel quale opera l'artista dopo il "Giudizio Universale" si accosta all'analisi minuziosa della sua produzione, così da permettere al lettore di entrare profondamente nell'opera del genio, comprendere appieno le sue emozioni e ancora più chiaramente, per le dettagliatissime indagini tecniche condotte dall'autore durante i suoi restauri, il suo prodigioso talento manuale.
I santuari hanno cominciato a diffondersi a partire dal IV secolo grazie al successo in Occidente del culto dei santi. Grande, infatti, era l'afflusso di pellegrini desiderosi di ottenere guarigioni, di venerare reliquie e immagini sacre legate soprattutto alle apparizioni della Madonna e dell'arcangelo Michele. Questo rappresentava un paradosso per la religione cristiana, dal momento che il suo fondatore aveva rifiutato l'idea che esistessero dei luoghi privilegiati per rivolgersi a Dio. Ma le iniziative dei vescovi e la pressione dei fedeli smussarono presto questo riserbo. André Vauchez ricostruisce la storia della formazione di questi santuari e la loro crescita all'interno del mondo cristiano occidentale fra il IV e il XVI secolo. I più rinomati furono quelli di Gerusalemme - a cominciare dal Santo Sepolcro -, San Michele Arcangelo sul Gargano e in Normandia, San Martino di Tours e Rocamadour in Francia, Santiago di Compostela in Spagna e, negli ultimi secoli del Medioevo, San Francesco ad Assisi e della Madonna di Loreto in Italia. Insieme ad altri più modesti e meno noti, questi santuari formarono una rete densa di luoghi sacri che popolò l'Europa con forme nuove di sacralità. Un'ampia iconografia completa una ricerca così vasta e originale.
"Caro Alberto" è un libro su Alberto Sordi diverso da tutti i libri su di lui già esistenti: raccoglie una ricca scelta delle migliaia di lettere che il grande attore ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera. Lettere del suo archivio personale - custodito e studiato dalla Fondazione Museo Alberto Sordi - di ammiratori, appassionati di cinema, fans che si rivolgono a lui come si farebbe con un amico o con un parente, al quale chiedere consigli, confidare dolori, raccontare gioie e comunicare l'amore per le sue interpretazioni, che si rivelano un vero e proprio lenitivo ai momenti tristi della vita. Ci sono anche lettere di personalità celebri, di colleghi di lavoro - come Anthony Quinn, Monica Vitti, Gina Lollobrigida - e di esponenti politici. Ma soprattutto raccoglie tantissimi messaggi commoventi e inaspettati di anonimi cittadini, spediti o lasciati davanti alla villa di Roma dove Sordi ha vissuto per anni, che piangono la morte di un attore amato. Il libro si arricchisce delle testimonianze di Walter Veltroni - amico personale di Sordi, ma anche l'uomo politico che, all'epoca sindaco di Roma, ebbe il triste ed entusiasmante compito di organizzare un funerale che fu un bagno di folla, un evento popolare, come a Sordi, forse, sarebbe piaciuto - e di Carlo Verdone, forse l'unico attore che può dire di aver raccolto la sua eredità. Prefazioni di Walter Veltroni e Carlo Verdone.
Il "Manuale del film" è divenuto negli anni un punto di riferimento per l'insegnamento del linguaggio cinematografico nei corsi universitari e una guida per tutti coloro che, amando il cinema, cercano con i film un rapporto che vada di là della loro semplice visione. Attraverso ampie analisi di scene e sequenze tratte da film che appartengono a diversi momenti della storia del cinema, a differenti generi, stili e autori, il libro studia il linguaggio cinematografico in tutte le sue componenti: dalla sceneggiatura alla scenografia, dal punto di vista della macchina da presa a quello dei personaggi, dal fuori campo ai movimenti di macchina, dal montaggio al rapporto fra suono e immagine. Questa nuova edizione del "Manuale del film" nasce dal bisogno di rendere conto dei grandi cambiamenti avvenuti in questi anni sia nel cinema in quanto tale, sia negli studi a esso dedicati. Sono stati quindi aggiunti, da un lato, argomenti che erano stati omessi o poco sviluppati nella prima edizione, come le osservazioni sul colore, quelle relative al lavoro dell'attore e quelle inerenti ad aspetti più tecnici. Dall'altro lato, sono stati inseriti quegli elementi che il cinema contemporaneo, postmoderno e digitale hanno introdotto nella rappresentazione e comunicazione filmica e che hanno quindi assunto un ruolo fondamentale nello studio di questa disciplina.
I totalitarismi del Novecento sono stati quasi integralmente liquidati. Sopravvivono fragili fasce di resistenza sui fronti politici, atteggiamenti emotivi non facili da qualificare che si sviluppano tra mitologia e folclore. Restano, soprattutto, tracce architettoniche vistose e magniloquenti, portatrici non solo di storia ma anche di cultura, spettacolo, mentalità. In questa chiave, i saggi qui presentati affrontano il problema della monumentalità totalitaria e delle sue svariate applicazioni in regimi diversi. I Paesi coinvolti non coprono, per ovvi motivi, tutte le possibilità che la situazione universale offre a chi si voglia occupare di rovine o macerie architettoniche, estetiche della politica, ideologie manifeste o criptate. I contributi raccolti nel volume riguardano Italia, Germanie (DDR e Terzo Reich), Cecoslovacchia, Jugoslavia, Unione Sovietica, Albania, Corea del Nord, Cuba. Letture, interpretazioni, indagini illustrate da immagini che coinvolgono architettura, cinema, antropologia, filosofia, storia culturale, cultura visuale, scienze umane.
Perché i film ci appaiono così reali mentre sono tanto scopertamente artificiali? Perché, pur restando fermi nelle nostre poltrone, abbiamo la sensazione di muoverci e orientarci nello spazio virtuale dello schermo? Un neuroscienziato e un teorico del cinema analizzano alcuni grandi capolavori (Notorious, Persona, Shining, Il silenzio degli innocenti) a partire dal tipo di coinvolgimento che questi film esercitano sul corpo degli spettatori e dalle forme di simulazione prodotte dai movimenti della macchina da presa e dal montaggio. Le analisi sono sostenute da esperimenti neuroscientifici e sono ispirate dalla scoperta dei neuroni specchio e dalla teoria della "simulazione incarnata". L'obiettivo è comprendere i molteplici meccanismi di risonanza che costituiscono uno dei grandi segreti dell'arte cinematografica e riflettere sul potere delle immagini in movimento, che in forme sempre più nuove e pervasive fanno parte della nostra vita di tutti i giorni.
Un dietro le quinte che documenta la preparazione del film, restituisce le suggestioni delle splendide location, racconta il rapporto tra i suoi protagonisti. Il nuovo film di Nanni Moretti raccontato attraverso le foto di Philippe Antonello. "La mia collaborazione con Nanni Moretti inizia nel 2006 con il film : "Il Caimano", esperienza che si rivelò di grande insegnamento. Per il suo nuovo progetto Habemus Papam, oltre a riprendere le scene girate, ho cerato di raccontare fotograficamente il rapporto tra un regista e il suo protagonista. Questo libro è un tentativo di raccontare l'incontro di due grandi personalità Moretti e Piccoli, ma non solo; spero che sia anche un racconto visivo del percorso intimo e faticoso che un regista fa nell'arco dei mesi di lavorazione".
Con scatti delicati Angelo delle Fratte riesce a catturare e a salvare le affascinanti immagini dell'effimero, le goccie di rugiada che appaiono come perle preziose.
Nell'anno del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, l'autore pubblica una nuova edizione delle tradizionali visite al Santissimo Sacramento di Sant'Alfonso.

