
Gli angeli sono una costante nella storia della salvezza, e lo sono anche nella storia dell'arte sacra. Si potrebbe anzi dire che nella storia dell'arte sacra sia possibile individuare i momenti fondamentali della storia della salvezza. In queste pagine, con il supporto di tavole a colori, vengono presentate trenta opere pittoriche in cui gli angeli sono ora protagonisti di primo piano ora presenze discrete. Dipinti celeberrimi di Giotto, Leonardo, Botticelli, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio, Tiepolo, Tiziano sono affiancati da altri di pittori meno noti ma altrettanto significativi. Ogni opera è spiegata nel suo senso generale ma anche attraverso uno zoom sui dettagli più importanti.
«Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi» (Lc 22,15). È da qui che papa Francesco parte per condividere con presbiteri e diaconi, persone consacrate e fedeli laici una riflessione sulla Liturgia nella vita della Chiesa e di ogni singolo credente. Pur nella consapevolezza di quanto sia vasto il tema, il Pontefice offre alcuni spunti per aiutare il popolo di Dio a maturare nella consapevolezza del celebrare cristiano e nel contemplare la sua bellezza e verità. Una particolare attenzione è rivolta proprio alla formazione liturgica di tutto il popolo di Dio, come percorso necessario perché ognuno recuperi la capacità di vivere in pienezza l'azione liturgica, luogo dell'incontro reale con Cristo.
L'immagine di Maria di Nazaret, veicola inevitabilmente una immagine della donna, che può condizionare tanto l'accoglienza quanto il rifiuto della fede e della sua dimensione mariana. Proprio per questo Paolo VI, già negli anni '70, invitava a un deciso rinnovamento dell'immagine di Maria. Il volume presenta i frutti di una ricerca interdisciplinare, realizzata presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione Auxilium di Roma a partire da tre film italiani che hanno come protagonista la Madre di Dio: Io sono con te; Troppa grazia; Bar Giuseppe. Lo scopo è duplice: dal lato della ricerca, è un invito a riflettere sull'immagine di Maria da essi veicolata e sulla sua attualità; dal punto di vista pastorale, può aiutare insegnanti e operatori pastorali a sfruttare maggiormente il cinema come strumento per la formazione e l'evangelizzazione. Autori coinvolti nell'opera: Giulio Base, Renato Butera, Katia Malatesta, Nicoletta Micheli, Michele Pellegrini, Stefano Pepe, Linda Pocher FMA, Nicolas Steeves SJ, Milena Stevani FMA.
Uno smisurato gesto d’affetto per un artista straordinario. Il ritratto d’amore di un poeta eterno, raffigurato da una delle penne più brillanti del panorama italiano. Un libro che non esce in occasione di anniversari, compleanni, celebrazioni o ricorrenze: De André è universale e senza tempo, non c’è bisogno di aspettare date particolari per parlare di lui. Questa opera ripercorre la sua storia. Sono pagine piene di musica, aneddoti, ricordi, vita, morte, dolori e meraviglie. Tanto il materiale inedito, tante le voci che tratteggiano il musicista genovese: Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Giorgio Gaber, Francesco Guccini, Antonello Venditti, Eugenio Finardi, Vasco, Zucchero e molti altri. Andrea Scanzi ha dedicato a Faber la sua laurea in Lettere nel 2000, che non a caso si chiamava Amici fragili (il titolo rimanda a una delle più celebri canzoni di Fabrizio); uno spettacolo teatrale con Giulio Casale, Le cattive strade, che tra il 2013 e il 2015 ha attraversato con successo l’Italia per più di cento date; tanti articoli, tante interviste, tanti sogni. Questo libro suggella il legame profondo tra il musicista e lo scrittore. Per PaperFirst, Scanzi ha già scritto best seller analoghi su Franco Battiato, Giorgio Gaber e Lucio Battisti. All’interno del volume, in esclusiva, ci sono anche due interviste intime e imperdibili a Dori Ghezzi, moglie di Fabrizio, e al figlio Cristiano. Verranno a chiederti di Fabrizio De André è il libro perfetto sia per chi già lo conosce e vuole ritrovarlo, sia per chi vuole scoprirlo una volta per tutte. Nel migliore dei modi.
Apparsa e circolata anonima, questa "Piccola cronaca di Anna Magdalena Bach" ripercorre le tappe della vita del grande Johann Sebastian con una precisione, con una tale "interna" verità da essere stata ritenuta a lungo opera autentica di Anna Magdalena, seconda moglie del grande musicista. E, in effetti, si trovano qui ricostruiti con amorosa attenzione e semplice lirica naturalezza, non solo il mondo del Bach artista e della sua vita pubblica di musicista di corte, ma anche la dimensione umana e familiare di un grande genio innovatore, i suoi inizi difficili, le sue speranze, le sue disillusioni, il miracolo della sua arte, la sua fermezza morale ed intellettuale.
Scritto nel 1903 questo libro della narratrice americana Edith Wharton rappresenta un'opera unica nel suo genere. "Il giardino deve essere studiato in rapporto alla casa, e giardino e casa in rapporto al paesaggio", e in questa affermazione è tutto l'interesse del libro: non un trattato di floricoltura, o una delle tante raccolte fotografiche sull'argomento, ma uno studio sottile e attento dei grandi giardini italiani, del loro rapporto con le rispettive ville, dei diversi stili di vita caratteristici della "vita in villa" nelle diverse regioni d'Italia. Lungi dall'essere una mera descrizione di luoghi, questo libro è dunque un documento di quell'interesse per la vita italiana che non ha mai smesso di affascinare gli anglosassoni.
L'elemento più sorprendente della produzione di Renzo Piano è la varietà dei lavori realizzati: edifici che spaziano in un ampio spettro di tipologie diverse e che comprendono varietà di forme, materiali e strutture. Si passa dal gigantesco aeroporto di Kansai, all'edilizia popolare di rue de Meaux a Parigi, dallo stadio di San Nicola di Bari, al Centro culturale Tjibaou a Nouméa, in Nuova Caledonia. Nell'ultimo decennio ha lavorato dal nord della Francia al Mezzogiorno d'Italia, dal sud del Giappone a isole nel bel mezzo del Pacifico. Questo volume presenta le varie opere di Renzo Piano, i suoi studi, la sua carriera e la sua "filosofia" professionale.
“L’architettura è un’arte di frontiera. Solo se si accetta la sfida di farsi contaminare, di farsi costantemente provocare da tutto ciò che è vero, ha ragione di essere. Altrimenti è roba da salotto, da accademia. L’abbiamo già detto, c’è una profonda somiglianza fra la musica e l’architettura, così immateriale l’una quanto è materiale l’altra. La splendida esecuzione della Terza Sinfonia di Mahler diretta da Abbado al Lingotto (la cui sala rettangolare consente una delle migliori acustiche) era pura poesia, ed è svanita nell’aria. Penso all’Auditorium di Parma realizzato nella vecchia fabbrica dell’Eridania, di cui su quel tavolo vedi il modellino. Sì, nella musica come nell’architettura ritrovi la stessa voglia di precisione, di ordine matematico, geometrico, le stesse certezze, magari le stesse disubbidienze…”
“Sento molto gli elementi immateriali, come sono la luce, le trasparenze, le vibrazioni, il colore, tutti elementi che interagiscono con la forma dello spazio, ma che non sono riconducibili ad esso. Nella ricerca della leggerezza e della trasparenza, nel lavoro sulla luce, c’è una continuità logica e poetica. La luce naturale (spesso diffusa dall’alto) è una costante del mio lavoro. L’immaterialità è anche di Calvino, appartiene alla sua fantasia. Calvino non è solo lo scrittore delle Lezioni americane, ma è anche l’autore de Le città invisibili. Credo che in una delle prime edizioni avesse scritto di una città fatta di tubi, che in qualche modo richiamava il Beaubourg. Solo che i muratori in quella città non arrivarono mai e le Naiadi se ne impossessarono. Nella fantasia di Italo Calvino, insomma, il Beaubourg era diventato una città di tubi”.
Ormai giunto alla sua settima edizione, questo affascinante racconto-intervista di Renzo Piano con il giornalista Renzo Cassigoli si arricchisce di una inedita intervista di Enzo Siciliano al grande architetto. Altro tassello, dunque, di questo libro singolare che nelle sue sette edizioni si è progressivamente arricchito non solo dei commenti di Piano ai lavori che andava affrontando – dalla Potsdamer Platz di Berlino all’Auditorium di Roma, da Nouméa in Nuova Caledonia al museo di Sarajevo, dalla nuova sede de “Il sole 24 ore” al progetto per la Collina degli Erzelli, a Genova – e di riflessioni più generali sulla sua professione, sul concetto di “architettura sostenibile”, sulla responsabilità dell’architetto, su architettura e arte, sull’idea di città ma anche su temi più “eccentrici” quali il ricordo di Italo Calvino o il commento sull’attribuzione del Premio Nobel a Günter Grass.
Romain Rolland fu tra l'altro scrittore eccelso di biografie, genere al quale lo inclinava l'ansia di penetrare i motivi del genio, di indagare l'animo dei grandi creatori. Tra tutte, emerge questa "Vita di Beethoven", anche perché l'attenzione di Rolland per il grande musicista non fu mai superficiale o episodica, né d'altra parte può essere semplicemente ricondotta al suo generale interesse per la musica, testimoniato dall'insegnamento di storia della musica alla Sorbona: per tutta la vita, infatti, la figura di Beethoven costituì per lui una presenza costante e insieme un termine di confronto. E infatti, dopo quest'opera che, pubblicata nel 1903, riscosse un immediato, enorme successo, e che è ancora oggi una delle più penetranti letture della vita del grande musicista, Rolland tornò più volte sul genio beethoveniano con scritti ampi e tecnicamente agguerriti; ma nessuno dei suoi studi successivi poté raggiungere la potenza evocativa di questa pur breve biografia, non a caso considerata tra le opere più importanti dello scrittore francese.
«L’autore, attraverso il proprio linguaggio fotografico semplice e umano, passo passo ci accompagna alla riscoperta di quella struggente lode che San Francesco, voce di ogni creatura, compose a glorificazione dell’Altissimo, universalmente conosciuta come Cantico di Frate Sole. Nel proporci una lettura visiva di quel meraviglioso Canto di lode francescana, l’autore ci sollecita, di fotografia in fotografia, a non sprofondare in quello stato di apatia e di superficialità che spesso ci attanaglia ma ci spinge, con poetica emozione, a recuperare almeno in parte quell’armonia tra corpo e spirito, capace di donarci una visione condivisa con tutto il Creato».

