
Sedie, scrivanie, librerie, vasi, appendiabiti realizzabili da tutti con materiali facilmente reperibili nei negozi di bricolage. Pezzi unici da fare con le proprie mani, e in più l'opportunità di adattarli o migliorarli condividendone i risultati con gli altri. Con i contributi inediti di quattro maestri del design contemporaneo: Andrea Branzi e Aldo Cibic, Michele De Lucchi e Alessandro Mendini.
In questo libro Recalcati offre al grande pubblico una serie di studi sulla pittura italiana contemporanea, mettendo a punto una riflessione lunga tutta la vita. Da Giorgio Morandi a Giovanni Frangi, da Emilio Vedova a Jannis Kounellis, Recalcati guida i suoi lettori in una ideale galleria del Novecento italiano, facendo emergere significati nascosti, mettendo in relazione vita e opere, restituendo la complessità e l'importanza dell'arte.
Giovanni Reale torna al pubblico degli appassionati e degli studiosi d'arte con una nuova riflessione artistica (ampiamente illustrata) sul capolavoro di Botticelli. Al centro della lettura di Reale, un'ipotesi originale e affascinante: l'idea che il quadro generalmente noto come "La Primavera" sia in realtà una rappresentazione allegorica ispirata al romanzo enciclopedico di Marziano Capella, "Le Nozze di Filologia e Mercurio". Attraverso l'individuazione di paralleli letterari tratti dai testi classici e dell'Accademia platonica fiorentina, e mediante il riesame delle più importanti interpretazioni, antiche e moderne, del quadro, l'autore fa emergere le componenti platoniche del capolavoro del Botticelli. Insieme al volume, un DVD con un nuovo film sulla Primavera di Botticelli, di Elisabetta Sgarbi: una primavera notturna, attraversata da un turbine di petali di vario colore e coperta di veli che sollevati dal vento rivelano il mistero di questo dipinto.
il libro raccoglie un testo di Giovanni Reale ed Elisabetta Sgarbi sui "compianti" in terracotta di Niccolò dell'Arca, Guido Mazzoni e Antonio Begarelli. In questi gruppi scultorei, capolavori dell'arte umanistica e rinascimentale, si racchiude una lezione di straordinaria intensità sull'esperienza del dolore e della separazione, alla luce di una fede. A esprimere la disperazione dei personaggi rappresentati nei "compianti" anche i testi inediti di cineasti internazionali, come Michael Cimino e George Remerò, e di scrittori di diversa provenienza, come Antonio Scurati, Diego Marani, Pino Roveredo, Lucrezia Lerro e Vittorio Sgarbi, interpretati dalle voci intense di Anna Bonaiuto e Toni Servillo.
"C'è, a Varallo, il Sacro Monte ufficiale, diurno,, che fu pensato dall'abate Bernardino Caimi (...). Ma c'è anche, a Varallo, un altro Sacro Monte, che nessuno mai ha voluto o potuto imitare e che appartiene soltanto a questi luoghi e alla realtà di questa valle. E la storia della Valsesia, rivissuta nella storia di Cristo. L'altro Sacro Monte, che soltanto in apparenza coincide con il Sacro Monte ufficiale, è l'armata di terracotta delle ottocento statue che, di cappella in cappella, raccontano la passione e morte di nostro Signore ma raccontano anche sé stesse e le loro storie. Sono le persone che popolano le cappelle con i loro atteggiamenti, i loro visi, il loro aspetto irripetibile e che vissero, bene o male, nelle loro epoche: ma, soprattutto, che vissero tra queste montagne. Ogni tanto, capita che quella folla silenziosa si risvegli. Di notte, quando i pellegrini arrivati con i pullman dormono negli alberghi e non si celebrano funzioni nella basilica. Quando la funivia è ferma e l'unico rumore che si percepisce, nella città rinascimentale addormentata, è lo scroscio lontano dei torrenti Mastallone e Sesia. Può accadere che un orecchio esercitato a cogliere i rumori del tempo riesca a percepire, all'interno delle singole cappelle e tra una cappella e l'altra, le voci delle persone che si riconoscono, si chiamano e dialogano tra di loro." Sebastiano Vassalli
In tre volumi, il filosofo Giovanni Reale ci spiega gli affreschi di Raffaello nella Stanza della Segnatura: la Scuola di Atene, la Disputa del SS. Sacramento e il Parnaso. La Stanza della Segnatura, che probabilmente era lo studio-biblioteca personale del Pontefice, rappresenta l’accettazione, da parte della Santa Sede, del pensiero umanistico - rinascimentale. In essa infatti sono rappresentate le tre vie del sapere umanistico: l’arte, la filosofia e la religione.
Con i volumi di Reale, un film di Elisabetta Sgarbi assolutamente unico. La regista, infatti, è riuscita a entrare nella Stanza della Segnatura, inaccessibile alle telecamere da circa quarant’anni.
In bilico tra analisi iconografica e ricerca filosofica, Giovanni Reale guida il lettore a scoprire "La scuola di Atene" di Raffaello (1509-1510), contenuta nella Stanza della Segnatura dei Musei Vaticani, e il significato della messe di simboli e riferimenti cifrati che nasconde, offrendo al tempo stesso una godibile introduzione alla filosofia greca: Platone che, al centro dell'affresco, indica la volta celeste e la trascendenza, Aristotele che insiste nel richiamare l'ambizione filosofica a volgersi all'osservazione della natura e alla ricerca empirica; Socrate defilato ma in realtà onnipresente, Diogene in posa provocatoria, Eraclito l'oscuro, Pitagora, Euclide e Parmenide.
"Matthias Grünewald ci ha sempre attratto, soprattutto a partire da varie riflessioni fatte da scrittori, pensatori e teologi sull'Altare di lsenheim, che ci hanno illuminato più di quelle fatte dalla maggior parte degli storici dell'arte. In effetti il messaggio di tale pittore trascende l'ambito specifico della storia dell'arte, in quanto investe in maniera assai forte i due problemi di fondo dell'uomo: quello della sofferenza, quello della morte e del loro senso. Le soluzioni che egli presenta di questi problemi, sono quelle di un vero credente nel messaggio del cristianesimo, oltre che di un uomo impegnato a fondo nel portare aiuto a quelle persone sulle quali tali problemi pesavano in sommo grado, vale a dire ai lebbrosi dell'ospedale annesso al convento dei frati dell'Ordine di Sant'Antonio di Isenheim. Una interpretazione adeguata del messaggio comunicato con la creazione del grande Altare di Isenheim, che è un grandioso polittico articolato in forma di libro, non può basarsi solamente su criteri estetici e connessi con l'arte pittorica, e nemmeno può esaurirsi in ricerche che mirino a ricostruire il misterioso personaggio storico che sta sotto il nome di Grünewald." (dalla prefazione dell'autore)
"Per comprendere Romanino bisognava intendere il senso e la portata della rottura da lui operata nei confronti del paradigma classico dominante, soprattutto a Venezia. E tale comprensione è iniziata con Roberto Longbi, mediante la sua rivalutazione della pittura lombarda, in particolare di quella bresciana. Longhi ha visto in essa addirittura precedenti caravaggeschi. Di conseguenza, il giudizio di quella pittura, giudicata 'provinciale' in senso negativo, si è capovolto in positivo, e sono state indicate le novità che vi emergevano e la loro importanza. Longhi conosceva Romanino molto bene, ma non lo inseriva espressamente fra i precursori di Caravaggio. Tuttavia proprio a seguito delle sue interpretazioni della pittura bresciana, non pochi studiosi lo hanno considerato, e giustamente, un precursore di Caravaggio. Ma è stato soprattutto Giovanni Testori che ha contribuito a tracciare le connotazioni del nuovo paradigma ermeneutico con la metafora della pittura di Romanino come 'dialetto figurale', o semplicemente di 'dialetto', in contrapposizione al paradigma accademico dominante. Testori ha addirittura rafforzato questa sua metafora con quella anche più forte della pittura di un 'barbaro'. Dalle sue osservazioni si giunge a comprendere l'espressionismo' di Romanino, che sotto certi aspetti - anticipa in nuce ben tre secoli e più di storia." (dalla prefazione di Giovanni Reale)
"La fotografia è stata per me una grande passione, breve ma intensa; la Leica, il mio salvagente in una stagione di disillusione politica. Era la fine degli anni cinquanta, non esisteva scollamento, allora, tra pubblico e privato: i dubbi, le contraddizioni, le domande senza risposta su quel che restava del sogno comunista segnarono la nostra generazione. In me, poco più che trentenne, il segno fu tanto profondo da spingermi a lasciare non soltanto la redazione di "Vie Nuove" (il settimanale del Pci per il quale scrivevo dopo l'esperienza all'"Unità") ma addirittura il giornalismo, nella convinzione che continuare a praticarlo avrebbe voluto dire tradire le mie idee e trasformarmi da militante comunista nel suo opposto. Preferii partire alla volta di Berlino e trasformarmi in fotografo giramondo. Per cinque anni non feci altro che viaggiare spiando i volti delle persone nei paesi più lontani. Poi i tempi cambiarono, e con essi, un po' alla volta, anche le mie decisioni."
I luoghi della celebrazione nell'aula dell'assemblea liturgica non sono spazi "neutri" o semplicemente "funzionali al rito". Essi sono pieni di "senso" e dei veri "luoghi simbolici", soprattutto quando la comunità dei credenti è radunata per celebrare i santi misteri ma anche fuori della celebrazione stessa con la loro semplice e nobile presenza. Le pagine di questo studio non propongono un corso di architettura per la liturgia, ma si offrono come una visita guidata nell'edificio della Chiesa ai luoghi liturgici o, meglio, come un percorso mistagogico che accompagna il lettore a scoprire la valenza, la bellezza e la ricchezza di questi "santi segni", al fine di aiutare ciascuno a passare dai segni al mistero e a coinvolgere in esso l'intera esistenza. Uno strumento che si propone alla formazione liturgica permanente sia dei ministri ordinati sia di tutti coloro, consacrati e laici, che sono impegnati nella catechesi e nella pastorale e, in modo speciale, nella cura, nella preparazione e nella guida della preghiera liturgica.
"Una vera e propria oasi di bellezza e di luce che emoziona tutti coloro che vi si accostano provenendo da ogni regione della terra": sono i Musei Vaticani, uno scrigno di inestimabili tesori artistici nello Stato più piccolo del mondo. A condurci in questa ideale visita tra le sterminate collezioni e gli splendidi edifici che le ospitano, frutto del mecenatismo di vari pontefici, è un accompagnatore d'eccezione: il cardinale Gianfranco Ravasi. La sua non vuole essere una guida minuziosa e sistematica o una trattazione storico-critica, ma la condivisione di "un itinerario narrativo personale" animato dallo stupore, arricchito di affascinanti suggestioni culturali e curiosi aneddoti. In queste sale, dove si incontrano "bellezza e verità, estetica e trascendenza, immagine e mistero, realtà e simbolo", confluiscono come in un immenso oceano innumerevoli fiumi. Dalle lontananze misteriose dell'arte egizia alle grandi sculture dell'antichità classica, come il Laocoonte, dai sarcofagi etruschi a quelli romani e paleocristiani, alle originali testimonianze di terre e civiltà remote, come un insolito crocifisso eschimese, una singolare statua precolombiana del "serpente piumato", il dio Quetzalcóatl, o una piroga cerimoniale di un'isola delle Salomone. Si arriva così al cuore delle raccolte, rappresentato dalla Pinacoteca Vaticana e da quella "sequenza di vere e proprie epifanie di arte e fede" che sono gli appartamenti papali e le cappelle.

