
Dire che questo libro "colma una lacuna" può sembrare un luogo comune, ma risponde come raramente a verità in questo caso. Infatti, all'interno della pur sterminata bibliografia sulla pittura fiorentina del '400 mancava un'opera, come la presente, che prendesse in esame, in stretta relazione tra loro, la realtà sociale, le teorie artistiche e la pittura dell'intero arco del secolo e soprattutto che ponesse sullo stesso piano di indagine sia i pittori più famosi che quelli meno conosciuti, restituendo il vero volto dell'arte pittorica a Firenze nel XV secolo, quando le grandi novità della nuova stagione umanistica convivono per tutto il periodo con la tradizione tardo trecentesca e di bottega.
Un libro popolato dai protagonisti che nel corso dei secoli, da Vasari ai nostri giorni, in Europa come negli Stati Uniti, hanno contribuito alla costruzione di una nuova disciplina: la storiografia artistica nei suoi molteplici indirizzi di ricerca. Emergono i profili dei tanti metodi messi in campo per analizzare e interpretare le opere, dall'attribuzione all'iconografia e all'iconologia, dalla critica formalista alla storia sociale dell'arte, dalla ricerca ancorata ai documenti a quella ispirata alla storia delle idee, delle religioni, della cultura, fino all'assunzione di modelli attenti all'antropologia come alle scienze naturali. Un volume che mancava ma di cui si avvertiva la necessità perché, tenendo presente che il mestiere dello storico dell'arte è differente da quello del filosofo di estetica e del teorico, sono stati riannodati gli aspetti del lavoro più squisitamente storiografico con tutte quelle sollecitazioni attivate dagli stessi oggetti di studio. Le autrici hanno ricostruito infatti la proficua simbiosi tra la scrittura e il lavoro sul campo nei musei, nei territori, nel mercato, nelle collezioni private, nelle esposizioni, nelle scelte di tutela e di restauro. Tutte attività che hanno concorso a valorizzare, conservare e trasmettere alle generazioni a venire la ricchezza di un patrimonio identitario.
Il libro costituisce un vero e proprio percorso attraverso l'architettura della Roma contemporanea organizzato secondo un repertorio in cui si succedono più di 260 schede, disposte in rigoroso ordine cronologico, per classificare la complessità e l'eterogeneità dei fenomeni urbani. Le singole schede, rivedute e ampliate in questa quarta edizione, illustrano quanto concretamente è stato costruito o modificato a Roma dagli inizi del Novecento a oggi. Una struttura che, escludendo schemi interpretativi giustapposti, costituisce il vero punto di forza dell'opera perché riesce a collocare le singole architetture nel complesso e tormentato sviluppo della città. Questa nuova edizione fa seguito a quelle del 1984, del 1991 e del 2000 e si arricchisce della presenza di più di 50 nuove schede che riguardano edifici realizzati nell'ultimo decennio o che sono in via di realizzazione. Tra questi, l'auditorium Parco della Musica, la chiesa di Dio Padre Misericordioso, il Museo dell'Ara Pacis, la sala d'esposizione nel giardino romano dei Musei Capitolini, la biblioteca dell'università Lateranense, il MAXXI, l'ampliamento del MACRO e la nuova biblioteca Hertziana. Si tratta di progetti spesso firmati da architetti stranieri di fama internazionale che da alcuni anni sono sempre più coinvolti nella realizzazione di opere pubbliche di grande importanza per la città. Tra le schede spicca quella dedicata al nuovo Piano Regolatore di Roma approvato nel 2008.
"Cosa mi attirava di Molière, nelle sue prime farse e soprattutto ne Il medico per forza? La figura del ciarlatano, i meccanismi del potere, un uomo che finge di essere ciò che non è e induce tutti gli altri a crederci. Poi ho aggiunto la realtà odierna del nostro Paese. [...] La satira di Molière mette bene in luce come il potere (che può essere anche nelle mani di un finto medico) non solo si approfitta del più debole, ma lo convince anche che si stia lavorando per lui, e bene!"
La bellezza non è una semplice questione di simmetrie e di proporzioni, ma riguarda la vita concreta dell'anima, è nutrimento dello spirito che cerca Dio. Risponde a questo criterio l'essenza del canto gregoriano che, con la riforma liturgica postconciliare, è stato inesorabilmente mandato in esilio per lasciare luogo a una musica e un canto che di sacro, e quindi di bello, hanno poco o nulla. Questo libro pone la questione in modo stringato e tagliente tracciando, con numerosi esempi tratti dal repertorio, un profilo del canto che per secoli ha sostenuto la preghiera liturgica della Chiesa. Il lettore scoprirà così che l'abbandono del gregoriano non è altro che l'ennesimo risvolto della rinuncia all'inappellabilità del dogma e dell'abbandono del munus docendi da parte della gerarchia cattolica inaugurati con la primavera conciliare.
All'interno di un reparto di pediatria oncologica si genera una realtà complessa, carica di esperienze forti legate allo sviluppo della malattia e, ancor più, all'età del paziente. Con rigore metodologico, in questi quattro anni ci siamo chiesti: come si può lavorare con la musicoterapia in un processo di cura caratterizzato da tante criticità? E quale metodo è opportuno seguire in questo contesto? Presto ci siamo resi conto che l'incertezza del decorso clinico arrivava a mettere a dura prova la stabilità emotiva anche di noi musicoterapisti e degli altri operatori e condizionava perfino la possibilità di un percorso/progetto terapeutico. Tutto ci portava inevitabilmente a riflettere non solo sulla validità della metodologia ma anche sulle risposte esistenziali da dare quando ci si interroga sul significato della vita in situazioni così delicate ed estreme.
Una galleria di oltre 150 fotografie, divise per grandi argomenti, che presentano un ritratto del paesaggio italiano nelle sue diverse sfaccettature: l'atmosfera d'altri tempi di borghi e castelli, la maestosità di montagne e vulcani, la bellezza dei centri storici, le geometrie del paesaggio coltivato, la mistica di chiese e monasteri, il mare e le coste, i paesaggi lacustri e fluviali.
"Mi affascina tutto. Sono curioso di tutto. Non mi innamoro di nulla. Detesto raffinarmi. Sono libero di fare quello che voglio. Non ho ispirazione, che trovo una cosa bestiale. Resto lucidamente critico... Credo nella tenerezza. La società oggi è inutilmente crudele." Una racolta di scritti sul lavoro di Rossellini e di interviste poco note ma significative, rilasciate durante tutta la sua lunga carriera.
Ricostruendo momenti cruciali e opere-simbolo, "Il resto è rumore" conduce il lettore nel labirinto della musica del Ventesimo secolo, e allo stesso tempo rilegge la Storia attraverso il succedersi delle avanguardie musicali, dalla Vienna di inizio Novecento con Mahler e Strauss all'arte bolscevica di Sostakovic, dalla musica atonale e dodecafonica nella Berlino anni Venti fino a Messiaen e Ligeti. L'autore non si sofferma solo sulle figure dei musicisti, ma anche sui dittatori, i mecenati miliardari e i dirigenti che tentarono di controllare la musica che veniva composta; gli intellettuali che si sforzarono di porsi come giudici in fatto di stile; gli scrittori, pittori, ballerini e registi che accompagnarono i compositori sui sentieri solitari della ricerca; il pubblico che osannò, vituperò o ignorò quanto i compositori proponevano; le tecnologie che cambiarono il modo di realizzare e ascoltare musica; e le rivoluzioni, le guerre calde e fredde, i flussi migratori e le profonde trasformazioni sociali che rimodellarono il contesto in cui si svolgeva l'attività musicale.