
Sulla scia del messaggio agostiniano de "La città di Dio", il Medioevo è l'inizio di una nuova era e per una civiltà che muore, quella apparentemente eterna e immutabile dell'impero romano, un'altra nasce sulle fondamenta del cristianesimo. Questo Atlante storico illustrato sviluppa i tratti essenziali della produzione e della trasmissione del sapere medievale e delle sue discipline, incrociandoli con le concezioni culturali e sociali, con i diversi momenti e stili della storia dell'arte e della vita religiosa. Sia nella cartografia sia nei testi, viene dato ampio spazio alle principali tappe della storia politico-sociale e il risultato è un affresco sintetico che orienta alla conoscenza dell'Occidente medievale dalla fine del secolo IV all'inizio del secolo XVI, arricchito da una ricca documentazione fotografica, di luoghi, architetture e opere d'arte. Ci si imbatte in una cultura, in alcuni grandi personaggi e in momenti fondamentali nella storia del sapere universale, nei quali il cristianesimo, con le proprie istituzioni ed espressioni, offre un impulso basilare e garantisce l'equilibrio dei poteri a vantaggio delle libertà delle città e delle persone. Questo Atlante storico, con il contributo di studiosi di fama internazionale, si propone come uno strumento sintetico utile per la conoscenza del Medioevo europeo.
Con il suo stile scultoreo e sensuale, Paolo Barbieri reinterpreta i grandi personaggi che abitano l'Inferno della Divina Commedia e gli straordinari luoghi che lo scandiscono. Da Caronte a Paolo e Francesca, da Cleopatra al Conte Ugolino, dalla Porta dell'Inferno alle mura di Dite, la matita rinascimentale e i colori infuocati di Barbieri non fanno sconti all'umanità carnale, mortale e trasfigurata del capolavoro dantesco. Ogni tavola, accompagnata dalle terzine a cui è ispirata, offre una visione terribile e spesso toccante delle anime dannate e delle loro storie, dei demoni che vegliano sul loro eterno supplizio e dei gironi infernali.
A cinquecento anni dallo svelamento della volai Sistina gli affreschi più celebri di Michelangelo non cessano di stimolare nuove e inedite letture. Secondo un taglio iconografico e iconologico aggiornato all'indagine contestuale, questo volume raccoglie i contributi più significativi degli studiosi che hanno affrontato con tagli diversi e complementari l'interpretazione dei significati del ciclo della Genesi, rivelandone la complessità simbolica e dottrinale, funzionale all'immaginazione creativa di Michelangelo, e il forte impatto comunicativo. I saggi di Antonio Paolucci, Maurizio Calvesi, Silvia Danesi Squarzina, Heinrich Pfeiffer, Thimoty Verdon, Gianluigi Colalucci, Costanza Barbieri, Lucina Vattuone propongono letture fondate sulla cultura agostiniana, sul gioachimismo, sul francescanesimo, sul neoplatonismo e sulla storia delle immagini. Emergono così le profonde radici storico-religiose delle scelte figurative del Buonarroti e dei teologi che lo hanno affiancato. In questa prospettiva, i contenuti giustificano le forme e danno sostanza alle scelte compositive: l'accurata tecnica esecutiva del Giona sopra l'altare, ad esempio, che ha richiesto ben dodici giornate di lavoro, si spiega con la centralità teologica del profeta nell'economia dei significati della Sistina. (Completa il volume un'appendice con i risultati inediti delle indagini diagnostiche non invasive sul "Ritratto di Michelangelo che mostra i suoi disegni" (Amburgo, collezione privata), condotte dalle più importanti istituzioni italiane ed estere (Firenze, Opifìcio delle Pietre Dure e INOA; Università di Perugia, CNR-ISTM e centro SMAART; Università di Anversa, Dipartimento di Chimica). Ne emergono dati spettacolari che gettano luce non solo sul nodo del problema attributivo, ma rivelano, negli strati pittorici soggiacenti al ritratto, la presenza di un dipinto di Andrea del Sarto raffigurante una Madonna con Bambino e San Giovannino, che i documenti associano inequivocabilmente al committente Pierfrancesco Borgherini, ad Andrea del Sarto, a Michelangelo e a Sebastiano del Piombo.
Il ciclo "MACROradici del contemporaneo", che inaugura con la mostra "Cesare Zavattini inedito", rappresenta un ulteriore segnale di vitalità e di attualità delle proposte del MACRO. L'idea è quella di presentare al grande pubblico alcune fondamentali figure della cultura e dell'arte attraverso le quali il legame tra la memoria, la contemporaneità e l'utopia venga felicemente disvelato al visitatore. Zavattini fu tra i pochi a transitare indenne dal neorealismo alla comedia, interpretando perfettamente le più evidenti attitudini italiane e, con esse, le sue contraddizioni. Per questo artista, il fare ed il sapere non erano mai separabili, il che si evince persino dai suoi disegni e dai suoi acquerelli, grazie ai quali riuscì a tessere trame di racconto, e cronache, e atmosfere che ancor oggi rimandano ai luoghi e all'identità di Roma. Catalogo della mostra (Roma, 13 ottobre 2009-10 gennaio 2010).
A distanza di cinquant'anni dalla storica monografica curata da Franco Russoli, Palazzo Reale torna, in occasione del centenario dalla scomparsa dell'artista, ad ospitare Giorgio de Chirico (Volo, 1888 - Roma, 1978) con una grande mostra a cura di Luca Massimo Barbero L'intera straordinaria carriera artistica del Pictor Optimus verrà ricostruita in catalogo attraverso un percorso articolato in sezioni tematiche che, con un'ottantina di capolavori, narreranno l'evoluzione pittorica di de Chirico, dall'invenzione di una personale mitologia, che passa per l'interpretazione dell'Antico, alla costruzione della propria immagine - pittorica e letteraria -, sino alla Metafisica e al superamento della stessa negli anni venti, quando l'artista getta nuova luce sui valori fondanti dell'arte del passato. Oltre a un percorso esaustivo nelle tematiche sviluppate da de Chirico nel corso della sua carriera, la retrospettiva darà rilievo come mai in precedenza alla tecnica e alle straordinarie qualità pittoriche dell'artista. Una rara riflessione infatti sarà riservata al segno del maestro che attraverso la sua opera si trasforma e si reinventa in maniera sempre autentica, come a voler sottolineare i molteplici temi di suo peculiare interesse.
Uno straordinario viaggio tra arte, politica e società attraverso opere di artisti come Renato Guttuso, Lucio Fontana, Alberto Burri, Mario Schifano, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto per raccontare e riflettere sui contrasti, le trasformazioni e le nuove tendenze artistiche in Italia tra la fine del secondo conflitto mondiale e gli anni della contestazione: dall'antagonismo tra Realismo e Astrazione nel dopoguerra al trionfo dell'Informale negli anni cinquanta, fino alla Pop art e all'Arte povera e concettuale negli anni sessanta. Catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, 16 marzo-18 luglio 2018).
«Senza movente, senza indiziati, senza una logica apparente». Questo commento dell’ispettrice Petra Delicado, nel racconto di Alicia Giménez-Bartlett, potrebbe funzionare da presentazione generale di questa antologia.
Il delitto di viaggio è un classico della letteratura poliziesca, che ha sempre sfidato l’inventiva degli scrittori. Senza un luogo stabile e ripetute abitudini, fuori da strade e case conosciute, lontano da vicini invadenti, l’investigatore deve sfoderare tutta la sua astratta capacità razionale e la più pura intuizione per trovare il filo della matassa.
Però, la novità è che oggi viaggiano tutti, il viaggio è di massa e quotidiano, non ci sono solo Orient Express e giri alle Piramidi in cui annidare degli eleganti misteri. Gli enigmi dell’indagine sono complicati, movimentati, resi anche più ironici, dall’estrema varietà capricciosa delle nostre offerte turistiche. E questa raccolta ne copre le più diverse tipologie.
Ci sono crociere a prezzo stracciato, come quella in cui sono implicati i vecchietti del BarLume di Marco Malvaldi. Pullman di studenti pendolari in cui ritrovare cadaveri a pezzi, com’è il caso raccontato da Alicia Giménez-Bartlett. Gite in una Brianza sorprendentemente appartata, dove si avventurano i detective per caso di Alessandro Robecchi. Per seguire l’ultimo mistero della Casa di Ringhiera, Francesco Recami destina il piccolo Enrico al più avventuroso dei viaggi. Gaetano Savatteri trasferisce il suo «disoccupato di successo» da San Vito Lo Capo alla Praga d’oro, dentro un intrigo internazionale post Cary Grant. L’inspiegabile rapina da camera chiusa nel Frecciarossa su cui sale il Rocco Schiavone di Antonio Manzini, forse è quello che più si avvicina al classico.
Così il viaggio, in questa nuova antologia di racconti, non è più la cornice che adorna di esotismo gli intrecci ma diventa la nuova situazione, quotidiana e caotica, in cui impegnare i detective contemporanei creati da alcune delle più originali e apprezzate penne del poliziesco.
ROMA, 8 OTTOBRE 2015 - 31 GENNAIO 2016
"Così intorno a un possente torso di Ciclope si costruisce ad esempio un discorso sulla nascita dell'estetica del frammento viva fin nelle fascinose ed enigmatiche sperimentazioni del contemporaneo. In numerosi saggi si affrontano le rovine degli antichi in sé e nella riscoperta della pittura moderna con un focus su Piranesi e sulle straniarti contaminazioni del Novecento. In contrasto con le elegiache vedute, la sezione dedicata alla devastazione del paesaggio con fotografie di opere non finite, di archeologia industriale fino a uno straordinario repertorio di catastrofi contemporanee (il terremoto de L'Aquila, la distruzione di Beirut...) dalla tragica forza narrativa. Una profonda riflessione investe infine i destini dello scavo archeologico stesso che crea nuove rovine da restaurare, conservare, comunicare."
Una sorprendente ed approfondita ricerca per decifrare il significato degli animali scolpiti o dipinti all'interno della Basilica di San Pietro in Vaticano. Un interessante percorso culturale che spazia dall'arte alla Bibbia, alla letteratura greca e latina. Prefazione di Paolo Portoghesi, architetto di fama internazionale.
Tra i capolavori della Basilica di S.Pietro in Vaticano sono nascosti numerosi animali simbolici che costituiscono una sorta di "bestiario biblico" scolpito o dipinto. Il testo si sofferma anche sulla storia di questi animali e sul significato della loro collocazione nella Basilica, citando talvolta un'antica leggenda mitologica, talvolta una favola di Esopo, talvolta una vicenda evangelica. Una insolita chiave di lettura dei capolavori presenti nella Basilica di San Pietro.
Ipotesi storica e realtà reliquiaria
Nella basilica romana di San Lorenzo fuori le Mura un mosaico del pavimento centrale mostrerebbe un chiaro riferimento al fatto che nelle adiacenti catacombe di Santa Ciriaca, luogo di sepoltura originario di San Lorenzo, sarebbe stato a lungo custodito il leggendario Santo Graal. È questa la tesi di base sostenuta dall’autore, studioso del cristianesimo antico, che nelle raffigurazioni all’interno della basilica avrebbe individuato un’indicazione topografica del luogo in cui era originariamente custodito il sacro calice che contenne il vino durante la celebrazione eucaristica dell’Ultima Cena. Da ciò poi lo sviluppo di un grande itinerario di ricerca sulle principali Reliquie cristiane, principale tra tutte la stessa Sacra Sindone.
Note sull'autore
Alfredo Maria Barbagallo nasce a Siracusa nel 1958, ma si trasferisce sin da bambino nel Lazio e infine recentemente a Udine. Ricercatore e studioso, dopo la maturità classica intraprende varie esperienze culturali ricoprendo incarichi politici dalla fase universitaria. Nei primi anni ’90, spinto dall’associazionismo cittadino, torna alla vita culturale romana realizzando varie iniziative di sensibilizzazione per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio monumentale ed artistico dell’Urbe. Nel febbraio 2007 avviene la decisiva visita a San Lorenzo fuori le Mura, evento iniziale di questo attuale sviluppo documentale. Le sue indagini di studio dell’epoca terminarono con clamore sulla grande stampa nazionale e mondiale per degli esiti complessivi che vedono in questa attuale pubblicazione la loro veste definitiva, sviluppi su cui l’autore domanda quindi valutazione ragionata da parte del grande mondo della ricerca storica istituzionale e cristiana.