
Questa "Storia del restauro" nacque, nella sua prima edizione del 1973, per incoraggiamento di Roberto Longhi, che le destinò il saggio introduttivo. Il volume, successivamente ripreso in funzione di una maggiore sinteticità e di un ampliamento dell'arco cronologico, comprende anche l'intera vicenda dell'Ottocento italiano, con un dibattito che consente di ricostruire la genesi dei criteri-guida che hanno condizionato la conservazione del patrimonio artistico anche nel nostro secolo.
"Non capita tutti i giorni l'occasione di imparare, attraverso due ore di lettura, l'abbiccì del teatro, e cosa il teatro sia e come uno spettacolo abbia a leggersi". (Edoardo Sanguineti) "Una guida redatta in forma di diario personale: appunti di scena, aneddoti e consigli dispensati con semplicità, come in una chiacchierata da maestro ad allievo. Con il tono fermo e il garbo dell'artigiano maturo, con la chiarezza di chi ha affrontato le massime questioni del 'sistema' e le ha fatte proprie, riducendole e risolvendole tra le quattro assi del suo palcoscenico". (Diana Ferrero, Il Sole 24 Ore)
Partendo dall'idea che l'architettura sia un'arte infelice, cui risulta inattingibile la "facilità" diretta con cui agiscono pittori e scultori, il libro affronta la questione del disegno assumendola come elemento costitutivo dell'ideale altrove di natura persino letteraria, nel quale la sostanza umanistica dell'architettura si traduce nella libera definizione di programmi, utopie, fantasie, narrazioni che fanno del foglio disegnato la pagine di un libro non scritto, ma, appunto, disegnato.
"Amo molto la danza. È una cosa straordinaria la danza: vita e ritmo. Per me è facile vivere con la danza. Quando ho dovuto dipingere una danza per Mosca, sono semplicemente andato una domenica pomeriggio al Moulin de la Galette. Ho guardato come danzavano. In particolare ho guardato la farandola... I ballerini, tenendosi per mano, corrono attraverso tutta la sala, avvolgendo come un nastro la gente un po' sconcertata... Tornato a casa, ho composto la mia danza su una superficie di quattro metri, canticchiando lo stesso motivo che avevo sentito al Moulin de la Galette, in modo che tutta la composizione, tutti i ballerini, si muovessero allo stesso ritmo". (Henri Matisse)
Dall'Italia postunitaria agli anni Duemila, Benevento definisce un percorso di rifondazione della città aprendosi alla campagna e al paesaggio. Il passaggio dalla dimensione conclusa a quella aperta della conformazione urbana si accompagna a diverse stagioni dell'architettura che seguono i cambiamenti della società italiana del Novecento. Questa città ha coniugato negli anni incisive trasformazioni, coltivando la cultura del Piano moderno attraverso un dibattito che ha interessato protagonisti assoluti della scena italiana: Piccinato, Samonà, Zevi.
Cittadelle stellari e forti bastionati, strade larghe e rettilinee, piazze cerimoniali, fontane spettacolari, ponti monumentali, palazzi sontuosi, borse commerciali, logge mercantili, pese pubbliche, granai, porti, magazzini. La storia urbana di un'epoca straordinaria, segnata da uno dei più stupefacenti rinnovamenti tecnologici e artistici che l'Italia e l'Europa abbiano conosciuto. Claudia Conforti è professore di Storia dell'architettura alla Facoltà di Ingegneria di Roma Tor Vergata.
Questo repertorio ufficiale per la Chiesa italiana raccoglie 384 canti, mettendo a disposizione delle comunità un consistente numero di composizioni che rispondono alle esigenze liturgiche, con l'obiettivo di coniugare la dignità dei testi e delle musiche con la cantabilità, al fine di sostenere e promuovere la partecipazione attiva dell'assemblea. Senza sostituirsi ai repertori esistenti e approvati, intende assumere un carattere di esemplarità, favorendo la diffusione di un patrimonio ricco e unico. Oltre a questo libro con i testi e le melodie musicali è disponibile il cd con la registrazione dei canti in formato Mp3.
Frutto di un'intera carriera di studi, il libro è il primo quadro d'insieme sull'urbanistica e l'architettura di Venezia e sugli interventi veneziani nelle città dei suoi territori in un'epoca che coincide da un lato con l'espansione della Repubblica in terraferma, dall'altro con l'aprirsi del confronto mediterraneo tra il potere marittimo veneziano e quello ottomano. In questo contesto, sono ridelineati i rapporti fra Venezia e i nuovi saperi tecnici e architettonico-militari fra cui le relazioni con la cerchia di Francesco di Giorgio Martini e con fra' Giocondo, così come il finora enigmatico apporto di Leonardo da Vinci ai piani di difesa del Friuli.
In che modo il mosaico è stato linguaggio comune intorno al Mare Nostrum per più di mille anni? Per rispondere a questa domanda Elisabetta Concina, Anna Flores David e Mattia Guidetti, sotto la direzione di Ennio Concina, ci rivelano, attraverso un percorso iniziatico, come le tre religioni monoteiste abbiano attinto alle stesse fonti della forma, del segno e dell'immagine, trasfigurate al di là delle fratture politiche e delle divergenze ideologiche.
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