
Forse nessuno scrittore classico ha avuto la notorietà di Virgilio. Celebrato come autore dell'Eneide, delle Bucoliche e delle Georgiche, è stato scelto da Dante come guida nella Divina Commedia, affascinando in ugual misura Petrarca e Boccaccio, Ariosto ed Eliot, solo per citare qualche nome. Senza tacere della sua fama di profeta, mago, nume propiziatore, nomea che per secoli si è accresciuta a Napoli, circondando il poeta e la sua tomba di infinite leggende. Secoli dopo, un altro grande, Giacomo Leopardi, volle essere sepolto accanto al nostro nell'area archeologica sopra Piedigrotta, nel frattempo divenuta meta obbligata del Grand Tour. Il volume intende raccontare, attraverso una mirata selezione di opere, alcuni momenti dell'immensa fortuna riscossa da Virgilio e dai suoi scritti nelle arti figurative, dal mondo antico a quello contemporaneo. Il percorso si apre con il più celebre e attendibile ritratto antico del poeta - il mosaico severiano del Museo del Bardo di Tunisi - e si chiude con la storia del monumento che la sua città natale, Mantova, gli ha innalzato, tra fine Ottocento e primi del Novecento, nella Piazza Virgiliana. Tra questi due estremi cronologici trova posto una serie di opere capace di documentare da un lato le metamorfosi del volto di Virgilio nei secoli, dall'altro l'impatto dei suoi scritti sugli innumerevoli artisti che sono stati suggestionati dalla lettura, ancora oggi così emozionante, delle Bucoliche, delle Georgiche e dell'Eneide.
Virgilio Fantuzzi, gesuita, ha conosciuto i grandi maestri: Rossellini, Fellini, Pasolini. Si portano alla luce quei semi di trascendenza che a volte gli autori hanno sparso nei propri film.
Questo ebook raccoglie alcuni saggi che Virgilio Fantuzzi ha dedicato a Fellini nell'arco di quasi vent'anni. Presentandoli in occasione del centenario felliniano, vogliamo rendere omaggio all'arte filmica del regista riminese, e contemporaneamente offrire un esempio della profondità critica di padre Fantuzzi. Il cinema felliniano è analizzato nei suoi aspetti metalinguistici, là dove mette in scena personaggi dello spettacolo (attori, saltimbanchi, clown, registi, paparazzi...) e dove tratta il tema della realizzazione di un film (si pensi a Lo sceicco bianco, a Otto e mezzo). Ma in queste pagine l'acutezza dello studioso di cinema si unisce a un sentimento di partecipazione personale, innestata sul legame di amicizia che univa padre Fantuzzi al regista; le riflessioni teoriche sui film si intrecciano ad aneddoti e reportage dai set, dando vita a un viaggio avvincente alla scoperta della poetica e della personalità di Federico Fellini.
Questo libro è frutto di un lavoro di raccolta di dati e studi, ancora mai ordinati in una monografia unitaria, sul Crocifisso delle Stimmate di Santa Caterina, così importante per la città di Siena, non solo perché fa parte delle poche Croci sagomate dipinte del sec. XII, ma soprattutto perché legato in modo unico alla vita della santa senese. Nella prima parte è presentato un approfondimento del legame tra questo Crocifisso e la vita della santa, dato che, proprio mentre pregava di fronte a questa immagine, Caterina ricevette nel suo corpo i segni della Passione di Cristo. La seconda parte espone l'origine e l'iconografia delle Croci dipinte con il Cristo vivo che caratterizzano il periodo medievale dei sec. XI-XIII e, in particolare, la specificità del Crocifisso delle Stimmate, ricostruendo alcune ipotesi attributive. La terza parte accoglie un contributo del maestro Giovanni Mezzalira sull'iconografia sacra della Croce. Il volume comprende anche un inserto sull'ultimo intervento di restauro del 2021.
L'Italia è forse l'unico paese occidentale che ospiti teatri di ogni epoca: vederli equivale a ripercorrere l'intera storia del teatro. Mirabili teatri greci come quello di Siracusa e altrettanto ben conservati teatri romani, teatri rinascimentali come l'Olimpico di Vicenza e il teatro di Sabbioneta, teatri barocchi come La Pergola di Firenze, magnifiche sale settecentesche, dal Teatro Argentina a Roma alla Scala a Milano. Non mancano miriadi di teatrini di Palazzo e splendidi teatri novecenteschi, dal liberty puro dello Jovinelli di Roma ai numerosi teatri multifunzionali odierni. Fregi, piante delle sale, macchinari d'epoca, foyer e camerini recano traccia delle società che quei luoghi hanno frequentato condividendone l'immaginario.
Il video "Rebus per Ada", scheggia cinematografica del progetto Ada, cronaca familiare, ispirato all'omonimo romanzo di Vladimir Nabokov, è un gioco di enigmi in forma di ossessivo sogno attraverso il romanzo stesso. L'immagine del sogno, del resto, è proprio fatta di pieni e vuoti, come un enigma, un rebus. Con testi di Stefano Bartezzaghi, Chiara Lagani, Rodolfo Sacchettini, Nadia Ranocchi, Antonella Sbrilli.
L'intento dei due autori in questo volume è quello di tracciare una storia delle concezioni e delle soluzioni di quella che costituisce la specificità dell'architettura, e cioè il rapporto tra spazio, struttura e involucro. La peculiarità di questa Storia, costituita dall'analisi delle opere architettoniche nella loro espressione strutturale, formale e spaziale, impone una continua correlazione tra testo e immagini, in quanto funzionali all'analisi critica. Il metodo di rinvii continui e sistematici alle illustrazioni, stampati nei margini del testo, facilita questa operazione analitica.
Il rapporto fra fotografia e architettura è antico quanto l'invenzione della fotografia stessa. È noto che la prima immagine "fotografica" della storia, databile al 1826 o 1827, rappresentava proprio uno spazio architettonico: la veduta da una finestra della casa familiare di J.-N. Niépce. Nel corso del tempo tale rapporto è andato sviluppandosi e articolandosi e oggi gli architetti prediligono la fotografia per rappresentare tutte le fasi del processo di ideazione e realizzazione. Perseguendo una stretta interazione tra testo e immagini, Giovanni Fanelli ricostruisce l'evoluzione della fotografia di architettura a partire dalla sua concezione ottocentesca, tesa fra istanza documentaria e artistica, produzione amatoriale e proto-professionale, fino ad arrivare al ruolo primario che gioca ai nostri giorni.
Perché siamo ancora così sensibili al linguaggio dei musei? Perché edifici pieni di reperti, sono ancora, dopo secoli, una "specie" vitale e in espansione? Il libro osserva queste affascinanti "macchine culturali" e racconta a chi e a cosa servono, come funzionano, come si promuovono. Di fronte a correnti profonde di trasformazione, demografiche, tecnologiche, economiche, i musei hanno reagito come un organismo culturale collettivo e si sono evoluti. Nell'era di Internet, mentre si rischia di sapere tutto senza capire niente, essi conservano e trasmettono la memoria, insegnano e sono fonte di ispirazione.