
Una galleria di ritratti di scrittori spagnoli e latinoamericani, visti attraverso la lente del fotografo Daniel Mordzinski, che fonde il talento visivo alla passione per la letteratura e all'amicizia con molti scrittori. Il catalogo raccoglie le foto in mostra all'Istituto Cervantes di Milano: sono i volti sia di narratori molto letti ma dalla fisionomia quasi sconosciuta, sia di quelli più celebri ma ripresi in pose non convenzionali. Da Luis Sepulveda a Paco Ignacio Taibo II, da Mayra Montero a Santiago Gamboa, le foto ci proiettano nei mondi in cui vivono gli scrittori e da cui nascono le loro opere. Con una prefazione di Luis Sepulveda.
Oltre 20 anni di esplorazioni nelle parti meno note del mondo raccontate da Alberto Moravia con le immagini di Andrea Andermann. Un volume di grande formato, illustrato a colori, l'esperienza di due artisti e viaggiatori attraverso le zone più remote di Mongolia, Yemen, Africa. Alberto Moravia e Andrea Andermann per oltre 20 anni sono stati compagni di viaggio, viaggi soprattutto in Africa, in Mongolia e lo Yemen. Da queste loro esplorazioni in parti meno note del mondo, lo scrittore ha riportato le sue variazioni su tanti temi nate dalle profonde esperienze vissute in questi luoghi lontani ed il regista le sue impressioni fotografiche che vanno a ricomporsi in un insolito ed unitario racconto, in cinquecento pagine suddivise fra intense immagini e narrazioni emozionate.
“Sto preparando nella mia mente e anche sulla carta la formazione di nulla meno che un romanzo. Il protagonista dovrebbe essere un ragazzo della mia età (17 anni), [...] i tipi fondamentali li ho già trovati e sono gente che ho conosciuto e osservato. [...] ci vorrà un anno e più; ma sono sicuro che quando l’avrò finito avrò fatto qualche cosa di buono.”
Alberto Moravia, lettera ad Amelia Rosselli del maggio 1925
Alberto Moravia era legato per nascita ai fratelli Rosselli: Carlo e Nello, assassinati in Francia su mandato del fascismo italiano. Con loro, suoi cugini, e con tutta la famiglia Rosselli, in particolare con la zia Amelia, Moravia intratteneva un costante carteggio, qui raccolto con circa 60 lettere: Amelia Rosselli (1870-1954) svolse un ruolo decisivo nella formazione umana e intellettuale del giovane scrittore. Molte lettere sono state scritte da Moravia durante la degenza al sanatorio di Cortina e testimoniano della sua sensibilità di adolescente e della formazione letteraria e culturale nel periodo della lunga convalescenza. Quel che ne emerge, insieme ad altre lettere familiari e ai primi esercizi poetici, è un vero e proprio ritratto dello scrittore da giovane – quando già letture e interessi facevano presagire il futuro di grande scrittore che di lì a poco lo aspettava. Le lettere registrano infatti la crescente minaccia del regime, che sin dagli anni Venti si abbatte con violenza sui Rosselli, protagonisti della lotta antifascista, e negli anni Trenta in modi più circospetti anche sul loro cugino, divenuto ormai l’autore famoso degli Indifferenti. Il rapporto tra Moravia e i Rosselli prosegue oltre la morte di Carlo e Nello e presiede nel ’50 al discusso romanzo Il conformista. Un capitolo ineludibile del Novecento italiano.
"Il mio sbigottimento alla notizia della morte di Giorgio Morandi non è quasi tanto per la cessazione fisica dell'uomo, quanto, e più, per la irrevocabile, disperata certezza che la sua attività resti interrotta, non continui; e proprio quando più ce ne sarebbe bisogno. Non vi saranno altri, nuovi dipinti di Morandi: questo è, per me, il pensiero più straziante. E tanto più se ricordo quel che, ancora pochi giorni fa, egli mi diceva: " Se sapesse, caro Longhi, quanta voglia ho di lavorare"; ed anche: "Ho delle idee nuove che vorrei svolgere...". Parole che denunciano l'improprietà, pur molto diffusa, di assimilare il percorso di un artista, soprattutto se anziano, a una parabola. Nella costante lucidità di Morandi, esso fu piuttosto una traiettoria ben tesa, una lunga strada; speriamo che resti aperta. Quelle poche frasi, sussurratemi nei suoi ultimi giorni (ed altre ne riporteranno certamente gli amici più vicini), stupiranno anche i molti che in Italia si sono accomodati a credere in una certa immobile comodità della posizione di Morandi dinanzi ai suoi semplici "oggetti" disposti, scalati, variati, permutati; senza intendere che in quella sua lunga, instancabile, solenne "elegia luminosa" - come ebbi a chiamarla presentandone la mostra al " Fiore " di Firenze nel '45, il giorno stesso della liberazione di Bologna". (Roberto Longhi)
Dal centro a tutte le regioni e le periferie dell'Impero, questo volume è un itinerario sistematico dell'architettura romana attraverso singole costruzioni e tipologie ricorrenti, dalle più semplici a quelle più complesse. Templi e santuari, fori e archi, residenze urbane ed extraurbane di privati, di governatori e di monarchi, teatri e anfiteatri, circhi e stadi, terme e ninfei, mura e porte urbane, sepolcri e mausolei insieme a ponti, acquedotti e strade si susseguono in queste pagine senza dimenticare le opere più imponenti come i fori di Augusto e di Traiano, il Pantheon e Villa Adriana. Dalla Roma regio-etrusca di legno, tufo, peperino e terracotta alla repubblicana di laterizio e travertino, dall'augustea rivestita di marmo lunense fino all'imperiale e tardo-imperiale di caementum rivestito di marmi esotici, marmorini e mosaici, questo volume, corredato da un apparato illustrativo e bibliografico, restituisce la "magnificenza" e la complessità dell'architettura antica più nota e ancora sotto i nostri occhi.
Dal neolitico all'arrivo dei Greci, dalla nascita allo sviluppo e al tramonto delle polis: in queste pagine l'organizzazione spaziale, le parti costitutive e l'immagine complessiva dei centri urbani fondati dalle genti pre-greche e dai popoli greci nelle terre e nelle isole dell'Egeo, del Mediterraneo e del Mar Nero.