
«Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi» (Lc 22,15). È da qui che papa Francesco parte per condividere con presbiteri e diaconi, persone consacrate e fedeli laici una riflessione sulla Liturgia nella vita della Chiesa e di ogni singolo credente. Pur nella consapevolezza di quanto sia vasto il tema, il Pontefice offre alcuni spunti per aiutare il popolo di Dio a maturare nella consapevolezza del celebrare cristiano e nel contemplare la sua bellezza e verità. Una particolare attenzione è rivolta proprio alla formazione liturgica di tutto il popolo di Dio, come percorso necessario perché ognuno recuperi la capacità di vivere in pienezza l'azione liturgica, luogo dell'incontro reale con Cristo.
Provare meraviglia davanti a un'opera d'arte, a un paesaggio, o a qualsiasi manifestazione della natura e dell'uomo che trascenda l'ordinario, è un dono che dovremmo tutti coltivare come il primo passo verso la conoscenza. Partendo dalla domanda "che cos'è la bellezza?", Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, ci conduce da una sorprendente analisi dei capolavori dell'arte, a toccare i temi del turismo culturale, dell'arte futura, della tutela e dell'incuria, in un testo che è dichiarazione di amore appassionato per l'arte e lucido resoconto di cosa significa avere cura dei beni culturali.
La Cappella Sistina è l'attrazione fatale, è l'oggetto del desiderio per l'internazionale popolo dei Musei, per i migranti del cosiddetto turismo culturale. Tuttavia la Cappella Sistina, pur facendo parte di un percorso museale, non è un museo. È uno spazio religioso, è una cappella consacrata. Di più, essa è il vero e proprio luogo indennitario della Chiesa romano-cattolica. Perché qui si celebrano le grandi liturgie, qui i cardinali riuniti in conclave eleggono il pontefice. La Sistina è, allo stesso tempo, la sintesi della teologia cattolica. La storia del mondo (dalla Creazione all'Ultimo Giudizio) vi è qui rappresentata insieme al destino dell'Uomo redento da Cristo. La Sistina è la storia della Salvezza per tutti e per ognuno, è l'affermazione del primato del papa di Roma, è il tempo sub Gratia della Chiesa che assorbe, trasfigura e fa proprio il tempo sub Lege dell'Antico Testamento. È l'arca della nuova e definitiva alleanza che Dio ha stabilito con il popolo cristiano.
Patrimonio inestimabile della nostra cultura e della nostra civiltà, i musei vaticani sono uno scrigno prezioso contenente tesori d'arte e storia di ogni tempo e luogo. All'intento originale dei Musei dello Stato del papa di accrescere lo splendore della città di Roma e di affermare la verità della religione cristiana attraverso la raccolta e la custodia di innumerevoli capolavori, va aggiunto un valore di testimonianza: quello dell'uomo nella sua storia, del suo rapporto terreno con i suoi simili e con il mondo, del confronto con la propria interiorità e con la ricerca di sacralità e bellezza.
Il cofanetto contiene il libro "I cani del gas" e il video dello spettacolo "Bestiario italiano", ripreso al teatro Giorgio Strehler di Milano. Nella prima parte del libro sono contenute le riflessioni di Marco Paolini nate dallo spettacolo; nella seconda sezione sono raccolti i testi di poeti usati da Paolini nel "Bestiario". Il video, figlio del precedente "Bestiario veneto", è anch'esso un viaggio non di grandi distanze ma di avventurosi microspostamenti, allargato però all'Italia intera. Ed ecco così le diverse lingue d'Italia salvate, trasportate in una narrazione affidata alla voce di Paolini e alla bravura di musicisti, metà veneti e metà napoletani, che rielaborando folk e blues ci restituiscono una scarica compatta di energia.
Il libro riscrive i racconti che compongono lo spettacolo "Bestiario veneto", ed è imsieme racconto di viaggio, diario, riflessione sull'Italia, sul suo linguaggio, il suo paesaggio, le sue voci poetiche. "Ho parlato più di paesaggi che di personaggi", commenta Paolini, "ma l'umano c'è, sta nei segni che si lascia intorno e nella voce che racconta".
I 5 monologhi nati dalla collaborazione tra Marco Paolini e la trasmissione "Report" di Milena Gabanelli, sono riproposti in questo DVD accompagnato da un volume che è un racconto o un diario di bordo della genesi di queste storie. Un esperimento originale di narrazione televisiva in cui trovano spazio argomenti disparati: si va da "Binario illegale", viaggio autobiografico nell'Italia conosciuta stazione dopo stazione, attraverso i ricordi di un bambino cresciuto sui treni, a "U 238", simbolo del famoso "uranio impoverito" di cui non si parla più, mentre si continuano a raccogliere dati su una malattia che colpisce i reduci delle missioni in Kosovo e Bosnia. Racconti in cui la "forma breve" concentra storia, memoria e autobiografia collettiva.
«T4 non è una tragedia classica, ma una raccolta di storie tragiche che si possono comprendere soltanto fornendo una chiave della logica che l'ha ispirata e l'ha guidata. Le vittime sono quasi tutte anonime, i carnefici sembrano solo aguzzini e sadici, ma dietro quella mostruosità c'è una normalità colpevole, ed è solo rendendola familiare e umana che si può comprendere e riconoscerne i segni anche fuori dalla storia, nel presente».
Marco Paolini, Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute
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Il DVD dello spettacolo (160') e il Taccuino di lavoro (160 pp.)
IL LIBRO: Il Taccuino di lavoro, raccoglie 11 saggi che descrivono dal punto di vista psichiatrico e storico la condizione dei malati di mente durante il nazismo.
Con il contributo di Claudio Magris, La vita in un battito di ciglia.
IL DVD: La registrazione di Ausmerzen, lo spettacolo di Paolini sullo sterminio di massa conosciuto come Aktion T4, una orribile prova generale dell'Olocausto. Trasmesso in diretta televisiva su La7 il 26 gennaio 2011, Ausmerzen ha inchiodato al video oltre 1. 700. 000 spettatori. Nei contenuti speciali le interviste inedite al professor Michael von Cranach e alla professoressa Alice Ricciardi von Platen.
Produzione JOLEFILM.
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Giulio Einaudi Editore e Jolefilm presentano:
Marco Paolini
AUSMERZEN
Vite indegne di essere vissute
racconto teatrale di Marco Paolini
testi di Marco Paolini, Mario Paolini, Michela Signori, Giovanni De Martis con Naomi Brenner
consulenze scientifiche Lorenzo Torresini
regia televisiva Fabio Calvi
aiuto regia Valentina De Renzis
direttore della fotografia Daniele Savi
produzione e organizzazione generale Michela Signori per JOLEFILM
direttore di produzione Chicco Minonzio per Studio Metria
assistente di produzione Rosita Volani
assistente fotografia Fabio Panigada
elaborazione contributi video e regia contenuti speciali Marco Segato
amministrazione e affari legali Lorenza Poletto, Germana Scalco
segreteria organizzativa Lucia Candelpergher, Francesca Cuzzolin
ufficio stampa Giambattista Marchetto_CHARTA BUREAU, GOIGEST
progetto scene Carlo Carbone
elementi scenici Monia Giannobile, Luca Pagliano, Andrea Violato
service luci e fonica AMANDLA PRODUCTION
tecnici Gianluca Del Carlo, Mirco Lenzi, Toni Martignetti, Arturo Pacini, Roberto Tremolanti
consolle luci Gaetano Rando - fonica di sala Gabriele Turra
riprese HD UnicaVideo
responsabile tecnico Luca Scamperle, direttore di produzione Emanuela Bertolotto, coordinatore di produzione Andrea Tresoldi,
responsabile della logistica Salvatore Aglieri
gruppi elettrogeni OGR ITALIA
tes LIVESAT
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Taccuino di lavoro (a cura di Mario Paolini e Michela Signori):
«Con la sua consueta forza poetica che fonde passione, irruenza, precisione, rigore, furore e pietas, Paolini, cantastorie e filologo di orrori e tragedie, fa la storia dell'eutanasia nazista, che l'immane atrocità della Shoah ha forse un po' messo in ombra. Trecentomila "vite indegne di essere vissute", eliminate nei modi piú vari, dall'iniezione letale alla "dieta senza grassi" - non quella dei salutisti di lusso, ma quella degli scheletri viventi di Auschwitz».
Claudio Magris
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In questo volume, curato da Mario Paolini e Michela Signori, undici interventi intensi e dolorosi, uniti dal filo conduttore della testimonianza disperata, del racconto di vite interrotte private della possibilità stessa della lotta alla sopravvivenza. E delle loro famiglie, ignare, fino ad anni recenti, del destino dei loro cari. Tra questi Taccuino d'attore di Marco Paolini, in cui l'artista ripercorre le tappe che hanno portato alla messa in scena dello spettacolo Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute.
Intorno al 1596 sia Caravaggio sia Giordano Bruno respirano l'aria di Roma: l'uno è sulla strada per intraprendere una brillante carriera artistica, l'altro è prigioniero dell'Inquisizione pontificia già dal 1593. Se è poco probabile che Caravaggio si dedicasse a letture filosofiche, è sicuro che Bruno, nella sua cella delle carceri del Sant'Uffizio, non vide mai un quadro di mano del Caravaggio. Eppure, a dispetto di esistenze cosi separate, l'autrice ben ci racconta come i due uomini furono accomunati da un approccio al reale in contrasto col principio d'autorità vigente nella cultura coeva e incentrato sull'esperienza personale e diretta del mondo, trasformato in un universo di immagini, che adombrano verità più profonde. Per il filosofo, il pensiero umano è come un pittore. Per l'artista, le immagini sono un modo di pensare. Prefazione di Claudio Strinati e Michele Ciliberto.
Cinquecento anni fa, in Italia, ci fu una esplosione di creatività che cambiò il mondo nel nome della bellezza. Il suo profeta fu Raffaello, ritenuto dai suoi contemporanei un nuovo Cristo. In questo romanzo, attraverso la voce di Margherita Luti, la celebre "Fornarina", gli ultimi cinque anni di vita e la storia d'amore del grande pittore urbinate vengono raccontati come non era mai stato fatto prima, e ci vengono restituiti il suo ideale di bellezza e la sua figura artistica. Bellezza e amore nel Rinascimento sono assai più vicini all'idea che se ne ha oggi. Sesso e potere sono il motore della Roma di papa Leone X nella quale Raffaello è il principe dei pittori, amato da tutti e amante di tutte. Nella dolce vita della Roma del 1515-1520 ritroviamo molte storie di oggi, come quelle della divisione tra popolo ed élite, del rapporto tra sesso e potere, del #metoo, delle feste galanti, delle morti misteriose e delle nuove cortigiane. Ma la leggenda dell'amoroso Raffaello e della Fornarina testimonia la forza e il potere dell'amore e rivela chi è nascosto dietro ai volti delle Madonne dipinte dal pittore. La popolana Fornarina racconta la vita quotidiana del Rinascimento a fianco del grande pittore.
Giovan Battista Piranesi: incisore, scenografo, antiquario, ma prima di tutto, come venne definito dai suoi molti oppositori e rivali, "architetto scellerato". "La croce e la sfinge" racconta la vita di questo artista d'eccezione e dei suoi figli, la sua storia ribelle e avventurosa, che inizia a Venezia, per proseguire nella Roma delle rovine; la storia di un uomo le cui idee rivoluzionarie suscitano scandalo, così come il legame con la potente famiglia di Papa Rezzonico, che pensa di usarlo per i propri scopi politici. Ma questi sono solo alcuni dei tanti azzardi che caratterizzano l'esistenza di un irregolare dell'arte e del pensiero, che nel progetto di restauro della chiesa di San Giovanni in Laterano e nella costruzione della chiesa di Santa Maria del Priorato sull'Aventino si avvicina sempre più ai simboli dei crociati e alla mitologia dei templari, un amore tossico che aliena sempre più a Piranesi le simpatie dei vertici ecclesiastici. Pierluigi Panza profonde in questa grande avventura il rigore del saggista e dell'erudito, ma, prima ancora, la capacità del narratore di immergersi nella materia infuocata di un'esistenza fuori dalle regole e di elevarla a simbolo di un'intera epoca: il Settecento dei misteri, degli oscuri simboli esoterici e dei poteri occulti che scuotevano le certezze del secolo dei Lumi e minacciavano la Chiesa. II libro è arricchito da documenti inediti e riproduzioni delle incisioni di Giovanni Piranesi.

