
A cinquant’anni dal Vaticano II, ecco un utile strumento per riflettere su alcuni temi che la riforma liturgica ha messo in atto e su qualche problema ancora irrisolto: * partecipazione dell’assemblea * coro liturgico * strumenti e forme musicali * il silenzio * la solennità celebrativa * la formazione * il repertorio * l’Ave Maria ai matrimoni * il gregoriano * il cantore solista… Una formazione in forma di narrazione semplice e piacevole accessibile a tutti, esperti e non.
Destinatari
Tutti, operatori pastorali in genere e animatori musicali e liturgici in particolare.
Autore
ANTONIO PARISI, sacerdote-musicista della arcidiocesi di Bari-Bitonto. Da circa trent’anni è attivo a livello nazionale con vari incarichi presso l’Ufficio liturgico nazionale della CEI. Ha composto circa 200 canti liturgici pubblicati dalle Paoline. Collabora con le più importanti riviste liturgiche nazionali. Attualmente anima e promuove una serie di iniziative e di eventi musicali nella propria diocesi: Istituto diocesano per animatori musicali della liturgia, Rassegna «Notti Sacre», Auditorium diocesano Vallisa.
Esaurienti voci enciclopediche spiegano approfonditamente ciascun mostro a partire dalle fonti letterarie, attraverso le sue principali "immagini", per approfondire anche il significato della persistenza di queste figure mitologiche nella cultura moderna e contemporanea. Il volume accompagna una mostra originale che parla di mostri, uomini-bestie, demoni nell'immaginario primitivo dall'Oriente a Roma, termine di confronto con l'alterità ferina che ha permesso all'uomo di costruire in evoluzione la propria identità. Grifi, chimere, gorgoni, centauri, sirene, sileni, la Sfinge e il Minotauro, Tritone, Scilla, l'idra di Lerna compaiono su contenitori in ceramica e metallo, in oggetti di lusso in oro e d'avorio, in terrecotte architettoniche come nelle armi sin dall'età arcaica. Saggi di studiosi affrontano queste iconografie cariche di una forte valenza simbolica che man mano perde la sua valenza apotropaica per conservare una funzione essenzialmente decorativa. Altri contributi affrontano la fortuna che arrise a queste creature fantastiche, lungo la via del mito, dal Medioevo cristiano e dei bestiari alle grottesche e alla bibliofilia rinascimentali, dalla meraviglia barocca alle bizzarrie rococò, dal recupero neoclassico alle inquietudini della pittura simbolista fino alle ibridazioni artistiche, antropologiche e cinematografiche nella cultura del Novecento.
Questo libro cattura, attraverso le lenti di un grande fotografo, il patrimonio sopravvissuto di un fertile decennio che va dal rilancio dell'attività costruttiva dopo la rivoluzione russa fino all'inizio degli anni Trenta, quando il pluralismo delle idee e delle pratiche architettoniche incomincia a venir meno. In questo breve lasso di tempo, alcuni degli edifici più rappresentativi del XX secolo furono realizzati da un ristretto gruppo di architetti, che svilupparono un innovativo linguaggio architettonico funzionale ai nuovi obiettivi sociali della vita comune. Raramente pubblicate e praticamente inaccessibili prima del crollo del regime sovietico, queste fondamentali opere sono rimaste sconosciute e poco valorizzate. Le fotografie di Richard Pare rivelano la forza delle forme di queste costruzioni, alcune ancora utilizzate, ma molte abbandonate e decadenti. Grandi complessi industriali, come il DneproGES e il MoGES, che fornisce l'energia elettrica a tutta Mosca, ampie case comuni per operai, incluso il Narkomfin di Ginzburg, edifici commerciali e uffici governativi, oltre a piccoli club e teatri, furono tutti costruiti in questo periodo. Di notevole interesse è la collezione di opere progettate da Konstantin Mel'nikov, che comprende la sua famosa casa, ora a rischio di demolizione. Nel saggio introduttivo, lo storico dell'architettura Jean-Louis Cohen esamina la storia di questo periodo, mostrando il contesto in cui questa nuova architettura ha inizio.
Quando il Vesuvio inizia la sua terribile eruzione Pompei è nel pieno delle sue brulicanti attività. A un tratto, dopo un lungo periodo di continui e familiari brontolii del vulcano, Il giorno diventa notte, l'aria irrespirabile e rovente. Gli abitanti non sanno dove ripararsi mentre gli edifici iniziano una macabra danza prima del crollo. In un caos nero e terribile tutti gridano, tanti invocano gli dei, alcuni si rassegnano alla fine inevitabile. Sono questi ultimi a essere i protagonisti di questa narrazione: abbandonano la vita con un ultimo disperato messaggio, in un impercettibile spazio temporale, cronone e rivelano, nell'imminenza della fine, la loro autentica personalità. Le vittime dell'eruzione sono archetipi di comportamento dell'umanità perché anche con il passare dei secoli l'uomo resta e resterà lo stesso essere imperfetto.
«Venne il dio sulla terra dal cielo a mostrarti l'effigie, o tu andasti a mirarlo, Fidia, in cielo». Questo si diceva del colosso di Zeus a Olimpia, una delle sette meraviglie del mondo, opera di Fidia, insuperabile nel rappresentare la maestà e la bellezza degli dei. Peccato che l'unica testimonianza personale rimasta dello scultore sia un piccolo vaso a Olimpia con l'iscrizione parlante: «Io sono di Fidia». E le tante statue in oro e avorio, in bronzo e in marmo, che fine hanno fatto? Tutte scomparse. E tutte le nuove opere sull'acropoli di Atene, «fatte in breve tempo per durare a lungo», furono veramente sotto la sua sovrintendenza? Anche il sodalizio con Pericle, inscindibile per gli autori antichi, quanto fu vero? E dov'è la sua mano nella decorazione del Partenone? La biografia di Fidia, lo scultore ateniese del secolo di Pericle, il più 'classico' del passato 'classico': un racconto tra arte e potere.
"Questo mio libro si propone di narrare la vita dell'uomo Michelangiolo, d'indagare, attraverso le vicende, le amicizie, le inimicizie, le debolezze, le sventure, le ascensioni e le confessioni, l'animo suo, il suo carattere, il suo spirito." Del Michelangiolo sublime artista rinascimentale la storia ci ha consegnato innumerevoli testimonianze, ma cosa s'intravede dell'uomo oltre la perfezione delle sue opere? Una biografia in equilibrio tra la solidità dei fondamenti storici e la cordialità della narrazione, in cui trovano finalmente spazio gli "umani rapporti" di questo titano circondato da amici piacevoli, mecenati devoti, discepoli fedeli e ingrati, collaboratori oscuri e famosi, ma anche nemici, invidiosi e traditori. Giovanni Papini, lo scrittore e polemista più dissacrante della letteratura italiana, si fa "umile storico di un uomo di genio" per incontrare il maestro del Rinascimento e una galleria di personaggi a lui legati ma dimenticati dai biografi del passato.
Luciano Ligabue ha sempre sostenuto - e lo ribadisce nel testo scritto appositamente per questo volume - di avere un pubblico particolare. Non solo "bello", né semplicemente "diverso" da tutti gli altri, ma proprio "speciale", e che dunque meritava di essere raccontato in presa diretta. Emanuela Papini raccoglie la sfida con un libro che nasce come testimonianza di amore reciproco e di reciproca gratitudine tra un cantautore e il suo pubblico, ma che è diventato molto di più. Perché Ligabue ha ragione: nelle storie della "sua gente" c'è il ritratto emotivo di un pezzo d'Italia meravigliosa e vera, in equilibrio precario ma forse mai così viva. Un'Italia fatta di persone che lottano, amano, credono, sognano, soffrono, rischiano, imparano, qualche volta perdono ma continuano a provare, e infine vincono. La loro quotidianità è il tessuto di un romanzo cantato in coro in cui è facile riconoscersi, perché è un po' la nostra quotidianità. E sullo sfondo, in ogni pagina, ci sono le canzoni di Ligabue: la colonna sonora che accompagna le nostre vite e qualche volta - e allora è una piccola magia - le cambia.
Questo libro racconta come gli artisti hanno affrontato nella loro opera il rapporto con il trascendente e in che modo hanno trattato l’immagine di Cristo, interpretandone la figura con l’obiettivo di rendere visibile l’invisibile.
L’analisi di Demetrio Paparoni, fra i più attenti osservatori dell’arte contemporanea, si accosta ai dipinti del passato osservandoli in relazione alle visioni che ci vengono dall’arte moderna e contemporanea. Con una scrittura piana e accessibile, Paparoni esamina il modo in cui gli artisti di oggi hanno ridisegnato sul piano iconografico, e inevitabilmente teologico, la figura di Cristo alla luce dei mutamenti storici e dello sviluppo di nuovi linguaggi.
Nel "Martirio di sant'Orsola", tela realizzata da Michelangelo Merisi nel 1610, compare l'autoritratto dell'artista alle spalle della martire mentre, insieme a lei, riceve il dardo mortale. Il momento drammatico in cui il Caravaggio accusa il colpo è sottolineato dall'aprirsi delle labbra come in un estremo grido d'aiuto; questo sembra essere un messaggio personale, spesso evidenziato dalla critica: si tratterebbe infatti di un'ultima richiesta di grazia. Questa situazione in qualche modo riassume l'avventurosa vita del Caravaggio, spesso oggetto di biografie romanzate e, ultimamente, anche di fiction televisive; tuttavia Rodolfo Papa, storico dell'arte da tempo impegnato nello studio del pittore lombardo, affronta la narrazione del percorso del Caravaggio a partire dalla sua opera, evitando di considerarne lo stile come nato dal nulla, nel solitario isolamento del genio, ma valutando la sua originalità proprio a partire dall'utilizzo consapevole del presente e del passato.
Un dossier dedicato alle origini e ai modelli di Caravaggio. In sommario: "Caravaggio e il modello antico"; "Caravaggio e i modelli contemporanei"; "Caravaggio e Michelangelo". Come tutte le monografie della collana "Dossier d'art", una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.