
Sino ad oggi la Cappella Sistina è stata soprattutto studiata sotto il profilo stilistico e, sulla scorta dei lavori di restauro, sotto quello eminentemente tecnico.
Questo volume mostra una nuova Sistina attraverso uno sguardo del tutto innovativo all’iconografia delle pareti laterali dipinte fra gli altri da Botticelli, Perugino, Signorelli e del lavoro michelangiolesco nella volta, nelle lunette e nella parete del Giudizio Universale.
L’aspetto rivoluzionario del lavoro non consiste nel sovvertire giudizi storico artistici o attribuzioni oramai del tutto assodati dalla critica, ma nel mostrare immagine per immagine, colore per colore la soggiacente struttura simbolica che ordina coerentemente l’intera opera. Questa struttura simbolica, un vero e proprio programma filosofico-teologico, anticipa e determina l’intera storia degli affreschi della Sistina, dagli artisti quattrocenteschi sino al lavoro di Michelangelo. Si tratta di un programma iconografico unitario formulato dai teologi di Sisto IV, in pieno Quattrocento, e poi seguito dallo stesso Michelangelo molti anni dopo.
La pubblicazione è anche l’occasione per mostrare la Sistina con un’eccezionale abbondanza di particolari in modo che questo scrigno d’arte risulti ‘squadernato’ di fronte agli occhi del lettore ma anche ‘decodificato’ nei significati e persino nell’uso dei colori di ciascuna scena.
Questo volume mostra una nuova Sistina attraverso uno sguardo del tutto innovativo all'iconogra?a delle pareti laterali dipinte fra gli altri da Botticelli, Perugino, Signorelli e del lavoro michelangiolesco nella volta, nelle lunette e nella parete del Giudizio Universale. L'aspetto rivoluzionario del lavoro non consiste nel sovvertire giudizi storico artistici attribuzioni oramai del tutto assodati dalla critica, ma nel mostrare immagine per immagine, colore per colore la soggiacente struttura simbolica che ordina coerentemente l'intera opera. Questa struttura simbolica, un vero e proprio programma ?loso?co-teologico, anticipa e determina l'intera storia degli affreschi della Sistina, dagli artisti quattrocenteschi sino al lavoro di Michelangelo. Si tratta di un programma iconogra?co unitario formulato dai teologi di Sisto IV, in pieno Quattrocento, e poi seguito dallo stesso Michelangelo molti anni dopo. La pubblicazione è anche l'occasione per mostrare la Sistina con un'eccezionale abbondanza di particolari in modo che questo scrigno d'arte risulti "squadernato" di fronte agli occhi del lettore ma anche "decodi?cato" nei signi?cati e persino nell'uso dei colori di ciascuna scena.
Contestualmente al rigoroso restauro della chiesa di San Francesco Saverio a Mondovì, il volume, con i contributi di eminenti studiosi, mostra il successo di quest'ultima impresa con stupende tavole a colori e descrive la prima opera di Andrea Pozzo, poi divenuto famoso con le sue opere romane.
"Note di Natale" è un viaggio attraverso la genesi e le storie, spesso curiose e sorprendenti, da cui sono scaturite le melodie che da decenni accompagnano le festività natalizie, nonché un racconto esaustivo e intrigante delle vite di autori, compositori e interpreti che le hanno rese immortali. Tra le novantacinque opere prese in considerazione, troviamo classici intramontabili come Silent Night e Jingle Bells, antiche carole e grandi successi di interpreti leggendari quali Frank Sinatra e Bing Crosby. Ma non è tutto: l'attenzione si focalizza inoltre sui classici moderni": Happy Xmas di John Lennon, All I Want for Christmas Is You di Mariah Carey e Last Christmas dei Wham, con il compianto George Michael. Ogni racconto è il frutto di ricerche appassionate, che analizzano il contesto storico e culturale in cui sono nati questi canti, celebrandone l'ineffabile diversità culturale. E il libro si rivela, allora, non solo un florilegio di aneddoti, bensì un vero e proprio tributo alla magia del Natale e alla musica che la rende così speciale. Per ognuno dei novantacinque brani è presente un QR code e un link a YouTube per ascoltarne una delle versioni più famose. Riccamente illustrato, il volume si conclude con tre playlist su Spotify, che regalano una colonna sonora per un Natale ancora più musicale, felice e... consapevole. Prefazione di Arturo Stàlteri.
Nuova edizione aggiornata.
Considerato a buon diritto l'arte emblematica della modernità, fino alla metà del Novecento il cinema ha avuto tra le diverse forme di spettacolo di massa un chiaro ruolo egemone. La sua storia è divisa fra gli stereotipi del puro intrattenimento, che stimola l'identificazione e lo stupore passivo dello spettatore, e le forme critico-espressive, che vorrebbero indurlo ad approfondire ed elaborare consapevolmente il fluire delle immagini. Nel delineare un'estetica del cinema, il volume da un lato analizza i diversi linguaggi cinematografici sperimentati nel corso del tempo, dall'altro identifica i tratti costitutivi dell'arte cinematografica: la mimesi della realtà, la narrazione, l'immagine, il montaggio. Questa nuova edizione contiene, oltre ad importanti aggiornamenti sullo stato degli studi sul cinema, una utile filmografia.
Mario Pezzella insegna Estetica nella Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra le sue pubblicazioni: "La concezione tragica di Hölderlin" (Il Mulino, 1993), "Narcisismo e società dello spettacolo" (Manifestolibri, 1996), "Il volto di Marilyn" (Manifestolibri, 1999), "La memoria del possibile" (Jaca Book, 2009).
Secondo Walter Benjamin, il cinema è l'arte emblematica del mondo moderno, di cui riflette i ritmi, l'esperienza e la tragica discontinuità. Gli scritti proposti in questo volume intendono riflettere sui film di Sokurov in modo "saggistico", come è da tempo normale per opere di letteratura o di arti figurative. La critica del cinema, differentemente da una semplice "storia", interroga i fotogrammi e le sequenze come fossero "immagini di pensiero", che ci rivelano le dimensioni dello spazio e del tempo in cui viviamo e la struttura profonda del nostro immaginario. D'altra parte alcuni registi si prestano in modo evidente a questo lavoro di riflessione, perché essi stessi rifiutano il cinema commerciale e spettacolare e la loro opera contiene un'esplicita interrogazione sulla natura delle immagini e sul loro ruolo nella modernità (artistica e politica). Questo libro analizza l'opera di A. Sokurov, considerato dalla critica come uno dei migliori registi europei attuali e l'unico vero erede di A. Tarkovskij. Metafisica, storia e politica si intrecciano nei suoi film in modo indissolubile. In particolare, Sokurov è autore di una "quadrilogia del potere", Moloch (1999), Taurus (2000), Il Sole (2004), Faust (2011), opere in cui considera la costituzione e il disfacimento dei totalitarismi del '900
Un trattato storico, filosofico e artistico su Enrico Castelli, grande filosofo della religione del '900. Il primo volume si focalizza su alcune tematiche antiche ma sempre attuali, quali la crisi della testimonianza, l'occulto e il demoniaco, attraverso una serie di analisi dei quadri di grandi maestri fiamminghi del 400 e 500. Il secondo volume prende in esame il rapporto dell'arte con il sacro in un tempo in cui la Fed ein Dio viene messa in crisi dal progetto della scienza e della tecnica, che sta portando l'uomo all'isolamento.
Questo e il primo volume si inseriscono nella collana Scienze umane, Filosofia e Teologia" dello Studio teologico del Seminario Arcivescovile di Benevento, il cui scopo è sutdiare la filosofia dell'essere, che comprende tutta la ricchezza della tradizione cristiana ed umana. Pref. Andrea Mugione. "
Petrolini è un artista solista che lavora sul pedale parodistico, inventando via via macchiette, caratteri e personaggi che negano il sentimentalismo, la prosopopea, le mode del tempo, l'idiozia infinita e l'infinita cretineria dell'umanità. I suoi lazzi e le sue filastrocche possono essere letti quale metafora della perdita di senso, nozione nuova di comico che si rovescia nel suo contrario, che fonda "l'unica forma di tragedia per l'uomo moderno", ma la sua arte resta monologante, non è recuperabile a un'idea di teatro fondato sulla regia. Questa antologia raccoglie le pagine più esilaranti e dissacratorie, le affabulazioni demenziali e futuriste del grande artista, comprendendo i suoi famosi quadretti per il varietà e ventitré testi inediti.
Chi pensava che della figura teatrale di Ettore Petrolini si sapesse già tutto dovrà ricredersi. Ma soprattutto dovrà ricredersi chi continua a ritenere che Petrolini sia stato solo un grande attore-mimo interprete delle proprie macchiette più note. In questo volume, per la prima volta al lettore è offerta un'edizione critica di venti testi inediti, suddivisi in brevi scritti (poesiole, stornelli, macchiette), commedie in un atto e commedie in più atti. Ne emerge il ritratto di un autore versatile, che usa il romanesco ma non rinuncia ai suoi famosi giochi linguistici; un commediografo troppo a lungo relegato nel sottobosco indistinto del teatro dialettale di primo Novecento. Ciascuno dei testi che qui si presentano è stato trascritto secondo criteri scientifici, commentato, corredato da un'accurata analisi linguistica e da un nutrito apparato di note storiche, linguistiche e filologiche, a definizione di un ulteriore, ancor più approfondito livello di lettura. Oltre a restituire al grande artista romano il giusto tributo per l'originalità drammaturgica, questo volume (al quale seguirà un secondo relativo ai testi in lingua) porta alla luce alcuni aspetti centrali del suo estro, toccati solo tangenzialmente dalla critica: tra di essi, la stupefacente creatività linguistica e la spiccata sensibilità verso il dialetto della Roma di primo Novecento, di cui Petrolini lascia una preziosa testimonianza. Con la prefazione di Gigi Proietti.