
La coscienza è la meraviglia dell'universo. Senza di lei, la memoria, il raziocinio, l'immaginazione sarebbero un nulla. È nella coscienza che noi riusciamo a rivelarci a noi stessi come in uno specchio. La coscienza è il luogo dove noi ci presentiamo così come siamo a noi stessi. È il santuario dove noi contempliamo noi stessi. È anche il luogo in cui scopriamo di avere una legge che noi non ci siamo dati, ma che ci guida e giudica. È l'unica roccaforte inespugnabile dove siamo sicuri di non essere mai traditi. Infatti, anche se ci condanna, la nostra coscienza non ci tradisce mai. Sotto il profilo morale la coscienza si manifesta quale valutazione dei propri atti morali. La coscienza morale è precisamente la facoltà di dare un giudizio di valori sulle proprie azioni e sui propri propositi; è la capacità di distinguere il bene e il male e di scegliere liberamente e responsabilmente fra l'uno e l'altro. Tale giudizio non è altro che quello proveniente dalla ragione. O si sceglie ciò che la ragione giudica male (ed è una "cattiva coscienza"), o si sceglie ciò che la ragione giudica buono (ed è una "buona coscienza").
Nell'affrontare le sfide per conservare la fede e fare la differenza, nel mare magnum delle culture contemporanee e nei rapporti ad intra e ad extra ecclesiali, bisogna tornare ad annunciare, senza giri di parole, che il fondamento della Chiesa e il cuore dell'annuncio cristiano è Gesù Cristo, la Verità che libera l'uomo dal male e dalla morte.È urgente chiarire in faccia al mondo che per i cristiani la forza della Verità, che essi hanno accolto come dono di fede nella persona di Gesù di Nazaret, è in grado di illuminare l'intera esistenza umana e di dare senso compiuto alla realtà di tutta la creazione. Essa non può farsi ridurre a verità debole, di un pensiero debole che induca a ritenere il cristianesimo come un codice culturale, al più etico morale: una sorta di cavalluccio di legno sul dorso del quale dondolarsi amenamente. Tale cavallo di legno, com'è evidente, è senza vita e non conduce da alcuna parte. È solo un sollazzamento fine a se stesso, destinato, con il passare del tempo, a finire in soffitta. Il volume suggerisce vie e modalità di azione per mantenere fede alla consegna: essere uomini e donne di fede, facendo la differenza dentro la città degli uomini con i quali viviamo, progettiamo, camminiamo e speriamo, andando con amore e con gioia incontro al Signore che viene.
«In questa danza d'amore è da leggere la creazione dell'uomo e della donna manifestazione storica dell'essere di Dio. Un Dio che non è più monade, motore immobile, il totalmente altro, ma un Dio che si rivela famiglia. Un Dio che dona all'uomo il suo essere uomo nell'essere stato voluto/desiderato a Sua immagine e somiglianza e l'uomo che si apre a Lui comprende il senso di essere stato chiamato a essere a sua volta dono che si dona».
I campionati nazionali di categoria 100 TdM Easy Kart... cosa può esserci di più emozionante?Per Emma nulla, i motori sono da sempre la sua passione e scopo di vita. Eppure, dopo che ad Assisi conosce un misterioso amico, Emma sarà attratta da altri mezzi che la condurranno all'autostrada... per il cielo!
Oggi non si può più essere cristiani per convenzione, ma solo per convinzione. È quindi urgente risvegliare una fede che risulta troppo spesso assopita. In questo tempo di evangelizzazione, una risorsa fondamentale è rappresentata dal dono degli esercizi spirituali. Frutto di una esperienza che negli anni da vescovo emerito (di Rimini) si va facendo sempre più frequente e intensa, l'Autore propone con questa guida un percorso sul tema della Grazia. Tutt'altro che periferico e marginale, nelle lettere di san Paolo il tema della Grazia risulta come un principio architettonico centrale e basilare, capace di abbracciare le molte situazioni della vita spirituale e di ridurle ad unità. La struttura del percorso parte dall'evento capitale, la grazia della Pasqua del Crocifisso-Risorto, prosegue con la grazia della parola di Dio, per passare alla grazia del battesimo e dell'ecucaristia, e quindi alla grazia della Chiesa, della preghiera e della vita nuova. Il metodo per ogni meditazione è ispirato alla lectio divina, rimodulato in cinque passaggi essenziali: 1. proclamazione della Parola; 2. scrutatio o discernimento della Parola; 3. meditazione del messaggio; 4. scrutatio o discernimento sulla vita; 5. contemplazione del Signore.
Un percorso di fede incarnata e di ricerca della "sensibilità credente" per riappropriarci della nostra umanità come luogo privilegiato dell'incontro con il divino. Espropriati, infatti, da un uso compulsivo del digitale è urgente trovare tempo per se stessi, spazi d'interiorità e di cura delle proprie emozioni per sviluppare una sensibilità affettiva e relazionale sempre più matura. È attraverso i sensi umani che stiamo a contatto con la realtà nella sua dimensione visibile (umana) e invisibile (divina), alla ricerca della vera felicità così da espandere il buon profumo della vita.
Il terzo volume della Teologia popolare è senza alcun dubbio il più importante dei tre, perché spiega ciò che è stata (e i risultati che ha prodotto) la vita di Gesù. Il racconto qui s'incentra in quello che è stato, e come è stato, il finale di quella vita. Come sappiamo, è stato un finale estremamente tragico. Ciò che importa sapere è che Gesù è stato odiato, perseguitato e giustiziato in quel modo. Inoltre interessa particolarmente aver chiaro se la morte sia stata la fine o, piuttosto, l'inizio di una vita nuova e diversa. E infine interessa renderci conto di come quest'insieme di dati, così importanti e straordinari, sia giunto fino a noi. Il che ci porta, inevitabilmente, a dover parlare dello Spirito e della Chiesa. Soprattutto della Chiesa, della quale tanta gente parla così male e che spesso vediamo così lontana dal Vangelo di Gesù. Cosa si può - e si deve - pensare di queste questioni così serie e delle quali tante persone dicono la prima cosa che viene loro in mente? A questo, né più né meno, è dedicato il contenuto di questo terzo volume della Teologia popolare.
Il presente lavoro si pone in continuità con il precedente manuale sul Pentateuco («Fate una siepe attorno alla Tora». Lezioni sul Pentateuco) e condivide la stessa finalità, quella di offrire un valido strumento per lo studio del testo sacro a tutti coloro che si accingono ad affrontare seriamente la lettura e l'interpretazione della Bibbia. Oggetto di ricerca sono un gruppo di sei libri dell'Antico Testamento denominati Profeti anteriori: Giosuè, Giudici, 1-2Samuele e 1-2Re. Questi libri presentano una sequenza narrativa della storia d'Israele abbastanza lineare, che dalla conquista della terra di Canaan si conclude con la caduta di Gerusalemme e l'esilio del popolo in Babilonia. In questo volume si intende affrontare le questioni della formazione di questo corpus letterario (capitolo f), della storia di Israele (capitolo II) e dell'analisi teologica dei singoli libri biblici (capitoli III e IV).
Dal suo piccolo appartamento nel cuore della città di Caserta, luogo di continui arrivi da ogni parte di Italia di uomini e donne desiderosi di confronto e dialogo, Raffaele Nogaro riflette sul senso profondo di una fede nuda, spogliata da ogni orpello, ritualità, cerimoniale e convenzione sociale. Liberando Gesù da tutte le appropriazioni che ne hanno offuscato l'annuncio evangelico egli pone al centro della diaconia gli operai del Vangelo, i laici e le donne. E a quest'ultime riconosce un ruolo fino ad oggi, con pretesti e mistificazioni, ancora negato.
Il volume si propone di esplorare le differenti prospettive che le lettere del Nuovo Testamento mostrano in merito al ruolo delle donne nelle comunità cristiane della prima e della seconda generazione. Le autrici e gli autori inquadrano le lettere nel più ampio contesto culturale, religioso e sociale del mondo ebraico e greco-romano per meglio comprendere in che modo i ruoli di genere delle donne, la loro vita familiare e le loro responsabilità nella diffusione del Vangelo siano cambiati nel corso del tempo. Alcuni saggi approfondiscono il vissuto delle donne in quanto mogli, madri e vedove, sia libere che in schiavitù, mentre altri contributi si concentrano sul significato e sulla funzione retorica e teologica delle metafore di genere.