"La richiesta di Dio, presto o tardi, raggiunge l'uomo dovunque. Benché di tutti i problemi quello di Dio sia il più arduo e complesso, esso batte alle porte della coscienza muovendo da tutti gli orizzonti dell'anima che s'interroga sulla nascita e sulla morte per dare un senso al suo futuro essenziale e vincere l'insidia immanente del tempo. Pertanto l'universalità del problema di Dio ed il corrispondente atteggiamento dell'uomo non hanno un significato puramente culturale ma esistenziale, non semplicemente conclusivo bensì drammaticamente evocativo e decisivo per la determinazione della qualità dell'essere stesso del mondo e dell'uomo in esso. Il tempo, che sembra emergere sull'essere, ad un certo momento - che è il momento della decisione - quasi si ferma per dare lo spazio alla libertà ed all'interrogazione essenziale." (Cornelio Fabro)
La teologia dell'Aquinate, "maestro di pensiero e modello del retto modo di fare teologia". La teo-logia di san Tommaso d'Aquino - riconosciuto dalla Chiesa cattolica come il Doctor communis e riproposto nel Concilio Vaticano II e nella Fides et ratio di Giovanni Paolo II come "maestro di pensiero e modello del retto modo di fare teologia", ha ancor oggi qualcosa d'importante da insegnarci? È l'interrogativo da cui prende le mosse il presente studio come punto di partenza per un rilancio del dibattito teologico sulla Trinità. La Teologia di Tommaso, infatti, insieme a quella del De Trinitate di Agostino, è senza dubbio uno snodo decisivo nella storia della riflessione su Dio che è Trinità d'amore, a livello di metodo e a livello di contenuto. A tal fine nel volume Coda contestualizza storicamente e culturalmente l'impresa teologica dell'Aquinate, cercando di discernere, in prima battuta, la spinta e l'illuminazione carismatica che interiormente la anima e la orienta.
Solo da pochi decenni, dopo secoli di dimenticanza, l’attenzione della riflessione teologica e dell’insegnamento catechetico si è rivolta ai misteri della vita di Cristo, dalla nascita e dalla vita pubblica sino alla morte-risurrezione-ascensione. Ma, già sette secoli e mezzo fa, san Tommaso d’Aquino, in particolare nella Summa Theologiae, trattava, in un sol blocco unitario, sia il mistero dell’Incarnazione che i misteri di Cristo: proprio da questi misteri della storia di Cristo, infatti, prorompe la potenza salvifica dell’Incarnazione. Nel presente studio, i misteri di Cristo vengono introdotti nel loro inquadramento teologico, approfonditi alla luce del mistero eterno della volontà di Dio e del suo disegno storico-salvifico di attuazione, fondamentale criterio interpretativo dell’agire trinitario. Quindi, tali misteri sono colti nella loro ineliminabile dimensione mistica (sebbene ancora poco considerata): essi sono potenze di Dio in atto che producono oggi, nelle membra del Corpo di Cristo, un effetto specifico di grazia, proprio di ogni singolo mistero, simile a quello prodotto ieri nell’umanità di Gesù. Così, essi sono rivissuti come ecclesiale e personale tappa di compenetrazione mistica divina e umana, su cui s’innalza il Cristo Totale. Si procede poi ad avviare l’esame dei misteri di Cristo a partire da quelli della Beata Vergine Madre di Dio.
L'autore segue Tommaso sia nel distinguere differenti sfere e dimensioni dei beni personali e sociali, sia nel riconoscere diverse azioni e politiche che verso di essi si indirizzano. Ciò lo conduce alla riflessione di specifiche idee a proposito delle condizioni della comunità, le quali sono, a loro volta, condizioni politiche e giuridiche. Egli cita Tommaso a riguardo dell'esigenza di un solido amore del bene pubblico e suggerisce che esso può essere inteso nei termini di un concetto non così centrale negli scritti di Tommaso, vale a dire il concetto di cultura. Si tratta di un'idea molto interessante che apre ad un potenziale legame del pensiero tomassiano al mondo contemporaneo.
Il tema del male, presente in ogni uomo lungo tutta la storia, è una questione sempre aperta che si amplifica quando si studia nel suo rapporto con Dio, considerato buono e onnipotente. Charles Journet (1891-1975), sulla scia di san Tommaso d’Aquino, intende affrontarne il problema fin alle radici, soffermandosi in modo particolare sul male della colpa (peccato). Grazie anche al confronto con l’amico filosofo Jacques Maritain (1882-1973), soprattutto a partire dalla sua intuizione metafisica della dissimmetria tra la linea del bene e del male, egli intende dare prova dell’assoluta innocenza di Dio davanti al male, senza, però, proporre una teodicea a discapito dell’uomo. La presente ricerca si impegna nell’analisi del pensiero di due studiosi tomisti che, pur muovendosi all’interno del dibattito a loro contemporaneo, hanno portato inedite e notevoli soluzioni divenute un patrimonio imprescindibile per l’attuale dibattito filosofico e teologico.
L'enciclica Laudato si' non soltanto ha provocato una accresciuta consapevolezza della questione ecologica e delle sue gravissime conseguenze etiche e sociali ma ha anche rilanciato la riflessione filosofica e teologica sul «Vangelo della creazione», titolo del secondo capitolo. Difatti, l'impegno cristiano per la salvaguardia della casa comune non si capisce fuori da una determinata visione teologica della natura e del posto dell'uomo nel creato. Pertanto, la Pontificia Accademia di San Tommaso ha voluto dedicare la sua XVII sessione plenaria al tema: «Dio creatore e la creazione come casa comune. Prospettive tomiste». Una trentina di accademici, provenienti da diverse parti del mondo, si sono ritrovati i giorni 16 e 17 giugno 2017 in Vaticano, nel Palazzo del Sant'Uffizio, per riflettere su questo tema. I presenti Atti sono il frutto di quelle giornate.
Il presente studio comprende il più ampio commento al mistero del concepimento del corpo di Cristo, con cui si avvia storicamen­te l’incarnazione del Figlio di Dio. Risalta l’impostazione teologica di san Tommaso, fondata sulla connessione tra il mistero dell’Incarnazione e i misteri della vita di Cristo, trascurata dalla riflessione teologica fin quasi ad oggi. Non solo, ma tale connes­sione s’inquadra all’interno della totale con­nexio mysteriorum, centrata sul Mistero dei misteri, quello della Trinità di Dio uno, per­so di vista da un riduttivo cristologismo ra­dicale. Da queste “novità” della teologia di Cristo tommasiana, ancor oggi “insuperata”, al dire di Papa Benedetto XVI, emerge come l’intera storia della salvezza, guidata dal my­sterion eterno della volontà di Dio, sia ordi­nata in senso eucaristico sul corpo vero di Cristo e sul suo corpo mistico che è la Chie­sa. Questa visione “summatica” del tutto di Dio, dell’uomo, del creato e della storia, è tutta fondata sulla Parola di Dio, trasmessa e insegnata dalla Chiesa. Si riscopre, così, un san Tommaso “biblico”, maestro in sacra Scrittura, dal quale dipende il sommo teolo­go, l’ardente mistico, il grande filosofo.
Il libro «Dio. Introduzione al problema teologico», cerca di rispondere al «problema essenziale dell'uomo essenziale, dal quale ogni altro problema dell'esistenza prende chiarezza (l'etica, il diritto, l'economia...)», cioè il problema di Dio. «L'intelletto umano che tende naturalmente alla verità come al suo bene proprio, è spinto presto o tardi a porsi il problema di Dio, a cercare quindi la dimostrazione della sua esistenza: perché il significato e valore ultimo di ogni verità viene da Dio ed ha in Dio il suo ultimo fondamento, come verità per essenza da cui s'irradia ogni verità creata che è verità soltanto per partecipazione». «L'esistenza di Dio è il problema dei problemi: esso costituisce la conclusione di tutta la filosofia e della conoscenza umana sia ordinaria come scientifica, perché da esso dipende l'orientamento definitivo che l'uomo deve dare alla sua condotta e alla sua vita intera». (Cornelio Fabro)
Tommaso d'Aquino è il teologo della grazia. Egli l'ha posta al cuore della sua opera più importante, la Summa Theologiae. Il presente libro fa emergere il contesto nel quale l'Aquinate la colloca, le prospettive con cui ne parla, e il suo rapporto con l'agire morale.