Numerosi lettori della Bibbia avvertono la necessita di possedere un manuale esplicativo, in cui la fede nell'ispirazione totale delle Scritture sia unita a una rigorosa serietà scientifica e storica.
Il presente lavoro ha lo scopo al facilitare lo studio diligente del testo biblico e di renderlo accessibile a tutti, senza voler essere un doppione di dizionari e di commentari biblici già esistenti.
Il Manuale della Bibbia vuole aiutare i lettori ad approfondire ii messaggio della Parola di Dio, discernere la Sua volontà e sperimentare una comunione più intima con Cristo. Per questo facciamo nostre le parole del Vangelo di Giovanni dove troviamo riassunto lo scopo che si può applicare a tutto l'insieme del libri sacri: "queste cose sono scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo, iI Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome" (20:31).
Come i discepoli sulla via di Emmaus, ogni credente può fare l'esperienza della presenza di Cristo risorto il quale.
"cominciando da Mose e da tutti i profeti, spiego loro in tutte le Scritture, le cose che lo riguardavano" (Luca 24:27). Abbiamo dato alle stampe quest'opera proprio con questo intento: aiutare il lettore ad avere una panoramica completa sul libri della Bibbia, sulla storia del popolo di Dio nei Secoli, sugli usi e i costumi dei tempi biblici e su tanti altri argomenti che riguardano l'intramontabile Parola di Dio, unica regola di fede e di condotta per ogni credente.
Don Danilo Zanella, che così arriva al terzo volume dei suoi esercizi spirituali con gli evangelisti, dopo Matteo e Luca, inanella, come una collana di perle, riflessioni perspicaci sui brani del Vangelo di Marco, tracce di preghiera e di riflessione e antologie di testi penetranti. Un libro che, oltre a servire come "manuale" per esercizi spirituali, è anche un buon libro "da comodino", per creare il nostro "deserto personale" in questi mesi di pandemia, trasformando le nostre case in luoghi di preghiera e riflessione, perché Dio parli al nostro cuore.
Ultimo dei libri del Nuovo Testamento, l'Apocalisse chiude il canone cristiano della Bibbia con una parola profetica che intende rivelare e far riflettere sul senso degli eventi storici nel proprio tempo.L'opera di Giovanni mira a infondere coraggio in mezzo alle persecuzioni e a sostenere l'impegno morale dei cristiani, perché non si lascino vincere dalla tentazione del sincretismo e del compromesso. Il compito che ci si assume, affrontando la lectio divina dell'Apocalisse in un contesto di nuova evangelizzazione è di ritornare all'ascolto fedele della Parola proclamata soprattutto in ambito liturgico per vivere con coerenza l'annuncio di speranza che il Cristo risorto propone ancor oggi alla sua chiesa.
Destinatari
Lettori che cercano un sussidio per 'leggere' la Bibbia attraverso un esercizio di «ascolto orante» e di riflessione personale.
Autore
CLAUDIO DOGLIO ha conseguito presso l'Istituto biblico di Roma la licenza in scienze bibliche e il dottorato in teologia biblica presso l'Università gregoriana. È docente ordinario di Sacra Scrittura presso la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale; tiene i corsi di lingua ebraica e di greco biblico; insegna esegesi biblica dell'Antico e Nuovo Testamento. Dal 2002 è condirettore e redattore della rivista «Parole di Vita», bimestrale dell'ABI. Ha pubblicato diversi articoli e studi biblici, in particolare sull'apocalittica e l'Apocalisse di Giovanni.
In questo commento della Lettera di Giacomo, finora inedito, il grande pensatore francese mostra con audacia e brio che, per i temi affrontati - il servizio, la sofferenza, la prova della fede, la tentazione della ricchezza -, il testo tratta non di morale, bensì di libertà. Ellul svela l'armonia e le linee di forza del testo: il Dio liberatore; la salvezza universale; il carattere rivoluzionario della Parola ascoltata nella Bibbia. Nessuna filosofia, nessuna religione regge davanti alla Parola; la Verità non è né una categoria filosofica, né una somma di conoscenze, né una teoria scientifica unificata ed elegante. La Verità è un uomo chiamato Gesù. Questo testo luminoso interroga ciascuno di noi: oggi, dove sei, quale posto occupi nel mondo? Lutero la definì «l'epistola di paglia» perché secondo lui non conteneva nulla di serio, solo qualche consiglio morale. Ellul mostra che nella Lettera di Giacomo è contenuta non una serie di doveri morali, ma un annuncio di libertà. Così, tutto l'approccio al testo cambia radicalmente.
Nei venti secoli della sua storia il cristianesimo ha conosciuto mistici e pensatori per i quali le immagini tradizionali del Divino costituiscono un muro più che ponte: celebre il "Prego Dio che mi liberi da Dio" di Maestro Eckart. Anche il gesuita belga Roger Lenaers si inserisce in questo filone di "atei" per amor di Dio: credenti e teologi per i quali le costruzioni teologiche - umane, troppo umane - annebbiano l'esperienza religiosa accessibile a ogni uomo e a ogni donna della Terra, indipendentemente dalla "religione" di appartenenza. In queste pagine egli espone - sia pur con tono mite, quasi sommesso - dei contenuti esplosivi: non solo per destrutturare, ma anche e soprattutto per aprire orizzonti nuovi fondati su una rilettura esegeticamente corretta dei testi biblici.
I cinque poemi che compongono il Libro delle Lamentazioni formano un'opera letteraria unitaria e, di conseguenza, i singoli poemi devono essere letti seguendo il filo che li unisce. Anche se è possibile che all'origine dei poemi non vi sia un solo autore e soprattutto che l'autore del capitolo 3 possa essere diverso dall'autore degli altri capitoli, l'opera, come ora si trova nel Canone biblico ebraico, presenta un marcato carattere unitario determinato dall'uso della medesima forma metrica (la qinah, "lamentazione"), dal linguaggio e dalla riflessione sul tema tragico della caduta di Gerusalemme. Lo stesso autore del terzo poema, che è in stretto contatto con la scuola di Isaia, potrebbe essere il curatore della redazione finale del libro. È comunque significativo che le questioni lasciate aperte nel Libro delle Lamentazioni abbiano trovato risposta nel Libro di Isaia, in particolare nei capitoli 40-54. Il Libro di Isaia, nella seconda parte, fornisce una risposta all'aspirazione alla sopravvivenza così evidente nel Libro delle Lamentazioni anche avvalendosi delle stesse formulazioni verbali. Molti rabbini e alcuni esegeti moderni hanno notato una somiglianza di linguaggio e di temi tra il Libro delle Lamentazioni e la parte del Libro di Isaia comunemente attribuita a un anonimo profeta dell'esilio, chiamato Deutero-Isaia, in particolare nell'invito «Consolate, consolate il popolo mio, dice il tuo Dio» (Is 40,1), ma quasi mai e solo in modo indiretto hanno sostenuto che ci sia un vero rapporto tra i due testi.
In questo volume si cerca di collegare le Scritture bibliche dell'Antico e del Nuovo Testamento con la ricerca filosofica che ha mosso l'intera civiltà occidentale nel corso del Novecento, ponendosi domande relative ai tragici avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto. Figura centrale in questa riflessione è André Neher (1914-1988), autore del capolavoro filosofico L'esilio della parola. Dal silenzio biblico al silenzio di Auschwitz, intellettuale ebreo per nascita e per scelta, dal profilo culturale ricchissimo: studioso di eccezionali competenze bibliche e giudaistiche e allo stesso tempo uomo di grande sensibilità, attento alle questioni filosofiche più urgenti e brucianti che la nostra contemporaneità ha posto e pone sotto i nostri occhi.
Il Cristianesimo sembra irrimediabilmente sotto scacco in Occidente. Le letture còlte descrivono l'insaziabile voracità della secolarizzazione e inducono l'intelligenza cristiana a pessimismo sul destino della fede. E, tuttavia, uomini e donne di fede custodiscono intatta una riserva inesauribile di ottimismo. Anche là dove analisti e sociologi non scorgono che rovina e putrefazione, la promessa di Dio prepara chissà quale ribaltamento apologetico. Neppure l'ateo più incallito riesce a far tacere dentro di sé il dubbio che sia tutto vero. E da questo dubbio occorre ripartire.
La crisi del nostro tempo è tanto profonda che neppure ne vediamo i confini. Né la filosofia, la scienza, la politica, e la religione appaiono capaci di frenare la corsa verso l'abisso del nulla - guerra, disuguaglianze, catastrofe climatica - se, piuttosto, contribuiscono ad essa. Lo stesso Cristianesimo, la religione del Dio che è morto sulla Croce per "salvare" l'uomo, è al centro di questa crisi. Per comprenderne la portata bisogna risalire all'origine della sua storia: a Paolo di Tarso, il persecutore dei cristiani, che divenne Apostolo di Cristo. In un serrato corpo a corpo con i testi della tradizione filosofica occidentale, l'autore mette in luce l'irriducibilità della predicazione paolina a quel cristianesimo storico che pure contribuì a fondare, da Agostino a Hegel. Emerge così il grido di dolore dell'uomo per la distanza incolmabile che lo separa da Dio. « Perché mi hai abbandonato? », chiede il Figlio di fronte al silenzio del Padre: ed è la domanda che dobbiamo porci oggi, quella che sola testimonia i limiti dell'uomo e della sua ambizione di potere tutto. Affinché, nella consapevolezza della propria finitezza, l'uomo scopra il primato del dovere morale sulla potenza, perché solo là dove è il male, è dato fare esperienza nel e del "possibile", ovvero è possibile sperare.
Questa edizione propone, per ogni salmo, una vera e propria lettura orante articolata in quattro tappe: la lectio attenta del testo, che viene gustato anche attraverso indicazioni precise di lettura; la scrutatio che spinge ad accogliere il salmo nel dialogo con altri brani dell'Antico e del Nuovo Testamento; la meditatio di un tema biblico che invita ad andare in profondità su un dettaglio del salmo vedendo come esso ha preso forma nella storia della salvezza; l'oratio attraverso una preghiera che può essere elevata personalmente o affidata a chi guida il momento di preghiera. Un'edizione perfetta per l'utilizzo personale e comunitario.