La fabbrica delle notizie, con i suoi vizi e le sue virtù, messa a nudo con lucida precisione da un giornalista televisivo che ne conosce i meccanismi e i protagonisti. Un saggio rigoroso e documentato che affronta i nodi cruciali del mondo dell'informazione e della comunicazione: realtà e notizie, giornalisti e audience, media e potere, fatti e opinioni. Descrive come nasce una notizia e come viene scelta, come si attinge alle fonti e quando si agisce in modo distorto e calcolato. È uno strumento di lavoro per chi opera nel settore, ma anche un manuale di sopravvivenza per i lettori, i telespettatori e i radioascoltatori. In queste pagine il pubblico è considerato parte integrante del sistema mediatico.
Il volume studia, dal punto di vista psico-pedagogico, la differenza tra le fiabe narrate a voce e le storie viste in televisione; sottolinea i possibili effetti sui bambini ed invita gli adulti ad una maggiore consapevolezza nell'educare ipropri figli. Per i bambini l'abitudine al teleschermo e molto precoce: ma quali effetti e controindicazioni" puo avere? E come si differenzia il linguaggio televisivo da quello delle favole narrate a voce? Dalla fiabe tradizionali alle fiabe moderne, dalla storia letta la sera dalla mamma o dal papa alle storie viste in TV: questi e altri aspetti sono oggetto di riflessione e analisi nel presente volume, nella convinzione che le fiabe non sono destinate soltanto ai bambini. "
Da mezzo secolo la televisione appartiene alla nostra vita e l'attraversa quotidianamente costruisce immaginari, riti e piaceri condivisi, contribuisce alla nostra conoscenza del mondo col suo "vedere lontano", ma al contempo definisce un'arena collettiva che ci comprende e ci chiama in causa. In questi cinquant'anni la televisione è stata temuta e deprecata per i mali che gli si sono attribuiti, o, più raramente, è stata apprezzata per la sua capacità di abbattere barriere e steccati, coinvolgere le persone e renderle più consapevoli, offrire loro intrattenimento, informazione e compagnia. In "Che cos'è la televisione" gli autori affrontano in maniera sistematica gli interrogativi più pressanti che hanno interessato il piccolo schermo.
Il volume è suddiviso in due parti, dedicate ai temi relativi alla conoscenza di base della materia e a quelli relativi al "saper fare". La prima parte è articolata in due capitoli: uno di taglio definitorio e l'altro storico. Il primo capitolo affronta le definizioni di base partendo da quella di editoria e focalizzando l'attenzione sul concetto di multimediale. Il secondo capitolo traccia il percorso storico dell'editoria digitale, prosegue con la nascita dell'editoria ipertestuale, per concludersi con la maturazione dei prodotti e del mercato negli anni Novanta. La seconda parte è dedicata al "saper fare"; la parte teorica esplicativa è accompagnata dalla discussione di un "caso di studio" connesso, che concretizza le impostazioni tecniche esposte.
Nella velocità di cambiamento ed evoluzione delle specificità tecniche dei mezzi e nel moltiplicarsi dei prodotti, i mass-media hanno la loro più evidente peculiarità. Di qui la necessità di suggerire un orientamento chiaro nelle metodologie di ricerca molto diverse - per strumenti e analisi dei dati - utilizzate in ambito universitario e professionale. Sono questi i motivi ispiratori del volume. Il libro è suddiviso in due parti: nella prima si affrontano i temi e i problemi più generali della metodologia applicata alla ricerca sul pubblico dei media; nella seconda si analizzano separatamente i pubblici di stampa - quotidiana e periodica - TV, radio, libri, cinema e nuove tecnologie.
Esistono forme di pubblicità che non inquinano il nostro orizzonte immaginativo e che cercano, attraverso lo spostamento dei significati e un uso "rovesciato" delle immagini, di orientare una riflessione collettiva sulla direzione che l'umanità ha imboccato nell'ultimo mezzo secolo. Nato sulle matrici della riflessione situazionista di critica della "società dello spettacolo", i componenti del gruppo canadese di Adbusters si autodefiniscono dei "cultural jammers", dei sabotatori culturali, e il loro scopo è produrre un'ecologia mentale, attraverso il "detournement" (il rovesciamento) delle immagini più diffuse e celebrate dell'universo mediatico, utilizzando i logo e gli stilemi delle marche più prestigiose a fini politici ed ecologici.
Sono passati solo pochi anni da quando le nuove tecnologie digitali sembravano sul punto di creare un mondo nuovo: una nuova economia, un nuovo mondo di comunicare, una nuova percezione dello spazio e del tempo. Oggi il termine new economy evoca soprattutto speculazioni finanziarie, listini di borsa in caduta libera, ricchezze svanite nel breve volgere di un mattino. Come è stato possibile dissolvere in così breve tempo un grande patrimonio di speranze e di creatività? In questo saggio Luca De Biase racconta l'ascesa e il declino dell'ideologia digitale: una vera e propria ideologia fatta di scommesse senza equilibrio che ha finito col tradire la qualità delle scoperte cui aveva tratto spunto.
Per molti, gli anni che videro Ettore Bernabei alla guida della Rai hanno rappresentato un buon modello di questo servizio pubblico. Ed è, quindi, interessante in tal senso il lungo colloquio fra Ettore Barnabei e Gabriele La Porta sulla "Missione di Servizio" specifica della Rai. Una missione che potrebbe condurla anche a vincere la scommessa degli ascolti. Perché la collettività necessita di un "agente" che nel suo operare non sia incatenato agli interessi economici degli investigatori pubblicitari ma agisca libero dai vincoli delle tv commerciali.