Il titolo di questo libro, tratto dal Vangelo di Marco (Mc 4,27), indica, attraverso parole di Gesù stesso, che il seme della vita cristiana, posto dal Signore nelle nostre anime, cresce e si sviluppa al di là di ogni nostra comprensione. Ciò non avviene, tuttavia, a prescindere dalla nostra libertà, o addirittura contro di essa, perché è proprio a partire dal nostro libero arbitrio che Dio può edificare in noi l'edificio della vita spirituale. Compito e risposta dell'uomo è assecondare liberamente questa azione di Dio, non ponendo ostacoli alla sua opera. Gli effetti di questa risposta umana sono assai più profondi di quanto possiamo comprendere e perfino sperare. La grazia di Dio trasforma l'uomo in Cristo come, egli stesso non lo sa, ma sempre facendo leva sulla sua libera collaborazione. Questo libro cerca di evidenziare i principi più rilevanti del lavoro di formazione cristiana, offrendo alcune linee guida a chi ha la responsabilità di accompagnare le persone verso una vita cristiana più piena. Si rivolge, quindi, essenzialmente ai formatori. Ma allo stesso tempo, mutatis mutandis, può risultare utile anche ai destinatari stessi della formazione. I primi tre capitoli hanno un carattere più teorico e affrontano alcune nozioni fondamentali relative alla formazione, alla libertà e alla fedeltà, per poi soffermarsi sui concetti di volontà e volontarismo. Conclude l'aspetto teoretico una sintesi di idee sul concetto di virtù. Il quarto capitolo, invece, ha un aspetto eminentemente pratico e propone quattro linee operative da seguire nel percorso di formazione.
Pur costretti dalla loro stessa immagine pubblica a una postura di asciutta razionalità, per tutto il corso dell'età moderna i monaci benedettini cassinesi si mostrarono profondamente fiduciosi non solo nella possibilità dei miracoli, ma anche nella capacità, posseduta da speciali oggetti, di favorirne il verificarsi. Ma quanto era radicata la credenza che taluni oggetti giocassero un ruolo primario nel provocare eventi prodigiosi? La presente ricerca prende in considerazione questo peculiare aspetto dell'esperienza religiosa maturata nella più grande formazione monastica dell'età moderna: la Congregazione benedettina cassinese.
La significatività di ogni forma di vita è data dai criteri di un dato momento culturale, per cui non capire che il passato declina significa incapacità di portarsi al futuro. Da qui la necessità di ripensare le varie figure di vita consacrata uscendo dalle strette che essa stessa si è costruita, per abbracciare invece modelli evangelici che interroghino l'uomo di oggi.Se non si entra nel processo della vita che è trasformazione e progresso, anche le esperienze più belle si rattrappiscono, i carismi si istituzionalizzano e perdono la genuinità degli inizi.
Tra le diverse forme di disagio sociale che si impongono all’attenzione dei media e del novero degli specialisti, va assumendo fisionomie del tutto specifiche quella inerente alle persone di vita consacrata, all’interno di una continua riconfigurazione del rapporto religione-società differenziata. Emersa come tipologia specifica di disagio e rubricata all’interno del burnout delle professioni di cura, la condizione di disagio delle persone di vita consacrata si situa all’interfaccia di dimensioni socio-strutturali sempre più improbabili, riguardanti la messa in latenza della funzione sociale della religione e il concomitante aumento di responsabilità e di difficoltà a carico di persone spesso isolate, anziane e operanti in contesti sociali ostili. La crisi della partecipazione alla vita della Chiesa da parte dei laici ha come contraltare un diffuso malessere dei preti, oberati di incarichi e con uno status sociale in caduta – che un tempo era invece un riferimento socio-culturale. Si configura a carico del sacerdote una situazione di “estremo psicologico” che chiama in causa diversi fattori, non ultimo la mutazione del rapporto tra trascendenza e società complessa. In tal senso il disagio nella condizione presbiterale diviene un indicatore complesso, non solo del distanziamento della società dai valori di ordine comunitario tipici del dettato evangelico, ma soprattutto da condizioni di condivisione e di corrispondenza tra tempi sociali e tempi psichici. Allora, la sofferenza di oggi nel vissuto di molti consacrati si sviluppa nella situazione di comunità sfilacciate ispirate a valori diversi da quelli evangelici e socialmente impegnate nel conseguimento di obiettivi dettati da quell’individualismo possessivo che limita la religione negli ambiti ristretti della tradizionalizzazione, museificazione e culturalizzazione. La perdita di uno status riconosciuto e una formazione al futuro Ministero ricevuta come se il prete vivesse “sotto assedio” fanno il resto. In queste pagine non si propone una lettura religiosamente orientata del disagio delle persone di vita consacrata, ma una sua valutazione in ordine a problematiche generali riguardanti il rapporto tra religiosità e società complessa e alla possibilità stessa di garantire espressione a dinamiche relazionali non rigida- mente determinate da criteri utilitaristici. Lo strumentario utilizzato nell’analisi sociale si ispira alla teoria dei sistemi sociali di Niklas Luhmann.
Qual è la natura, la chiamata e l’opera della leadership nella chiesa locale?
Focalizzandosi sulle parole di Gesù, e scorrendo le pagine del Nuovo Testamento, l’autore presenta una visione chiara e dettagliata dei conduttori cristiani: collaboratori per la gioia di tutti i credenti.
• Una risorsa necessaria per chi riveste già un incarico spirituale. Esamina la natura e l’opera di pastori, anziani e diaconi attraverso passi biblici di riferimento come I Timoteo 3 e Tito 1.
• Un testo accessibile per tutti i credenti. Tutti i membri della chiesa possono conoscere meglio la vera essenza della leadership cristiana e pregare intenzionalmente per i propri conduttori.
• Una guida pratica alle 15 virtù di ogni responsabile. Identifica ed esamina le virtù che lo Spirito Santo provvede a chi intende rispondere alla chiamata di Cristo.
Come aiutare i presbiteri nel guidare il discernimento morale dei fedeli? La formazione iniziale e permanente può essere migliorata? I modelli attuali, come i seminari, sono ancora adeguati?Il testo traccia alcune linee di rinnovamento nella formazione affinché i presbiteri sappiano accompagnare con competenza la coscienza nel discernimento. Il formatore interessato troverà in queste pagine un modello formativo basato sull'apprendimento riflessivo nell'esperienza pastorale e la proposta del metodo dei vissuti morali personali da sperimentare sul campo.
Il nome di Cluny evoca un connubio indissolubile di spiritualità e potere; tra il X e il XIII secolo, infatti, il monastero che fondò la sua regola sul silenzio si trasformò nell'abbazia più grande della cristianità occidentale, un vero impero della fede, più potente della stessa Roma papale. Il volume racconta come quella di Cluny non fu solo una storia di osservanza e innovazione della regola benedettina, ma un'inarrestabile ascesa spirituale che, grazie al carisma degli abati e all'ambizione di dominare il mondo monastico, rese i suoi monaci un'aristocrazia della preghiera, capace di trattare alla pari con papi e imperatori. Cluny fu il centro di un grande impero che estendeva le sue reti nell'Europa occidentale, dalla Borgogna all'Italia, alla penisola iberica all'Inghilterra. I monaci cluniacensi erano la corte celeste che aveva come perimetro il mondo terreno e come prospettiva i cieli divini. Il percorso tracciato da questa aristocrazia della fede non fu lineare ma fu inarrestabile, la sua influenza mutò nei secoli, e pian piano si spense, molto lentamente.
La vita consacrata conosce forme simili in molte confessioni cristiane e, ormai da tempo, vi sono esperienze di confronto con espressioni analoghe di altre religioni. Un tratto comune è il desiderio di camminare verso Dio che si congiunge con la ricerca della fraternità. Per i cristiani tale convergenza è indiscutibile, pena un tradimento assoluto del Vangelo. Il confronto offre uno sguardo stimolante di ciò che vivono le altre religioni ed anche di quanto sentono molti che forse non si riconoscono in alcuna tradizione religiosa, ma si interrogano seriamente sulla vita. L'incontro personale può avviare cammini condivisi verso una verità di cui nessuno si sente padrone e che tutti vogliono servire.
La Chiesa cattolica, con la sua struttura complessa e la sua missione pastorale, espone sacerdoti e ministri a un rischio elevato di burnout. Questo libro analizza il fenomeno da una prospettiva psicologica e teologica, individuando le cause organizzative dello stress pastorale e proponendo strategie di prevenzione. Attraverso l'approccio della "pedagogia della cura reciproca", l'autore offre una riflessione su come creare un ambiente ecclesiastico più sano, valorizzando il benessere di chi dedica la propria vita alla comunità.
Biografia di uno dei monaci martiri di Tibhirine, in Algeria, uccisi durante la guerra civile degli anni Novanta e beatificati nel 2018. La vicenda di fratel Luc viene inquadrata nell'esperienza dei monaci di Tibhirine, universalmente divenuti noti nel 1996 a causa della loro uccisione da parte di terroristi islamici. La figura di fratel Luc sembra il personaggio di un romanzo d'avventura: medico, membro nella Resistenza e internato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, monaco in Algeria, martire. Un libro avvincente.
La vita consacrata ha iniziato la sua corsa agli albori del cristianesimo. Oggi è opportuno domandarsi se sta correndo nella direzione giusta, per servire la Chiesa, vivere per l'umanità, cercare vie nuove per l'annuncio del Vangelo. Chissà che anche per terzo millennio lo Spirito Santo non stia disegnando qualcosa di nuovo per la vita consacrata. Lungo la stori: della Chiesa ha mostrato di saperlo fare con molta creatività, spalancando sempre nuovi orizzonti. Parlare di futuro della vita consacrata allora non è un azzardo, non è un' operazione di futurologia. Ci si può interrogare su come, oggi, vivere i valori fondamentali che sono all'origine della vita consacrata, in modo da affrontare le sfide del presente e del futuro, e cercare di cogliere alcuni indizi che lasciano intravedere le piste che si si possono percorrere. Così, dopo una parte analitica che considera la situazione, la crisi numerica e anche qualitativa della vita consacrata, dopo l'analisi dei documenti del Concilio Vaticano II e del ricco magistero successivo fino ai nostri giorni; il libro lascia intravedere il kairos di un nuovo inizio, e la prospettiva profetica di camminare verso una nuova sintesi, vitale ed esigente, per la vita consacrata del nostro tempo.