Due personaggi stanno sullo stesso piano e sono in contrasto mentre un terzo ha il ruolo dell'arbitro. Ecco la figura del triangolo drammatico: un singolare stratagemma narrativo con cui Luca obbliga il lettore a discernere, a diventare interprete delle narrazioni, a rimodellare il proprio punto di vista, ad appropriarsi del punto di vista teologico del Vangelo. Lo studio, condotto con metodo narrativo, prende in considerazione quattro esempi di triangolo drammatico all'interno del ''grande viaggio'' di Luca: la parabola del buon Samaritano (10,25-37), l'episodio di Marta e Maria (10,38-42), la parabola del figlio prodigo (15,11-32), la parabola di Lazzaro e del ricco (16,19-31). MATTEO CRIMELLA, nato nel 1969, dal 1994 è presbitero della Chiesa ambrosiana. Nel 2009 ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso l'École biblique di Gerusalemme. Collabora alla pastorale biblica della diocesi di Milano e insegna Esegesi dei Sinottici a Monza (seminario del P.I.M.E.), a Gerusalemme e in Madagascar.
Questo libro costituisce il tentativo meglio riuscito di tradurre in ambito soprattutto biblico la riflessione filosofico-teologica di uno dei più acuti pensatori credenti del sec. XX, il gesuita Bernard Lonergan (1904-1984), già docente presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Meyer si assume la responsabilità di applicare il metodo teologico lonerganiano alla scienza biblica, offrendo dei contributi di riflessione generale accanto ad applicazioni puntuali ad alcuni testi biblici. A suo avviso, il pensiero di Lonergan presenta un metodo di approccio ai problemi che può definirsi “realismo critico”, una terza via tra idealismo ed empirismo adatta non solo per le moderne scienze teologiche.
Descrizione dell'opera
«La fede e la carità formano un'unica e identica realtà, essendo ambedue dono divino, dovendo ambedue operare nel medesimo individuo e nella medesima comunità, dovendo ambedue crescere contemporaneamente e impegnare e coestensivamente tutto l'uomo» (dall'Introduzione).
A sette anni dalla morte dell'autore, vengono riproposte le sue Letture bibliche sulla fede. Attraverso di esse, Federici intendeva offrire, dopo la pubblicazione delle Letture bibliche sulla carità, un ulteriore sussidio di spessore - complementare al primo e concepito come un unico contesto con esso - per la catechesi biblica e liturgica, al fine di aiutare gruppi e singoli ad accedere sempre meglio alle fonti. Come per il volume precedente lo stile è quello della spiegazione, che è insieme meditazione.
Sommario
Introduzione. I. «E lo seguono perché conoscono la sua voce» (Gv 10,4b). La fede umana. 1. La fede umana interpersonale. 2. La spiegazione evangelica. II. «E credette nel Signore» (Gen 15,6). L'Antico Testamento. 1. «Tornate da me e io tornerò da voi» (Ml 3,7). 2. «Se non credete non sopravvivrete» (Is 7,9). 3. «E credette nel Signore» (Gen 15,6a). 4. «E credette il popolo e ascoltarono» (Es 4,31a). 5. «E quanti sperano nel Signore rinnovano le forze» (Is 40,31). 6. «Senza fede è impossibile piacere» (Eb 11,6a). III. «Annunciate la morte del Signore» (1 Cor 11,26b). Il Nuovo Testamento. 1. «Convertitevi e credete nell'evangelo» (Mc 1,15b). A. Il Nuovo Testamento. B. La liturgia. C. La spiritualità. D. L'ecumenismo. 2. «Credo - Aiuta la mia incredulità!» (Mc 9,24). Premessa. A. «Abbiate la fede di Dio!» (Mc 11,23). B. I personaggi evangelici. C. Dopo la Pasqua Pentecoste. D. La fede efficace. E. Fede e sacramenti. F. La fede fruttuosa. G. Fede: crescita, adempimento, consumazione. 3. «"Signore è Gesù" nello Spirito Santo» (1 Cor 12,3b). 4. «Annunciate la morte del Signore finché non venga» (1 Cor 11,26). IV. «Se confessi… che Signore è Gesù» (Rm 10,9a). Le espressioni della fede. Premessa. 1. «Ascolta, Israele» (Dt 4,6a). A. I «Credo» storici pasquali dell'Antico Testamento. B. La liturgia. 2. «Se confessi… che Signore è Gesù» (Rm 10,9a). A. La Parola. B. La liturgia. Indice dei riferimenti biblici.
Note sull'autore
Tommaso Federici (1927-2002) conseguì le lauree in giurisprudenza e in lettere orientali antiche, il diploma di paleografia presso l'Archivio di Stato di Roma e la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico. Al Pontificio Ateneo S. Anselmo portò a termine il dottorato in teologia con una tesi dal titolo: La Liturgia, dono divino della libertà. Fu il primo interprete delle iscrizioni accadiche delle tavolette conservate al Museo Barracco di Roma. Insieme a studiosi come E. Lanne, M. Lohrer, B. Neunhauser e A. Nocent fu tra i fondatori del Pontificio Istituto Liturgico. Docente di teologia biblica alla Pontificia Università Urbaniana, fu consultore delle Congregazioni per il culto divino e per le Chiese orientali, e degli allora Segretariati per i non credenti e per l'unità dei cristiani, in particolare nella sezione per il dialogo con l'ebraismo. Ricoprì, inoltre, l'incarico di pro-segretario della Pontificia commissione per la neo-Vulgata. Nel nome di Tommaso Federici si è costituita una Fondazione per proseguire la sua opera culturale e teologica. Le EDB hanno pubblicato Cristo Signore Risorto amato e celebrato. II. La scuola di preghiera cuore della Chiesa locale (2005) e Letture bibliche sulla carità (2008).
Descrizione dell'opera
Quando si desidera conoscere una persona, la prima cosa che è indispensabile sapere è il suo nome. Così è anche per il Dio d'Israele: i suoi incontri con l'uomo sono avvenuti in tempi molto remoti e in situazioni assai diverse. E con il succedersi delle epoche, agli uomini è stato concesso il privilegio di discernere nuove caratteristiche nel volto dell'Altissimo: «Queste pietre miliari della storia della salvezza si sono distinte per il fatto che Dio ha rivelato se stesso sotto un nome nuovo».
I nomi del Dio d'Israele nell'Antico Testamento costituiscono il principio organizzatore dell'analisi dell'autore. La trattazione esegetica dei nomi più rappresentativi gli consente d'indagare l'idea di Dio e le concezioni teologiche a essi sottostanti. I nomi divini sono infatti simboli, che parlano di Dio, ma con categorie che appartengono al mondo dell'esperienza umana: essi consentono di trasporre l'Ineffabile a un livello che può essere percepito dalle creature.
Sommario
Prefazione. Prefazione alla traduzione italiana. I. I nomi divini: pietre miliari nella storia della salvezza. II. Il Dio che dice «IO SONO»: l'enigma del nome YHWH. III. Il Dio dei Padri: le designazioni divine nei racconti dei patriarchi. IV. Un retroterra: divinità e miti in Canaan. V. Il Dio vivente. VI. Il Signore come «re»: la divinità che combatte. VII. «Il Signore degli eserciti»: il Dio che regna. VIII. Dio come «redentore», «salvatore» e «creatore»: le designazioni divine usate dal Profeta della consolazione. IX. Giobbe e il suo Dio. X. Riflessioni conclusive. Glossario. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Tryggve N. Mettinger (1940), professore da 25 anni di Studi sull'Antico Testamento presso l'Università di Lund in Svezia, è autore di numerosi volumi su argomenti biblici. È visiting professor in diversi istituti in Europa, Stati Uniti, Israele e Sudafrica. È membro dell'Accademia reale di Svezia di lettere, storia e antichità di Stoccolma. Nel 2008 ha ricevuto il premio Thuréus per le sue importanti ricerche in campo umanistico.
Come è potuto accadere che un piccolo gruppo di ebrei abbia conquistato, nel giro di pochi decenni, il mondo allora conosciuto?
Chi erano i primi cristiani?
Klaus Berger, uno dei migliori conoscitori del cristianesimo delle origini, presenta in questo libro la continuazione del suo bestseller teologico: Gesù.
Un panorama complesso della vera storia della chiesa delle origini.
Dalla quarta di copertina:
Con il suo Gesù, autentico bestseller, Klaus Berger ha pubblicato una summa, apprezzata a livello internazionale, della ricerca storica e scientifica sul fondatore e fondamento del cristianesimo. Berger si dedica ora – in questo testo che costituisce la continuazione dell’opera precedente – agli anni di fondazione del cristianesimo, a quel cinquantennio che va dalla risurrezione fino alla scomparsa della prima generazione dopo Gesù o – come lo si chiama tradizionalmente – al “periodo apostolico”.
Se Gesù è stato la matrice, l’innesco, l’irruzione sorprendente grazie alla quale si è messa in moto l’avventura, dall’iniziativa locale di una manciata di pescatori e contadini dalle umili origini, nell’angolo più remoto dell’antichità, è nata in un battibaleno una religione mondiale.
I primi cristiani rappresentavano un’alternativa attraente alla religiosità pagana dell’epoca – e questo sul piano intellettuale, etico ed esistenziale – non solo per il fatto che professavano la fede in un unico Dio, ma soprattutto perché era dimostrabile che il loro Cristo era esistito realmente. La loro dottrina si basava dunque su un fondamento storico. Diversamente dalla società romana emarginante, poi, il cristianesimo era egualitario e universale: poveri e ricchi, uomini e donne, tutti erano benvenuti, per tutti gli strati sociali e per tutti i popoli una via nuova era aperta. A differenza dei culti sacrificali dell’epoca, i seguaci di Cristo offrivano una forma religiosa al cui centro stava l’amore: il pasto eucaristico invitava a partecipare al divino e rendeva possibile una genuina identificazione umana con il Dio fatto uomo.
Un saggio imperdibile che fa chiarezza su una delle epoche più appassionanti non soltanto della storia della chiesa, ma della storia in generale.
Due importanti contributi scientifici atti a favorire quella conoscenza della storia e delle istituzioni di Israele, attraverso cui è possibile accedere in modo consapevole, intelligente e critico alle pagine della Bibbia.
Edizione italiana a cura di Gianni Francesconi.
Dalla quarta di copertina:
Questa Breve storia di Israele risulta dall’unificazione di due contributi (Una storia di Israele e Le istituzioni religiose in Israele) che gli autori hanno scritto per il Nuovo Grande Commentario Biblico, edito da Raymond Brown, Joseph Fitzmyer e Roland Murphy, e pubblicato in lingua italiana nel 20022 dall’editrice Queriniana.
Lo scopo del libro è di favorire la conoscenza della storia e delle istituzioni di Israele e, attraverso di esse, un accostamento più profondo e critico alla Bibbia per un pubblico di lettori e lettrici più vasto rispetto a quello che può accedere al Grande Commentario.
Alla comprensione critica dei testi della Scrittura è infatti di grande utilità il poterli collocare nel contesto storico e culturale a cui essi fanno riferimento. La ricostruzione, qui operata sulla base degli studi più recenti, della complessa vicenda storica del popolo ebraico, nelle grandi linee della sua evoluzione, come pure nelle forme e nei significati delle sue istituzioni caratterizzanti, può essere uno strumento prezioso per approfondire anche i significati della Parola stessa, che si manifesta e si radica nella vita concreta di un popolo e plasma gli aspetti comunitari del suo cammino.
Contenuto
Cana, si riconosce, è un episodio programmatico per l’intero quarto vangelo; fornisce la chiave interpretativa più importante per la comprensione dei segni di Gesù. È “un segno preminente”, affermava Origene (+253/254). Eppure si ha l’impressione che «nell’attuale situazione degli studi è molto improbabile che si possa giungere a una soluzione da tutti condivisa». Per scandagliare la portata di questa prima «manifestazione » di Gesù, l’evangelista ispira il suo racconto a due altre grandi «rivelazioni», quella cioè del Monte Sinai e quella del Mistero Pasquale. Questa duplice polarità impressa al «segno» di Cana è già insinuata dalle analogie di struttura sottese ai tre eventi: Sinai-Cana-Pasqua.
Destinatari
Teologi, mariologi, cultori di mariologia, operatori pastorali.
Autore
ARISTIDE SERRA, frate sacerdote dell'Ordine dei Servi di Santa Maria, è dottore in teologia e in Scienze Bibliche. Da diversi anni è docente di Sacra Scrittura al 'Marianum' di Roma. Dedica particolare attenzione alle tradizioni bibliche sulla Madre di Gesù ed è autore di numerosissime pubblicazioni.
La lettura attenta del vangelo di Matteo e il confronto con gli altri sinottici e scritti neotestamentari rivelano che il primo evangelista ha una particolare predilezione per il verbo greco prosérchomai (= avvicinarsi). Matteo lo utilizza con notevole frequenza rispetto agli altri scritti neotestamentari. Gli incontri con Gesù introdotti da questo verbo contribuiscono a manifestare al lettore l’eccezionalità della persona di Gesù e, nello stesso tempo, lo invitano a porsi la domanda sulla sua vera natura e identità. Prosérchomai diviene un espediente letterario al quale l'evangelista fa ricorso per presentare Gesù come il Dio con noi in azione e per manifestare la natura di questa presenza: Gesù è in mezzo agli uomini per aiutare, salvare, insegnare, illuminare.
Destinatari
Professori e studenti di Sacra Scrittura.
Autore
Gastone Boscolo, presbitero della diocesi di Padova, è docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà teologica del Triveneto (Padova). Collabora con alcune riviste: «Servizio della Parola», «Parole di Vita», «Credereoggi». Ha curato l'edizione italiana dell'Introduzione al Nuovo Testamento di R. Brown (Queriniana Editrice, 2001), ha pubblicato Vangelo secondo Matteo (Edizioni Messaggero Padova, 2001) e La Bibbia nella storia. Introduzione generale alla Sacra Scrittura (Edizioni Messaggero Padova / Facoltà teologica del Triveneto, 2009).
Il valore salvifico della morte di Gesù nei testi di Chiara Lubich
Nella tradizione biblica, i concetti di creazione e salvezza appaiono legati a doppio filo. Fin dall'Antico Testamento, gli eventi della storia della salvezza proiettano luce sull'idea di creazione: il Dio che salva è il Dio che crea. A sua volta, la conoscenza di Dio come creatore permette di comprenderne meglio l'iniziativa di salvezza: il Dio che crea è il Dio che salva. Nel Nuovo Testamento, la venuta di Cristo invita a scoprirne il ruolo nel mistero della creazione, mentre la salvezza viene ricompresa come nuova creazione.
Un’opera interdisciplinare e interconfessionale che rende accessibili i concetti essenziali e i temi centrali della Bibbia, utilizzando i risultati più recenti dell’esegesi e della filologia, e integrandoli con le ricerche sull’antichità, sulla storia sociale, sull’iconografia… Uno strumento di studio e di consultazione indispensabile per la ricerca biblica, che offre una panoramica completa e orientamenti precisi.