Le difficoltà che una persona estranea al mondo ebraico trova nel penetrare a pieno l'Ebraismo ed a comprenderne tutte le forme di espressione è da collegare soprattutto alla varietà ed alla molteplicità dei suoi aspetti. L'affermazione secondo cui l'Ebraismo equivale ad uno stile o ad un sistema di vita si riferisce giustamente al valore pragmatico della dottrina ebraica che permea ed investe ogni aspetto della vita sia dell'individuo che della società. Questa asserzione evidenzia la complessità dell'Ebraismo che è altrettanto vario come la vita nei suoi tanti aspetti. Ripercorrere i vari modi di espressione dell'Ebraismo, modi che ritrovano la loro fonte nella Torà, la Parola divina, così come avviene nell'opera di Ernest Gugenheim, significa al tempo stesso individuare i motivi fondamentali da cui l'ebreo di ogni epoca e condizione ha ricavato il sostegno spirituale e lo stimolo per la propria religiosità. (dalla Prefazione di Elio Toaff)
In ebraico il termine "qabbalà" indica molte cose, persino la reception di un hotel. Ma in questo libro Joseph Dan ricostruisce la grandiosa tradizione delle dottrine segrete e mistiche dell'Ebraismo, dalle lontane origini fino a quello che è il più influente movimento moderno, il hassidismo. In un'agile rassegna che inizia dal midrash, cioè la metodologia esegetica con cui gli ebrei fin dall'antichità hanno affrontato la Scrittura, e arriva ai contributi scientifici della ricerca odierna, questa introduzione alla cabbalà rimanda al Dio "infinito" (En sof), che può persino coincidere con il nulla (Ayin), e alle sue manifestazioni (Sefirot), mostrando come la divinità si ritrovi in ogni punto dell'Universo e al tempo stesso trascenda qualsiasi cosa creata. Così, il discorso su Dio ("il santo vecchio") non può che restare nella forma dell'interrogazione: Chi?
Gli ebrei sono caratterizzati dall'aspirazione a essere un popolo unito, ma hanno sempre conosciuto divisioni e separazioni interne; è un susseguirsi di persecuzioni, che tuttavia non hanno piegato la forte identità collettiva. Attraverso la religione e i riti, le tradizioni e le vicende storiche, l'autore spiega le ragioni della specificità ebraica, e mostra il grande contributo di un popolo che ha contribuito a fondare e sviluppare la cultura occidentale.
Questo breve e sintetico saggio che si basa sulle cronache ebraiche del tempo ci dipinge un impressionante spaccato della tragedia vissuta dagli ebrei per mano di crociati divenuti orda armata. Pagina buia nella storia europea, che vede líaspetto protocoloniale e militare di una vicenda, le Crociate, prevaricare sulle istanze religiose del pellegrinaggio ai Luoghi Santi.
Ma líaffresco a tinte fosche viene in questo caso illuminato dalla forza spirituale di tanti ebrei che al centro della stessa Europa si sacrificarono per difendere la loro fede e la loro identit‡.
Il giudaismo non ha mai incoraggiato il culto dei martiri e ha sempre riaccolto nel suo seno chi non fu disposto al martirio accettando, sotto le violenze, di aderire provvisoriamente ad altro credo, come avvenne anche per alcune comunit‡ che si fecero battezzare di fronte allíarmata di Goffredo di Buglione. Questa non abitudine a enfatizzare il martirio aumenta la commozione del lettore di fronte a una pagina di grande dedizione e spiritualit‡ scritta dagli ebrei perseguitati e martirizzati.
Accanto alla loro luminosa testimonianza, il libro elogia la dedizione di grandi personaggi della Chiesa e delle corti che prestarono aiuto a comunit‡ ebraiche minacciate.
Attraverso il filo della teshuvah, del "ritorno", del cammino, Neher unisce le esperienze talune note tal altre insospettate, di diversi personaggi, ma si tratta di esperienze tutte attraversate dal "soffio" divino. Man mano, proprio a partire dagli accenni relativi al vissuto di H. Heine, di B. Fondane, di K. Wolfskehl, di F. Rosenzweig e di A. Schönberg, si delineano le molteplici componenti dell'ebraismo che illumina le esistenze di tutti i personaggi citati. Questo libro di Neher non è un trattato di teshuvah, semplicemente mostra come essa, molto spesso, si presenti in modo repentino, folgorante nella vita dell'uomo ebreo.
Questo libro e una introduzione storica all'ebraismo, alla sua dottrina e alla sua cultura
La creazione, il rito, la tradizione, l'alfabeto come conoscenza mistica, l'alchimia delle lettere e il mistero dei numeri, il golem, il male e l'albero della vita: questa antologia è stata pensata per consentire al lettore di conoscere le testimonianze dirette di una delle tradizioni esoteriche di maggiore profondità simbolica. Accanto ai grandi classici si trovano alcuni scritti meno noti; le diciotto opere tradotte sono collegate tra loro da una comunanza di motivi e di rimandi interni, tanto da poter essere pensate come un curriculum di studi cabbalistici. Introduzione e appendice bibliografica di Giulio Busi. Completa l'edizione l'indice bibliografico, l'indice analitico e il glossario.
La concezione secondo la quale sarebbe possibile creare degli esseri viventi ricorrendo a pratiche magiche si trova nelle tradizioni di molti popoli. Molte popolazioni antiche conferivano il potere della parola a idoli e immagini. Greci e arabi associavano queste attività creative a speculazioni astrologiche consistenti nel captare la spiritualità delle stelle e a insufflarla nelle creature. Nel giudaismo, invece, lo sviluppo dell'idea di Golem è del tutto indipendente dall'astrologia; poggia su concezioni che hanno a che fare con il potere creativo del linguaggio e delle lettere: "la pratica della creazione del Golem costituisce un tentativo umano di conoscere Dio per tramite del mezzo che Dio mise in opera per creare l'uomo".